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Autore: Misaki Kudo    14/07/2013    8 recensioni
| One Shot ShinRan | Fluff/Comico/Romantico | Movieverse |
«Scusami, Ran! Perdonami!», correva all'impazzata con le mani giunte in segno di preghiera.
«Sono così felice di vederti...», la ragazza curvò la sua espressione in un tenero sorriso.
Shinichi spalancò gli occhi a quell'affermazione, affermazione che non si aspettava completamente. O per meglio dire, si aspettava di tutto: una strigliata, un colpo nei reni, una mossa di karate, un pianto a dirotto furioso, ma l'unica cosa che non si aspettava era proprio quella...il suo sorriso preoccupato.
Senti una strana sensazione nello stomaco, che andava ad ingrandirsi sempre più puntando gli occhi contro quelli di lei. Il cuore cominciò a battere forte nel petto del ragazzo.

«Avevo pensato che ti fosse successo qualcosa di molto brutto, ero davvero preoccupata...adesso sono molto più tranquilla, menomale che sei qui!», arrossì lievemente la karateka.
...cosa non avrebbe fatto per quel sorriso?
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Heiji Hattori, Kogoro Mori, Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa, Sonoko Suzuki | Coppie: Ran Mori/Shinichi Kudo
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'ShinRan♥: between friendship and love.//'
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Just like that night...

 


«Kudo è inutile che fissi imbambolato la luna, non ti ritrasformerà in sedicenne!», Heiji continuava a brontolare da circa mezz'ora, ma Shinichi lo conosceva bene: quando voleva sapere qualcosa non si arrendeva mai.
«...è proprio come quella sera», aveva affermato il detective dell'Est con lo sguardo malinconico, uno sguardo che difficilmente mostrava agli altri.
«Quella sera che...cosa? C'entra la Mouri? Eh eh», chiese sogghignando l'amico.
«Ma cosa vai dicendo! Diciamo che...beh meglio partire dal principio!», concluse Shinichi.

-Inizio Flashback- { Teitan High School, ore 13:29.

«Bene ragazzi mi raccomando, studiate bene questi argomenti perché li troverete nell'esame di metà semestre!», la professoressa di Filosofia brontolava come sempre, gli studenti sbadigliavano.
Il suono della campanella riportò tutto alla normalità, per molti fu una sveglia mattutina, per altri una grande liberazione, per altri un vero e proprio segno dal cielo.

«Quell'arpia non fa altro che parlare, mi da sui nervi!», esordì con voce squillante l'ereditiera più famosa del Teitan. «E' da circa un mese che parla di questi stupidi esami!», concluse incrociando le braccia.
«Se tu magari studiassi riusciresti a passarlo questo stupido esame, mia cara Suzuki», rispose per le rime quello che, invece, era il detective più famoso del Teitan.
«Ed eccolo, non sono una fanatica di gialli e libri vari come te, mio carissimo Kudo», rispose quella inarcando le sopracciglia e spostando lo sguardo.
«Basta, non pensiamoci più! Che si fa stasera, Sonoko?», chiese Ran cercando di mettere la pace.
«Io sono ad una cena da mio zio, così lascio la coppietta di sposini liberi di amoreggiare in tranquillità!», la voce di Sonoko aveva improvvisamente cambiato intonazione, diventando molto, ma molto ammiccante.
«S-SONOKO!», la sgridò furiosa Ran mentre Shinichi l'osservava contrariato ma allo stesso tempo imbarazzato. Sempre la solita che non si fa gli affari suoi...
«Devo andare a casa, mi sono ricordato che mio padre mi ha fatto recapitare la nuova versione di 'Uno studio in Rosso', a mai più, Suzuki», si congedò così Shinichi, uscendo con la cartella sulle spalle.
«Shinichi..aspettami!», esordì Ran raggiungendolo velocemente.
I due amici d'infanzia lasciarono così il Liceo, sotto lo sguardo ammiccante di Sonoko che spargeva cuoricini scintillanti da tutte le parti, o almeno qusto si evinceva solo guardandola.
 

