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Autore: Lena Mason    12/07/2013    2 recensioni
Un mondo diverso da quello che conosciamo. Un mondo dove a regnare sono creature sovrannaturali: una di queste, di natura diversa e unica, cercherà di conquistare il mondo, ma un gruppo di esseri umani con poteri particolari, supportati da amici speciali, la combatteranno per salvare il mondo. Riusciranno a portare a termine la missione? Il mondo che verrà creato sarà migliore o peggiore del precedente?
Genere: Azione, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jaggerjack Grimmjow, Nuovo personaggio, Schiffer Ulquiorra, Un po' tutti
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo Settimo

Irresistible Attraction.

 

Yunalesca camminava verso casa, scortata da quelli che per lei non erano solo vampiri, ma anche giganti: infatti, sia Grimmjow che Byakuya avevano un’altezza fuori dal comune che, trovandosi in mezzo a loro, la faceva sentire piccola e insignificante.

Il vampiro nobile ogni tanto lanciava occhiate alla corvina, cercando di capire come potesse uno scricciolo così, sperare di atterrare, o almeno ferire, un vampiro; fu Grimmjow stesso a dargli l’occasione di capire come, poiché, ad un’uscita sarcastica del gigante, la reiatsu, cioè la forza che permetteva a Yunalesca e gli altri di avere la Vista, si alterò e la piccoletta colpì con tutta la forza il piede del gigante, facendolo gemere: era un vampiro, ma anche loro non erano immuni al dolore, dopotutto.

 

Arrivati a casa della ragazza, aspettarono di vederla entrare, poi Byakuya si volse verso il suo sottoposto e disse: «Questa notte la terrò d’occhio io. Tu torna dal vice e fargli rapporto: di che a controllarle è rimasto Ulquiorra, poiché si trovano nella stessa abitazione e hai approfittato per riferirgli la situazione, d’accordo?».

«Ricevuto, Kuchiki Taichō» rispose il gigante dai capelli azzurri, prima di sparire nella notte, mentre Byakuya si appostava di fronte alla camera della corvina, così da tenerla d’occhio.

*

Ulquiorra nel frattempo, disubbidendo alla richiesta di Urahara, era rimasto ed aveva assistito a tutta la scena, sentendo anche ciò che si dicevano, senza comprenderne il significato: avrebbe chiesto spiegazione alla rossa la mattina successiva.

 

All’interno dell’emporio, intanto, Kisuke, riprendendo il controllo della situazione, aveva spinto Misaka fino alla sua camera e, dopo aver chiuso il fusuma alle sue spalle, si voltò di nuovo verso la rossa che lo osservava, sorridendo.

«Neh Misaka, non guardarmi in quel modo…» le disse in un sussurro prima di impossessarsi di nuovo delle labbra della rossa, la quale lo accolse con bramosia, lasciandosi stendere sul futon.

Quella fu una notte di gemiti e sospiri, che arrivarono forti e chiari alle orecchie sensibili di Ulquiorra.

 

La mattina successiva Misaka, indossando la parte superiore del kimono di Kisuke, si trovava in cucina, intenta a sorseggiare una tazza di tè, quando, alzando lo sguardo, vide Ulquiorra in cortile, dritto in piedi che stava aspettando, probabilmente, che uscisse.

Così Misaka, dall’alto della sua grande intelligenza, uscì mezza nuda e si piantò davanti al vampiro, con sguardo furente:

«Posso sapere cosa ci fai qui?».

«Non me ne sono mai andato. Cos’è successo tra te e Urahara-sama?».

Misaka divenne paonazza, non solo perché si ricordo tutto ciò che era accaduto nei minimi dettagli, ma anche perché si rese conto che Ulquiorra li aveva visti. Anzi: li aveva spiati.

«Ieri sera Kisuke ti aveva detto di andartene, posso sapere perché sei rimasto?».

«Non sono affari tuoi, donna» le rispose, fissandola.

«Oh certo che lo sono! Ci hai spiato, dannato maniaco».

«Non era nulla di che. Ho visto di meglio» rispose, facendola infuriare.

«Di certo non eri tu il protagonista maschile! Uno come te è meno vivo e passionale di una statua!».

«Spazzatura».

«Cosa è spazzatura? Sentiamo».

«Qualsiasi sentimento, paura o altre forme di debolezza che avete voi umani, io le chiamo spazzatura. Se il nemico venisse a sapere che tu e Kisuke siete stati insieme, potrebbe usarti contro di lui come esca».

«Ulquiorra» lo chiamò la ragazza, prima di avvicinarsi e tirargli un forte schiaffo, che stupì il ragazzo « Sparisci. Non sai nulla sui sentimenti umani e non hai il diritto di criticarli. Vattene» volse le spalle al vampiro che rimase bloccato dallo stupore del gesto, indolore, di Misaka, la quale gli aveva riservato uno sguardo pieno di pena, oltre che rabbia.

 

Durante la mattinata scolastica, Ichigo si rese conto che era successo qualcosa. Infatti vedeva Ulquiorra lanciare sguardi in continuazione alla rossa Misaka, mentre questa lo ignorava bellamente.

«Neh Yuna-chan, secondo te quei due cosa hanno combinato?» chiese il ragazzo alla corvina, che camminava vicino a lui.

«Non ne ho idea. Questa mattina Misaka non era a casa sua: per fortuna che i suoi genitori non se ne sono accorti, poiché rientrano oggi da un viaggio di lavoro, ma credo che Ulquiorra c’entri qualcosa».

