Libri > Cinquanta sfumature di...
Ricorda la storia  |      
Autore: Jessica Fletcher    13/07/2013    4 recensioni
Christian ha 15 anni, è piuttosto disperato e tenta il suicidio......
verrà salvato in tempo?
Una fan-fiction sull'adolescenza di Mr 50 sfumature, spero che vi piaccia
Genere: Angst, Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Carrick Grey, Christian Grey, Grace Trevelyan Grey
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
aspetta nel fuoco

Aspetta nel fuoco


There's the moon asking to stay
long enough for the clouds to fly me away
Well it's my time coming,
I'm not afraid, afraid to die  
(Jeff Buckley - GRACE)

C'è la luna che chiede di rimanere
abbastanza a lungo perché le nubi mi portino via
Bene, è arrivata la mia ora
Non ho paura, non ho paura di morire

C'era la luna, quella sera, che rischiarava fiocamente il cielo di Seattle. Era una bella serata calda di fine maggio,  di quelle che annunciano che la bella stagione è già arrivata, di quelle che mettono di buon umore quasi tutti. Non certo lui, Christian Grey, lui era cupo e arrabbiato come sempre, più di sempre.
Quindici anni appena compiuti e ce l'aveva con il mondo; peggio: ce l'aveva con se stesso. La giornata a scuola era stata un vero disastro, aveva fatto a botte con i ragazzi più grandi e come risultato aveva rimediato tutta una serie di lividi e l'ennesima nota di biasimo che si era ben guardato da fare vedere in famiglia ma che tanto, prima o poi i suoi genitori avrebbero scoperto, in un modo o nell'altro.
E sarebbero stati casini, se lo immaginava, lo sapeva.
Si sentiva uno straccio, un fallito,  un rifiuto della società: la vita gli sembrava uno schifo e aveva deciso di farla finita.
Così si era procurato una tanica di benzina, dei fiammiferi, era andato nella rimessa delle barche, aveva gettato la benzina a terra e aveva dato fuoco a tutto con il fuoco del fiammifero. Poi si era seduto nel centro della stanza ad aspettare il fuoco e la morte.

Non ho paura, non ho paura di morire.
Christian se lo ripeteva continuamente come un mantra mentre le fiamme si propagavano intorno a lui e il fumo acre cominciava ad entrargli dalle narici
Non ho paura di morire, non ho paura di morire.
lo ripeteva continuamente ma... ne era proprio così sicuro? Davvero voleva morire?

Ad un tratto sentì una voce, una voce amata: quella di sua madre.
"Christian, dove sei? dove ti sei cacciato, dai vieni fuori" la voce si avvicinava sempre di più.
Grace Trevelyan Gray era andata in cerca del proprio figlio in giardino, quella sera, e si stava avvicinando alla rimessa della barche quando.....
"Oh, mio Dio!" esclamò notando che la baracca stava andando a fuoco. Improvvisamente ebbe come un presentimento "CHRISTIAN! CHRISTIAN" gridò correndo verso la porta della rimessa che era chiusa.

Non ho paura , non ho paura di morire
ma quella voce, quella voce che mi chiama, Dio mio....
Mia madre
Mamma, mamma.....ho paura, ho paura di morire....

Non voglio morire, oddio, non voglio morire....non posso non rivederla più!
 non posso.....non voglio morire, Signore, non lasciarmi morire!


"Mamma, mamma" la voce del ragazzo arrivava dall'interno "aiutami mamma....." la frase finì con una serie di colpi di tosse;
"Christian, bambino mio, amore mio" Grace aveva afferrato la maniglia della porta che non ne voleva sapere di aprirsi "coraggio, bambino mio, resisti!!"
"Mamma, aiuto, aiutami, mamma!!!" la voce dal di dentro era sempre più disperata, sempre più inframmezzata da colpi ed attacchi di tosse....Grace, con le lacrime agli occhi, continuava con tutte le forze a cercare di aprire la porta ma non ci riusciva: era definitivamente bloccata.
"Resisti piccolo mio, vado a cercare aiuto. Tieni duro!"
"No, mamma, non andartene, non lasciarmi solo. Non lasciarmi da solo..mamma, mamma!"
"Non me ne vado, amore mio, la tua mamma rimane con te, non me ne vado....." e poi, rivolta  verso la casa "Aiuto, aiutatemi, Cary.....aiuto!!! Oh, Signore....fa che venga qualcuno....CARY, CARY!!!"

