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Autore: Seki    29/07/2013    3 recensioni
In quel pellegrinare senza meta, la dolcezza di una caramella era l’ultima cosa che avrebbe potuto raggiungerla.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chrome Dokuro, Ken
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Bittersweet

Quando si era risvegliata dal coma, sotto gli occhi increduli di tutti, la prima cosa che Chrome aveva mangiato era stata una di quelle caramelle dolcissime, che sembravano essere fatte solo di zucchero.

Era stata un’infermiera a dargliela, spinta da un moto di tenerezza verso quella ragazza abbandonata persino dai suoi genitori.

Da allora Chrome aveva sempre guardato ai dolci come a qualcosa di raro e prezioso.

Durante il periodo subito dopo la sua dimissione dall’ospedale, prima di giungere tra le mura protettiva di Kokuyo, la ragazza aveva vagato in lungo e in largo, senza una meta precisa, perché il suo maestro non sempre aveva la forza di guidarla lungo la strada giusta.

In quel pellegrinare senza meta, la dolcezza di una caramella era l’ultima cosa che avrebbe potuto raggiungerla.

Quando poi era arrivata sulla soglia di quella struttura decadente che, da quel momento, sarebbe diventata la sua casa, aveva perso immediatamente le speranza di vedere cambiare le cose.

Era stata accolta di malagrazia da i due ragazzi che Mukuro-sama gli aveva indicato essere rispettivamente Chikusa –il tizio smilzo con gli occhiale- e Ken –lo strano tipo che assomigliava a una specie animale non meglio definita.

Loro sapevano di lei, esattamente come lei sapeva di loro.

Non c’erano stato bisogno di presentarsi: avevano un obbiettivo comune e questo bastava a farli sentire come se si conoscessero da sempre.

Ma non si piacevano.

O meglio, era lei a non piacere ai due che, tra di loro, sembravano aver creato una sorta di strano legame da cui lei sarebbe stata per sempre esclusa.

Tuttavia andava bene così.

Lei non aveva bisogno di nessuno, all’infuori di Mukuro-sama.

Fu costretta a ricredersi quella notte stessa: il cielo notturno fu coperto da immensi nuvoloni neri che preannunciavano una tempesta, la quale non tardò ad arrivare; Chrome, raggomitolata in una sottile coperta rattoppata su un giaciglio improvvisato alla bell’e meglio, sussultava spaurita ad ogni tuono, mentre il ricordo dello schianto di un’auto tornava a tormentarla.

Preda della sua paura, la ragazza non poté far altro che rinchiudersi a forza nel mondo che condivideva con il suo amato maestro, ma, quella notte, sembrava che Mukuro non riuscisse a sentire il suo richiamo spaventato.

Nonostante l’assenza del ragazzo, però, la quiete di quel luogo pacifico riuscì a calmarla, cullandola col suono di una ninnananna cantata dal vento, lasciandola libera di sognare una carezza affettuosa e una mano amica che, gentile, le asciugava le lacrime donandole una piccola caramella come premio per il suo coraggio.

La mattina seguente, il primo pensiero di Chrome appena svegli fu che, grazie al cielo, aveva smesso di tuonare.

Il secondo che, anche per quel giorno, per lei non c’erano caramelle.

Quando il suo unico occhio viola mise a fuoco meglio la stanza, tuttavia, dovette ricredersi: sul fondo del suo letto giaceva leggermente scomposto –come se fosse stato abbandonato lì in tutta fretta, un piccolo sacchetto rosa.

Con mani tremanti, la ragazza afferrò quella carta colorata e, aprendola, scoprì la dolce sorpresa celata all’interno.

Zuccherini.

Delle piccole e un po’ appiccicose stecche di zucchero che, nel cuore della notte, qualcuno aveva abbandonato ai suoi piedi, come un novello Babbo Natale fuori stagione.

Lentamente, quasi timorosa di rovinare il momento, Chrome prese una caramella e la mise in bocca, succhiando leggermente per sentire lo zucchero sciogliersi sotto la sua lingua.

Era come un incantesimo.

Era come essere a casa.

Mentre gustava il dolce, lo sguardo le cadde su un foglietto stropicciato che, in un primo momento di meraviglia, non aveva notato.

Nuovamente allungo le dita, per raggiungere quel pezzo di carta che sembrava uscito da un cestino dei rifiuti –e forse era davvero così.

Con una grafia un po’ traballante e a volte incerta, come se la penna avesse funzionato a scatti, v’era scritta un’unica e semplice parola.

“Benvenuta”

In fondo, nell’angolo destro, faceva bella mostra di se quella che doveva essere la stilizzazione di una piccola zampa animale –se di cane o gatto, Chrome non riuscì a capirlo.

Improvvisamente, qualcuno bussò a quello che restava della porta che separava la sua stanza dal resto dell’edificio, poi, senza aspettare risposta, Ken, lo strano tipo simile ad un animale, entrò.

-Allora, mocciosa, vuoi darti una mossa?-

Le parole uscirono come un ringhio dalle labbra di lui, ma non appena si accorse di cosa Chrome stringeva tra le mani, il ragazzo arrossì e allontanò velocemente i suoi occhi ferini da quelli di lei.

Istintivamente, un leggero sorriso le arcuò la bocca in un’espressione dolce.

-Sono pronta.-

E lo era davvero: pronta a ricominciare una nuova vita, con un sacchetto di caramelle stretto in una mano e la sua nuova famiglia a tenerle l’altra.

 

 

 

°Blabla Vari°
Sono riuscita a scrivere una Ken/Chrome che superasse le 100 parole! Onore e gloria a me! (?)
Poco importa se si capisce a malapena il pairing! Giubiliamo!
Vabbè è un po’ una schifezzina dolciaria, ma non facciamo gli schizzinosi…loro necessitano così tanto amore!
Come quasi tutto quello che sto scrivendo ultimamente (perdonatemi, ma ne devo fare circa 30!) questa cosa partecipa alla sfida multifandom lanciata dal gruppo Fanfiction Challenges su fb, che io un po’ amo per darmi tutti questi magici prompt!
Detto ciò, addio! Alla prossima!
Ken è il Babbo Natale più bello del mondo (?)
Baci, Seki   

   
 
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