Ok
Elena, ce la puoi fare devi
solo piazzarti davanti a quel PC e spremerti le meningi.
Raggiungo
il salone, apro la
porta-finestra per far entrare un po’ d’aria,
sprofondo nella sedia di fronte
alla mia scrivania, mi avvicino al tavolo da lavoro, più
disordinato del
solito, apro lo sportellino del mio computer portatile, aspetto che si
carichi,
clicco sulla faccia dei miei attori preferiti ed ecco qui che si apre
il Dextop
con la faccia di mia sorella dagli occhi sgranati che mi saluta. Guardo
per un
attimo le cartelle: musica, film, foto e poi ecco che la trovo: File
word. La
cartella dove sono conservate tutte le mie storie dalla prima
all’ultima senza
nessuna eccezione, comprese quelle inedite. Ci clicco due volte su e
guardo
tutti i file, ammiro straziata quello che non sono riuscita nemmeno a
cominciare. Il titolo recita: Capitolo 7, come with me. Combatto contro
il
desiderio di non aprire quel file, ci provo, lo apro e ciò
che mi trovo
d’avanti è solo un guazzabuglio di parole che non
mi convincono né tantomeno mi
piacciono, un paragrafo e mezzo di nulla.
Cancello
tutto, ho deciso di
ricominciare. Mani sulla tastiera, dita in posizione
d’attacco ma ecco che una
vocina mi distrae da ciò che devo scrivere:
“Vieni.” Mi dice “Ti manca solo un
capitolo! Poi puoi tornare a scrivere.” Ed è
quella voce distorta che mi
convince ad afferrare l’ultimo libro di Zafòn
dalla mia libreria e continuare a
leggere da dove avevo interrotto. Stupidi romanzi parlanti! Un giorno
di questi
mi prenderanno per pazza!
Finito
di leggere un altro
capitolo de “Il Prigioniero Del Cielo” torno al mio
file word, comincia la
lotta di sguardi tra me e la stanghetta, una lotta assurda. Io guardo
lei, per
tutta risposta lei lampeggia, insistente, insopportabile, arrogante
“Ehi,
allora? Che dici? Vorrei fare un po’ di esercizio.”
Sembra dirmi con quel
lampeggiamento costante, provo a scrivere alcune parole ma esce fuori
solo una
matassa di parole sconnesse, cancello, mi concentro nuovamente, scrivo
una
parola e poi la cancello, penso ad un’idea che mi sembra
geniale, la scrivo e
realizzo che è una cavolata, dopo dieci minuti buoni sento
una musica a me
familiare in sottofondo alla voce di mia madre che grida:
“Elena!” comincia la
mia serie TV preferita, mi catapulto nell’altra stanza
lasciando il PC in balia
di se stesso. Non finirò mai di scrivere.
I
pensieri di una scrittrice in
canna
Ecco,
questo è quello che succede
mediamente ogni volta che cerco di scrivere qualcosa e specialmente
questo
capitolone che avevo promesso a Zava e FInk, scusate! T.T ma non
è colpa mia!
Sono i libri che mi parlano… loro vogliono essere letti! Poi
con queste vacanze
sono sempre dove internt NON c’è! Quindi spero di
potermi far perdonare! :D
Vostra
Scrittrice
in canna