Carrick Grey aveva visto da lontano la nube di fumo e, prima ancora che le grida disperate di sua moglie giungessero alle sue orecchie, si era messo a correre verso la rimessa, udendo la voce della moglie gridare aveva incrementato il passo ed ora eccolo lì, preoccupatissimo, seguito a breve distanza da uno spaventatissimo Elliot.
"Cary, Elliot....aiuto! aiutatemi! Christian è chiuso qui dentro e la porta, la porta....." una concitata Grace faceva quasi fatica a mettere insieme un discorso compiuto.
Dall'interno della baracca si udì ancora una volta, fiocamente, la voce del ragazzo:
"Mamma!!!" seguita da un interminabile serie di colpi di tosse, poi da quello che sembrava un grido strozzato poi.....più niente.
"Oh, mio Dio!" esclamò Carrick, intuendo quello che era successo a suo figlio "togliti, Grace, dalla porta!", la donna si fece da parte e suo marito provò ad aprire la porta con la forza.
Un calcio, poi un altro, un altro ancora e l'uscio cedette, lasciando uscire una spessa coltre di fumo ed alcune fiamme.
Grace e Carrick, guardarono dentro: appena dietro la soglia, bocconi sul pavimento c'era il loro figliolo, privo di conoscenza.

Carrick entrò, tossendo, nella baracca, prese il corpo esanime di Christian fra le braccia e lo portò fuori ;
"Elliot!" si rivolse al proprio figlio maggiore, "vai subito in casa e chiama il 911, dì di fare presto. E tieni tua sorella in casa, non la fare uscire per nessuna ragione. Non voglio che lo veda in questo stato!"
"Va bene, papà. Si riprenderà vero?"
"Non lo sappiamo, tesoro" gli rispose sua madre, "è troppo presto per saperlo" e poi rivolta al marito "dobbiamo aiutarlo a respirare....tu gli fai la respirazione artificiale e io il massaggio cardiaco. Ricordi come si fa, vero?"
"Sì, tranquilla", con tre figli in casa Grace aveva ritenuto opportuno insegnare al proprio marito i rudimenti del Pronto Soccorso "cominciamo!"
"Okay!"
"Uno, due, tre, quattro...."
In silenzio, con le lacrime agli occhi iniziarono il tentativo per rianimare il loro figliolo, che però non sembrava rispondere al trattamento. Avanti, bambino mio, su, piccolo mio....svegliati, svegliati!
Nel frattempo erano arrivati i vigili del fuoco e i paramedici del 911.
Questi ultimi riconobbero Grace immediatamente, si sforzarono per soccorrere nel più breve tempo possibile il povero Christian e la lasciarono salire in ambulanza. Lei salì tenendo la mano di suo figlio e non la mollò più per tutto il tragitto fino all'ospedale.

Fu solo dopo un paio di ore che Carrick, dopo avere aiutato i pompieri a spegnere l'incendio e assistito al loro primo sopralluogo, e non prima di avere  rassicurato e sistemato gli altri due figli per la notte, riuscì a raggiungere sua moglie in ospedale.
La trovò seduta accanto al letto del loro figliolo, che stava dormendo attaccato alla bombola di ossigeno; la sola visione del suo povero ragazzo, così ferito nuovamente ferito, così fragile e bisognoso di cure, gli provocò una stretta al cuore.
"Come sta?" chiese a sua moglie;
"Stanno cercando di fare salire l'ossimetria (il livello di ossigeno nel sangue n. da) e lo hanno sedato. Sembra rispondere bene alle cure.....dovrebbe cavarsela ma resterà in prognosi riservata per un paio di giorni".
Grace, mentre parlava col marito, continuava a tenere la mano di suo figlio nella  propria accarezzandone il dorso col pollice e, ogni tanto,  faceva scorrere l'altra sua mano fra i lunghi capelli rossicci.
"Il mio bambino....." disse poi e le lacrime presero a scendere giù dai suoi occhi.

"Grace, devo dirti una cosa.....una cosa che non ti piacerà affatto"
"Cosa?"
"I pompieri hanno trovato una latta di benzina e dei fiammiferi bruciati all'interno della baracca. Sembra che l'incendio sia stato appiccato dall'interno.....sembra .....no, anzi, è molto probabile che sia stato ....lui"
"Oddio....vuoi dire che?"
"Che ha tentato di suicidarsi....sì, Grace è così"
"Ma mi chiamava, chiedeva aiuto, diceva che non voleva morire"
"Ti ricordi, Grace, ti ricordi quale razza di casino sono stati i nostri 15 anni? Perlomeno per me lo sono stati. Ero pieno di paure, di dubbi.....immagina cosa deve essere per lui, con quello che ha passato. Forse sentiva di non farcela più e ha cercato di farla finita.....ma l'istinto di conservazione è stato più forte, non era disperato abbastanza, probabilmente, per avere davvero la forza di finirla o, forse......forse sei stata tu, Grace che lo hai riportato alla realtà.....chissà cosa c'è nella sua testa?"
"Non lo sapremo mai......lo possiamo solo intuire.....Dio mio, Cary, cosa possiamo fare per lui?"
"Quello che abbiamo sempre fatto negli ultimi undici anni" fu la risposta "amarlo, amarlo incondizionatamente. Stargli vicino e cercare di fargli capire che noi ci saremo sempre, qualunque cosa accada....lo sapevamo da quando lo abbiamo preso con noi che non sarebbe stata una passeggiata, Grace....ti ricordi lo stato in cui era? ti ricordi che non parlava, che, la notte, aveva sempre quei terribili incubi?"
"Li ha ancora, Cary. Non così frequenti ma li ha ancora.....certe volte si sveglia gridando, ma altre volte succede diversamente. La notte mi alzo e lo trovo a sedere nel letto, la maglietta zuppa di sudore e i suoi occhi......hanno un espressione terrorizzata; così mi siedo di fianco a lui e cerco di calmarlo e di provare a farlo dormire ancora un po'. Certe volte ci riesco, certe volte fallisco.......ma penso che sia quello che una madre dovrebbe fare....certo vorrei abbracciarlo, coccolarlo....ma so che lui non vuole essere toccato e così mi fermo......" sulle ultime parole la voce di Grace si spezzò per un attimo e le lacrime scesero più copiose dalle sue guance. Rimase in silenzio per un attimo e poi continuò "non punirlo troppo severamente, Cary, per quello che ha fatto!"
"Penso che non lo punirò affatto, invece" rispose suo marito "credo che abbia già avuto la sua punizione......e abbastanza dura.....sono sicuro che è talmente spaventato da non riprovarci più. Quanto alla baracca e a quello che conteneva....beh, pazienza.....sono solo cose e quelle si ricomprano, si possono sostituire.....non altrettanto i nostri figli."

