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Autore: KiraKira90    24/07/2013    2 recensioni
Una profezia sul potere, una femmina testarda ed un principe orgoglioso...
Sullo sfondo di un'imminente battaglia i vecchi nemici devono unirsi e amicizie preziose rinsaldarsi.
Quattro anni dopo la morte di Naraku, l'avanzata di un esercito straniero si fa inesorabile e l'Ovest ha solo una scelta: resistere!
Genere: Azione, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Nuovo personaggio, Sesshoumaru, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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27. Affrontare

“Affronta te stessa, fanciulla dorata. Solo così potrai affrontare il tuo nemico …”.

 

 

 

Era nuovamente tutto buio ed un improvviso silenzio l’aveva avvolta.
Le ultime parole di Bokuseno però, le rimbombavano ancora nella testa.
Quel monito continuava a tormentarla …
Era riuscita a riprendersi da quelle emozioni improvvise, ma subito svariate consapevolezze l’avevano assalita.
Ogni dubbio su ciò che le stava accadendo era svanito: quell’essere l’aveva intrappolata in sé stessa, nella parte di lei che più aveva fatto sprofondare.
Il suo passato, un passato che fino a poco prima riteneva lontano e che ora l’aveva circondata. Non aveva vie di fuga!
Respirò a fondo, sentendosi svuotata di qualsivoglia energia. Non voleva.
Tutto, ma non rivedere quei volti, respirare quei luoghi e soprattutto quegli eventi …
Tutto ma non quella sofferenza che credeva di aver sepolto e che era ritornata in superficie con facilità inaudita.
Sospirò pesantemente. Il suo animo era ricolmo di contrasti e lo sentì gravare sul suo corpo come non mai.
La situazione le risultava ormai chiara. Bokuseno non l’avrebbe lasciata andare, se non seguendo il percorso che aveva preparato per lei.
Avrebbe dovuto trovare la forza per compierlo oppure rassegnarsi a rimanere per sempre in quel limbo.
Una parte di lei era fermamente disposta ad abbandonarsi definitivamente, ma quella che più premeva per emergere era un’altra.
Il desiderio di sconfiggere il suo nemico le rodeva il petto e le impediva di arrendersi. Era ormai decisa a finire per sempre quella fuga, quella battaglia.
Lo avrebbe affrontato e si sarebbe fermata solo con la sua o la propria morte. Socchiuse gli occhi. Le aveva portato via ogni cosa e continuava a farlo.
La sua ombra l’avrebbe perseguitata ovunque, anche in quel baratro. Ormai rimaneva solo una decisione che ritenesse degna: combattere.
Cercò di raccogliere le forze e si alzò sulle gambe traballanti. Si concesse qualche istante e poi lo gridò a gran voce: “Bokuseno, muoviti!”

