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Autore: DadaOttantotto    11/07/2013    5 recensioni
"Allora di cosa si tratta? Ti da fastidio che qualcuno possa non aver bisogno di te? Che possiamo cavarcela anche senza il tuo aiuto? Del resto, abbiamo visto quanto ti piace giocare al cavaliere dall'armatura scintillante che corre in aiuto delle donzelle in difficoltà."
Derek non sa cosa rispondere. Apre e chiude la bocca un paio di volte, ma le parole sembrano non voler uscire. Quindi è questo il problema: il fatto che abbia salvato la professoressa. Stiles si sente ignorato, è vero, ma non perché ha messo Cora e Boyd davanti a tutto e tutti; piuttosto perché ha trattato Miss Blake in modo diverso da come tratta lui. E a Derek viene l'assurda e improbabile idea che Stiles sia geloso.
[Sterek; Spoiler! per la terza stagione]
Genere: Angst, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
- Questa storia fa parte della serie 'That's so Sterek'
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It's the wrongs that make the words come to life
Attenzione: Mi rendo conto che, a prima vista, questa cosa può sembrare un tantino incasinata. Ho seguito gli episodi della terza stagione fino alla 3x03 (e una parte della 3x04), e non tiene conto della 3x05 e, soprattutto, della 3x06. Nel caso ci fosse qualcosa di poco chiaro, non esitate a chiedere.
E ora vi lascio alla lettura di questa chilometrica shot. Buona fortuna, e grazie di essere passati di qui!


It's the wrongs that make the words come to life.


A Stiles la professoressa Blake piace. Ovvio, gli piace come potrebbe piacergli un insegnante qualsiasi: cerca di stare attento durante le sue lezioni e di prendere dei bei voti.
Sì, la signorina Blake è simpatica e, deve ammetterlo, anche abbastanza carina. Se Stiles non avesse in testa sempre e solo un antipatico lupo mannaro - e se lei avesse qualche anno in meno, benché, ehi, in fin dei conti non sembra così vecchia -, potrebbe seriamente farci un pensierino.

***

Tutto comincia con i corvi. Quelli che improvvisamente iniziano a schiantarsi contro i vetri dell'aula, fino a romperli ed entrare, neanche fosse uno stramaledetto film di Hitchcock, e Stiles pensa che sì, come primo giorno di scuola non c'è male. Si ricomincia alla grande, come se anche tutto lo strano e il sovrannaturale si fosse goduto le vacanze estive e fosse pronto a iniziare una nuova partita. E tanto per cambiare non ci sono né Isaac né tantomeno Scott a dargli una mano. Lo hanno lasciato da solo ad affrontare quell'isteria di massa, e nemmeno Lydia e Allison sembrano capirci qualcosa. Miss Blake urla di stare giù, afferra un paio di loro e li protegge e, anche se alla fine è la più sconvolta di tutti, il ragazzo deve ammettere che se l'è cavata piuttosto bene.
Ma non è questo che li riporta da Derek.
Stiles pensava seriamente che la cosa fosse passata. Nei mesi in cui non l'ha visto, ha tentato di riportare la signorina Martin nei suoi pensieri, facendole prendere il posto del sourwolf. E credeva di esserci riuscito, lo credeva davvero, ma poi Scott lo chiama e gli dice di raggiungerlo a casa Hale. Le mani iniziano a tremargli già davanti al cartello che indica l'entrata della riserva e Stiles si rende conto che ogni suo tentativo è stato del tutto inutile. Davanti alla fatiscente abitazione, poi, il tremore si rinforza e trova compagnia in una sottospecie di attacco di panico, che lo porta a fermarsi per qualche istante e provare a normalizzare respiro e battito cardiaco.
Quando finalmente si decide ad entrare, esclama un 'Ehilà', lascia vagare lo sguardo all'interno della catapecchia e oddio. Derek è lì. Lo guarda per una manciata di secondi, senza parlare, prima di tornare a spargere qualcosa su un corpo seminudo che Stiles riconosce come quello di Isaac. Ma al momento non se ne può curare, troppo preso a contemplare tutta quella perfezione. Derek Hale è persino più bello di quanto ricordasse. Si ostina a portare quei vestiti che delineano ogni singolo muscolo, lasciandolo esposto alla venerazione di Stilinski; il quale, seriamente, dovrebbe darsi una regolata e distogliere lo sguardo.
E' il suo migliore amico ad arrivare inconsapevolmente in suo aiuto quando lo afferra per una spalla e lo costringe a voltarsi.
"Finalmente sei arrivato" gli dice.
"Sì, scusa." Stiles si passa una mano tra i capelli per nascondere l'imbarazzo crescente. "Ho avuto qualche problema."
Scott sembra ignorare il suo stato d'animo e inizia ad aggiornarlo sugli avvenimenti delle ultime ore. Sulla telefonata di sua madre, sull'Alfa che lo ha attaccato in ascensore, sulle ferite di Isaac. E intanto lui non riesce a non pensare a quanto vorrebbe essere al posto di Lahey, anche con qualche taglio o ammaccatura, perché Derek si prenda cura di lui come in quel momento si sta prendendo cura del suo beta.

