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Autore: Nemesis01    13/07/2013    5 recensioni
'Sei uno stupido, Taichi! Ma a cosa stavi pensando quando eri in strada, eh? Me lo dici? Perchè non mi hai detto niente!! Devi svegliarti, Tai, hai capito? Se non ti svegli giuro che ti prendo a pugni!' sbottò Sora, iniziando a piangere un'altra volta. 'Sei uno stupido! Non puoi rimanere qui come un sacco di patate, devi svegliarti e devi farlo adesso!'
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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CRASH

 

Un'altro giorno di scuola era finito.
 Taichichi stava uscendo dalla 2 B accompagnato da Yamato, il suo migliore amico, e si incamminarono per il corridoio strapieno di ragazzi e ragazze che tentavano di uscire per primi come se ci fosse una competizione in corso, a cui Taichi Yamato erano iscritti.

'Cazzo, Yamato.. Hai sentito la  professoressa Koji? Domani ci farà fare un compito di biologia, e io le ultime cose non le ho studiate bene. '
'Ma dai, Taichichi... Tu in biologia sei un'asso, come in ginnastica, di che ti preoccupi? E poi la prof, smemorata com'è, si dimenticherà di sicuro di inserire le cose più recenti, come fa sempre. '
'Forse hai ragione, ma in questi giorni ho altro a cui pensare, e non è la biologia.'
'Ah, sul serio? E che cosa?'
'Beh..'

Mentre Taichichi stava per cominciare a parlare, ecco che di fronte a loro passò Sora: bella, radiosa, sorridente, che, girando la testa, li salutò con un cenno della mano.

Taichichi rimase immobile, con gli occhi fissi su di lei, fin quando non scomparve giù per le scale.

'Taichi?...Mi senti?'
'Eh? Ah?! Sì, Yamato. Ti sento, ti sento eccome.'
'Fammo indovinare... In questi giorni stai pensando profondamente a Sora, vero?'
'Non so che fare, Yamato... Sta diventando un'ossessione! Sora la conosco da quando eravamo in prima elementare, e solo ora ho capito davvero che per lei provo qualcosa in più che una semplice amicizia, ma come faccio a dirle che mi piace, che vorrei che diventasse la mia ragazza... E se poi lei mi rifiutasse? Non sai cosa sto passando in questi giorni, Yamato... Sto uscendo pazzo... Pazzo, capisci? Io sono pazzo di lei!'

Yamato rise piano e borbottò 'Lo sapevo io che prima o poi avresti detto così... Beh, se proprio vuoi la mia opinione, io ti consiglio di dirglielo alla prima occasione... Se aspetti ancora, potresti diventare ancora più pazzo... E già di tuo non sei tanto normale, Taichi.'
'Ma come te lo devo dire che non ci riesco? Tu la fai così facile, perchè tu la ragazza già ce l'hai, ma io non lo so... Non ho esperienza in queste cose...'
'Coraggio, Taichi... Se tu sei davvero così coraggioso come hai fatto credere a DigiWorld, allora trova il coragio per fare anche questa azione. Credimi, non te ne pentirai. Se poi lei ti rifiuta, beh... Almeno potrai dire di averci provato e potrai andare avanti senza dannarti ulteriormente!'
'Sai, Yamato, hai perfettamente ragione! Grazie, sei un vero amico, grazie!'
'Che esistono a fare gli amici, sennò?'
'Beh, io le vado incontro e seguirò il tuo consiglio... Grazie ancora!'
'Di nulla! Ci vediamo domani, Taichi... E fammi sapere come va a finire!'

**

Taichi corse per le scale ormai deserte, pensando e ripensando a quello che gli aveva appena detto Yamato... Dopo la discussione con l'amico gli era sembrato che un'onda di coraggio e sicurezza l'avesse pervaso, eppure ora che si erano separati tornò ad essere insicuro come qualche minuto prima. Tuttavia non smise di camminare ed arrivò al piano terra, incrociando qualche compagno di classe, ed uscì dall'edificio. Il castano si voltò per guardarsi intorno: cercava Sora in mezzo alla folla di ragazzi, genitori, docenti..

