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Autore: Kane Shi Megami    02/02/2008    13 recensioni
Rukia strillò allegramente quando chiuse la porta del bagno dietro di sé. Il padre di Ichigo era partito quella mattina per una gita, mentre le sue sorelle dormivano a casa di alcuni amici. Questo significava che la casa, o meglio, il bagno, era a sua completa disposizione. Shinigami o no, restava sempre una donna e una delle cose che le mancavano di più erano i lunghi bagni nella grande vasca del Palazzo Kuchiki. Il bagno era paradisiaco. Le bolle le solleticavano il viso nell’acqua calda. I passi frettolosi sulle scale la preoccupavano; Ichigo non doveva essere affrettato, le aveva detto che quando fosse tornato avrebbe fatto un po’ di compiti. Il suo corpo si tese, ma non uscì. Sicuramente stava solo saltando alle conclusioni. Lo sbattere della porta le disse diversamente. “Rukia! Apri la porta! Mio padre è tornato!”
Genere: Romantico, Demenziale, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kuchiki Ruchia, Kurosaki Ichigo, Kurosaki Isshin
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Bathtub Mishaps Disclaimer: Bleach e questa fanfiction appertengono rispettivamente a Tite Kubo e a Kane Shi Megami, altrimenti, un episodio del genere sarebbe già successo...XD

Bathtub mishaps

by Kane Shi Megami



Translated by Rosicrucian & Nami.


Rukia strillò allegramente quando chiuse la porta del bagno dietro di sé. Il padre di Ichigo era partito quella mattina per una gita, mentre le sue sorelle dormivano a casa di alcuni amici.

Questo significava che la casa, o meglio, il bagno, era a sua completa disposizione. Shinigami o no, restava sempre una donna e una delle cose che le mancavano di più erano i lunghi bagni nella grande vasca del Palazzo Kuchiki.

Da quando era arrivata a Karakura, quasi due mesi prima, doveva insinuarsi nel bagno per una doccia veloce, quando nessuno era a casa o quando tutti dormivano.

Era una cosa frettolosa e stressante, a causa del pensiero di poter causare a Ichigo maggiori seccature se fosse stata scoperta. Ma, solo pochi minuti prima, le aveva dato il via libera.

La guardò divertito quando Rukia corse su per le scale; ma non gliene importava, non si aspettava che capisse. Entrò nel bagno e iniziò a riempire la vasca. Si tolse calze e gonna e le buttò per terra.

Guardando nell’armadio del  bagno trovò un asciugamano rosa e un po’ di bagnoschiuma. Sorrise trionfante e tornò alla vasca. ‘Sarà grande.’ pensò e chiuse l’acqua.

Il resto dei suoi vestiti era buttato sullo sgabello vicino alla vasca. Sentì sbattere la porta d’ingresso, ma immaginò che Ichigo avesse dimenticato qualcosa e fosse corso dentro.

Il bagno era paradisiaco. Le bolle le solleticavano il viso nell’acqua calda. I passi frettolosi sulle scale la preoccupavano; Ichigo non doveva essere affrettato, le aveva detto che quando fosse tornato avrebbe fatto un po’ di compiti. Il suo corpo si tese, ma non uscì.

Sicuramente stava solo saltando alle conclusioni.


Lo sbattere della porta le disse diversamente.

“Rukia! Apri la porta! Mio padre è tornato!”

“Cosa?”  Sibilò incrociando le braccia sul petto.

“Cosa ti fa pensare che io ti faccia entrare?!”

“Sei stupida? E se gli serve qualcosa ed entra qui?!”

Merda, aveva ragione. La porta al piano di sotto sbattè. Il padre di Ichigo era a casa.

“Apri la porta stupida.” Sussurrò.

“E’ aperta idiota.” Rispose, guardando la sua controparte entrare velocemente e chiudere la porta dietro di lui.

“Non hai mai sentito qualcosa sul ‘chiudere la porta’?” Chiese continuando a non guardarla.

“Non ero molto preoccupata di quello, visto che eravamo da soli e tu sapevi dove trovarmi.” Ichigo aveva ragione di nuovo, era stata troppo incauta.

I passi pesanti che si avvicinavano fecero smettere di respirare tutti e due.

“Oi! Ichigo! Akimoto-san mi ha chiamato e mi ha detto che dovevo stare una settimana in più e sono tornato per prendere qualche altra cosa!”

La sua voce si abbassò segnalando che era entrato in camera sua.

“Ah, si?” Ichigo rispose da dietro la porta.

