Fanfic su artisti musicali > One Direction
Ricorda la storia  |      
Autore: Acinorev    29/07/2013    17 recensioni
"Sposta una mano tra quei capelli neri, con i quali gioca quando sono sul divano a guardare la tv annoiati, e lo avvicina a sé, facendo incontrare di nuovo le loro labbra. Nemmeno le importa di essere stata svegliata per la seconda volta o di sapere che non sarà nemmeno l’ultima, probabilmente, perché Zayn la sta baciando lentamente, come piace a lei e un po’ meno a lui."
Missing moment di "Unexpected" - Zayn/Kathleen
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Zayn Malik
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Unexpected'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A




It doesn't end

 
La porta della stanza è chiusa e segna un confine invalicabile tra loro ed il resto del mondo.
Li protegge e li avvolge con i suoi pochi centimetri di spessore ligneo, lo stesso che lui ha più volte picchiato con un pugno perché «Cazzo, apri quest’affare! Dobbiamo parlare!» e lo stesso che lei – in punta di piedi - ha richiuso altrettante volte dietro di sé  perché «Mi manchi»: ferma il tempo per qualche istante, minuto, ora, e li lascia soli in quei metri quadri, disordinati per i vestiti sparsi sul pavimento e per le coperte avvolte in malomodo intorno alle loro gambe incastrate, che li tengono più caldi.
Con i suoi pochi centimetri di spessore ligneo, cerca di ovattare tutto ciò che quella notte non deve riguardarli. La televisione accesa che Liam si ostina a guardare, nonostante i suoi occhi stiano lottando per rimanere aperti. La chitarra di Niall che proprio non riesce a stare zitta, quando lui ha l’ispirazione nei momenti meno opportuni della giornata. La macchina che ha appena inchiodato in fondo alla strada e le urla di un pedone che pretende più attenzione. È tutto sbiadito, è tutto lontano, in un’altra stanza o in un’altra parte della città.
Esiste davvero?
Kathleen si è appena svegliata con la mano sinistra sotto il cuscino e il fianco magro che fa quasi male per quanto ci è rimasta appoggiata su, e se lo chiede davvero, se un mondo, al di fuori della camera che prima era solo di Zayn, esista davvero. Ne dubita, in quel momento, perché lui le sta accarezzando il ventre pallido mentre le sue labbra le sfiorano una spalla scoperta, facendola rabbrividire. Come può esistere qualcos’altro, oltre questo?
Muove lentamente il viso sul cuscino, incapace di trattenere un sorriso ancora assonnato ad occhi chiusi, con la voce di lui nell’orecchio coperto dai sottili capelli biondi che sussurra silenziosamente: «Leen, finirà mai la voglia che ho di te?»
Zayn ha i capelli neri che sfidano l’oscurità della notte, la stessa che – da dietro la finestra chiusa e le tende che la coprono – bussa insistentemente cercando di disturbarli, senza però grande successo. Ha gli occhi che ti risucchiano anche l’anima se non fai attenzione e forse lei non ne ha prestata abbastanza, perché proprio mentre si volta verso di lui si accorge di aver bisogno di cercare se stessa in quelle iridi troppo vicine. Brillano un poco, a causa del timido chiarore lunare o delle luci di Londra, e la intrappolano accompagnate dalla mano di Zayn, che le arpiona il fianco per poterla stringere a sé, per poterla accogliere in quello spazio vitale che innumerevoli volte hanno azzerato.
«Stavo dormendo», sussurra, abbassando di nuovo le palpebre come per sfuggire al ragazzo che le sta davanti – o che ormai è in lei? – e che le sta accarezzando la fronte con il naso.
«Hm, io no», ribatte lui, con le labbra che iniziano a posarsi sulla sua pelle chiara in un percorso immaginario che però sembra sempre lo stesso.
«Zayn», mormora Kathleen, con una parte dell’inconscio che cerca di riportarla al sonno profondo e l’altra che cerca di spingerla verso la sua fonte di vita, quella che è racchiusa in quel nome straniero e un po’ strano. Ma lui non la ascolta, perché sa già che quel sussurro vuol dire tutto e vuol dire niente: vuol dire “smettila” e “continua, per favore”, “ti amo” e “perché diavolo mi hai svegliata?”, “domani mi mancherai” e “mi piace quando ti vedo sul palco mentre canti”. Quindi non si ferma, raggiungendo la bocca rosea della ragazza e baciandone gli angoli inclinati all’insù mentre ospitano un sorriso combattuto. Porta una mano sul suo collo e si gode la sensazione di avere la sua pelle sotto i polpastrelli che hanno preso la sua forma, che si sono adattati ad ogni suo lineamento.