***

L'odore che Derek gli sente addosso quella notte è umano. Ed è di una ragazza. E non è né di Lydia né di Allison.
Il lupo dentro di lui graffia e ringhia, smanioso di trovare la persona che ha avuto il coraggio di avvicinarsi così tanto a Stiles. Il quale, comunque, mentre parla al telefono con Scott ha stampato in faccia un sorriso talmente ebete da fargli venire la nausea.
"Te l'ho detto, amico. Sparita."
"Sparita? Come sparita?" ribatte McCall.
"Sparita. Scomparsa, svanita, dissolta nel nulla. Vuoi che ti faccia un disegno?"
"Probabilmente si era solo stancata di aspettare."
"Sono stato super veloce, credimi. Mi sono attardato solo un attimo per... beh, valutare la differenza di dimensioni tra l'accessorio e la materia prima."
Derek si muove nervoso sul tetto di casa Stilinski, cercando di decidere se andarsene e risparmiarsi una sicura incazzatura o restare e scoprire quanto sia stata utilizzata questa materia prima.
"Andrà meglio la prossima volta."
Stiles si butta sul letto ancora completamente vestito, portandosi un braccio sugli occhi e lasciandosi andare ad un sospiro.
"Sì, certo" borbotta.
Non è successo niente. Niente di niente. Si stava preoccupando per niente. E ora si sta maledicendo per essersi preoccupato. Perché a lui, l'Alfa, di Stiles Stilinski non importa nulla. Allora per quale dannato motivo c'è un sorriso sulla sua faccia?

