Anime & Manga > Yu-gi-oh serie > Yu-Gi-Oh! ZEXAL
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Autore: magixludo    23/07/2013    2 recensioni
A Heartland City tutto procede per il meglio: il Carnevale Mondiale dei Duelli sta per cominciare (anche se sono appena apparsi dei nuovi iscritti con già i cuori completati…), la caccia alle carte numero procede alla grande (anche se sono comparse delle nuove carte molto particolari e una cacciatrice molto particolare…), Kite riesce finalmente a trovarsi una confidente che manda Droite su tutte le furie (anche se si tratta di una ragazza senza memoria che però sembra provenire dal mondo astrale…), il numero di omicidi – leggere cadaveri rinsecchiti – sembra diminuire vertiginosamente (anche se quello dei furti è aumentato e sono tutti ad opera di un fantomatico ladro gentiluomo del chiaro di luna…)... sì, insomma, proprio "per il meglio" tutto non procede, ma almeno abbiamo il mix perfetto per questa assurda storia!
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Altri, Sorpresa, Un po' tutti
Note: Cross-over, OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Salve a chiunque stia leggendo. Ho scritto questa fic in un momento di assoluta follia, ma ormai l’ho scritta e la pubblico.
Prima di lasciarvi alla storia però lasciate che vi dica alcune cose: ho ambientato la fic prima che iniziassero le finali del Carnevale dei Duelli, il giorno dopo la festa (ep.50 per intenderci) e ho messo uno stacco di tempo in cui si muovono i personaggi aspettando l’inizio del Carnevale (una settimana o giù di lì) e poi dall’inizio del Carnevale si procede “come da programma” – leggere “modificando tutti i duelli e la trama originale”. Ma ora bando agli indugi e leggete! (sì è un ordine… XD non è vero XD).
 
 
1: < La partita non è finita >
 
 

La sfera azzurrina svolazzava sulla sua mano. Premette leggermente e quella si frantumò in polvere argentea. Rimase solo un rettangolo luminescente. Ecco la carta numero che si era guadagnato con quel duello, era valsa la pena girare un po’ la città dopo quell’assurda festa. Era un passo più vicino alla salvezza del suo fratellino. Chissà che carta da 1 a 99 era? La guardò, lesse il numero e si bloccò di colpo. Rilesse il numero con più attenzione ma non riusciva a capacitarsi di quello che c’era scritto. Forse Orbital aveva ragione, stava davvero male: una cosa del genere non poteva essere! Il cacciatore di numeri mise la carta da parte, non voleva metterla insieme con le altre, non fino a quando non avesse scoperto il mistero che l’avvolgeva.
- Che succede capo?-  gli domandò Orbital mentre si strava preparando per attaccarsi alla schiena di Kite e volare via.
- Che succede?-  riprese la domanda Kite, in fondo non era chiaro neanche a lui, era convinto che ci fossero solo 99 carte e che fosse vicino alla “fine dei giochi”, invece no… a conti fatti c’era solo una cosa che sapeva: - La partita non è finita.-  disse, non sapeva se a Orbital o a lui stesso, e mentre volava sui tetti dei palazzi della città non poteva fare a meno di porsi una domanda. Che cavolo voleva dire “Numero 101”?

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- Yuma svegliati o farai tardi a scuola!-  lo sapeva che era in ritardo, lo sapeva!, ma non poteva farci niente dannazione aveva sonno! La sera prima alla festa aveva fatto le ore piccole e ora ne stava subendo le conseguenze. Nella vita non avrebbe vissuto di soli duelli ma in quel momento vincere il Carnevale era la sola cosa che gli importasse, peccato solo che mancava ancora una settima all’inizio del torneo. Alla fine cadde dalla sua amaca e fu costretto ad alzarsi per forza.
Astral gli svolazzava accanto mentre si preparava di fretta e furia. Ma perché quel tipo non gli dava mai una mano?
Neanche avesse intuito i suoi pensieri, Astral disse: - Ti ricordo che io sono un fantasma e che ti aiuto – e non poco – durante i duelli.-  
Mentre correva per le strade della città non si accorse neanche che in una casa poco distante dalla sua si stava trasferendo una nuova famiglia.

