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Autore: Dead_    11/07/2013    0 recensioni
Un'intrepida storia di una ragazzina di 13 anni che non fa amicizia con molte persone a causa della sua timidezza.Ma poi un giorno trova un amico, un migliore amico o forse anche di più
Genere: Fluff, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta
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Mi svegliai ...sembrava  tutto regolare, la solita sveglia che ticchettava  , il solito cane  che abbaiava , il solito tempo gelido,la mamma che mi buttava giù dal letto,mio padre che  continuava a lamentarsi per il continuo stress da lavoro e poi c'era mio fratello ... che come ogni mattina si alzava come un razzo e andava  a mangiare tutto quello che trovava. Mia mamma continuava ad urlare dicendo che dovevo alzarmi,così feci pur di non ascoltarla più,né di sentirla.Mi alzai dal letto e come tutte le noiosissime giornate scelsi dei panni per andare a scuola (se possiamo chiamarla così).Corsi verso il bagno con i panni in una mano e un paio di scarpe nell'altra,arrivata in bagno lanciai tutto sul davanzale della finestra e mi misi a guardare lo specchio ... Vedevo una creatura orribile ... Bassa e con un fisico a dir poco orrenda,non so che impressione potevo fare alla gente in prima vista.Forse... una ragazzina orrenda senza amici e apatica,o, una ragazzina normale  come le altre.Passarono 23 minuti da quando mi chiusi nel bagno e mia madre incominciò ad urlare di sbrigarmi perché tra pochi minuti passava il bus ... A sentire quelle parole mi bloccai e pensai di dover passare un'altra orrenda giornata con quelle belve selvatiche che dovevo chiamare compagni di classe...Arrivò il bus ... Mi vestii di corsa,andai a prendere lo zaino e presi la merenda che mamma con tanto amore mi aveva preparato (una deliziosa torta di mele). Mi sedetti sul bus , tutti mi guardavano come se non avessero mai visto una ragazza,restai in silenzio intimidita,arrivammo a scuola... Un orrendo edificio vecchio dove le pareti se ne cadevano  e c'erano alle finestre delle sbarre per non far scappare i "delinquenti"... Scesi dal bus,tutti i ragazzi mi fissavano e poi ridevano , come avrei voluto spaccargli i denti a tutti quei mocciosi.Entrai in classe più nervosa del solito e come prima materia avevo Storia, uff che palle non c'era materia  più noiosa,dalla stanchezza chinai il capo sul banco e mi misi a fissare dei deliziosi passerotti  che si appoggiavano con le loro zampe sopra le ringhiere della finestra, mi ero persa nei pensieri , volevo essere io quei passerotti,poter volare lontano da questa città per me sarebbe un sogno ... All'improvviso sentii un enorme urlo,era il prof di storia che si arrabbiò con me perché non seguivo la lezione,mi mise un rapporto con su scritto che non facevo nient'altro che pensare al mio futuro da drogata,iniziò a farmi un discorso sul futuro che potevo veramente avere e gli scapparono sette parole orrende ... NON FARAI MAI NULLA NELLA TUA VITA. In quel momento avrei voluto strozzarlo, non la finiva più,iniziò a giudicare anche gli altri dicendo che nella vita la cosa più importante da fare era quella di portare rispetto alle altre persone. Bisbigliai alla mia compagna di banco , Sasha Gretwy , che io il rispetto lo portavo solo con le persone che mi rispettavano e non con chi mi urlava contro che ero una stupida drogata.Il professore mi sentii e mi mandò dal preside per un motivo a dir poco banale ... baaaaah che motivazione assurda. LA SIGNORINA POBLOTZSKI NON SEGUE LA LEZIONE E RISPONDE MALE AL PROFESSORE. Bah una motivazione così assurda che mi fece fare 1 settimana di lavoro nella scuola...Passò l'ora del prof di Storia,ritornai in classe più furiosa che mai,sbattei la porta e mi andai a sedere al mio posto,presi carta e penna e mi misi a scrivere,dopo un pò entrò la professoressa di Matematica,la Santim, che bella professoressa tutti le volevano bene era la professoressa più dolce del mondo,l'unica che poteva capirmi.Gli morì il marito alla loro festa di 25 anni sposati e il figlio è morto in un incidente stradale,poteva capire il dolore che provavo.Sentii la sua melodiosa voce vicino me e mi stava dicendo di uscire dalla classe e andare in bagno se volevo sfogarmi,io le dissi che andava tutto bene e per sfogarmi usavo carta e penna,mi chiese di uscire con lei fuori dalla classe,uscimmò... mi abbracciò forte e mi disse che non mi vedeva come gli altri giorni , infondo era vero oggi ero diversa,avevo un brutto presentimento,che succedesse qualcosa di brutto ad una persona a me cara,mi chiese se oggi volevo andare a casa sua per aiutarla a buttare i vecchi libri e per parlare,io dissi di si e con un finto sorriso stampato sulle labbra entrai più forte di prima.La professoressa mi chiamò alla lavagna per svolgere degli esercizi, in quell'ora mi