'Taichi?'

Taichi si voltò in direzione della voce a lui familiarissima. Sora era di fronte a lui, con i suoi capelli lunghi color arancio, i suoi occhi castano chiaro, il suo sorriso angelico…

'Ciao, So...Sora.'
'Non ci siamo già salutati, Taichi?' chiese sorridendo.
'Cos..? Già salut-- Ah, si, si... Hai ragione, scusa... Che co-- che cosa c'è?'
'Mi domandavo se potevi accompagnarmi tu a casa, dato che oggi mia madre è dovuta rimanere a lavoro... Puoi?'
'Io? Accompagnarti a casa?'
'Sì, con il motorino, no?'
'Ah sì! Ho un motorino, vero. Certo. Certo che posso!'
'Grazie mille Taichi! Andiamo allora?'
'Sì, andiamo!'

/Forza, Taichi! Ce la puoi fare a dirle quello che provi per lei... Questa è la tua chance più grande... Non fartela scappare!/

Taichi e Sora salirono sul motorino e qualche attimo dopo erano già in strada, in direzione della casa di lei. Lui sembrava molto nervoso con Sora che l'abbracciava per la vita, ed evitò di guardare nello specchietto retrovisore: lo sapeva che era già rosso come un peperone.

Passarono alcuni minuti e Taichi restò in silenzio, con le mani nervosamente strette al manubrio.

'Perchè non parli, Taichi?'
'Eh?'
'Di solito sei un tale chiacchierone che servirebbe un incantesimo a farti star zitto. Invece oggi no. C'è qualcosa che ti turba? Insomma, sai che puoi sempre parlarne con me, no?'
'Sì, lo so Sora...' mormorò lui, facendosi forza: si ripeteva mentalmente le parole di Yamato.

'Taichi? Perchè non rallenti? Siamo praticamente arrivati!'
'Eh? Scusa, ero sovrappensiero.' rispose lui e fermò il motorino di fronte casa di Sora. Lei scese e si fermò un secondo a sorridergli dicendo 'Grazie per il passaggio. E ricorda che se vuoi dirmi qualcosa.. Io ci sono sempre per te.'
'Sì lo so, Sora.'

Taichi voltò la testa e si sentì un codardo.

/Ma che fai? La stai facendo andare via? Ma sei cocciuto allora, Taichi... Hai già perso un'occasione, ma ora se ne presenta un'altra, quindi cogli l'attimo... Forza, ce la puoi fare! Se la ami davvero, questo è il momento!/

'Sor--Eh?'

Quando Taichi si fece forza per parlarle, realizzò che Sora era già andata via. Spostò lo sguardo verso il balcone di casa sua e la vide lì, sorridente e gioiosa come un raggio di sole. Gli fece un cenno con la mano per salutarlo, lui ricambiò e sospirò languidamente.

/E bravo il cretino! Anche questa possibilità è volata via come le foglie al vento.. Sei proprio un imbecille, Taichi. Sei un imbecille! Che razza di figura sto facendo con me stesso? Non sono neanche capace di dirle quello che provo, sono proprio.. Sono proprio cretino./

Taichi era molto distratto quando arrivò all'incrocio in fondo alla strada. Una macchina stava passando in quel momento e lui non se ne accorse: fu un attimo, un attimo fatale, Taichi cercò di frenare e così la macchina ma non riuscirono ad evitare lo scontro. Il ragazzo volò via dal mezzo, fu un volo di un paio di metri, che lo fece sbattere con la testa sull'asfalto.

Attratta dal rumore, Sora si affacciò al balcone ed in lontananza vide il motorino dell'amico a terra e, poco distante, un ragazzo steso sull'asfalto circondato da alcune persone. Non c'erano dubbi, doveva essere...

'TAICHI!!'

La ragazza uscì di fretta da casa, scalza, e corse verso la folla di gente radunata intorno al ragazzo.