***

La prima volta che Stiles si ritrova a guardare la professoressa Blake con occhi diversi è il giorno dopo la luna piena.
Un secondo prima la donna era ok, il secondo seguente è in cima alla sua lista nera. In mezzo ci sono Erica morta, Heather e altri due ragazzi sacrificati, un beta impazzito e poi di nuovo sotto controllo, una sorella ritrovata e una bella chiacchierata con Scott.
Perché Stiles può passare sopra al fatto che Hale abbia scelto di sacrificarsi - il sourwolf non ha un briciolo di spirito di conservazione, in questo sono uguali -, ma non riesce a digerire il fatto che, ehi, povera piccola Jennifer, per poco non ci rimane secca, facciamo i carini con lei. Prima di tutto, che accidenti ci faceva a scuola a quell'ora? Non ce l'ha una casa? E poi, Stiles rischia la vita ogni santo giorno, perché Derek non fa il carino anche con lui?
Sì, si rende conto che il lupo ha avuto i suoi problemi con Cora e Boyd, e che li ha tuttora con gli Alfa, ma non gli sarebbe costato molto fare meno il supereroe solitario e chiedere aiuto a lui e Scott. O perlomeno a Scott.
"Stiles."
Si parla del diavolo e spunta Derek Hale.
"Ehilà, sourwolf" esclama senza entusiasmo. Comincia a stancarsi di dover sempre fingere di essere felice ogni minuto. "Hai bisogno di qualcosa?"
Non protesta quando Hale si siede sul suo letto - lo stesso letto dove lo ha immaginato più e più volte, anche se in ben altre posizioni - e lo guarda fisso con quegli occhi verdi che ancora gli danno i brividi.
"Perché non mi hai parlato dei sacrifici?" gli chiede. E, ok, forse non sono solo i suoi occhi a dargli i brividi.
Stiles sospira, stringendosi nelle spalle.
"Perché sono sacrifici umani, Derek, cose da esseri umani" replica. "Voi lupi avete già abbastanza problemi con i vostri simili."
"Ma avresti comunque potuto parlarmene."
"Per quale ragione?"
L'Alfa si alza di scatto e gli va incontro, e per un momento Stilinski ha seriamente paura che lo attacchi.
"Non so, Stiles, forse avrei potuto dare una mano? Aiutarti a capire se davvero non c'è niente di soprannaturale in tutto questo?"
"Non c'è niente di soprannaturale" rimarca il ragazzo. "E poi ce ne stiamo già occupando io e Lydia."
"Tu e Lydia. Fantastico."
A Stiles non piace il tono che Derek ha usato. Cos'è, non li ritiene in grado di affrontare la situazione? Pensa che siano degli incapaci solo perché non hanno zanne, artigli e peli?
Non sa che il lupo dentro Derek ha ringhiato al solo sentire il nome della Martin accostato al suo. Non sa che all'Alfa fa male vedere quanto vanno d'accordo, quanto sono bravi a collaborare. Non sa che Derek vorrebbe togliergli dalla pelle a morsi l'odore della rossa e di tutte le ragazze a cui si è avvicinato.
"Sì. Io e Lydia." Ora Stiles è davvero arrabbiato, e non si preoccupa di nasconderlo. "Qualche problema?"
"Oh no, assolutamente. Data la vostra immensa competenza in materia di sacrifici siete di certo la coppia più adatta ad occuparvene."
Anche il figlio dello sceriffo salta in piedi, facendo finire la sedia della scrivania in fondo alla stanza.
"Stammi a sentire, Hale. Forse non siamo veloci o forti come voi, ma, fino a prova contraria, abbiamo un cervello e sappiamo come usarlo."
"Qui non è una questione di cervello!"
"Allora di cosa si tratta? Ti da fastidio che qualcuno possa non aver bisogno di te? Che possiamo cavarcela anche senza il tuo aiuto? Del resto, abbiamo visto quanto ti piace giocare al cavaliere dall'armatura scintillante che corre in aiuto delle donzelle in difficoltà."
Derek non sa cosa rispondere. Apre e chiude la bocca un paio di volte, ma le parole sembrano non voler uscire. Quindi è questo il problema: il fatto che abbia salvato la professoressa. Stiles si sente ignorato, è vero, ma non perché ha messo Cora e Boyd davanti a tutto e tutti; piuttosto perché ha trattato Miss Blake in modo diverso da come tratta lui. E a Derek viene l'assurda e improbabile idea che Stiles sia geloso.
"Ok, vuoi aiutare?" sbotta l'umano, recuperando la sedia e accomodandosi davanti al pc. "Dimmi tutto quello che sai sui sacrifici."
Le dita iniziano a scorrere veloci sulla tastiera del computer, in attesa di una risposta che, però, non arriva.
"Allora?" lo incalza.
"Non... non posso" sussurra il lupo. "Prima devo fare una cosa."
Scuote la testa, un sorriso amaro sul volto. Lo sapeva. Non lo voleva ammettere, ma lo sapeva. Ed è sicuro, stramaledettamente sicuro, che la cosa che Derek deve fare riguarda la Blake. Probabilmente intende piazzarsi fuori dalla sua finestra e vegliarla tutta la notte, assicurarsi che la dolce e delicata Jennifer dorma sonni tranquilli. Che non abbia incubi mostruosi o attacchi di panico. Beh, lui gli attacchi di panico ce li ha davvero, e proprio ora sta lottando affinché uno di questi non prenda il sopravvento.
"Va via, Derek."
"Stiles..."
"Vattene."
Non si volta nemmeno a guardarlo, Stilinski, perché fa troppo male. E' la prima volta che manda via Derek da casa sua, è la prima volta che ha abbastanza forza da fare una cosa del genere.
Se solo si voltasse, Stiles incrocerebbe lo sguardo triste del lupo, vedrebbe il suo braccio teso, la sua mano a pochi centimetri da lui, come se volesse toccarlo ma non riuscisse a trovare il coraggio necessario per farlo. Se si voltasse, scoprirebbe quanto sia doloroso, per Hale, andarsene e lasciare le cose tra loro in quello stato.
Invece tutto quello che sente è il suo sospiro e i suoi passi verso la finestra.
"Mi dispiace per la tua amica" mormora il lupo, prima di saltare giù e allontanarsi per l'ennesima volta da lui.

