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Autore: Aniel_    28/07/2013    6 recensioni
«Misha.» lo corresse il falso Cas, sorridendo. «Misha è meglio.»
«È un nome da femmine.»
«Detto da uno che si chiama Jensen è un complimento!» ironizzò Misha, tirando fuori il cellulare da una tasca del grembiule. «E poi Misha non è femminile. Non c'è la c.»

Dall'universo di "The French Mistake"
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Dean Winchester
Note: AU, Nonsense | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Fandom: Supernatural
Pairing/Personaggi: Dean/Castiel (accennato) Jensen/Misha (accennato), Dean/Misha
Rating: SAFE
Genere: introspettivo, commedia
Warning: slash, nonsense, AU

Betavampiredrug (l'ha letta in anteprima e mi ha chiesto se mi fumo i biglietti del treno. Uhm)
Words: 1128 (fiumidiparole)
Note: scritta per la M1 del COW-T 3.5 di maridichallenge. Non c'è un fondamento logico dietro tutto ciò, che sia chiaro. Il titolo della fic riprende quello del film "Love and Other Drugs"
Disclaimer: nessun personaggio mi appartiene,  nemmeno Misha, il che è un vero peccato. 


Twitter and Other Drugs

 

 

 

Dean non era affatto arrabbiato. Perché avrebbe dovuto esserlo, dopotutto?
Era stato catapultato in un universo alternativo in cui la sua vita non era altro che uno stramaledetto show televisivo.
Era stato costretto a recitare per tutto il pomeriggio (lui che di recitazione non ne sapeva nulla; lui che l'unica parte che aveva interpretato era stata, all'asilo, quella di un albero. Per grazia di Dio era un albero muto.)
Aveva dovuto salutare Sam per la notte perché, a quanto sembrava, "Jared" aveva qualcuno a casa ad aspettarlo, e poco importava che fosse l'adorabile attrice che in quello strano mondo aveva interpretato Ruby nella "quarta stagione", perché in fin dei conti ciò che davvero importava era una sola cosa: erano bloccati lì e Sam - o Jared?- quella notte avrebbe scopato in una vasca piena di champagne... e Dean no.
Dean non era arrabbiato, dopotutto non solo Jensen Ackles non abitava in America, ma gli ci erano volute quattro ore di macchina per raggiungere il suo appartamento e, no!, Dean non era abituato ad avere un Clint di ottocento chili a guidare un'auto che non fosse l'Impala al posto suo, grazie tante.
Quindi no, Dean non era per niente arrabbiato.
Arrabbiato era riduttivo. Molto riduttivo.
Salutò Clint, Clif, chiunque fosse quel baffuto autista, e salì le scale che conducevano al suo appartamento - ultimo piano, ascensore fuori uso, ovviamente!- e quando aprì la porta con una toppa di chiavi dal portachiavi rosa shocking, venne accolto da un piacevole odore di arrosto e patate al forno.
Okay, forse la serata non era proprio da buttare, pensò dirigendosi verso la cucina, seguendo la scia di profumo come nei cartoni animati che guardava Sam da bambino.
E lì avrebbe potuto aspettarsi di tutto - di tutto, davvero!- ma non un fottuto angelo del signore con un grembiulino merlettato color arancio pimpante ai fornelli. No, sul serio, che diavolo di problema avevano in quel posto?
«Cas?» esordì, titubante, schiarendosi la voce quando l'altro lo guardò con la stessa familiarità a cui era abituato, inclinando leggermente il capo e strizzando le palpebre.
«Ciao, Dean.» replicò l'altro uomo, solenne come al solito, e Dean sospirò, sollevato.
«Riportaci a casa, Cas. Non ce la faccio più con tutte queste stronzate. So che Balthazar è tuo amico ma quando lo prenderò - e sì, lo prenderò!- giuro su Dio che lo spenno, piuma dopo piuma.»
«Questo universo è molto particolare, Dean. Potresti trovarlo estremamente piacevole.» commentò, posandogli una mano sulla guancia con una naturalezza sconosciuta.
Va bene, forse lui e Cas avevano una relazione, una strana, piumosa e assolutamente virile relazione, ma da quando l'angelo si lasciava andare così? Okay, quando passavano la notte insieme si scatenava eccome, ma le coccole... seriamente? Coccole?
«Cas, che stai...» balbettò, ma quella mano non voleva saperne di abbandonare il suo viso e quando l'altro fece finalmente un passo indietro, improvvisamente scoppiò a ridere.
«Okay Jens, basta così o brucerò le patate. Ma se vuoi continuare a giocare ad angelo e cacciatore più tardi non opporrò resistenza, promesso.»
