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Autore: shesbroken    24/07/2013    0 recensioni
«Meriti di essere baciata sempre come se fosse la prima volta.» Disse più seriamente,
prima di trafiggermi con lo sguardo. Avrei sempre amato quegli occhi verdi. «Ma cosa più
importante, meriti che ogni giorno ci sia qualcuno al tuo fianco che ti ricordi quanto ti ama.»
Cap. 30
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'I can be your hero baby.'
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CAPITOLO 29
Would you swear that you’ll always be mine?



Tutto era pronto. I parenti più stretti che erano venuti a farmi visita, le mie migliori amiche avevano già iniziato a recarsi in chiesa, Gemma aveva raggiunto Harry a casa nostra e io ero rimasta in camera di mia madre a guardare l'immagine riflessa allo specchio. Non potevo ancora credere a quante cose fossero cambiate nel giro di così poco tempo. «Qua siamo pronti per partire.» Disse mia madre, cogliendomi alla sorpresa, mentre teneva tra le braccia la mia piccola Mia. Lucas, William e mio padre avevano deciso di aspettare al piano inferiore. «Devo ammetterlo, questa bambina è anche più bella della mamma.» Dissi avvicinandomi alla piccola, che iniziò a dimenarsi tra le braccia di mia madre non appena la toccai. Con quell'abitino celeste era una visione paradisiaca. «E che ne dici della damigella d'onore.» Disse mia madre, pavoneggiandosi nel suo abito blu notte. Sembrava essere ringiovanita di dieci anni. «Perfetta, ma la più bella rimane in assoluto Mia.» Dissi prendendo la bambina tra le mie braccia, per poi iniziare cullarla come piaceva a lei. Gli occhi verdi iniziarono a fissarmi, anche se si sa, i bambini così piccoli non riescono ancora a vedere nitidamente, e le manine iniziarono a toccare il corpetto del mio abito, come se cercasse di dirmi qualcosa. «Vuoi aspettare ancora un po'?» Mi chiese mia madre, dopo qualche secondo di silenzio, risvegliandomi dai miei pensieri. Non appena vidi il suo volto sorridente, i suoi occhi illuminati, capii che era tempo. «Andiamo.» Dissi semplicemente. Harry mi stava aspettando. Per l'occasione, io e mio padre avremmo raggiunto la Chiesa a bordo di una limousine, a differenza di mia madre, Lucas e William che avevano deciso di utilizzare la loro macchina. Non erano decisamente abituati a cose troppo plateali. Nemmeno io lo ero mai stata, invece tutto era cambiato. Ripensai al mio fidanzamento con Alex, ai pianti nel cuore della notte, ai battibecchi con le mie migliori amiche. Insomma, ripensai alla mia normale vita da adolescente. La mia vita prima di conoscere Harry. «Agitata?» Mi chiese mio padre, stringendo per un momento la mia mano, mentre io distoglievo lo sguardo dal paesaggio al di fuori del finestrino. Lui mi conosceva meglio di chiunque altro. «Emozionata.» Dissi accennando un sorriso, prima che il silenzio si impadronisse di nuovo dell'atmosfera. Entrambi non sapevamo cosa dire. Era arrivato il momento.
Non appena arrivammo nel piccolo paesino alle porte di Londra, tirai un lungo respiro insieme a mio padre, e non appena la macchina si fermò, restammo per un momento lì, immobili, ad osservare il sagrato della Chiesa ormai vuoto, prima di scendere dall'auto. I paparazzi erano stati tenuti a debita a distanza grazie alla sicurezza, e lo stesso si poteva dire delle fan impazzite che non appena mi videro iniziarono ad urlare il mio nome. Io d'altro canto le rivolsi un saluto e un sorriso accennato, prima di iniziare a salire le scalinate che mi avrebbero portato all'ingresso della Chiesa, dove trovai ad attendermi mia madre e le mie due bellissime damigelle. «Ti stanno aspettando.» Disse Dana, trattenendo le lacrime, mentre mia madre e Chloe mi sorridevano amabilmente. Nel frattempo, iniziai a sentire i violini intonare "Hero", la nostra canzone, così, prima che potessi dire qualcosa, le mie damigelle iniziarono a percorrere la navata, mentre io, avvinghiata a mio padre, cercavo di rimanere lucida. Harry mi stava aspettando. «Pronta?» Mi sussurrò mio padre, risvegliandomi dai miei pensieri, prima che io annuissi, accennando un sorriso. Non appenana misi piede nella Chiesa, tutti i presenti si voltarono, ma inutile dire che io ebbi occhi solo per Harry. Il suo smoking blu aderiva perfettamente al suo fisico scolpito e senza neanche volerlo, mi ricordai tutto. Mi ricordai del nostro primo incontro, del primo appuntamento a cui ero stata costretta ad andare, della prima uscita di gruppo insieme al resto dei ragazzi. Mi ricordai di tutte i suoi abbracci, di tutte quelle parole spese per farmi sorridere, del nostro primo bacio. Mi ricordai di tutti gli addii in aereoporto, di quella volta in cui avevo pensato che non c'era più speranza per il nostro futuro, della sua mano intrecciata con quella di Margaret. Mi ricordai del mio cuore spezzato. Ma per fortuna, tutto si era risolto per meglio. Ero tornata con Harry, avevamo avuto un'altra chance per essere felici e come una sciocca io ero riuscita a buttarla via. Mi ricordai delle lacrime versate quando gli avevo mentito dicendogli che amavo un altro. Mi ricordai della mia permenenza a Parigi, delle notte insonni e infine mi ricordai del ritorno di Harry. Lui non