In quel momento si udì un gemito provenire dal letto: Christian si era svegliato.
Grace si chinò su di lui e gli scostò la mascherina dell'ossigeno dal viso, poi gli disse:
"Bentornato, piccolo mio"
"Mmmmh,.....mamma, papà: dove mi trovo?"
"Sei in ospedale, tranquillo. Cè stato un incendio, hai respirato molto fumo.....sei svenuto....ti abbiamo portato qui. Ricordi qualcosa?"
"Ricordo il fuoco, il fumo.......avevo paura, tanta paura......ti chiamavo, sentivo la tua voce .....e........." il ragazzo si fermò, cercò di prendere fiato ma si vedeva che faceva fatica, Grace riposizionò la mascherina dell'ossigeno nella sua bocca;
"Tranquillo, piccolo mio, non ti affaticare. Riposa...." gli disse.

Lo guardò riprendere sonno, gli accarezzò ancora la testa...poi si rivolse al marito:
"Cary, cosa possiamo fare, ora, per lui?! Per aiutarlo, per farlo stare un po' meglio?"
"Psicologicamente, intendi?"
"Sì, dal punto di vista fisico si riprenderà in alcuni giorni. Ma, francamente, è quello che ha dentro che mi preoccupa"
"Non lo so e, credimi, vorrei avere le soluzione, ma è difficile.  Si possono fare dei tentativi e sperare che  tutto si metta per il meglio.....potremmo cambiare strizzacervelli, andare da uno più giovane, con metodi più moderni, più adatti a una ragazzo della sua età. E poi potremmo trovargli un lavoretto estivo, una di quelle cose molto fisiche, in grado di impegnarlo e di stancarlo e, magari, di calmare le sue ansie......che ne pensi?";
"Va bene" rispose sua moglie "possiamo provare......"
Grace avrebbe fatto qualsiasi cosa, qualsiasi, pur di salvare quel suo figliolo così complicato dall'autodistruzione.

Va bene, proviamo anche questa e che il cielo ci aiuti



Ok....la storia finisce qui, perché sappiamo benissimo cosa succederà in seguito con il lavoro estivo per Mrs Lincoln e tutto il resto.


Alcune annotazioni:

- è la mia seconda incursione tra le 50 sfumature e questa volta la storia è decisamente più lunga e articolata della mia precedente, ho cercato di inquadrare bene i personaggi e spero di non essermi lasciata prendere un po' troppo la mano dal mio esagerato romanticismo;
- il cambio di idea di Christian fra il voler morire e attaccarsi disperatamente alla vita può sembrare un po' troppo affrettato e in effetti lo è.....però una persona così disturbata molto probabilmente non agisce con tanta coerenza e poi.....mica lo potevo lasciare morire per davvero, no?;
- ho cercato di immaginare un episodio dell'adolescenza di Christian, pensando che un animo ferito come il suo avrebbe potuto realmente prendere in considerazione l'idea di farla finita, a un certo punto;
- l'idea dell'intera storia mi è venuta pensando che nell' Ipod di Christian c'è Jeff Buckley e che una delle sue canzoni più famose si intitola proprio Grace, il verso iniziale della canzone lo trovate all'inizio della fiction e la traduzione l'ho fatta io.


Okay, spero che vi piaccia

vi saluto
attendo recensioni

A presto
Love
Jessie


PS qui c'è il link alla canzone di Jeff Buckley (è mitica!) https://www.youtube.com/watch?v=A3adFWKE9JE







  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Cinquanta sfumature di... / Vai alla pagina dell'autore: Jessica Fletcher