***

Il giorno seguente, Stiles arriva a scuola con un incredibile anticipo. La notte insonne gli ha permesso di essere pronto ad un orario decente, così da non dover correre come un matto in classe al suono della campanella.
Ha pensato a lungo a quello che è successo la sera prima. Forse ha sbagliato a prendersela con Derek. Insomma, non proprio sbagliato... esagerato, magari. Non che non avesse ragione di essere arrabbiato, ma si rende conto di non aver nessun diritto di giudicare la vita privata dell'Alfa. A lui non dovrebbe interessare se esce con la professoressa Blake, con la signora della mensa o con chiunque altro. Derek Hale è libero di fare quello che vuole, anche se è dannatamente doloroso per Stiles immaginarlo con qualcuno che non sia lui. Andrà a parlargli, dopo la scuola, nel suo nuovo loft - ma non gli dirà che era ora che cambiasse casa, ci tiene a vivere ancora qualche anno, grazie.
Avanza nel corridoio vuoto, mentre le labbra si stendono inconsapevolmente in un sorriso. Non ci può fare niente, è questo l'effetto che gli fa Derek, anche il solo pensarlo.
Ad un tratto la porta di una delle classi si apre e ne esce proprio il suddetto sourwolf. Stiles pensa che, ehi, forse la fortuna sta girando dalla sua parte e può anticipare la chiacchierata con il lupo. Prima mette in chiaro le cose, meglio è per tutti, ma soprattutto per la sua sanità mentale.
Ma Derek non era solo in quella stanza. Non passano che pochi secondi prima che la testa di Miss Blake faccia capolino dalla porta. Il suo sguardo segue Hale, poi si posa su di lui, finché, imbarazzata, l'insegnante non rientra nell'aula.
Improvvisamente, tutta la voglia di parlare con l'Alfa è sparita, lasciando il posto a una rabbia crescente. Al diavolo lui e Jennifer! Che stiano insieme, che scopino, che si sposino! A lui che importa? Non gliene frega un accidente di quello che fa quel lupastro spelacchiato. Anzi, spera proprio che la maestrina sia in combutta con il branco degli Alfa e che sia stata mandata per ucciderlo. O almeno per fargli male, molto male. Che soffra quanto sta soffrendo lui. Che anche lui si senta morire, che senta un vuoto in mezzo al petto, che senta freddo.
Derek lo guarda a malapena, gli rivolge un'occhiata veloce, cupa. Poi lo sorpassa e se ne va, senza una parola.
Ma ormai tra loro c'è ben poco da dire.

