Giuro solennemente di non avere buone intenzioni

La ragazza se ne stava seduta in un angolino a sfogliare distratta le pagine del suo libro, cercava solo di perdersi nello scadere del 1800, per sfuggire ai pensieri, ma quel giorno ogni tentativo rimase vano. La mora guardo davanti a se, chiuse di scatto il libro e, dando una fugace occhiata alle sue spalle, uscì da scuola e si diresse verso il posto che solo lei e un altra persona conoscevano. Non distava molto dalla scuola, si trattava semplicemente di una casetta sull'albero, dalla storia complicata. Con passo felpato la giovane percorse le strette vie caratteristiche della Francia del nord e arrivò presto davanti al luogo da lei cercato, dove venne colpita da un flashback.

*una gracile bambina correva ridente a piedi nudi, con delle piccole scarpette in mano. Il suo vestito celeste dai ricami dotati svolazzava leggero dietro di lei, seguendo ogni suo movimento. Poco distante da lei un bambino pressoché della sua età la rincorreva, vestito molto elegantemente, con una camicia bianca e una giacchetta nera sopra, un paio di lunghi pantaloni e le scarpe ancora indosso. «tanto non mi prendi!» cantilenava la piccola Giselle con voce melodiosa «vedrai» le rispondeva Louis accelerando leggermente il passo. La bambina, si arrampicò sulla scala a pioli, ma scivolò da una seppur piccola altezza e rovinò a terra, Louis le fu subito accanto. «Gis! Dove ti sei fatta male?» chiese preoccupato alla bambina che sedeva a terra mordendosi le labbra, trattenendo le lacrime per mostrarsi forte. La bambina alzò la mano tremante su cui si poteva notare dei leggeri graffi, Louis diede dei lievi baci su di essi. «va meglio ora?» chiese lui sorridendo ingenuamente «si Lou, meglio» disse lei ricambiando il sorriso, mostrando le adorabili fossette*

Giselle scosse la testa al ricordo e si avviò a grandi passo verso le scale a pioli che salì velocemente. Arrivata su, la ragazza poggiò i libri per terra, estrasse la bacchetta e pronuncio chiaramente le parole «giuro solennemente di non avere buone intenzioni» Una luce illuminò il contorno della porta e la ragazza poggiò la mano sulla maniglia, per poi girarla lentamente ed entrare. Girò per un po' in mezzo alla stanza, insicura, poi con un sospiro di sollievo capì di essere sola. Arrivò di fianco alla finestra della casetta piazzandosi di fronte al muro, allungò l'esile dito a sfiorare la scritta incisa e sorrise tristemente «Luna Storta Codaliscia & Felpata Ramosa» i soprannomi che si erano dati in nome dei genitori quando avevano incantato la casa. «sapevo che ti avrei trovata qui» una voce alle sue spalle la fece sobbalzare e si girò, bacchetta alla mano, verso la porta. «Lou..» sussurrò abbassando la bacchetta «Lou!» ripetè, e si fiondò tra le sue braccia. Non ci poteva credere, lui era li per lei, ad aiutarla a superare la perdita dei genitori, lui era li per sostenerla, e per piangere insieme a lei.