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Autore: malpensandoti    16/07/2013    18 recensioni
L’equazione di Dirac afferma che se due sistemi interagiscono tra loro per un certo periodo di tempo e poi vengono separati, non possiamo più descriverli come due sistemi distinti, ma in qualche modo sottile diventano un unico sistema. Quello che accade a uno di loro continua ad influenzare l’altro, anche se distanti chilometri o anni luce.

Prequel della serie di one-shot "Siccome pioveva"
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A Dalila, Arianna, Giulia, Martina e Arianna.
Tutto questo, è per voi.


No church in the wild
Prologo - What about us



C’è odore di chiuso, rossetto e pelle. Pelle che si sfrega, che batte, pelle che si muove, che si colora, che prende aria, che suda, pelle che si lacera come i vestiti di qualche ragazza chiusa nel bagno con un altro ammasso di pelle, ossa, lingua, dita e occhi.
I suoi capelli rosa prendono vita alle luci psichedeliche della discoteca. Ha le mani in aria perché non s’appoggia a nulla e a nessuno. Megan balla sul cubo come una faraona sul proprio trono, gli altri ragazzi sono solo sudditi dai salari bassi e gli occhi lucidi per l’alcool. Sorride, il capo alto verso il soffitto e gli occhi chiusi per assaporare ogni nota di Play Hard. Il suo bacino ondeggia, le sue gambe lunghe e nude si piegano e si alzano esattamente come lo sguardo di chi la sta fissando dal pavimento. Perché è questo quello che Megan fa quando balla, quando parla, quando si lecca le labbra e sorride, quando ti guarda e quando sta in silenzio. È il compito di una regina, una faraona. Piega, spezza, uccide.
I capelli le arrivano quasi allo stomaco, ci passa le dita smaltate di nero e scuote la testa a ritmo di musica. Sono le tre di notte o forse è già mattino. Troppo presto per andare via e troppo tardi per scendere. Sorride, apre gli occhi e le pupille si restringono per la luce e il fumo. Inclina il mento, si volta verso il bancone in fondo alla sala gremita, cerca un paio di occhi ghiacciati e dei capelli biondi e crespi. Annuisce a vuoto, perché ha già capito. Torna col volto alto e gli occhi chiusi.
Cleopatra.
 
 
 
Ci sono ventisei gradi, qualche centinaio di persone, tredici casse impiantate alle pareti e sei cubi. India shakera l'ennesimo drink e continua ad osservare sempre e solo lo stesso soggetto, l'anima vera del locale, lo spirito e la musica, Megan. Serve i clienti da dietro il bancone, con un sorriso che non esiste e la divisa da lavoro che le sta larga sui fianchi.
Sono le tre del mattino, Megan si volta verso di lei e annuisce. Alcool, fumo e David Guetta non coprono quell'impercettibile movimento. India è scaltra, lo vede, lo nota. Ora è più tranquilla perché sa va tutto bene. Focalizza il ragazzo che ha davanti socchiudendo gli occhi per il buio, questo le urla un'ordinazione che legge sulle sue labbra. Dice: “Okay” e mischia un paio di alcolici tra di loro in un bicchiere lungo e pieno di ghiaccio.
È un tutto che si sussegue, stesse azioni, stessi adori, stessa vita.
Sono le tre del mattino da almeno un anno, e India ora scoppia.
 
 
 
 
Il plettro della sua chitarra sta tremando per il nervosismo. Dalia deglutisce, si schiarisce la voce e: “Buonasera a tutti” dice, al microfono. Il pub è pieno e in centro, uno di quelli irlandesi e caldi, con birre di marca e l'accoglienza famigliare. Le persone ai tavoli parlano e la guardano, qualcuno commenta già, Dalia rischia di cadere dallo sgabello come ogni sera. Prende un respiro profondo e accarezza le corde col plettro. La sua voce è bassa, lenta, così come i suoi movimenti. Chiude gli occhi perché ha le guance in fiamme, china appena la testa di lato e si lascia trasportare dalle parole che lei stessa ha messo in fila per comporre. Adesso non c'è più il bancone, l'odore un po' di fumo e un po' di birra, i due universitari al tavolo in fondo e l'uomo tozzo in prima fila. Non esiste la metropolitana che corre sotto Londra, nemmeno la luna che si vede perfettamente o i due fidanzati che stanno litigando dall'altra parte della strada. Non c'è più nemmeno lei. 78 sterline non valgono la sua voce, la sua passone, la sua vita, ma Dalia semplicemente senza musica non sa starci.
 
 
 
 
Ci sono ancora tredici pagine di storia da ripassare, la cena nel frigo e l'abat-jour accesa sul tavolo della sala. C'è la signora del piano di sotto che sta guardando un film e il picchiettio del suo piede contro la gamba della sedia. C’è il thè che bolle e la tv spenta, i capelli che si annodano attorno alle dita e le labbra schiuse. Candice svolta pagina, sbatte appena gli occhi da cerbiatta e si fissa in testa la prima data che trova scritta.
C’è la marmellata da ricomprare, il messaggio di Dalia che conferma che staccherà il telefono, Emma che già sonnecchia nel proprio letto e Olivia che è uscita da venti minuti. C’è il caldo confortante del loro loft, i mattoni ai muri e la tv al plasma comprata dai genitori di Emma.
Mancano undici pagine e tre quarti, e Candice ora sta sorridendo.
La monotonia della sua vita è perfetta.
C’è lo sfregamento di pagine, Olivia che sbatte la porta di casa e il thè che ora fischia sul fuoco.
Tutto è in ordine, e va bene così.
 