•••

«Immagino che tu non veda l'ora di leggere quel libro, eh?», chiese teneramente Ran.
«Ci puoi giurare! Uno dei più grandi capolavori di Doyle, con l'esordio di Holmes!», rispose entusiasta Shinichi. «L'uomo capace di scovare la verità dove gli altri vedono la bugia, è il mio mito! E ancora di più lo è il suo grandissimo creatore!», concluse alzando le braccia in segno di gioia.
«Credo che tu abbia già deciso i nomi per i tuoi figli, allora! Ahahahah», chiese indirettamente Ran in modo ingenuo, arrossendo successivamente per la richiesta ingannevole.
«F-Figli? E-emh beh...sicuramente Arthur! O forse, meglio ancora...CONAN!», rispose Shinichi abbastanza imbarazzato. Sapeva comunque che Ran l'aveva chiesto molto ingenuamente, lei non poteva...
«Il signor Kudo, ha quindi intenzione di leggere tutta la sera? Mi sa che dovrò prenotarmi un bel film da vedere con mio padre, se non sarà troppo occupato a vedere lo spettacolo di Yoko, s'intende», sospirò malinconica Ran al pensiero di quell'entusiasmante serata. «Da quando mamma se n'è andata non c'è più gusto», concluse voltando lo sguardo al cielo e sorridendo triste.
Shinichi osservò lo sguardo di Ran incupirsi improvvisamente, le succedeva spesso ogni qualvolta si uscisse il discorso legato alla separazione dei suoi genitori. Il detective non riusciva proprio a vederla in quelle condizioni, ogni volta voleva tirarle su il morale, solo per vedere il suo sorriso.
«Beh...ma io sono velocissimo a leggere! E poi conosco tutte le opere a memoria, mi stai svalutando?», chiese Shinichi incrociando le braccia in segno di offesa. «Facciamo...Tropical Land alle venti! Ci vediamo di fronte la vecchia scuola elementare, okay?» concluse sorridendo.
Ran annuì contenta con un sorriso, il suo migliore amico sapeva sempre come tirarle su il morale, avrebbe fatto di tutto per lei. Il suo migliore amico, già. Migliore amico, no?

•••

Il pomeriggio passò velocemente per entrambi, Ran si sbrigò a svolgere tutte le pulizie domestiche, preparando contemporaneamente la cena al padre occupato in qualche caso, o almeno così diceva.
Ran sapeva benissimo che magari stava giù al Poiroit a lagnarsi per i pochi casi risolti, per troppa sfortuna, diceva lui. Molto spesso accalappiava la colpa di tutto a Shinichi, lamentadosi del fatto che gli soffiasse tutti i casi da sotto il naso. Ran ormai, ci aveva fatto l'abitudine.
Contemporaneamente Shinichi passò tutto il tempo a leggere, finì immediatamente 'Uno studio in Rosso' per poi proseguire con 'Il segno dei quattro', da sempre il suo romanzo preferito.
Arrivarono le venti e Ran cominciò a preparsi per l'imminente uscita, Shinichi da parte sua, pronto già da mezz'ora, decise di passare dal Dottor Agasa per bere qualcosa.

«Shinichi, che bella sorpresa!», esordì gioioso l'amico scienziato.
«Salve Doc, è un po' che non ci si vede, eh?», chiese il detective con il sorriso sul volto.
«E dire che abitiamo a due isolati! Posso offrirti qualcosa? Ho inventato una nuova bibita energizzante, buonissima! L'ho appena provata, ha un gusto davvero particolare!», continuò Agasa indicando il divano.
Shinichi accettò l'invito del Dottore, i due rimasero circa dieci minuti a discutere del più e del meno, dalle invenzioni non riuscite di Agasa ai casi brillantemente risolti da Shinichi, finché..

«Bene, è ora che io vada! Devo ancora passare da casa a prendere il portafogli! A presto, Doc», si congedò il ragazzo salutando frettolosamente.

•••

Ran passeggiava contenta per il viale Beika, aveva anche cinque minuti di anticipo.
Quella sera era stranamente felice, ma non riusciva molto bene a spiegarsi il motivo. Adorava andare al Luna Park, anche se le giostre alte la spaventavano parecchio, però l'adrenalina che si provava subito dopo era qualcosa di fantastico, lo constatava ogni volta.
E poi con lei c'era Shinichi, di cosa doveva preoccuparsi?
Si arrestò un attimo con questo pensiero fisso, gli occhi color indaco spalancati, il volto leggermente arrossato.
Perché in tutte quelle occasioni le veniva in mente Shinichi? Ora che ci pensava non solo in quelle, ogni qualvolta pensava a qualcosa, quel qualcosa era accompagnato dall'immagine di Shinichi!
Che Sonoko avesse ragione? Che provasse davvero, qualcosa di  diverso dall'amicizia, proprio per lui?
Non lo sapeva, e non riusciva a trovare le sue risposte da nessuna parte. Decise di constatare quella sera stessa, in modo tale da togliersi ogni dubbio.
La karateka si appoggiò comoda alla ringhiera della vecchia scuola Elementare, in attesa del suo amico d'infanzia che era già in ritardo di ben mezz'ora.
Si sarà sicuramente messo a rileggere tutti i volumi e non avrà visto l'orologio, arriverà presto.
Sorrise ripensando alla sua mania di gialli e polizieschi.

Passò un'ora, e Ran leggermente spazientita decise di chiamare Shinichi al cellulare.
Ascoltò attentamente. Uno squillo, due squilli e d'improvviso la segreteria. Niente da fare.
Decise di passare il tempo ripensando a tutte quelle volte che l'aveva fatta aspettare, e doveva dire che erano proprio tante! E lei? Lo perdonava ogni volta. Chissà perché poi?
"Sei così innamorata che gli perdoni tutto!", la voce di Sonoko le rimbombò in testa, come se fosse una campana assordante. No, non poteva essere vero.

