Lei era solo il fantasma bianco della morte, quella che ammazzava i crucchi con un sol colpo. Eppure la sua bravura l'aveva tradita, il suo innato senso della sopravvivenza, del vivere la vita fino all'ultima goccia non le aveva lasciato scampo. Lei era la ragazza dai capelli color della pece, lei era Tamar.
Il suo incubo si chiamava Willhelm, ufficiale d'alto rango delle SS, una delle guardie personali dello stesso Fuhrer dagli occhi nocciola e i capelli di un biondo innaturale.
I due opposti si odiano al punto da desidarare l'uno la morte dell'altro ardentemente, senza ripensamenti.
Ma qualcosa in entrambi cambia totalmente, e l'idea che prima avevano d'entrambi viene spazzata via, come una folata di vento.