 
 
Il suo telefono costoso è pieno zeppo di foto sue e delle sue amiche con le facce buffe e gli occhi storti. Emma le sfoglia una ad una, ride ogni tanto per una faccia strana di Megan, si sistema meglio nel letto e sospira. C’è silenzio, il letto davanti al suo è ancora vuoto, Olivia non è ancora rientrata e il silenzio non le piace. I mattoni sono troppo rossi, le tende troppo bianche e l’abat-jour troppo spenta. Ad Emma non piace il silenzio, non ci trova nulla e la fa sentire esposta. Le piace ridere, fare ridere e le persone simpatiche. Ma il silenzio e il buio hanno una luce accecante che la fa tremare. Per questo motivo tasta il comodino affianco al suo letto e collega le cuffie al telefono, sfoglia la libreria musicale e si mette ad ascoltare Kanye West. Perché, anche se ride sempre e fa le facce buffe, il silenzio è il suo nemico e dei nemici bisogna avere paura. Specie se non parlano.
 
 
 
Il bagno del loro appartamento è la stanza più grande di tutto il loft. Ci sono due lavandini, una vasca con la tenda a stampa floreale e le mattonelle blu. Sono le undici e mezza di sera e il commesso del supermarket le ha detto: “In bocca al lupo” con il suo accento orientale e le pupille dilatate. Ora Olivia è rifugiata dentro la vasca in marmo che le sta stretta. Ha i piedi nudi, gli occhi stanchi e uno stecchino bianco tra le mani tremanti. La confezione dice di attendere tre minuti, lei lo ha fatto e ha subito voltato il bastoncino. E sono tredici minuti che è così. Sono tredici minuti in cui ha sentito i passi di Candice mentre dava la buonanotte ad Emma ed Emma che urlava perché non sa regolare il tono di voce mentre ascolta la musica. Ha visto sua madre strabuzzare gli occhi e inorridire, la delusione negli occhi di suo padre, una taglia più larga di pantaloni e i suoi sogni spezzarsi. Ha visto un lavoro decadente, la schiena a pezzi e Dalia farle la predica. Ha visto la paura, il rimpianto, la speranza e poi ancora la paura. E tutto questo in tredici minuti e ventidue secondi.
Ma quando le mani tremano un po’ di meno e si decide a voltare lo stecchino, Olivia vede solo una cosa.
“Incinta”
 

 
 

   Sorpresa!
Ahah è troppo presto, vero? Direi di sì, ma ormai non si può più tornare indietro.
Per chi non mi conosce e soprattutto non conosce queste ragazze, esse fanno parte della serie di one shot che ho pubblicato prima della long, ovvero Siccome pioveva. Non è necessario leggere le one-shot per comprendere la storia, ma vi consiglio di farlo per avere un chiarimento maggiore nella vostra testa, dato che parliamo pur sempre di sei protagoniste!
Sei, e le one shot sono ancora quattro (sigh), ma vi spiego il motivo: Liam Payne. Non riesco ancora a descriverlo come dovrei, perciò il missing moment suo e di Emma è ancora tutto da vedere, sia per voi che per me.
Ma questa long è nella mia testa e nel mio pc da troppo tempo, e se non la pubblicavo rischiavo seriamente di impazzire, quindi eccoci qui.
Molte - troppe - ragazze aspettavano la pubblicazione di questa storia, vi siete affezionate ai miei ragazzi e alle mie ragazze così tanto che ho il terrore di deludervi in qualche modo. Non so, le one shot sono tutto un altro mondo e le long mi spaventano perché è qualcosa che continua, e io con le cose a lungo termine non sono brava.
Per chi invece non ha mai letto nessuno dei missing moment, beh, benvenuta in questo mondo!
Sarà tutto un altro universo, perché voi tutte - me compresa - siete abituate a vedere Candice, Dalia, India, Megan e (a breve) Emma diverse, più mature e soprattutto innamorate. Le one shot sono il dopo, il futuro di queste ragazze. Ora siamo all'inizio, al come.
Ma non è tutto qui, perché nella storia, diversamente dai missing moment, troviamo anche Olivia. Olivia, un personaggio o forse il personaggio fondamentale, la colla di quest'amicizia.
So che sei personaggi sono tanti, forse troppi, ma sono tutti troppo importanti, ognuno coi suoi pro e i suoi contro, le sue paure e il suo carattere. Non avrei mai escluso nessuno. Per questo vi consiglio di leggere le one-shot, anche per conoscere meglio le protagoniste.
Come vi sono sembrate? Vi piacciono in "altre vesti"? Ve le aspettavate così o diverse?
Questo è solo il prologo, i capitoli saranno lunghi (parliamo di 2000 parole in media) e quindi gli aggiornamenti decisamente più lenti, ma spero che possiate affezionarvi a questa storia tanto quanto lo sono io.
Vi chiarisco alcuni passaggi prima di lasciare a voi i commenti: le ragazze sono tutte maggiorenni e vivono tutte insieme in un loft. I ragazzi - che, ahimé, saranno la mia rovina - non sono famosi e soprattutto non si conoscono tra di loro (ma col tempo, mai dire mai).
Sono sei storie di amore differente, amore per il prossimo, per la monotonia, per il divertimento, la musica e amore per altro amore.
Non voglio parlare troppo, rischio di allungarmi e annoiare e questa è l'ultima cosa che vorrei.
Spero solo di non aver deluso le vostre aspettative, e spero che possiate scegliere di seguire questa storia con la stessa passione che mi avete dimostrato nelle one-shot.
Siete le più belle, davvero.
Una montagna di abbracci (incrocio le dita per i vostri pareri!),
Caterina 

 



 
  
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