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- Sakura prendi quello scatolone, per favore!-
- Va bene, papà!-
- Ottimo, allora mentre tu svuoti le casse io vado al bar a recuperare la colazione!-
- Va bene, papà!-  rispose la ragazzina prima di rimettersi al lavoro.
Sakura, la più piccola della famiglia Kinomoto, aveva lunghi capelli castani – quando era alle elementari era solita portarli legati in due chignon laterali ma ora li lasciava sciolti – e occhi smeraldo; frequentava la prima media. Lasciarsi alle spalle i suoi amici era stata dura, ma il padre aveva dovuto cambiare città per lavoro e lei lo aveva seguito, il fratello era abbastanza grande da restare nella vecchia città da solo, ma lei no. Per fortuna al suo fianco aveva il suo adorato Kero-chan. ‘Sarà una buona occasione per cercare altre carte magiche, da quella città sento provenire una potente aura’ le aveva detto, e quello – insieme all’obbligo impostole – l’aveva convinta a trasferirsi.
Prima di mettersi al lavoro, però, decise di fare un giro nella sua nuova casa, dall’esterno sembrava una casetta come tante con un piccolo giardino. Al centro del giardino c’era un laghetto con un ponticello che lo attraversava. Decise che voleva passarci sopra, ma prima tirò fuori da una scatola un libro con sopra disegnato una specie di leone alato chiuso da un lucchetto. Non voleva separarsi per nessun motivo dalle sue carte, anche se erano poche per lei erano troppo importanti.
Camminò fino al centro del ponticello di legno, poi si affacciò e guardò di sotto. L’acqua era limpida e c’erano anche dei pesciolini rossi. Poi accadde. Si era sporta troppa e non aveva fatto attenzione. Il libro le scivolò di mano e cadde nel lago.
Fu rapidissima, in un attimo era già in acqua e aveva recuperato il libro, ma nel momento in cui l’afferrò ci fu un vento fortissimo, le fronde degli alberi lì nel giardino ondeggiarono, quando tutto finì guardò il libro nelle sue mani. Era aperto, e vuoto.
- Sai che vuol dire, Sakura?-  domandò il piccolo folletto volante che l’accompagnava in ogni avventura. Sakura annuì, purtroppo sapeva bene cosa voleva dire, proprio ora che credeva di aver “concluso i giochi” e di aver raccolto abbastanza carte…  ma lo disse lo stesso ad alta voce, e vedendo Kero-chan annuire capì di non essersi sbagliata: - La partita non è finita.-
Strinse forte la chiave-scettro che aveva al collo e sospirò, doveva ricominciare tutto da capo.

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‘Bronk Win’ così recitava la scritta, poi la realtà aumentata si distrusse.
- Insomma Yuma-  disse Tori - devi partecipare al Carnevale Mondiale dei Duelli e ti fai battere così?-
- Scusate ragazzi-  disse Yuma ai suoi amici, tutti lì riuniti Tori, Bronk, Caswell, Flip e Chaty, c’era anche Astral che fluttuava - ma non temete continuerò ad allenarmi fino a diventare imbattibile!-  strinse forte il ciondolo a chiave dorato che portava al collo - Energia al massimo!-
- Sì, sì, “energia al massimo” spero tanto che la tua “energia” riesca a portarti alla vittoria-  disse Tori, il tono voleva essere piccato, ma il sorriso che fece appena ebbe concluso lo rese inutile.
- Non temere Tori, lo farà!-  le rispose Yuma, sempre sorridendo, e forse lo scambio di battute tra i due sarebbe continuato se non si fosse inserita Cathy, mentre cominciava a strusciarsi su Yuma, infatti, disse: - Yuma è un duellante eccezionale, sono sicura che trionferà!-
- Se lo dici tu…-  disse Yuma, grattandosi dietro la testa con una mano e cercando con l’altra di respingere leggermente la gatta.
E forse anche lo scambio di battute tra i due sarebbe continuato se tutti gli amici di Yuma non si fossero bloccati di colpo. Yuma cercò di smuoverli, ma non ci riuscì, sembrava che il tempo si fosse fermato.
- Sai che significa?-  disse Astral, che insieme al duellante dai capelli a punta era l’unico a non essere stato bloccato.
- Kite…-  rispose Yuma mentre già correva in strada alla ricerca del cacciatore di numeri. Chissà cosa voleva quel giorno?