***

Lo ha visto, quello sguardo. E' stato solo un attimo, ma negli occhi di Stiles c'era tanto dolore da far stare male anche lui. Non avrebbe mai voluto che lo sorprendesse a scuola, insieme alla sua professoressa. Non dopo quello che è successo la sera prima.
Vorrebbe potergli dire che non c'è niente tra lui e Jennifer, davvero, ma dovrebbe anche spiegargli il perché, e Derek non crede di essere pronto a farlo. E' dannatamente difficile riuscire a rivelare, a sé stesso in primis, di essere attratto da un ragazzo - e non un ragazzo qualsiasi, sarebbe troppo semplice, ma Stiles Stilinski, l'essere più logorroico e fastidioso mai esistito. Tra tutti quelli di cui poteva innamorarsi, doveva proprio andare a scegliere lui. La sfortuna lo perseguita, non c'è dubbio.
"Si può sapere che ti prende?"
Derek spalanca gli occhi, ritrovandosi di fronte sua sorella con un sorriso alquanto enigmatico sul volto.
"Lascialo perdere, Cora" ribatte Peter sarcastico. "Tuo fratello è nel bel mezzo di una crisi ormonale."
Lo ucciderà di nuovo, prima o poi. Da quando è tornato in vita ha quel cavolo di atteggiamento così caustico e pungente da fargli prudere le mani ogni volta che apre bocca.
"Crisi ormonale? Derek?"
L'oggetto della loro conversazione emette un ringhio di dissenso, beatamente ignorato dagli altri due.
"Ah, giusto. Tu non sai tutta la storia" esclama Peter. "Il signorino qui presente ha una sorta di 'non cotta' per Stiles Stilinski. Te l'hanno già presentato?"
"E' quel ragazzino che non sta mai zitto, vero?"
"Esattamente."
Cora si siede accanto a lui sul divano e lo osserva, apparentemente pensierosa. Poi torna a guardare lo zio.
"Non glielo ha detto" commenta.
"E non glielo dirà mai, se continua così. Resterà solo e arrabbiato con il mondo e ce lo dovremo sopportare per tutta la vita."
"Scusate, posso partecipare o devo continuare a far finta di non essere qui?" borbotta Derek, trattenendo a stento un altro ringhio.
Non gli piace che si parli di lui come se non fosse presente. Ma, soprattutto, non gli piace che si parli di lui e della sua vita privata. E sì, si era illuso di poter tenere nascosta l'attrazione che prova nei confronti di Stiles, ma è praticamente impossibile vivendo con una lupa e frequentando quasi esclusivamente gente della stessa specie. Per fortuna l'olfatto del figlio dello sceriffo non è sviluppato quanto il loro, altrimenti sarebbe fregato.
Sbuffa quando la sorella alza un sopracciglio e lo guarda storto, come se quello in torto fosse lui. Sembra quasi che lui non voglia dire niente a Stilinski, non che non possa. Lo fa sentire un egoista, uno a cui importano i sentimenti degli altri. E lui non è così, anzi. E' l'esatto contrario.
"Se è il tuo compagno dovresti parlargliene."
"Non capirebbe."
"Credo di sì, invece" interviene Peter. "Quel ragazzino è un tipo sveglio. Magari gli servirà un po' di tempo, ma lo capirà. E poi" aggiunge, picchiettandosi il naso con un dito, "ho sentito come il suo odore cambia quando è vicino a te."
Derek guarda prima suo zio e poi Cora. Sembrano così sicuri, così certi che la cosa possa funzionare che quasi ci crede anche lui. In fondo, si dice, potrebbe provare. Stiles potrebbe capire e rifiutarlo comunque, ma a loro cosa importa? Forse sono convinti che per lui avere il cuore spezzato sia una cosa normale.