'Taichi' chiamò, abbassandosi su di lui. Gli sfiorò il viso, in parte coperto dal casco, ed aveva gli occhi lucidi mentre qualcuno cercava di chiamare soccorsi. 'Taichi, rispondimi, ti prego, rispondimi...' ma il ragazzo restò in silenzio, ad occhi chiusi. La ragazza iniziò a tremare dalla paura, dimenticandosi di controllare se il respiro fosse attivo o meno. 'Presto, un'ambulanza, chiamate qualcuno, per favore' gridò lei alla gente intorno.

'Signorina, l'abbiamo chiamata un'ambulanza, dovrebbero arrivare a breve' rispose un vecchietto dall'aria stanca.

'Oh, mio Dio, io non avevo intenzione di investirlo... E' venuto fuori all'improvviso..'  cercava di discolparsi l'autista della macchina, e Sora posò la propria testa contro quella di Taichi, in lacrime. Qualche minuto dopo, l'ambulanza arrivò. Gli infermieri caricarono su Taichi e lei salì con lui: non l'avrebbe lasciato solo per nulla al mondo.

'Lei è una parente, signorina?'
'No, io.. Io sono la sua migliore amica..'
'Allora cerchi di avvisare i parenti di questo ragazzo, sicuramente sarà più veloce di noi.
'Sì, certo! Lo faccio subito!'

'Controllate il polso' intimò uno dei medici.
'E' molto debole, signore' rispose un altro.
'Il respiro?'
'C'è, ma non è per nulla stabile.'

Sora, in tutta quella confusione, riuscì a capire poco o niente: pur essendo quelle dei medici frasi facilissime, le sembrò che parlassero in una lingua completamente sconosciuta. Gli stringeva una mano e parlottava tra e , chiedendo all'amico di non lasciarla.

L'ambulanza arrivò in ospedale al più presto possibile, i paramedici scesero dal camioncino ed urlarono 'Preparate la sala di rianimazione! E' un'emergenza!'

Sora seguì con lo sguardo tutti i medici che si passavano la barrella su cui era steso Taichi come se fosse un pallone. Cercò di seguirli in sala operatoria ma la fermarono: lei non poteva entrare.

'Per favore' disse piangendo 'Salvatelo, fate qualcosa!'
'Ancora non sappiamo cos'ha, ma appena potremo le faremo sapere. Intanto lei si calmi, chiami i parenti del ragazzo e si prenda un caffè.'
'Vi supplico, è il mio migliore amico..'
'Non si preoccupi, è in buone mani. Mi raccomando, rimanga qui: gli farà piacere avere una faccia amica intorno quando si sveglierà.' cercò di consolarla il medico, per poi correre verso la sala di rianimazione.

Lei annuì piano e si sedette dietro ai vetri della sala di rianimazione. Improvvisamente il cellulare squillò.

# Pronto?
# Sora? Dovevi essere già a casa! Sono in pensiero, dove sei?
#  Sono all'ospedale di Nakano..
# Eh?? All'ospedale? Che cos'è successo?
# Sora? Dovevi essere già a casa! Sono in pensiero, dove sei?
# A me niente, è Taichi che---
# Aspetta, Sora. Arrivo subito da te.

Sua madre agganciò: probabilmente aveva capito che era lì per scoppiare a piangere, preoccupata a morte. Ma non era quello il momento di darsi per vinta, doveva telefonare ai genitori del ragazzo.


# Pronto? Casa Yagami, chi parla?
# Signora Yagami, buon giorno.. Sono Sora...
# Oh, ciao Sora! Se cerchi Taichi, sappi che quel pelandrone non è ancora tornato a casa!
# E' proprio per questo che vi ho chiamato.. Taichi.. Ecco.. Lui-- Ha avuto un incidente con il motorino e-
# Come?? Taichi ha.. Avuto un incidente?
# Sì.. Io sono all'ospedale di Nakano, stanno cercando di rianimarlo..
# Arrivo subito! Non muoverti da lì, per favore!

La signora agganciò e Sora rimase lì con il cellulare tra le mani, gli occhi fissi nel vuoto.
Dopo circa un quarto d'ora, arrivarono Hikari ed i genitori di Taichi, accompagnati dalla madre di Sora.