“Sì, quindi fallo sapere alle mie ragazze, e digli che gli porterò qualcosa di speciale da Kyoto!”

“Va bene!”

Per qualche minuto non ci fu altro che silenzio e Rukia pensò che fossero stati risparmiati. Ma, quando i passi tornarono indietro e si fermarono davanti alla porta del bagno, erano di nuovo nella merda.

“Oi Ichigo, devo entrare per prendere le mie cose dall’armadio.”

“Cosa?! Non puoi entrare!” Ichigo rispose allontanandosi dalla porta e mettendosi fisicamente sulla difensiva.

“Smettila di fare il ragazzino! Devo prendere qualche così posso andarmene, altrimenti resterò qui a romperti le palle!”

Ichigo, che aveva tenuto gli occhi chiusi tutto il tempo, si girò verso Rukia e aprì un occhio, ‘Trattieni il fiato’,  bisbigliò e Rukia sapeva che il suo cuore non avrebbe retto. Scosse la testa malignamente.

“Dimmi quello che ti serve e te lo prendo io.” Suggerì.

“Sei scemo? Come se saresti capace di prendere le cose giuste. Che cavolo Ichigo, non è mica che vedrei qualcosa che non ho mai visto prima.” Ichigo guardò la porta prima di andare vicino a Rukia.

“Va bene, sbrigati vecchio idiota. La porta è aperta.”  Non era stata richiusa? Fu l’ultimo pensiero di Rukia prima che Ichigo le immergesse la testa sott’acqua.

Potè udire il padre di Ichigo entrare e aprire la porta dell’armadio. Mentre distruggeva qualche scaffale, chiese a Ichigo: ”Perché non sei ancora entrato in acqua?” Rukia aprì ancora di più gli occhi.

“Sto aspettando che te ne vai.” Rispose lui stizzito.

“Stupido,entra, o l’acqua si fredderà.”

“Posso aspettare.”

“Ma tu odi fare il bagno in qualcosa che non sia bollente! Entra in acqua. Sto avendo dei problemi nel trovare gli altri rasoi, quindi ci metterò un po’.”

Rukia non sentì niente per un po’ e pregò che Isshin avesse trovato i rasoi e se ne fosse andato. Ma quando sentì qualcos’altro nella vasca dovette forzarsi per non urlare. Guardando dall’altra parte della vasca, potè vedere distintamente le gambe di Ichigo.

E se trattenere il fiato non era abbastanza, i suoi polmoni e il suo petto stavano bruciando come non mai. Sicuramente lui non vorrà…
Fu sicura che si stava sbagliando quando Ichigo si immerse nella vasca e pensò che sarebbe morta.

Con un altro paio di gambe dall’altra parte della vasca, cominciò a studiare mentalmente qualche problema di matematica che avevano imparato il giorno prima a scuola.

“Hai fatto bastardo? Vorrei rilassarmi mentre mi faccio il bagno” La sua voce era più vicina e la fece tremare.

“Sì, sì ho fatto. Ehi, ma che ti è successo? Sei più di malumore del solito.”

“Niente.” La porta dell’armadio si chiuse. Rukia era al suo limite.

“Ricordati di dire alle tue sorelle di non preoccuparsi per me e che le chiamerò quando arriverò in città, stasera.”

“Va bene.”

“Prenditi cura di loro.”

“Lo farò.”

“Diveeertitiiii!” Disse canticchiando e Rukia si domandò perché.

Quando la porta si chiuse Rukia sedette in cerca d’aria, togliendosi l’acqua dagli occhi. Ichigo era seduto dall’altra parte della vasca con le braccia sui bordi. Non solo era senza maglietta ma aveva anche un ghigno compiaciuto in faccia.

La porta di sotto si chiuse e Rukia sospirò. Guardò il suo compagno di classe.

“Cosa diamine stavi pensando?”

“Volevi farlo diventare sospettoso?” Chiese lui.

Bè no. Poteva essere molto peggio, quindi dimenticò questa violazione di privacy.

“Esci.”

“Eh?”

“Mi hai sentito. Mi stavo facendo il bagno; adesso è rovinato e devo uscire.”

“Allora esci tu.” Controbatté lui.

“Ichigo.” Lo avvertì.

Lui rise e cominciò a uscire dalla vasca mentre Rukia si forzò a guardare da un’altra parte senza diventare un pomodoro.

“Uh oh”

“Cosa intendi dire con ‘uh oh’? Cos’hai fatto?” Gli chiese seguendo il suo sguardo sul pavimento. Là c’erano tutti i suoi vestiti e l’asciugamano, fradici.