Kathleen, al contrario, ha i capelli di un biondo scuro, lo stesso colore che Harry ha riconosciuto in una pubblicità in cui inquadravano un campo di grano. «Una similitudine più banale?» lo ha preso in giro lei, senza però poter negare la sua affermazione. Le arrivano a metà schiena, dove la colonna vertebrale sporge leggermente, tanto che le ha provocato dei lividi quella volta che Abbie piangeva sul pavimento della cucina per Niall e lei ha dovuto sdraiarsi al suo fianco per consolarla. A Zayn piacciono i suoi capelli: ci passa le dita in mezzo perché sono delicati e troppo fini, ma abbastanza resistenti da contrastare la sua presa mentre fanno l’amore.
Proprio come adesso.
Nessuno dei due parla, perché sono impegnati ad accarezzarsi a vicenda, perché lei si è ormai arresa al bacio per cui lui ha lottato e con il quale è stata strappata definitivamente da un sogno che non ricorda.
Zayn, con i boxer a quadri che a Leen non piacciono per niente e i tatuaggi sul petto che lei ricostruisce nella sua memoria quando sono lontani, si è quasi sdraiato sul suo corpo. I capelli corvini gli danno un aspetto disordinato, dopo essere stati stropicciati dal cuscino mentre lui si rigirava nel letto chiedendosi “la sveglio o non la sveglio?”. L’accenno di barba domani mattina scomparirà quasi sicuramente, ma per ora è ben presente. E pure un po’ fastidioso.
È vagamente fastidioso anche il fruscio delle coperte che si spostano insieme a loro, il peso di Zayn che per un attimo si fa più pressante perché lui si sta togliendo quei dannati boxer, e il gancetto del reggiseno che proprio non ne vuole sapere, di slacciarsi. «Cosa lo tieni a fare?» le chiede sempre lui. «Mi piace quando me lo togli – risponde sempre lei, prima di sorridere. – O quando ci provi».
Kathleen geme con le labbra serrate quando lo sente entrare dentro di sé. La televisione in salotto è ancora accesa e forse Niall è andato a dormire, ma ha comunque paura che qualcuno possa sentirli. Non che non sia mai successo.
Inarca leggermente la schiena e chiude gli occhi, con le ciglia di Zayn che le solleticano la mascella mentre lui le bacia il collo, muovendosi lentamente per trovare il ritmo giusto, quello che si adatta di più alla notte che stanno deliberatamente ignorando. Le sue mani sottili lasciano dei segni rossi sulla schiena dalla pelle orientale che le piace considerare come sua, e le dita premono sulle sue scapole con forza, quasi a volerlo fermare. O a volerlo implorare di continuare.
Il letto emette uno strano rumore, quasi un cigolio, quando lui spinge un po’ più forte dentro di lei, fermandosi qualche istante in quella posizione – il fiato sospeso e il cuore che sembra un martello che batte incessantemente – solo per poi ricominciare con la stessa intensità. Quando Zayn si muove in questo modo, aggrappandosi disperatamente a lei e sussurrandole qualcosa all’orecchio, Kathleen non sa cosa pensare.
Non che le sia facile, concentrarsi su un pensiero logico mentre cerca di sopravvivere alle mani di lui che la stringono, ma sembra ancora più difficile: a volte ha l’impressione che Zayn cerchi di raggiungere il tumore che lei ospita, facendo l’amore con lei con troppa forza, con troppa urgenza. Che voglia scorgerlo e strapparlo via nello stesso momento, come se potesse.
Leen non sa nemmeno perché si ritrovi a pensare una cosa del genere, ma non resiste.
Una volta gliel’ha anche detto. «Zayn – ha detto. – Mi fai male».
«Possiamo sconfiggerlo, no? Insieme».
«Non così», gli ha assicurato, accarezzandogli una guancia. Le dita che sentivano ancora la pelle bagnata delle lacrime di quando lui ha scoperto che lei non avrebbe avuto un futuro. Di quando ha scoperto che non l’avrebbe avuto nemmeno lui.
Questa notte, però, Kathleen non gli dice niente, limitandosi a stringersi al suo corpo troppo caldo e andandogli incontro. Lascia che Zayn cerchi di salvarla in un modo diverso, in cui lui crede e in cui lei spera: strizza le palpebre, schiude le labbra e respira affannosamente svuotando la mente, tranne quando maledice i suoi slip arrotolati al suo fianco che le danno fastidio.
Bacia ancora le sue labbra carnose che a lui non piacciono e sorride, nonostante sia buio, mentre Zayn si sdraia di nuovo al suo fianco, con il petto ancora scosso da quella sensazione troppo intensa che non pensava potesse esistere e con il cuore troppo pieno di Kathleen. Kathleen, che non pensava potesse esistere, nemmeno lei.
Leen appoggia il viso sul suo petto poco scolpito e gli bacia il tatuaggio con il teschio, mentre le loro gambe tornano ad intrecciarsi, proprio come poco prima, e le palpebre tornano ad essere pesanti. Le braccia di lui intorno alle spalle di lei e i battiti del loro cuore che cercano di rallentare, cercando un ritmo che vada bene ad entrambi.
«Ti sento su ogni centimetro della mia pelle», sono le ultime parole.
 