'Eccoci qui' dissero quasi tutti all'unisono.
'Che cosa è successo a mio fratello, Sora?'
'Non lo so, Hikari.. So solo che ho sentito una forte frenata di auto e poi-- Poi Taichi era steso sulla strada e--'

Sora riprese a piangere, stringendo le mani sugli occhi. Sua madre si rese conto che lei era scalza e le si avvicinò in un abbraccio. Restarono tutti in silenzio, fino a quando il dottore uscì dalla sala.

'I genitori di Taichi Yagami?'
'Siamo qui!'
'Come sta mio figlio?'
'Il ragazzo ha preso una gran botta in testa, nonostante il casco.. Non sembrano esserci lesioni celebrali...'
'Sta dicendo sul serio? Allora sta bene?'
'Non esattamente' il medico scosse il capo gravemente 'Non siamo riusciti a svegliarlo e crediamo sia entrato in coma psicologico.'
'Oh mio Dio..'
'Non essendoci lesioni al cervello, è più plausibile che sia un coma causato dallo shock improvviso che ha subito il ragazzo...'
'E non si può far nulla?' domandò il signor Yagami, abbracciando sua moglie e sua figlia.
'L'unica cosa che possiamo fare sono degli accertamenti, ma per ora non possiamo fare niente più di così. Se fosse stato un coma dovuto a emorragia celebrare, sarebbe stato più facile per noi, ma essendo psicologico dovrà essere il ragazzo a svegliarsi di sua spontanea volontà... Lui dovrebbe riuscire a sentirvi, in teoria, nonostante sia incosciente, ma non potrà rispondervi capire esattamente cosa gli state dicendo.'

Il silenzio calò nel corridoio.
'Mi dispiace, ma è tutto quello che siamo riusciti a fare per ora.'

Silenzio.
Il medico si congedò, per andare a prendersi cura di altri pazienti probabilmente. La signora Yagami iniziò a singhiozzare stringendosi a suo marito; Hikari avrebbe voluto fare qualcosa per calmare i genitori, ma era nelle medesime condizioni, ed andò a sedersi accanto a Sora, incredula alle parole del medico.

'Taichi dovrà svegliarsi da solo, senza avere la forza mentale per farlo.. Com'è possibile? Io non dovevo chiedergli di accompagnarmi, se non gliel'avessi chiesto lui--'
'Sora, non è colpa tua..'
'Invece sì! Taichi era pensieroso, aveva sicuramente la testa altrove, io non l'ho fermato!'
'Sora non dire così..'

Nessuno sapeva cosa fare o cosa pensare. Passò circa un'ora, e la signora Yagami fu la prima a rompere il ghiaccio.

'Va bene.. Resterò insieme a lui stanotte.'
'Cara, non è il caso.. Rimarrò io con Taichi, vai pure a casa con Hikari. Avete bisogno di riposare.'
'Voglio farlo io! Ho detto che voglio farlo io!' urlò la signora.
'Mamma non fare così..'
'...ci rimarrò io' li interruppe una voce. Sora aveva parlato con un tono calmo e deciso, mentre stringeva la stoffa dei jeans che indossava.

'..tu, Sora?'
'Sì.. Mi sento responsabile, per cui voglio rimanere io con Taichi e non voglio sentire discussioni.'

Si guardarono tutti, indecisi sul da farsi. Il signor Yagami osservò la determinazione di Sora e le si avvicinò.

'Va bene, Sora. Io mi fido di te, so che sei una grande amica di mio figlio Taichi ed una sua grande amica. Per qualsiasi cosa, hai il nostro numero.'

Nessuno poteva sapere che Sora aveva deciso di rimanere accanto a Taichi fino a quando quest'ultimo non si fosse svegliato. Salutò la madre ed i genitori di Taichi, per poi seguire un infermiere fino alla camera del ragazzo.
La camera era semplice: pareti bianche, un comodino spoglio, un tavolino con una sedia ed il letto dove giaceva Taichi che, nascosto dietro quelle bende e senza gli occhialoni tra i capelli, gli sembrava un corpo senza vita.