“Mi sa che ho fatto strabordare la vasca quando sono entrato.” Disse poggiandosi una mano sulla nuca.

Mettendosi un asciugamano attorno alla vita, prese tutti i vestiti e l’asciugamano e li mise in un altro, pulito. Rukia lo guardò senza dire niente.

“Dovremmo prenderci cura dei tuoi vestiti.”

Non l’aveva guardata per tutto il tempo; nemmeno quando prese il cesto dei panni e se ne andò… e continuava ad indossare solo un asciugamano.

Rukia lasciò cadere la sua testa sul bordo della vasca, sperando di risvegliare la sua mente.

Sfortunatamente, questo le causò solo un mal di testa e non fece niente per le strane sensazioni che sentiva. Uscendo prese un asciugamano, si coprì e chiuse la porta a chiave.

Dopo essersi vestita e aver pulito tutto come meglio poteva, si mise la maglietta di Ichigo.
Era tre taglie più grande, forse anche di più, ma se lo aspettava; dopo tutto aveva dei problemi a trovare dei vestiti da donna che non fossero aderenti.

Scendendo in lavanderia, trovò il cesto dei panni, intoccato, vicino alla lavatrice.  Ecco, questo era un problema… mentre da una parte non voleva che Ichigo vedesse troppo lavando i suoi vestiti, biancheria inclusa, dall’altra voleva un po’ d’aiuto in lavanderia.

Ad un tratto si sentì osservata. Si girò e vide Ichigo sulla soglia della porta. Con la bocca mezza aperta. ‘Che diavolo gli è preso?’
Ignorando il suo strano comportamento, andò vicino alla lavatrice e mise i suoi vestiti in una borsa.

“Vado da Urahara; torno presto.”

“Perché devi andarci?”

Ammettere di non saper lavare i suoi stessi vestiti era fuori discussione.

“Mi servono un po’ di cose. Tornerò tra un paio d’ore.”  Detto questo uscì dalla lavanderia e si avviò verso la sua stanza.
Fortunatamente, aveva un vestito adatto per visitare il pervertito.

Intanto, persa nel suo mondo, Rukia non si accorse che Ichigo stava ancora lì, nello stesso stato di prima.

Lui, dal canto suo, non sapeva perché provava uno strano orgoglio vedendola nella sua maglietta. Di certo, non avrebbe mai ammesso che stava fantasticando sulla sua compagna di classe, nella sua maglietta, che aderiva perfettamente al suo corpo bagnato. No.

Scuotendo violentemente la testa per scacciare quei pensieri perversi, uscì dalla lavanderia.
Stava diventando come suo padre e non era necessariamente una buona cosa.
Un biglietto di carta gialla, appiccicato alla porta d’ingresso; lo fermò.

Ichigo,

Sono così orgoglioso che sei, finalmente, diventato un uomo e provi interesse

per il sesso opposto, però, se mi farai diventare nonno a quest’età, ti castrerò.

Questo weekend divertiti. Ma se le mie bambine mi diranno che la tua ragazza

ha dormito qui, ti castrerò per questo.


Oh e Ichigo, asciugamani rosa e biancheria con i coniglietti dovranno essere

sempre nascosti se vuoi nascondere un ragazza.

Con amore,

Papà


Accartocciando il biglietto sentì la faccia perdere colore. Quel figlio di una cagna sapeva che lei era lì fin dall’inizio.
Si ripromise di restare calmo, per il momento. Ma gliel’avrebbe fatta pagare.

L’accoglienza che Isshin ricevette quando tornò a casa, è un’altra storia.  


The  End


Note incoerenti delle traduttrici:

Rosicrucian e Nami:  yo gentaglia!!! Vi è piaciuta la fic?? Quando l'abbiamo letta su fanfiction.net ci siamo letteralmente rotolate dalle risate!!
Isshin rimarrà sempre il nostro personaggio preferito, è troppo divertente!! XD
Secondo noi Ichigo sotto sotto è come lui...poverino!! X3 Non ci saremmo mai aspettate che Isshin li avesse scoperti...Kane ci sbalordisce sempre!!!!
Sicuramente in lingua originale è meglio, quindi, faremo in modo di inserire il link sul suo profilo al più presto.

Tra una o due settimane (siamo a fine quadrimastre e ci massacrano...sob) arriverà un'altra traduzione di una fic di Kane Shi Megami: "Mod Soul Mishaps" !!! Fa rotolare dalle risate più di questa a nostroparere °__°

Ricordatevi che commenti e critiche costruttive sono SEMPRE bene accette!!! XD

DATTEBAYOOOOOO

 







  
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