Yunalesca si avvicinò alla sua amica e, afferrandola per un braccio, la trascinò lontana da orecchie indiscrete: fu nel cortile posteriore che iniziò l’interrogatorio della piccoletta.

«Posso sapere dove sei stata stanotte?».

«Da Kisuke, mammina» le rispose, sarcastica, l’altra «Sei sicura di voler sapere tutto nei minimi particolari?» chiese la rossa, guardando l’amica in modo sornione, così da farle capire cosa fosse davvero successo.

«Non ci credo!» urlò, sentendo immediatamente la mano di Misaka che le tappava la bocca.

«Non urlare idiota! Siete già in due a saperlo ed è meglio che nessun’altro lo venga a sapere».

«In due?».

«Sì, quel cretino maniaco di Ulquiorra è rimasto appostato fuori dall’emporio tutta la notte! Ci ha spiati e criticati, quello stupido» rispose con rabbia la rossa.

«E perché lo avrebbe fatto?».

«Perché lui non disubbidisce agli ordini: è stato Kisuke a dirgli di andarsene e non Byakuya-sama» rispose la rossa, vedendo che Yunalesca si imbarazzava al sentire il nome del vampiro.

«Neh, nana» la chiamò Misaka che sapeva che la corvina era sempre pallida, aveva notato il lieve rossore «Non è che Byakuya-sama ti piace?».

«Non dire cavolate Misaka! Ieri notte è rimasto lui a controllarmi e non Grimmjow. Quando i miei sono andati a dormire ha preteso di entrare in casa, o meglio nella mia camera, ed è rimasto tutta notte seduto davanti alla finestra. Non sai che fatica ho fatto ad addormentarmi! E sono certa che durante il sonno, mi fissava».

«Sai comincio a credere che i vampiri siano dei maniaci sessuali, oltre che assetati di sangue?».

«Quindi tu e il bastardo col cappello avete concluso?» cambiò discorso l’altra.

«E questo soprannome?» chiese la rossa, bloccando, però, la risposta dell’amica «No, non voglio sapere da dove spunta. Comunque sì ed è stato, come dire, cosmico» rispose Misaka che venne colpita da una gomitata mentre era persa nei ricordi a luci rosse di quella notte.

 

Ovviamente Ulquiorra, data la sua natura servile, riferì tutto ciò che era successo quella notte a Byakuya, il quale rimase spiazzato: non avrebbe mai pensato che un uomo come Kisuke potesse fare un gesto del genere, sapendo che la missione di una vita sarebbe stata a rischio.

Inoltre non capiva cosa ci trovasse nella rossa: era carina, ma nulla a che vedere con le femmine della loro razza, come Rangiku ad esempio. Doveva parlare con l’uomo per porre fine al problema, in fretta.

Così quel pomeriggio, seguito da Ulquiorra e gli altri due, apparve all’emporio Urahara dove i due ragazzini lo accolsero e lo fecero accomodare.

Quando Kisuke varcò il fusuma, vide che la sua reiatsu era calma e tranquilla, come il mare in una giornata senza vento: probabilmente lo sfogare i suoi istinti umani lo aveva aiutato a rilassarsi, cosa che negli ultimi tempi non riusciva a nessuno.

Byakuya aveva notato che la reiatsu di Kisuke si agitava facilmente quando in un problema o discorso, in un modo o nell’altro, c’entrava la ragazzina dai capelli di fuoco: doveva farlo ragionare o la loro missione sarebbe fallita.

«Sai perché siamo qui?» chiese Byakuya, ricevendo un cenno d’assenso.

«Certo, perché qualcuno mi ha spiato per tutta la notte: spero che abbia almeno imparato qualcosa di utile» disse Kisuke, rivolgendosi a Ulquiorra che, come sempre, rimase impassibile.

In realtà il vampiro stava studiando i comportamenti dell’uomo, trovandoli strani, così come la pace che circondava la sua reiatsu: possibile che soddisfare un desiderio così umano, portasse a tanta tranquillità?

Fu in quel momento che Ulquiorra iniziò a provare curiosità per gli esseri umani.

 

«Quello che hai fatto è sbagliato» gli disse, perentorio, Byakuya.

«Lo so» rispose Kisuke, spiazzandolo «ma non potevo fare altrimenti: la mia parte umana desiderava possedere il corpo di Misaka, mentre il vampiro voleva il suo sangue: dovevo soddisfare una delle due e, dato che non volevo farle del male, mi è sembrata l’unica soluzione».

«Quindi mi stai dicendo che ...» iniziò Byakuya

«Che l’ho fatta mia per ritrovare la pace necessaria alla missione» disse Kisuke, spiazzando tutti i presenti, i quali, dopo aver discusso di altre cose inerenti alla missione e con la promessa di Kisuke di non toccare mai più Misaka, se ne andarono lasciando l’uomo da solo.

Kisuke, quando fu sicuro di essere solo, ammise a se stesso di essere un gran bugiardo se nemmeno vampiri del calibro di Byakuya lo avevano scoperto.

Ora doveva affrontare Misaka.

 

 

 

Nda: Mi scuso per il ritardo, ovviamente se a qualcuno interessa ancora questa storia. In queste note volevo fare una piccola pubblicità ad un fandom non molto frequentato: quello di Hakuoki. Se non avete mai visto l'anime ve lo consiglio perchè è davvero toccante. E poi passate a visitare il fandom, ci sono storie che meritano davvero e ce n'è anche una mia! XD

Alla prossima, 

Lena

   
 
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