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Autore: L0g1c1ta    08/07/2013    4 recensioni
Finalmete dopo diversi mesi sono riuscita a scrivere la mia primissima fanfiction!
La storia si basa su una "serata di lavoro" del nostro amato Uomo Nero e di come riesce a spaventare la protagonista della fic con tutti i suoi pensieri e le sue ipotesi. Povera piccola...non sa che avrà uno spavento che se lo porterà nella tomba....
Buona lettura!
Genere: Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Pitch
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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THE BOOGEYMAN

 
 

Sussurri….
Ancora sussurri impercettibili…

Saranno una decina di minuti che li ascolti e ormai sai con certezza che la tua fervida immaginazione non ti sta ingannando facendoti pensare ad un possibile sogno.
Chi sarà mai? È da tempo che te lo chiedi e la tua incredibile fantasia pensa ad un fantasma o ad un vampiro in cerca di una casa dove passare la notte perché fuori fa troppo freddo per i suoi gusti.
Vuoi aiutarlo.
Certo, sei sempre stata altruista e fantasiosa, ma è normale per i tuoi sei anni, o almeno questo lo dice sempre la tua mamma.
Scendi dal letto.
Prendi una torcia, come ti raccomanda sempre il tuo fratellone, nel caso ti mettesti a girare a vuoto per la casa a chissà quale ora della notte.
Esci fuori dalla tua cameretta e percorri lo stretto corridoio. Chiami con un sussurro il fantasma o il vampiro per non svegliare la mamma e il papà. Continui a chiamarlo….niente….
Forse ti sei sognata tutto….sai che non è vero quando lo vedi.
Un uomo.
No.
Un’ombra di un uomo.
È molto alto, forse più della mamma.
“Seguimi….” Dice mentre sparisce sotto la porta sul retro. La mamma ti diceva sempre di non parlare o seguire gli sconosciuti. Pensi che forse quell’uomo ha bisogno di aiuto e come al solito ignori le parole di tua madre, non sapendo che ben presto te ne saresti pentita amaramente.
 