Quanto tempo è passato? Un’ora forse? Due? Tre?
Kathleen non lo sa, mentre è costretta a riaprire gli occhi e a farli riabituare al nero che inonda la stanza. Sa solo che la televisione ora è spenta e che le strade sono molto meno caotiche rispetto a prima, ma che la luce fioca del mattino è ancora lontana, quindi non può essere tanto tardi. O tanto presto.
Allunga i piedi, esattamente nella stessa posizione in cui si era addormentata, e muove la mano sull’addome di Zayn.
Alza il volto verso il suo, un po’ intontita, e trova i suoi occhi a fissarla come se fossero fatti apposta per scrutarla anche al buio. È stato lui a svegliarla, con un bacio tra i capelli informi e sparsi tra di loro, o forse con più di uno.
«Leen, non finisce», mormora lui, con la voce bassa leggermente assonnata che contiene una scusa implicita mista a desiderio, ad amore. Lei gli accarezza la guancia con il dorso della mano e aspetta qualcosa che non conosce, ma che è impaziente di scoprire.
«Questo desiderio che ho di te – continua infatti Zayn, spostandosi leggermente per poterla guardare in faccia, dall’alto e da una distanza davvero ridicola. -  È ancora qui».
Kathleen lo sente nelle sue parole, lo sente nel suo respiro, nel suo profumo. Lo sente nel modo in cui le dita di Zayn le sfiorano la vita sottile per risalire fino alla clavicola destra e arrivare alla linea del suo collo. Lo percepisce chiaramente, tanto da averne paura. Lo sente riflesso in se stessa e non sa come fare. Cosa fare.
Sposta una mano tra quei capelli neri, con i quali gioca quando sono sul divano a guardare la tv annoiati, e lo avvicina a sé, facendo incontrare di nuovo le loro labbra. Nemmeno le importa di essere stata svegliata per la seconda volta o di sapere che non sarà nemmeno l’ultima, probabilmente, perché Zayn la sta baciando lentamente, come piace a lei e un po’ meno a lui.
«Finirà mai?» le chiede, mordendole dolcemente una spalla.
«Spero di no – risponde lei, con un tono di voce tanto basso da risultare inudibile, ma non per Zayn, che conosce alla perfezione ogni suo sussurro. – Perché mi aiuta».





 


Ok, non chiedetemi da dove mi sia uscita questa os e con quale strano masochismo io sia riuscita a scriverla.
Ho semplicemente sentito il bisogno di farlo, per una serie di ragioni che non sto qui a spiegare e che molte di voi possono anche immaginare.
È una missing moment della mia fanfiction "Unexpected": alcune conoscono già i protagonisti -e spero che vi abbia fatto piacere
leggere di nuovo di loro - e altre li incontrano per la prima volta - e spero comunque che la os vi sia piaciuta, nonostante non sappiate
la loro storia, sebbene possiate immaginarla, da qualche inidizio sparso qua e là -.
Be', in realtà non ho molto da dire, se non grazie per aver letto! E un grazie particolare alle lettrici di "Unexpected"
che, dopo tutto questo tempo, continuano a pensare a quella storia con una tenerezza che mi fa morire, giuro.
Un bacione,
Veronica.


Ask - Facebook - Twitter
  
Leggi le 17 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: Acinorev