***

Si trovava nuovamente in quel palazzo e l’aria profumava ancora di primavera.
Stavolta però cercò di non distrarsi troppo nell’ammirare i nostalgici panorami.
Ora sapeva dov’era, ma soprattutto ne conosceva il motivo.
Iniziò a vagare nei corridoi, in cerca di voci o volti familiari.
Voleva porre fine prima possibile a quell’esperienza …
Il palazzo pareva deserto e non poté far altro che chiedersi in che momento preciso si trovasse.
Cercò di ricordare le consuetudini della sua famiglia, temendo che fosse trascorso troppo tempo per riuscirvi.
Rispolverò con disappunto le sue memorie e ripensò alle udienze tenute nella sala del trono.
Spesso si intratteneva laggiù, dietro i padiglioni a giocare, mentre i suoi genitori erano alle prese con le incombenze di governo.
Decise di dirigersi in quella sala, lasciando che fossero i ricordi del suo corpo a guidarla.
Iniziava a rammentare quell’intrico di corridoi e le direzioni ove portavano. Una parte di lei ne fu lieta.
Ci volle un bel po’ prima di raggiungere quella stanza e approfittò del tragitto per rimirare dettagli e piccolezze che aveva scordato da tempo.
Era casa sua!
Quello era il luogo della sua infanzia e per quanto si sforzasse di reprimere qualsiasi accenno di sentimentalismo, non ne era del tutto in grado.
Sospirò, ancor più confusa della sua presenza fra quelle mura passate, e senza rendersene conto si ritrovò dinanzi le pesanti porte del trono.
Allungò la mano, quasi impaurita dalla loro imponenza, e ne accarezzò il legno ruvido e intarsiato. Quei disegni …
Da fanciulla passava ore a seguirne gli arabeschi.
Improvvisamente sotto al suo tocco la porta divenne luminosa, accecandola. Come era già accaduto in precedenza si ritrovò avvolta dal forte bagliore.
La luce si affievolì lentamente, mentre voci e persone si materializzavano. Era nel posto giusto!
Suo padre sedeva fiero sul trono, guardando dall’alto i presenti. Sua madre gli sedeva al fianco, algida ed eterea come sempre in quelle occasioni.
Mya sentì il cuore accelerarle nel petto: nonostante tutto, la loro immagine riusciva ancora a suscitarle profonda ammirazione.
Si sentì nuovamente una bambina e se ne vergognò un po’. Poi, neanche a farlo apposta, scorse sé stessa.
Stava facendo capolino da dietro il bracciolo della madre, con gli occhi vispi e curiosi di tutti i fanciulli.
Mya si stupì di vedersi lì in mezzo, erano occasioni rare quelle in cui aveva presenziato a quell’età.
Sbarrò gli occhi, indossava l’abito e i kanzashi da cerimonia, gli stessi con cui stava scampando dalla madre nella visione precedente.
Una forte consapevolezza la travolse. Si mise alla febbrile ricerca di un viso, di una presenza fra la folla e la vide!
L’Eremita! La profezia!
Quel giorno aveva cambiato tutto …
Lo vide farsi avanti, affermando come allora di essere portatore di visioni dal Monte Fuji, stringeva due spade fra le mani.
Non ebbe bisogno di guardarle per capire che erano Konohana e Sakuya. Proprio come rammentava, lo youkai parlò ancora, rivolgendosi alla piccola sé stessa.

Mya, somma Hime di queste terre, accetta questo dono e ascolta le mie parole!
Tu, signora di demoni e dominatrice di terre, custode di prosperità e successi, grandi cose ho visto nel tuo futuro …
Sarai colei che sola potrà guidare un valoroso condottiero alla grandezza del dominio.
Venerabile fanciulla dall’immenso destino. La magnificenza ti attende … ”


Mya sentì prudere le mani. Se solo l’avesse avuto davanti, in carne ed ossa, gli avrebbe reciso la testa.
“Ciarlatano.”sibilò a denti stetti. “Quale grandezza e splendore vedi per me, ora?!”gridò furiosa, pregando in cuor suo che la visione svanisse.
“Menzogne!”ringhiò. “Solo menzogne!”sbraitò ancora, stringendo i denti con forza.
Le immagini vennero inghiottite nell’oscurità e un rivolo di sangue le uscì dalla bocca.


***

Dunque era questo che Bokuseno le stava mostrando? Gli episodi che più ne avevano segnato l’esistenza?
“Sentiamo, Bokuseno!” lo chiamò a gran voce. “Cos’altro hai intenzione di mostrarmi?”chiese rabbiosa. “Tocca alla morte di mia madre, ora?”
Se c’era una cosa che non aveva mai potuto scordare era stato quel giorno. Quella piacevole giornata d’estate, in cui entrambe si erano dirette al lago della loro regione.
Era un piccolo rituale di famiglia, a cui il padre si univa non appena ne aveva l’occasione. A tal fine, sulla riva era stata costruita una residenza estiva: un luogo dove poter sfuggire ai doveri di palazzo. In quel luogo, calmo e accogliente, Mya aveva trascorso gran parte delle estati della sua felice infanzia, finché …
La yasha rammentò di colpo il piccolo molo che si affacciava sulla costa e dell’ultima volta in cui vi era stata. Scrollò la testa. Non desiderava rivivere quel momento!
Purtroppo per lei quello non era l’unico ricordo a tormentarla, ve ne erano altri, forse peggiori. Riversò la collera che sentiva nella voce, continuando a inveire contro la centenaria magnolia.
“O forse preferisci andare oltre? Vuoi mostrarmi gli anni della mia adolescenza, in cui mio padre mi preparava al mio grandioso destino?” ironizzò. “Quando non faceva altro che addestrarmi all’arte della guerra? Quando non faceva altro che inculcarmi l’amore per me stessa e per quello che avrei dovuto rappresentare?”in un moto di furia sputò a terra. “Stupidaggini!”sibilò. “Guardare gli altri dall’alto al basso non mi è servito a nulla!”esclamò, quasi ringhiando. “Anzi!”parve calmarsi. “Perché non andare direttamente al dunque? Al mio palazzo che brucia, alle grida di chi vi era rimasto intrappolato e alla mia impotenza, mentre il cadavere di mio padre diviene cenere?” lo esortò. La rabbia divenne incontenibile e, per la foga che sentiva, scoppiò in lacrime. “Quella dannata profezia è stata la causa di tutto!”si disperò. “Delle invidie, delle brame e dei rancori …”
Bokuseno non s’intromise in quel tumulto di pensieri e di parole, ma lasciò che Mya continuasse a sfogare la sua frustrazione.
“Ha spinto quel mostro a portarmi via ogni cosa, tutto ciò che per me avesse un qualche valore …”proseguì con la voce rotta dai singhiozzi. “Vuoi che ammetta questo a me stessa?”
Non ricevette ancora replica e si spazientì. “Rispondimi!”ringhiò. Il demone non disse nulla, ma l’oscurità in cui era immersa svanì improvvisamente.
Senza volerlo, Mya si ritrovò a fissare l’ipnotico effetto del sole sull’acqua e capì. Non avrebbe avuto sconti in quel percorso.