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Kite svolazzava sui tetti della città cercando dei nuovi possessori di numeri. Sapeva che la carta che aveva trovato la sera prima nascondeva un qualche segreto, ma non riusciva a capire quale potesse essere. L’unica possibilità per il momento era di continuare la ricerca per la salvezza di Hart.
Trovò un uomo: stava camminando in una piazza, doveva avere pochi anni in più a lui, si muoveva con fare circospetto e sembrava emanare una strana energia. Ripensò alla sera prima, anche allora aveva seguito un uomo che non appariva pieno di buone intenzioni senza curarsi di verificare se avesse un numero o meno, lo aveva annientato senza neanche dargli il tempo di evocarlo, e infatti alla fine aveva avuto la sorpresa sulla natura della carta.
Ma stavolta sarebbe stato diverso, sapeva che non avrebbe fallito. Atterrò. Non ebbe neanche il tempo di rivolgersi al suo robot, che si era appena staccato dalla sua schiena, che quello già aveva bloccato il tempo. A lui non restò che lanciare il laccio della sfida. Preso. Il duello fu rapido. Il suo turno, quello dell’avversario, poi di nuovo il suo, e basta. 
Attivò la mano fotonica. Attraversò il corpo del ragazzo ed estrasse la solita sfera azzurrina. Il corpo del povero malcapitato cominciò ad invecchiare, dai vent’anni che doveva avere, superò in pochi secondi i novanta. All’inizio forse era stato impressionato, ma se quello era l’unica via per la salvezza di Hart allora non gli importava.
Esercitò una leggera pressione sul globo azzurrino e quello si distrusse in polvere argentea. Al suo posto non rimase niente, nessun rettangolo luminoso. Si era sbagliato, forse l’atteggiamento sospetto di quell’uomo era dovuto a qualcos’altro e non ad un controllo malvagio sulla sua mente. Aveva solo perso tempo prezioso che doveva recuperare subito, fece un cenno ad Orbital che stava per disattivare il rallentamento temporale quando lo vide arrivare. Correva trafelato ed al suo fianco svolazzava quello spettro azzurro. Yuma lo fissò intensamente e dovette intuire che non aveva trovato niente. Orbital fece riprendere al tempo il suo corso normale poi si attaccò alla schiena di Kite e volarono via. Yuma e Astral li guardarono andare, non provarono neanche a fermarli, per combattere ci sarebbe stato tempo, bastava solo attendere una settimana, al momento dovevano tornare dai loro amici.
Stavano già tornando sui loro passi quando si alzò un vento improvviso, si fermarono, Yuma allungò una mano davanti a sé, gli sembrò una cosa sciocca ma aveva la sensazione che andasse fatto. E la sua intuizione si rivelò corretta. Subito il forte vento si concentrò in un mini-ciclone, la cui punta era sul palmo di Yuma. Poi il ciclone cominciò a brillare costringendo i due a chiudere gli occhi, e quando li riaprirono il ciclone non c’era più, al suo posto un rettangolo luminescente, per un attimo pensò fosse la carta numero che Kite non aveva trovato, ma subito si ricredette, era di dimensioni diverse rispetto alle altre carte, quella era più lunga. Poi sulla carta apparve un disegno. Sembrava un folletto bianco con ali piumate o qualcosa di simile. Lo sfondo della carta era di colore viola, mentre il retro era rosso ed aveva disegnato una specie di cerchio con al centro una specie di sole e lateralmente una mezza luna gialla. Sulla faccia di fronte era apparsa una scritta ‘The Windy’.
- Che significa Astral?-  domandò Yuma, titubante.
- Non lo so Yuma, se non erro ‘wind’ in inglese vuol dire ‘vento’ e poiché su questa carta è scritto ‘The Windy’ mi fa dedurre che sia la ‘carta del vento’, ma è una cosa assurda nei miei ricordi non c’è nulla legato a queste carte, che però emana una potente aura positiva…-  Astral allungò una mano per cercare di toccarla e tutto quello che vide fu una grande luce, poi sentì una voce che diceva: “Clow Card… rovina…” la cosa non prometteva niente di buono, ma non lo disse a Yuma che sembrava già preoccupato di suo. Invece provò a chiedere il suo parere: - Sai che vuol dire, Yuma?-
Yuma non lo sapeva, di colpo non capiva più niente, voleva solo tornare dai suoi amici che aveva abbandonato nel bel mezzo di una discussione e dimenticarsi di quella carta, ma sapeva che non era possibile, e la mise in tasca… proprio ora che credeva di aver trovato quasi tutte le carte numero e di essere arrivato “alla fine dei giochi” compariva quel nuovo mistero… si ritrovò a dire, semplicemente: - La partita non è finita.-
Astral lo seguì senza dire nulla, e, in fondo, non c’era nulla da dire; in fondo, si trovava d’accordo con il ragazzo.
Nessuno dei due si accorse della ragazzina dall’altro lato della strada che si sbracciava per richiamare la loro attenzione.