'Per qualunque cosa, signorina Takenouchi, prema questo pulsante e io sarò subito da lei. '
'Si, grazie. '

L'infermiera chiuse la porta e la ragazza gli si avvicinò, guardandolo.

'Taichi? Mi senti? Sono Sora... Sono restata qui vicino a te! Sei felice che sia rimasta io? Io..'

Sora stringeva così tanto i pugni che ad un certo punto si ritrovò a sbatterlo contro il muro, arrabbiata con stessa.

'Sei uno stupido, Taichi! Ma a cosa stavi pensando quando eri in strada, eh? Me lo dici? Perchè non mi hai detto niente!! Devi svegliarti, Tai, hai capito? Se non ti svegli giuro che ti prendo a pugni!' sbottò Sora, iniziando a piangere un'altra volta. 'Sei uno stupido! Non puoi rimanere qui come un sacco di patate, devi svegliarti e devi farlo adesso!'

Ma Taichi non diede segni di vita e Sora non riuscì a smettere di piangere per almeno un'altra mezz'ora. Era così strano vedere Tai in silenzio, non ci era abituata.

Il suo Tai...

***

Passorono quasi due settimani durante le quali non mancarono le visite di tutti gli amici di Taichi e Sora, come Yamato e suo fratello Takeru, Hikari, Koshiro, Jo e Mimi, tutti rattristati dalla situazione del loro amico e della loro amica Sora, che sembrava essere dimagrita molto. Aveva un aspetto sciupato, mangiava solo per tenersi vigile, ma cercava di stare lontano dall'amico il meno possibile. Anche i genitori di Taichi cercavano di farla ragionare, ma non c'era stato verso. La ragazza era decisa a rimanere in quella stanza spoglia ventiquattro ore su ventiquattro, dormendo poco o nulla per il nervosismo e lo stress. Nonostante i ripetuti ammonimenti e le suppliche di sua madre e dei suoi amici, Sora non faceva nulla, pensava solo a Taichi, e aspettava pazientemente il momento in cui Taichi si fosse svegliato.

Fino a quando, dopo quasi un mese...

'Taichi. Io non ce la faccio più. Svegliati. Voglio rivedere i tuoi occhi meravigliosi, voglio che mi parli anche solo per prendermi in giro. Per favore, Taichi..'

Silenzio.

'Io.. Devo dirti una cosa' borbottò la ragazza, prendendogli una mano e stringendola tra le proprie. 'Una cosa che forse tu non sai, una cosa importantissima.. E' una cosa che ho capito da poco prima dell'incidente ma non ho avuto il coraggio di dirtelo, ma devo farlo ad ogni costo. Tu sei davvero una persona speciale, per me! Sei sensibile, divertente.. E ti ho sempre ammirato per il tuo coraggio e la tua personalità forte, Taichi... Da quando mi hai salvato da quei bulletti più grandi che mi prendevano in giro, sei sempre stato il mio migliore amico, la persona più vicina che abbia mai avuto' strinse più forte le mani nelle sue e se le portò al cuore 'Io non vivo senza di te, Taichi, io.. Io ti amo..'

Sora continuò a lacrimare per qualche minuto, ma non potendo resistere ulteriormente, si chinò sul viso di lui, dandogli un bacio leggero sulle labbra. Non si era mai sentita così: avrebbe voluto essere gioiosa per quel bacio con il suo Taichi.. Lei era completamente innamorata di lui, da sempre, anche se l'aveva capito qualche anno addietro, quando entrambi erano cresciuti e maturati un po'.

La ragazza allontanò le sue labbra da quelle di lui, che restò ad occhi chiusi. Che cosa aveva sperato, che si fosse svegliato come Biancaneve? Si sentì disperata, in colpa per l'incidente, ancora convinta che fosse tutto a causa sua, perchè gliel'aveva chiesto lei di accompagnarla a casa e-- Ma cosa stava succedendo? Stava piangendo di nuovo, era così debole... Se Taichi l'avesse vista l'avrebbe presa in giro come suo solito e lei gli avrebbe dato una botta in testa, poi si sarebbero abbracciati e avrebbero riso. Come gli mancava...