“Mamma guarda! Guardami!Galleggio!!”

Due labbra rosse e gentili …

“Sei bravissima tesoro!”


“Dunque è così …” mormorò sfinita, lasciando che nuove lacrime le rigassero il viso.
Quello era l’ultimo sorriso di sua madre …

 

***

 

Dopo l’avvenimento della giornata Miroku aveva ritenuto saggio ritrovarsi quella sera stessa.
Sedevano in circolo, dinanzi il focolare di Kaede, e dopo una breve spiegazione avevano incominciato a scambiarsi pareri sul da farsi.
“Non posso credere che Sesshomaru sia stato ridotto così …” constatò allibita Sango.
Miroku mugugnò fra sé, prendendo nuovamente la parola. “Quello che più mi preoccupa è chi sia stato.”
Quelle parole fecero cadere il silenzio e una strana angoscia nacque nell’attesa.
“Il Signor Sesshomaru in che condizioni è?” domandò Kohaku, preoccupato da quanto aveva appreso.
“Non buone.” osservò Kagome. “Non conosco esattamente i tempi e le modalità di guarigione dei demoni, ma …”
La miko si voltò leggermente verso Inuyasha, che si era tenuto in disparte per tutto il tempo.
Il suo volto era teso ed avvilito, il suo sguardo perso nel vuoto e le orecchie lievemente abbassate … Poteva ben intuire a cosa stesse pensando, quale fosse la sua reale preoccupazione. Lo conosceva sin troppo bene per non capire il suo stato d’animo.
Inuyasha?” lo chiamò con dolcezza, destandolo dai suoi pensieri. “Vuoi aggiungere qualcosa?” gli chiese.
L’hanyou si voltò, incrociando gli sguardi dei presenti. Tutti parevano in attesa del suo parere, ma cosa mai avrebbe potuto dire?
Una gran confusione gli affollava la mente. Emozioni contrastanti di cui non conosceva l’origine. Per lui, poi?
S’irritò nel constatarlo. “No. Non c’è altro da dire.” Sbottò infastidito, uscendo dalla capanna.

 

 

-continua-

 

 

ANGOLINO AUTRICE: Saluti e chiarimenti

Finalmente eccomi di nuovo qui! Evviva! Non credevo davvero di riuscirci stavolta: troppo caldo, e troppo poco tempo libero per i miei gusti.
Eppure sono riuscita a sfornare il nuovo capitolo e non vedo l’ora di sapere cosa ne pensate. Spero di essere riuscita a diradare molti dei dubbi che avevo istillato.
Mi riferisco in particolare al capitolo in cui Mya sviene, ripensando alla madre. “Bei tempi quelli, vero Mya?” XD
Scrivendo mi sono resa conto che avrei materiale necessario per un prequel volendolo, ma per ora non credo che mi dilungherò ancora sulle visioni del passato dell’
Au.
Lentamente ci stiamo avvicinando alla battaglia finale, ma ora abbiamo un altro problema da risolvere! Che ne sarà di Sesshomaru?
Sperando di essere in grado di aggiornare in tempi rapidi, ringrazio tutti voi lettori per il sostegno e mi scuso come al solito per le lunghe attese a cui vi costringo.

Un bacio. KissKiss KiraKira90

 

   
 
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