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Sakura e Kero-chan erano subito partiti alla ricerca delle carte magiche. Avevano seminato il padre della ragazza con la scusa di un giro di ricognizione nella nuova città e poi avevano cercato di acuire al massimo i loro sensi magici. Eppure era strano, le carte ora appartenevano a Sakura, c’era il suo nome sopra, non sarebbero dovute scappare, a meno che una forza magica superiore non le avesse attirate altrove…
Alla fine era stato un vento fortissimo che aveva portato entrambi in una piazza, con al centro quello che somigliava in tutto e per tutto ad un cadavere. Di primo impatto non avevano visto niente, ma poi avevano notato un ragazzino che s’infilava in tasca una carta lunga e rosa. “The Windy” il pensiero attraversò rapido la mente di Sakura che corse ad attraversare, ma un camion le tagliò la strada, Kero-chan la tirò indietro e quando guardò di nuovo il ragazzino era lontano. La ragazzina si sbracciò per richiamare la sua attenzione, ma non servì a niente. Non la notarono. Né lui, né quel suo strano amico azzurro e fluttuante.
- E ora?-  domandò Sakura al suo folletto.
- Non so che dire… dovremmo cercare di rintracciare quel ragazzo, ma non potrebbe essere tanto facile… e poi non dimentichiamo che per quanto possa essere pacifica e tutto, Windy non sarebbe mai tornata “normale” in presenza di un umano qualsiasi, quindi quel ragazzino deve nascondere qualcosa e sono sicuro che quel qualcosa di speciale è collegato a quel suo compagno fluttuante, ma non capisco, nel libro, nelle carte, nelle profezie, non si parla di questo…-  si fermò perché vide che Sakura non lo ascoltava più. Aveva lo sguardo fisso dinnanzi a sé, ma guardava senza vedere, stava pensando ad altro, questo Kero-chan lo intuì subito, ma non poteva sapere che stava ricordando lo strano sogno che aveva fatto durante il viaggio in macchina mentre si avvicinavano a quella città, aveva sempre saputo di poter fare dei sogni premonitori, ma non pensava che quello c’entrasse qualcosa…
“Camminava su un sentiero di pietra, poi si ritrovava di fronte ad un immenso portone e c’era una strana voce, roca e profonda, che diceva: - Aprendo questa porta si otterrà un grande potere, ma bisognerà rinunciare a qualcosa di prezioso…- . Istintivamente si era portata una mano al collo, là dove c’era la chiave che le serviva per sciogliere il sigillo delle carte, e l’aveva stretta con forza. Aveva sentito la terra tremare. Poi si era svegliata.”
- Sakura, stai bene?-  Kero-chan aveva cercato di attirare la sua attenzione e lei aveva annuito. Aveva sempre confidato al folletto tutti i suoi sogni strani, ma quello voleva tenerlo ancora per sé, giusto un po’…
 Nel frattempo Kero-chan aveva visto un volantino attaccato al muro – in quella città super tecnologica usavano ancora i volantini attaccati al muro? Assurdo! – e lo aveva letto ad alta voce: - Carnevale Mondiale di Duelli. Si riuniranno tutti i migliori duellanti di carte.-
Sakura gli era stata subito accanto, aveva già capito cosa voleva dire Kero-chan, forse in un luogo con tante carte potevano esserci anche le loro. Solo che per accedere c’era una clausola, bisognava aver completato un intero cuore di cristallo ed ormai le iscrizioni erano chiuse, tutti i cuori già completi e i partecipanti selezionati.
Stavano già per rinunciare quando Sakura vide qualcosa di rosso scintillare nella mano del “cadavere”. Le parve una cosa sciocca, e anche immorale, ma si avvicinò lo stesso e glielo prese di mano. Lo osservò con attenzione e capì di avere avuto una giusta intuizione. Era un cristallo rosso a forma di cuore con una cornice dorata che stava comodamente nel palmo della sua mano. Non seppe chi glielo disse, ma sapeva che era il cuore di cristallo che serviva a partecipare. Lo mise in tasca senza stare troppo a pensarci, in fondo a quel cadavere non poteva servire, no?
Kero-chan era un po’ scettico, ma nella strada di casa convinse anche lui che era la cosa giusta da fare.
Prima di venire in quella città si era informata su cosa fosse il ‘duel monster’ e sapeva tutte le regole, quando aveva lottato con i suoi amici si era rivelata anche piuttosto bravina, ma c’era una cosa di cui necessitava assolutamente: un deck che fosse solo suo e che fosse in perfetta sintonia con lei, e per rimediarlo alla svelta sapeva che era necessario ritrovare quella carta, forse non sarebbe stato molto corretto nei confronti degli altri duellanti ma era necessario farlo. La sua caccia aveva di nuovo inizio.
- La partita non è finita.-  lo aveva già detto quel giorno, ma lo ridisse perché, vedendo il sole che tramontava, capiva che nient’altro avrebbe saputo racchiudere tanto bene il significato di quella giornata. Non sapeva quanta ragione avesse.