aveva mai smesso di credere in noi e mai l'avrebbe fatto. Riuscivo a leggere nei suoi occhi tutto l'amore che provava per me. Il modo in cui mi guardò mentre attraversavo la navata, mi lasciò senza fiato. Lui era tutto ciò che avevo sempre desiderato. Le sue labbra si lasciarono scappare un sorrisino malizioso non appena intrecciai la mia mano con la sua, mentre gli occhi verdi continuavano a scurtarmi curiosi. «Fratelli e sorelle, siamo qui riuniti oggi per celebrare l'unione di Harry e Victoria. Chi ha qualcosa da dire parli ora o taccia per sempre.» Predicò il prete, mentre io ed Harry continuevamo a guardarci come se fosse la prima volta. Come se tutti i problemi, i litigi, non fossero mai esisti. In quel momento eravamo solo io e lui. Un'adolescente qualsiasi e una superstar innamorata. «Sei bellissima piccola.» Mi sussurrò Harry all'orecchio, poco prima che il parrocco ci invitasse a sederci. Nulla potrebbe comparare quel momento.
La messa fu lunga e noiosa, e francamente avrei preferito saltare tutte quelle preghiere e arrivare subito al dunque, ma non appena sentii il parroco dire che era arrivamo il momento delle promesse, sentii un nodo formarsi in gola. Avevo preparato un discorso dettagliato e preciso, ma nonostante tutto, non appena mi alzai, incrociando così gli occhi verdi di Harry, decisi di improvvisare. Sarebbe stato tutto più semplice. «Beh che dire, avevo preparato un discorso, ma penso che parlare col cuore sia decisamente meglio che ripetere qualcosa che ho studiato per giorni.» Dissi catturando l'attenzione dei presenti, che fino a quel momento non avevano smesso di parlare tra di loro. «Come saprai sono sempre stata un'adolescente piena di dubbi che non sapeva cosa farsene della sua vita, un'adolescente ferita che non aveva mai saputo cosa fosse il vero amore, ma ora lo so.» Dissi cercando di trattenere le lacrime, mentre gli occhi di Harry si facevano lucidi. «Sono innamorata di te, voglio passare la mia vita insieme a te e voglio che tu sappia che dopo tutti i litigi, dopo tutte le litigate nel cuore della notte, ho capito che nessuno potrà mai comparare te. Io appartengo a te, come tu appartieni a me.» Dissi per poi tirare un lungo respiro profondo, mentre Harry si mordeva al labbro, cercando di trattenere i suoi istinti. Sapevo che se solo avesse potuto, mi avrebbe preso in spalla e mi avrebbe portato in un posto appartato dove saremmo potuto rimanere soli. «Harry?» Chiese il prete, risvegliandoci dai nostri pensieri, mentre il ragazzo cercava le parole giuste da dire. «Beh, mi dispiace, ma io non me l'ero proprio preparato il discorso.» Disse facendo ridere sia i presenti che me. Dovevo aspettarmelo. «Ma non penso servano parole per farti capire quanto ti amo. Non sono mai stato il tipo da una relazione stabile, ma non perchè non la volessi, certo, ma perchè pensavo che infondo non era una cosa poi così importante. All'epoca non avevo ancora conosciuto te.» Diss stringendo la presa sulla mia mano, mentre io cercavo di trattenere le lacrime, continuando a sorridere dolcemente. «So di non essere perfetto, so che ti farò arrabbiare per i prossimi cento anni, ma credimi sempre quando ti dirò che ti amerò per sempre, perchè è la verità, e credimi quando ti abbraccerò e ti dirò che non ti lascerò mai andare. Tu e Mia siete la mia vita ora.» Disse concludendo il discorso, mentre una lacrima mi rigava, senza volerlo, il volto. Subito dopo il prete fece raggiungere mio fratello sull'altare, per portarci le fede. Con mano tremante Harry prese la mia, per poi infilarla al mio dito pronunciando le fatidiche parole. «Io Harold Edward Styles, prendo te, Victoria Ferrari, per amarti ed onorarti, in salute e in malattia, finchè morte non ci separi.» Disse con la voce rotte dal pianto, prima che io facessi lo stesso. «Io Victoria Ferrari, prendo te, Harold Edward Styles, per amarti ed onorarti, in salute e in malattia, finchè morte non ci separi.» Dissi prima di alzare lo sguardo verso gli occhi del ragazzo, che erano diventati praticamente rossi dalle lacrime. La sua mano intrecciata alla mia, continuò a tremare mentre io cercavo di tranquillizzarlo. Stavamo provando entrambi così tante emozioni. «Quindi vuoi tu Harold Edward Styles, prendere la qui presente Victoria Ferrari come tua legittima sposa?»«Lo voglio.» Disse senza neanche dargli il tempo di finire la domanda, facendo ridere i presenti che iniziarono a parlare tra di loro. «Bene, e vuoi tu Victoria Ferrari, prendere il qui presente Harold Edward Styles come tuo legittimo sposo?» Chiese, prima che io lasciassi passare qualche secondo dalla risposta, facendo spaventare volontariamente il ragazzo. «Certo che lo voglio.» Dissi sorridendo, facendo riprendere colore al ragazzo, che di colpo era sbiancato. «Con il potere conferitomi dalla Chiesa, vi dichiaro marito e moglie. Puoi baciare la sposa.» Disse il prete entusiasta, prima che il ragazzo facesse schiantare il mio corpo contro il suo. «Me la pagherai.» Mi sussurrò, prima di iniziare a baciarmi, davanti al piccolo gruppo di parenti che iniziarono subito ad applaudire. Tutto era perfetto. Harry mi apparteneva ed io appartenevo a lui.

Vic Bride
   
 
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