***

Il coach dev'essere completamente matto. Ok, c'è una partita importante tra pochi giorni, ma questo non gli ha diritto di tenerli in ostaggio per un'intera giornata. C'è una cosa chiamata 'vita sociale', che forse non è molto attiva, nel suo caso, ma che ci terrebbe a coltivare. Per non parlare di tutti i muscoli che stanno chiedendo pietà in tutte le lingue possibili. Quando finalmente riescono a sfuggire alle grinfie di quello psicopatico è ormai buio. Stiles ringrazia il cielo che suo padre abbia il turno di notte, quella sera, perché è troppo stanco persino per pensare di cucinare, figuriamoci per farlo davvero, anzi, probabilmente non mangerà neanche. Si butterà sul letto così com'è, sporco, sudato e maleodorante, e dormirà per almeno ventiquattro ore, al diavolo tutto. Non andrà nemmeno a scuola.
Il borsone finisce a terra con un tonfo sordo mentre il corpo si lascia cadere a peso morto sul materasso. Ora basta chiudere gli occhi e...
"Potresti almeno farti una doccia prima di metterti a dormire."
Il cuore di Stiles manca un battito, quasi si ferma, poi inizia a correre velocissimo. Sa già a chi appartiene quella voce ancora prima di accendere la lampada sul comodino, ma vuole esserne sicuro, e quando la luce tenue riempie quasi interamente la stanza, il ragazzo è decisamente prossimo ad un piccolo infarto.
"Santo cielo, Derek!" esclama, portandosi una mano al petto. "Continua con queste entrate a sorpresa e ben presto leggerai il mio necrologio sul giornale!"
Hale è seduto sulla sedia della scrivania, lo sguardo serio, e Stiles non può fare a meno di pensare che, poco più di ventiquattr'ore prima, quello stesso posto era occupato da lui. E che adesso occupa il posto che era stato di Derek. E che il suo cervello è andato definitivamente a farsi benedire.
"Si può sapere cosa fai qui?"
"Dobbiamo parlare" è la risposta lapidaria del lupo.
La sua voce è dura, troppo, tanto che il liceale inizia a pensare di aver fatto qualcosa di sbagliato, qualcosa che lo ha fatto arrabbiare. Ma non gli viene in mente nulla, a parte quella mattina, quando lo ha beccato a scuola con la professoressa... beh, quello ha fatto sicuramente arrabbiare più lui di Derek.
"Di cosa, se non chiedo troppo?"
"Di noi."
Noi.
Che lui sappia, non c'è nessun 'noi' tra di loro, ma Stiles deve ammettere che gli piace il suono di quella parola. Ma, soprattutto, lo spaventa, e le parole iniziano ad uscire a macchinetta prima che lui riesca a trattenerle.
"Con 'noi' intendi noi esseri viventi, noi cittadini americani? Oppure è qualcosa di meno generico, come noi abitanti di Beacon Hills o noi..."
"Noi, Stiles!" lo interrompe brusco l'Alfa. "Tu ed io. Noi. E' così difficile da capire?"
"Beh, dato che non mi hai nemmeno mai considerato parte del tuo branco, sì, è difficile."
Derek sbuffa mentre, lentamente, si alza dalla sedia e raggiunge il ragazzino, sistemandosi poi sul letto accanto a lui. Sapeva che non sarebbe stato facile, ma ormai, si dice, non può più tornare indietro. Stiles è agitato, sente il suo cuore battere all'impazzata, e il suo odore, lo stesso che lo fa impazzire ogni singola volta, si è fatto più dolce e intenso.
"So che pensi che ci sia qualcosa tra me e Jennifer" inizia. Ma capisce di aver sbagliato in partenza quando vede la faccia dell'adolescente assumere un'espressione scocciata.
"Oh, siamo già in confidenza, a quanto vedo. E lei come ti chiama? Der? Cucciolino?"
Avrebbe voglia di tirargli uno scapellotto, e lo farà presto, se Stiles continua a dire certe cretinate. Di questo passo gli ci vorranno ore prima di riuscire ad arrivare al punto.
"Hai frainteso tutto, idiota" borbotta.
"Ho frainteso? Davvero? Perché..."
"Non provo niente per Jenn... la professoressa Blake."