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- Dannazione! Mi è scappato di nuovo!-
- Che facciamo ora, ispettore?-  
- Lo inseguiamo no? Che state aspettando, insomma!-
E mentre la sala si svuotava di poliziotti un’ombra nera si tolse il telo nero che la copriva rivelando un ragazzo di poco meno di vent’anni completamente vestito di bianco con tanto di monocolo e cappello a cilindro: - Il manichino telecomandato funzione sempre, vedo…-  estrasse dalla tasca la refurtiva di quella sera, un gigantesco diamante, e lo ammirò alla luce della luna. Scintillò azzurro, non rosso. Un altro buco nell’acqua. Lo rimise a posto. Uscì.
Fuori, ad aspettarlo, c’era un’auto bianca con il motore acceso. Salì senza dire una parola e cominciò a cambiarsi. Quando furono lontani dal luogo del furto, si decise a parlare: - Sinceramente, non so più che fare… ogni volta che credo di aver trovato ciò che cercavo mi sbaglio… ho la sensazione che non riuscirò mai a vendicare mio padre…-
- Ehi-  disse l’uomo anziano alla guida - non si dimentichi che suo padre era un ladro internazionale, forse ciò che cerchiamo non è qui, a Tokyo, forse potrebbe essere…-  e allungò al ragazzo sul sedile posteriore un volantino. C’era scritto: ‘Carnevale Mondiale di Duelli’. Il ragazzo lesse il foglio e sembrò accendersi di speranza, poi dovette notare la clausola, ma il vecchio precedette una qualsiasi sua domanda dandogli anche un cuore di cristallo rosso: - Forse uno di questi cuori di cristallo rosso può essere Pandora che stiamo cercando… questo è solo un prototipo, ma gli altri dovrebbero essere veri, quindi perché non provare?-
- Ma come?-
- Signorino, non si dimentichi chi tra noi due in realtà è stato il secondo Kaitou Kid- .
Il “signorino” annuì: - Sei grande, Jii-chan!-
- E sa che vuol dire questo, signorino?-  domandò quello che rispondeva al nome di Jii-chan.
Il “signorino” annuì ancora. Proprio ora che stava perdendo tutte le speranze aveva una nuova possibilità, non si sarebbe arreso: - La partita non è finita-  disse. Conosceva il duel monster e il suo deck “speciale” lo aveva reso praticamente invincibile, non avrebbe perso. Ora non gli restava che fare i bagagli, congedarsi dagli amici e partire per Heartland City.
- Ah, c’è un ultima cosa…-  disse il vecchio - il suo nuovo Duel Gazer-
Il ragazzo lo fissò, assomigliava molto al monocolo che indossava quando era Kaitou Kid, c’era anche la stessa cordicella, ma sapeva che quello gli avrebbe permesso di vedere la “realtà aumentata”; si domandò se non fosse un po’ avventato usarlo, ma in fondo dove stavano andando non era possibile che lo conoscessero. E poi non sarebbe stato tanto stupido da presentarsi come Kaitou Kid il ladro del chiaro di luna, ma avrebbe usato la sua identità da normale Kaito Kuroba il mago del chiaro di luna.