 
La porta sul retro, come ben sai, conduce verso il lago ghiacciato dove nacque Jack Frost il Re dell’Inverno, o almeno così ti raccontava il tuo fratellone. Tu vai lì solo insieme alla mamma perché, dice lei, è pericoloso pattinare da soli e qualche volta capita che il ghiaccio si rompe sotto i piedi di qualcuno facendolo cadere nell’acqua gelata. L’ombra ti porta verso il lago…e oltre.
Esiti.
Oltre il lago si trova la foresta nera.
Ti ricordi del tuo fratellone.
Ti diceva di non andare mai laggiù per un motivo che non ti ha spiegato. Ti ha solo detto che è pericoloso.
L’uomo-ombra insiste “Seguimi….”. Decidi di proseguire: quell’uomo ha bisogno del tuo aiuto. Insegui l’ombra correndo tra gli alberi. All’improvviso ti fermi….
Un letto.
Un vecchio letto rotto.
Non capisci.
Cosa ci fa un letto qui? Ti chiedi.
L’ombra sparisce sotto al letto. Ti avvicini. Punti la torcia sotto di esso. Un buco. Ti chiedi cosa ci possa essere là sotto.
“Vieni…”. Ancora l’ombra. Non ci pensi più. Ti butti là dentro. Appena raggiungi il fondo prendi la torcia e la punti d’avanti a te. Un corridoio buoi e largo. Prendi coraggio e cominci a camminare. Non era molto lungo il corridoio. Non ci pensi molto, quello che vedi alla fine non lo credevi possibile.
Una gigantesca caverna.
Piena di gabbie abbastanza grandi per chiuderti dentro.
E con tante scale e ponti che ti ricordano una cartolina che avevi visto, che ti aveva mandato il tuo papà, una cartolina di una città di nome Veneria o Vanesia, non ricordi bene.
Mentre cammini là dentro ti chiedi perché sei lì. Dovresti essere nel tuo lettino a dormire tranquilla e non dentro una enorme caverna sotto un letto nella foresta nera.
I tuoi pensieri vengono interrotti da una lugubre risata. La più orribile che tu abbia mai sentito in vita tua.
“Era ora che arrivassi! Cominciavo ad annoiarmi qua sotto” rimbombò la stessa voce che t ha guidata in questa trappola sotto terra.
Indietreggi. Hai paura.
“C…chi sei? Dove s…sei?” senti il tuo cuore pulsare dentro la tua testa. Fermi i tuoi piedi. Hai urtato qualcosa. Alzi la testa. I tuoi occhi incontrano un volto. Pelle grigia da cadavere, capelli neri e corti tirati all’indietro, tutto questo incoronato da un paio di occhi color giallo-ambra simili a quelli di una bestia feroce.
L’uomo ti rivolge un sorriso crudele “ Cosa ci fai nel regno dell’Uomo Nero?”. Non rispondi. Hai troppa paura. La tua lingua si è paralizzata. Per un attimo l’uomo torna serio.“Sai cosa fa l’Uomo Nero ai bambini che entrano nel suo regno?”. Scuoti la testa terrorizzata. Il l’orribile sorriso ritornò, ancora più largo di prima.“Tranquilla, non ti farò molto male….”
Scappi.
Non importa dove.
Perdi la torcia.
Non vedi niente.
Devi uscire da lì!
Corri per la stessa strada che hai usato per arrivare lì ma non trovi l’uscita. Eri certa che quel muro non ci fosse lì quando sei entrata. Hai paura.
“Dov’è andata questa bella bambina…?”
Cambi strada. È vicino. Cerchi di nasconderti ma lui è più veloce di te. Non sai come faccia. Ogni vicolo che svolti lo trovi lì, con quel sorriso cattivo.
Ti pizzicano gli occhi. Stai per piangere. Non vorresti essere mai andata là sotto. Continui a correre. La strada è diventata una specie di corridoio. Lo percorri fino alla fine. Ti fermi e la tua paura diventa terrore.
Un vicolo cieco. In fondo invece c’è un dirupo molto profondo. Guardi giù. Vedi solo oscurità.
“Trovata….” Ti volti lentamente. Eccolo lì. Ti ha raggiunto. Si avvicina piano piano. Sorride ancora. Ti escono le lacrime dagli occhi. Il suo sorriso si allarga. È come se godesse delle tue lacrime. Non sai più cosa fare. È a pochi centimetri da te. Si china su di te e ti sussurra “Incubi d’oro…”
Non riesci a pensare che subito lui ti spinge bruscamente verso il dirupo. Cadi all’indietro. Mentre cadi lo vedi ridere come un pazzo.
Urli.
 
 
 
 
 
“Aaaaaa!!!!”
Un urlo acuto fece svegliare di soprassalto il piccolo Jamie. Riconobbe subito quella voce. Corse verso la cameretta della sua sorellina che piangeva disperata “Sophie cos’è successo?” chiese preoccupato.
La sorellina lo abbracciò in lacrime “L’Uomo Nero mi vuole prendere!”
Jamie capì al volo la situazione “Sophie, l’Uomo Nero lo abbiamo già sconfitto due anni fa. Non te lo ricordi?”. Sophie alzò la testa “Ma sono andata sotto il letto nella foresta e…”.
Il ragazzino la interruppe “Stai tranquilla!” prese una spada di plastica e la brandeggiò come se fosse un’arma vera.
“Se l’Uomo Nero verrà a prenderti io sarò qui a proteggerti, mia principessa!” disse facendo un inchino galante.
La sorellina rise felice “Grazie fratellone!” e lo abbracciò felicissima.
 
 
Guardò quella scena disgustato dalla finestra della bambina. Si tramutò in ombra e raggiunse il suo covo. Era infuriato. Era il sesto bambino quella notte che non riusciva a spaventare. E non c’era nemmeno l’aiuto di quel rompiscatole di Samdman a rovinare il suo lavoro!
Girò intorno al globo dove miliardi di luci splendevano beate. Ad un tratto si fermò guardando la sua unica fonte di luce “Esultate quanto volete Guardiani. Tanto un giorno le vostre patetiche luci si spegneranno sotto il mio dominio!”

  
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