Ora Stilinski lo guarda confuso, probabilmente chiedendosi per quale motivo, tra tutti quelli con cui avrebbe potuto parlarne, Derek lo stia facendo proprio con lui. In fondo, lui non è solito andare in giro a raccontare della sua vita, no? Allora perché dovrebbe iniziare adesso?
"Se non provi niente per lei, perché continui a starle intorno? "
Il tono di Stiles sembra più rilassato, nonostante tutto quello che si sta agitando dentro di lui.
"Perché mi sento responsabile. Ha scoperto cosa sono, cosa siamo, nel peggiore dei modi. Se fosse morta, sarebbe stata colpa mia."
"Non può essere sempre colpa tua, Derek."
E' il turno del lupo di tirar fuori uno sguardo perplesso.
"Sì, insomma, prima Erica e adesso la Blake. Sei così abituato a darti la colpa che ormai lo fai per ogni cosa."
"Forse perché è così?"
"No che non lo è!" esclama all'improvviso il ragazzino. "Non sei stato tu ad uccidere Erica, né tantomeno a fare impazzire Boyd e Cora. E non accetto repliche."
Si deve arrendere, con Stiles Stilinski è praticamente impossibile avere l'ultima parola. A questo pensiero, un sorriso si dipinge sul volto del lupo, cosa che non sfugge al liceale.
"Cosa... era un... stai sorridendo?"
"Piantala" lo ammonisce.
"Ma tu..."
"Stiles!"
"Ok, ok, ho capito. Non una parola di più."
Ed è qui che Derek capisce che non può farcela. Quando il ragazzino mette su il broncio, quando arriccia il naso in quel modo adorabile, Hale lo afferra per la maglietta e lo tira contro di sé, posando le labbra sulle sue. Stilinski si irrigidisce, tanto che l'Alfa quasi si convince di aver rovinato tutto con quel gesto avventato, ma gli bastano pochi secondi per sciogliersi e avvicinarsi maggiormente al lupo, appoggiarsi al suo corpo, sentirlo vicino. E Stiles che risponde al bacio è qualcosa che Derek non sa descrivere, è come un'esplosione di calore che parte dal centro del petto e raggiunge lo stomaco, fino a fermarsi un po' più in basso. Le mani del più piccolo corrono alle sue spalle, pianta unghie nella pelle coperta dal sottile strato di cotone della maglietta, mentre l'altro se lo porta sulle ginocchia e lo stringe. Petto contro petto, cuore contro cuore. Il suo, di cuore, sta battendo a ritmi frenetici, seguito a ruota da quello di Stiles. La lingua del ragazzino che gioca con la sua gli fa quasi perdere il controllo, lo fa gemere sulla bocca di dell'adolescente, fa ululare il lupo che ha dentro. Lo fa sentire vivo, cosa che non succedeva da tempo. Lo fa sorridere in quel bacio, gli fa pensare che non è stato rifiutato, che quell'esserino iperattivo lo desidera almeno quanto Hale desidera lui.
Che ora Stiles è suo, solo e soltanto suo.
"Ora, riguardo ai sacrifici..." chiede Derek quando si separano per riprendere fiato.
"Oh, abbiamo scoperto che non si tratta solo di vergini. Il che è un bene, per me, intendo, così posso smettere di andare in giro chiedendo una notte di sesso sfrenato per salvarmi la vita."
E' solo quando un lampo rosso attraversa gli occhi del suo sourwolf che Stiles capisce di aver parlato troppo. E un "Tu andavi in giro a..." ringhiato a pochi centimetri dalla sua faccia lo convince che, ogni tanto, dovrebbe davvero starsene zitto.
"Ne parliamo dopo, ok?" lo interrompe, rituffandosi sulle labbra del lupo.
Dentro di sé il ragazzino sorride, pensando di aver trovato un ottimo modo per arginarere le minacce di Derek.

E siamo giunti alla fine. A quelli di voi che sono riusciti ad arrivare fin qui, dico grazie di cuore. E dico anche che siete davvero molto coraggiosi. Quelli che, invece, si sono dovuti fermare prima, per malesseri causati da questa schifezzuola, si sentani liberi di denunciarmi per danni :)
Ok, non credo ci sia molto da dire, a parte che il titolo è tratto da un verso della canzone 'Thnks fr th mmrs' dei Fall Out Boy (qui il link per ascoltarla).
Ringrazio anticipatamente chiunque leggerà, recensirà e/o inserirà codesta cosa in una delle tre liste.
Alla prossima! ;)
Baci8
   
 
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