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La luna splendeva alta nel cielo, bianca e piena. Un senso di quiete e di pace avvolgeva la città di città di Heartland. Tutti dormivano tranquillamente.
Ad un certo punto ci fu un lampo di luce, fu un istante, ma squarciò la cortina di tenebre. Quando la luce si diradò al suo posto lasciò una giovane ragazza che doveva avere all’incirca 16 anni. Aveva lunghi e fluenti capelli argentei e uno strano simbolo di mezzaluna gialla sulla fronte. Indossava una lunga tunica bianca, piedi scalzi. Unica nota di colore una spilla dorata a forma di cuore con delle alucce bianche appuntata sul petto. Aprì gli occhi, occhi azzurri e limpidi come il cielo in una giornata di primavera, eppure spenti. Si guardò in torno. Non ricordava niente, né chi era, né cosa ci facesse lì. Il simbolo sulla sua fronte si illuminò, quando si spense era scomparso e i capelli della ragazza erano diventati biondi. Si portò una mano alla fronte ma non avvertì il calore di prima.
Anche i suoi vestiti erano cambiati, la tunica si era accorciata appena sopra il ginocchio e adesso portava delle ballerine allacciate alla caviglia con un accenno di tacco bianche, unica cosa rimasta uguale la spilla.
Guardò di nuovo intorno e questa volta davanti a sé trovò alcune cose: un mazzo di carte da un lato tutte uguali – una specie di vortice nero-marrone – e dall’altro con dei strani disegni che le sembravano familiari, una cosa strana a forma di mezzaluna (un duel disk uguale a quello di Kite ndme), e un piccolo cuore di cristallo rosso, lo prese in mano e vide che stava comodamente nel palmo, anche quello le ricordava vagamente qualcosa…
“Chi sono io?”si domandò e portò una mano alla spilla che stava cominciando a brillare ed emanava uno strano calore. La risposta le attraversò come un lampo la mente ed arrivò alle sue labbra senza che neanche la formulasse: - Io sono Usagi Tsukino-  disse, nessuno poteva confermarglielo ma sapeva che era così.
Afferrò il duel disk – d’un tratto sapeva anche cosa fosse – mise il mazzo di carte in una cintura apparsale magicamente in vita e in un’altra tasca della cintura inserì il cuore.
L’unica cosa che ricordava era un’enorme esplosione, nient’altro. Aveva creduto di essere morta, ma invece era ancora lì, viva, evidentemente c’era ancora qualcosa da fare per lei su quel pianeta azzurro, la Terra. Alzò lo sguardo verso la luna, splendeva come non aveva mai fatto prima: - La partita non è finita-  si disse, l’astro bianco, naturalmente, non rispose, ma per lei fu come se lo avesse fatto.
Senza sapere esattamente dove stesse andando a quell’ora di notte, s’incamminò per quei vicoli bui, illuminati solamente dalla luce bianca della luna piena.

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- Ma cosa…?-  il fantasma azzurro che accompagnava sempre Yuma si materializzò di colpo nella stanza del ragazzo, non era stato lui a decidere di lasciare la chiave, l’unica cosa che ricordava era stata un’immensa luce bianca, poi si era ritrovato lì. Senza badare al russare di Yuma svolazzò fino alla finestra aperta e guardò fuori: il buio era totale, eccezion fatta per la luna piena che splendeva bianca e luminosa, nonostante il tempo che aveva passato sulla Terra era sicuro di non averla mai vista così bianca e luminosa, era certo che stesse succedendo qualcosa, anche se non avrebbe saputo dire cosa… forse l’avvenimento era collegato a quella strana carta che avevano ritrovato quel pomeriggio… con troppi interrogativi senza risposta nella mente tornò a rintanarsi nella chiave, l’unico posto che in quel momento gli sembrava veramente sicuro.