Jens.
Non Dean. Jens.
Dean sospirò di nuovo, stavolta di sconforto. «Misa.»
«Misha.» lo corresse il falso Cas, sorridendo. «Misha è meglio.»
«È un nome da femmine.»
«Detto da uno che si chiama Jensen è un complimento!» ironizzò Misha, tirando fuori il cellulare da una tasca del grembiule. «E poi Misha non è femminile. Non c'è la c.»
«Non c'è cosa
«Controlla le patate, Jens. Questa la twitto subito.»
Misha... Jensen... Twitto... ma dove accidenti era finito? E, cosa più importante, che fine avevano fatto i vocabolari in quel maledetto posto?
Dean ignorò bellamente l'ordine di Misha e lo seguì in quello che doveva essere il salotto. Non ne era poi così convinto viste le gigantografie di Misha in abiti femminili che rischiarono di farlo strozzare con l'aria che respirava.
Ma ovviamente "Misha" non era un nome da femmine. Assolutamente no.
«Cosa ci fanno le tue foto nel mio salotto, Misha?» domandò, esterrefatto, perché ehi! c'era dell'inquietante in tutta quella storia.
«Cosa ci fa il tuo salotto nella galleria fotografica di Misha, vorrai dire.» lo corresse nuovamente l'altro, continuando ad armeggiare con quel telefonino e risvegliando in Dean l'impulso di strapparglielo dalle mani e gettarlo da una finestra.
«Si può sapere che diavolo stai facendo?» domandò, piccato, e Misha posò lo sguardo su di lui, inarcando un sopracciglio.
«Twitto.»
«Sì, d'accordo... e cosa significa?»
Misha parve sorpreso e rimase a fissarlo per un paio di secondi, lunghi abbastanza da farlo sentire a disagio, prima di indirizzare la schermata del cellulare verso di lui, indicandola con l'indice.
«Twitter, Jens. Il social network. Solo perché ti ostini a non iscriverti questo non significa che non possa twittare di noi, non credi?»
«E Twitter sarebbe un... un sito porno?» chiese Dean, preso in contropiede.
Era Sam l'esperto di stronzate simili... non lui!
Misha fece spallucce. «Dipende da come lo usi, immagino. Potrebbe sì... come quella volta che twittai la mia foto nudo.» spiegò, con noncuranza. «Ma non mi hanno mai segnalato, non si vedeva nemmeno il mio Mjöllnir.»
«Il tuo...»
«Il mio uccello, Jens. Lo chiami tu così, non ti ricordi?»
Dean avvampò e guardò altrove, cercando la forza di non urlare o sprofondare, inghiottito dal pavimento.
«Sai, oggi ho visto Star Trek.» lo informò Misha, attirando nuovamente la sua attenzione. «Recuperare Spock da un vulcano attivo in eruzione sarà uno dei prossimi items del GISHWHES. Gesù, già immagino i minions impazzire.» ridacchiò, aspettandosi una reazione dall'altro.
Reazione che ovviamente non arrivò dato che Dean non aveva capito neanche la metà di quello che aveva appena sentito.
Non c'è verso che questo qui possa somigliare a Cas, appurò stancamente. Quel tipo era diverso da qualsiasi versione di Castiel avesse mai conosciuto: certo, sembrava un po' strafatto come la versione del 2014, un po' megalomane come quella divina e alquanto fuori di testa come quella da manicomio ma... non era Castiel.
Misha Collins era un imbecille!
Poteva essere uguale a lui esteriormente ma c'è qualcosa nella voce di Misha che Dean non era stato in grado di riconoscere.
Trovò comunque rassicurante sapere che il proprio alterego e quello di Cas stessero insieme: sembrava una sorta di segno divino, come una benedizione dall'alto, come un "e rimasero insieme dovunque e comunque".
Ascoltò gli sproloqui di Misha per il resto della serata e fece finta di addormentarsi sul divano per evitare risvolti poco appropriati. Poteva anche avere il corpo di Cas ma non era il suo angelo e questo era stato sufficiente da troncare in partenza qualsiasi avance - neanche poi così velata!- e far desistere Misha dal suo intento.
Era un imbecille ma era un tipo simpatico.
Così quanto Dean riuscì a tornare a casa, la sua vera casa, e trovò Castiel, il suo Castiel, a pochi centimetri dal proprio viso, con quella solita espressione corrucciata, non riuscì a trattenere una risata.
Castiel, come a solito, non aveva capito.
Castiel non capiva mai.
Ma a Dean era sempre bastato. Non avrebbe cambiato quell'angelo nerd per tutto l'oro del mondo.

FINE

 

 

 

 

   
 
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