sembrò tutto passare...Finché... DRIIIIIIIIN la campanella suonò ... La mia professoressa lesse nei miei occhi un urlo di aiuto,di un portami con te ti prego.Entrò la professoressa di Italiano,una leonessa dai capelli ricci rossi e un'aria molto severa, ma se vai a conoscerla è più dolce del miele.La professoressa di Matematica le chiese se poteva portarmi con se e lei un pochino annoiata rispose di si.Uscimmò dall'aula e anche dalla scuola, mi feci fare un permesso di poter uscire tre ore prima. Andammo a casa sua e iniziammo a scartare i libri vecchi che non le servivano e quelli vecchi che le servivano,ad un certo punto iniziammo a parlare... La professoressa faceva domane di tutti i tipi .Mi lanciò un libro vecchissimo pieno di polvere,il titolo non si leggeva molto bene però doveva essere interessante,molto.Lo buttai nello scatolone  dei libri vecchi che non servivano.Appena lo posai nella scatola un brivido mi percorse la schiena...Quel libro aveva qualcosa che non andava,voleva che lo portassi a casa mia e che lo leggessi.Chiesi alla professoressa se potevo portare quel libro a casa e lei con voce severa mi rispose di no anche se non era per niente convinta,e come se quel libro avesse qualcosa di segreto che lei non voleva farmi sapere,ritornai  a riporre negli scatoloni i vecchi libri inutili che lei mi dava,ce n'erano alcuni orribili e alcuni stupendi,solo che non potevo farmi prestare tutto,sarebbe troppo.Passarono quattro ore dagli scarti dei libri ed io incominciai ad essere un pò stanca.Mi squillò il telefono,era mia madre che mi chiedeva che fine avessi fatto ed io le risposi che stavo a casa della professoressa,che non doveva temere nulla e che tra un quarto d'ora tornavo a casa,attaccai il telefono.La professoressa mi chiese se dovevo andarmene  ed io con voce triste dovetti dire di si,presi la cartella e me ne uscii dalla casa.Corsi velocemente verso casa,entrai,salii le scale e mi buttai sul letto ad ascoltare Evanescence.Mia madre salì in camera mia e mi disse che se volevo mangiare il piatto era a tavola.Non avevo nessuna voglia di mangiare e quindi non scesi ... Mia madre salì furiosa e mi chiese che diamine mi stesse succedendo ed io risposi freddamente.Si arrabbiò con me per come trattavo la gente ma non capisce che non lo facevo apposta.Si fecero le 16:00 non riuscivo più a restare a casa e quindi decisi di uscire,appena misi piede fuori la porta, iniziò un temporale che non mi fece uscire.Risalii in camera mia e mi misi un pochino su Facebook... Vedevo solo stati sul tempo o su altre cavolate,staccai non riuscivo a leggere tutte quelle cavolate.Andai in bagno e riempii la vasca di acqua calda,appena si riempii fino il bordo,mi spogliai e mi ci misi dentro... Che bella sensazione,mi sentivo libera in quella vasca come se ora fossi la padrona del mondo.Mi stavo rilassando tantissimo,fino a quando...Squilla il telefono...Era Zack, non mi andava di rispondere,misi il silenzioso.Mi rifeci cullare dall'acqua calda,mi addormentai nella vasca.Erano le 19:00 e mia mamma urlava il mio nome per la casa disperatamente ... Mi svegliai,non riuscivo a parlare forse era il sonno... Uscii dalla vasca,mi asciugai e corsi subito giù da mia mamma per fargli notare che c'ero ancora ed ero viva.Non so cosa mi stesse succedendo ma qualcosa nella mia vita è cambiata,nel verso storto.Io e mia madre ci mettemmo a cucinare,mi ustionai con la pentola,cavolo dovevo essere più attenta,mia madre mi mise sull'ustionatura una crema che puzzava e molto non riuscivo più a sentire quell'orrenda puzza.Si fecero le 20:00 dovevo mettere la tavola.La misi e al posto di mio padre ci misi anche un cuoricino di cioccolato.Mio padre tornò dal lavoro,arrabbiato come non mai,si sedette a tavola senza nemmeno spogliarsi e mettersi il pigiama, mangiammo,non scorreva buon'aria...Qualcosa stava per succedere.Mangiammo,levai la tavola, lavai i piatti i bicchieri  e le forchette,pulii la cucina, si fecero le 22:30,avevo un sonno terribile, salii lentamente le scale senza disturbare.Sentii delle urla provenire  dalla stanza dei miei genitori mi accostai alla porta e li sentii litigare a causa mia e della mia apatia.Mia mamma accusò mio padre del mio carattere,del mio essere antipatica con tutti anche con lei... Voleva risolvere quel dannato problema ma non capiva che il problema ero io e non lui. Ero diventata un dannato problema anche per mia mamma , ormai nessuno più mi voleva bene,non era come da piccoli,l'unico litigio che poteva esserci era  la doccia, odiavo farmela da piccola, ero peggio dei cani appena la vedevo fuggivo per non farmi lavare.Si fecero le 23:00 e origliavo ancora... Finché non ho sentito un : "Vado al bagno" di mio padre ... Da la sono sgattaiolata nella mia stanza e mi sono chiusa in me e nelle canzoni.
   
 
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