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- Mr. Heartland, mr. Heartland!-
- Che c’è? Che c’è? Insomma!-
- C’è un problema, mr. Heartland…-  disse l’uomo che era venuto a svegliarlo di colpo nel cuore della notte - al conteggio dei cuori di cristallo, i prototipi che avevamo preparato per decidere bene la grandezza e tutto, mancano dei pezzi, all’incirca una decina!-
- E tu mi svegli per una cosa tanto sciocca? Torna a dormire che è meglio!-  non appena l’uomo fu uscito mr. Heartland rimase solo con i suoi pensieri: avrebbe dovuto arrabbiarsi e mandare qualcuno a cercare i colpevoli o lasciare che le carte numero venissero a lui – perché, naturalmente solo chi è sotto il controllo di una carta numero farebbe una cosa del genere – scelse la seconda, e tornò a dormire.

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Spazio autrice:
 
Sì, ammetto di essermi divertita ad incasinarvi le idee, ma ora torniamo a noi.
Scommetto che vi siete persi cronologicamente: allora, per “Yu-Gi-Oh Zexal” iniziamo da dopo l’episodio 50.
Per “Card Captor Sakura”dalla fine della prima serie, del manga, stando a Wikipedia il primo arco narrativo nel manga si conclude intorno al volume 5, ed è da lì che inizieremo perché le carte non sono ancora “diventate rosa”. Unica nota: nonostante la parte di Sakura inizi da dove vi ho detto fate finta che ci sia stato una specie di periodo di stallo per cui la ragazza frequenta le medie.
Per “Pretty Guardian Sailor Moon”parto dalla fine del manga ma con una modifica: Eternal Sailor Moon riesce ad assorbire tutto Chaos in sé stessa e decide, poi, di buttare la sua vita e di rinascere perché non è stata in grado di salvare i suoi amici. Rinascendo perde tutti i ricordi della sua vita precedente che si trasformano nelle nuove carte numero che trova Kite (e che quindi non hanno niente a che fare con i Bariani!).
Per “Magic Kaito, The Phantom Thief”non c’è un punto preciso, al momento inizia dall’ultima storia che Gosho ha scritto su di lui ma alla fine non è molto importante.
 
E ora alcune note-precisazioni:
Il tizio a cui Kite prova a rubare la carta ma non trova niente faceva parte del gruppo che aveva rubato i cuori, eppure nel gruppo nessuno è controllato dalle carte numero, quindi mr. Heartland si sbaglia. Nel gruppo non è compreso Jii-chan che ha rubato a parte, sempre non posseduto da nessuna carta numero. Non credo che avessero mai creato dei cuori-prototipi ma non m’importa, io li metto.
Perché se Usagi ha perso la memoria ed è rinata non le ho cambiato nome? Perché altrimenti nessuno l’avrebbe riconosciuta e avrei creato solo ancora più confusione.
Infine, ho messo spoiler tra le note, non perché metterò troppe anticipazioni, ma nel caso dovesse accadere vorrei fosse pronti e coscienti.
 
Infine alcune anticipazioni:
Nel prossimo capitolo Kaito Kuroba saluterà i suoi amici tokiesi(?) e partirà per la città di Heartland, solo soletto con Jii-chan.
Usagi Tsukino incontrerà il cacciatore di numeri che ha appena prelevato una carta numero e curerà facendo rivivere il “cadavere” suscitando lo stupore di Kite non solo per quello che ha fatto ma anche perché si muove tranquillamente con il rallentamento di tempo, nonostante non abbia con sé alcuna carta numero.
Sakura andrà alla ricerca di quella carta (meglio nota come “The Illusion”) per costruirsi il deck perfetto.
In tutto questo Yuma non farà granché… sono cattiva lo so! XD



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