In quell'istante, la mano immobile di Taichi si spostò di pochi centimetri, per toccare quella di Sora, appoggiata al fianco sinistro del letto. Inutile dire che l'espressione della ragazza era completamente sbalordita.

'Taichi ma-- Ma tu.. Riesci a sentirmi?'

Lei pensò di esserselo immaginata, non era possibile. Taichi restò immobile, eppure la sua mano..
Passò qualche attimo ed il ragazzo annuì piano. Sora, al settimo cielo, uscì fuori dalla stanza urlando che il suo amico si era svegliato, l'aveva urlato a tutti: ad una bambina che stringeva un orsacchiotto, ad un vecchietto che aveva appena passato un controllo per l'udito, e all'infermiera di Taichi.

'Glielo giuro, si è svegliato!'
'Sul serio?'
'Sì!'
'Oh mio Dio, è vero. Vado a cercare il dottor Yamaki, lei resti qui!'

La ragazza, con un sorriso umido di lacrime che ora le splendeva sulle labbra, corse verso la camera di Taichi, fermandosi sulla soglia.

'Taichi..'

Il ragazzo aveva gli occhi lucidi, aperti ma un po' dolenti, rivolti ad incrociare quelli di Sora.

'Sora..' borbottò. 'Vieni qui..'

La ragazza si avvicinò lentamente a lui e gli si sedette accanto; lui cercò di allungare una mano, e ci riuscì, per accarezzare il viso di lei.

'Ma che cosa è successo? Sembri così stanca..'
'No, Taichi, io non sono stanca.. Sono contentissima, perchè sei ritornato da me.'
'Io non potevo abbandonarti, non prima che ti dicessi che.. Che ti dicessi che-- io ti amo, Sora.'

La ragazza sorrise e si stropicciò un occhio.

'E dovevi aspettare di essere quasi morto per dirmelo, brutta testaccia?' domandò lei, per poi abbracciarlo alla men peggio e sussurrargli all'orecchio 'Anche io ti amo, Taichi..'

Lui iniziò a sentirsi meglio, come se Sora valesse più di mille sedativi ed antidolorifici. Arrossì perchè lei ricambiava e si sentì fortunato, ad essere vivo, e ad aver avuto la ragazza lì accanto, e ad essersi finalmente dichiarato a lei.

I due si baciarono con amore, sentendosi rinati e fortunati per quella seconda possibilità in una sensazione di indescrivibile felicità.

***

Taichi venne rilasciato dall'ospedale solo pochi giorni dopo, completamente guarito.
Ad attenderlo a casa, ci furono tutti i suoi amici e Sora: ci fu una grande baldoria, perchè vi parteciparono anche i loro piccoli amici digitali...
Agumon non potè fare a meno di piangere e stare abbracciato a Taichi, anche se l'immagine più esilarante della serata era Yamato completamente ubriaco che cantava qualche canzone popolare giapponese.

Finita la festa, Taichi accompagnò Sora a casa, a piedi.
Così, la sera stessa, nel giardino del palazzo di lei, i due erano soli in piedi sull'aia, abbracciati.

'Taichi, ora devi promettermi che il motorino non lo userai mai più, chiaro?'
'D'accordo capo, anzi sai cosa faccio? Lo regalo a Yamato.'
Lei rise e poi aggiunse 'Buona idea, ne ha sempre voluto uno.' aspettò un po', e dopo un sospiro aggiunse 'Io non ci posso credere, Taichi, è.. E' un miracolo.'
'Un miracolo.. Forse perchè tu sei il mio angelo, Sora.'
'Bleah, cretino. Che frase sdolcinata. Scostati va' lo rimproverò, fingendo di allontanarlo. Lui rise piano, l'afferrò per un braccio per poi stringerla ancora e baciarla al chiaro di luna, sotto il cielo stellato, con la consapevolezza che non sarebbe stata l'ultima volta.

The end

Questa è una storia che avevo scritto secoli fa (secoli, che esagerazione. Circa dieci anni fa, quando avevo 14 anni) in preda ad un attacco di romanticismo, drasticità e trauma post-finedeidigimon.

Spero vi sia piaciuta, a presto

   
 
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