•••

Contemporaneamente, in due diversi luoghi di Beika, due uomini si apprestavano a conoscere nuove e stravolgenti scoperte. Il primo sembrava abbastanza allarmato:
«Oh, no! Povero Shinichi...devo, devo aiutarlo!», una porta aveva sbattuto violentemente, uno sguardo preoccupato correva verso il suo vecchio mezzo di trasporto.
Il secondo più che allarmato, era furioso:

«M-Ma che cosa?! Tu, stupido moccioso! Come hai potuto prendere in giro mia figlia?! Te la farò pagare stupido casanova che non sei altro», tuonava la seconda voce, sbattendo una lattina di birra sul pavimento.
 

•••

Passarono due ore, e lì la preoccupazione di Ran salì alle stelle.
Non era da lui tardare così, non era da lui piantarla in asso senza nemmeno avvisarla, non era da lui e basta.
Cosa poteva mai essergli successo? Il pensiero di Ran andò a constatare le varie ipotesi.
Magari aveva dimenticato dell'appuntamento e aveva preso a leggere tutti i romanzi di Doyle, sapeva che Shinichi era capace di una cosa del genere, ma in quel caso perché non rispondere al cellulare?
Aveva anche chiamato il Dottor Agasa che, leggermente addormentato, le aveva spiegato che Shinichi era passato da lui e che era uscito frettolosamente alle 19 e 45. Le luci di casa sua erano spente.
Non poteva esserci altra soluzione, gli era davvero successo qualcosa di spiacevole.
"Una volta eliminato l'impossibile, quel che resta, per quanto improbabile deve essere la verità".
Era lui che lo ripeteva sempre, quindi non c'erano proprio dubbi.
La karateka cominciò a sudare fredda, camminava in tondo senza sapere cosa fare. Di una sola cosa, era certa: il sentimento che provava per lui andava aldilà dell'amicizia, peccato constatarlo in quelle circostanze.
Decise di chiamare la polizia, prese il cellulare e compose il numero. Si sentì uno squillo, due e...

«Scusami, Ran! Perdonami!», Shinichi correva all'impazzata, tenendo le mani giunte in segno di scusa. «Ero passato dal Dottor Agasa, mi ha fatto bere una bibita in cui aveva sbagliato l'ingrediente base! Ha usato la caffeina con effetto sonnifero...quindi mi sono addormentato ehm...nell'agenzia di tuo padre», cercò di giustificarsi il Detective senza prendere fiato. «So che molto probabilmente non mi crederai, nè tantomeno mi perdonerai ma...»
«Sono così felice di vederti...», esclamò la karateka bloccando il discorso del ragazzo. «Avevo pensato che ti fosse successo qualcosa di molto brutto, ero davvero preoccupata...adesso sono molto più tranquilla, menomale che sei qui!», concluse sorridendo teneramente.
Shinichi spalancò gli occhi a quell'affermazione, affermazione che non si aspettava completamente. O per meglio dire, si aspettava di tutto: una strigliata, un colpo nei reni, una mossa di karate, un pianto a dirotto furioso, ma l'unica cosa che non si aspettava era proprio quella...il suo sorriso preoccupato.
Senti una strana sensazione nello stomaco, che andava ad ingrandirsi sempre più puntando gli occhi contro quelli di lei. Il cuore cominciò a battere forte nel petto del ragazzo.

«Toglimi una curiosità, che ci facevi a casa mia?», chiese sinceramente incuriosita Ran.
«E-Ehm, m-ma niente! Andiamo, che è già tardi!», aveva risposto sviando il discorso.
Non poteva certo dirle che era arrivato sotto casa sua con l'intento di farle una sorpresa e che si era addormentato proprio sul suo divano, odiava le invezioni del Dottor Agasa...
Ma per quel sorriso, cosa non avrebbe fatto?
-Fine Flashback-


«Ed ecco che il nostro Kudo s'innamorò!», esordì Heiji colpendo il piccolo Conan con il gomito.
«Ma che dici Hattori...sei ridicolo!», rispose quello spostando lo sguardo.
Lei è sempre stata importante per me, e sempre lo sarà. Di quella sera ricordo il suo sguardo, che per la prima volta è riuscito ad aprire il mio cuore. La sua espressione preoccupata mentre mi aspettava..
..non riuscirei mai a cancellarla.
Quello che so è che lei continua ad aspettarmi come quella volta, lo farebbe per sempre ne sono sicuro.
E sono ancora più sicuro che io, vivo o morto, tornerò da lei.


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Saaaalve ragazzi!
Ecco una shot che ho sfornato così, su due piedi!
L'idea mi è venuta ieri, mentre riguardavo il settimo film! Devo dire che è uno dei miei preferiti, e che adoro il momento in cui Shin ripensa a quel dolce momento *-*
tanto che ho deciso di raccontarvelo a modo mio! x'D
So benissimo che il nostro Kudo in realtà aveva dimenticato l'appuntamento, ma così non è più dolce e allo stesso tempo più divertente?
Ovviamente le due persone misteriose sono Agasa, che si accorge del suo piccolo errorino e Kogoro che, ancora ubriaco, trova Shinichi disteso nel divano e pensa male x'D
Fatemi sapere cosa ne pensate! Spero che vi piaccia eeeeeee a presto!
Jaaaa nee! :*

Misaki

   
 
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