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Autore: Mahiv    29/07/2013    2 recensioni
Avevano avuto una storia, Dean e Castiel. Beh, più di una semplice storia, in realtà. Erano stati quello giusto l'uno per l'altro, e per tre anni non si erano persi di vista una sola volta. Fino alla notte in cui Dean se ne andò, come un ladro, aggiungerebbe Castiel. Senza una spiegazione, senza un preavviso. Solo...se ne andò. Ma dopo un anno e mezzo, una caccia lo riporta nella città dove lui aveva giurato non sarebbe più tornato, e lo fa incontrare con l'uomo da cui era scappato.
Genere: Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Dean sospirò, facendosi schioccare il collo mentre fissava stancamente il menù sopra la testa del barista. Non aveva idea di che cosa significassero quelle stronzate come 'frappè di caffè senza grasso', ma nemmeno gli importava. Quelle persone non avevano mai sentito parlare di una normale tazza di caffè vecchio stile? Sbuffò. Avrebbe voluto mandare Sam a fare il lavoro di fattorino, sapendo che Sam aveva frequentato posti come quello prima, ma il più giovane dei Winchester aveva del sonno da recuperare dalla loro ultima caccia, perciò lo aveva lasciato riposare.
Dean inizialmente non aveva nessuna intenzione di fermarsi, non lì, non in quella città, fra tutte. In realtà, non avrebbe mai voluto tornare lì, ma avrebbe dovuto sapere, con tutti i luoghi dove loro lavoro li portava, che sarebbe stato inevitabile, prima o poi.
Voleva solo concludere la caccia, entrare ed uscire il più velocemente e silenziosamente possibile da quella città.

E fu lì che Castiel lo vide.

Lui e Dean erano stati insieme, avevano vissuto insieme, prima che Dean, un giorno come un altro dell'anno precedente, se ne andasse di punto in bianco senza una spiegazione. Lasciando Castiel con un cuore da rammendare, confuso ed arrabbiato.
Non aveva più avuto sue notizie da allora, eppure eccolo lì, come se nulla fosse cambiato, in fila ad un caffè nella loro piccola città.

Rimase immobile, congelato sul suo posto a sedere, guardando quell'uomo con occhi spalacati, mentre il suo cuore gli si schiantava nel petto. Il suo primo pensiero fu che se avesse potuto parlare, in quel momento Castiel avrebbe probabilmente urlato e sarebbe corso via. Era passato quasi in anno e mezzo dall'ultima volta che aveva visto Dean, la notte prima che se andasse, ma in quel momento sembrava che nulla fosse cambiato. Sentiva ancora il cuore in gola e le sue dita tremare leggermente.
Dean, però, sembrava diverso. Castiel poteva vedere chiaramente che non era lo stesso uomo che lo aveva lasciato.
Deglutì, e gli si avvicinò.
In realtà, non voleva assolutamente farlo -voleva correre via dall'uomo che lo aveva costretto a vivere l'inferno-, ma le sue gambe si mossero senza consultarlo.
Si schiarì la gola. «Dean?»

Il cacciatore si guardò intorno confuso, per un momento, quando sentì il suo nome, e per un attimo pensò che doveva essere così stanco da immaginarsi le cose -non sarebbe stata la prima volta, nelle ultime settimane-, ma poi lo vide, e per poco non gli cadde il portafoglio di mano.
No. Non poteva essere. Andiamo, lui sapeva che il fato era una stronza crudele, ma questo andava decisamente oltre.
Quante erano le probabilità di trovare Cas ad un caffè? Certo, quella non era una città particolarmente grande, ma decisamente non così piccola da incorrere in persone che conosci ovunque tu vada, figuriamoci il tuo ex fidanzato.
Loro non erano mai stati in quel caffè prima, perciò aveva pensato che fosse sicuro. Evidentemente, si sbagliava.
Avrebbe voluto dire qualcosa, ma tutto quello che riuscì a fare era guardarlo.
Ricordava che Castiel fosse bellissimo, aveva solo dimenticato quanto. E si era permesso anche di dimenticare quanto era stato doloroso lasciarlo. In quel momento il ricordo lo colpì come un pugno.
«Cas..» Mormorò alla fine, non rendendosi conto di averlo detto finchè non sentì la sua stessa voce.

Castiel quasi sentì le sue gambe pentirsi della loro precedente arroganza, quando sentì l'uomo di fronte a lui pronunciare il suo soprannome. Il soprannome che lui stesso gli aveva dato.
«Hey..» Cercò di sorridere leggermente, ma era abbastanza sicuro che il risultato fosse più triste di quanto dovesse essere.
Non appena ricordò come parlare, si rese conto si star fissando l'uomo senza dire una parola.
E disse la prima cosa che gli venne in mente. «Sembri...in forma.» Malgrado i suoi sforzi, sentì la sua voce tremare leggermente.

Dean aggrottò la fronte. Okay. Quello era...strano. Si aspettava...non sapeva quello che si aspettava esattamente. Urla. Rabbia. Collera. Beh, non aveva mai avuto intenzione di rivedere Castiel, quindi in realtà non si era aspettato nulla, ma l'ultima cosa che pensava di ottenere era...beh, quello. Eppure, Dean non era cieco. Vide la tristezza, e sentì il tremore.
«Io...anche tu.» Disse, e non era del tutto una bugia. Cas era ancora splendido come sempre, sembrava solo invecchiato, più stanco. Più triste. Dean si irrigidì al pensiero che fosse colpa sua. «Come, uh...come sei stato?» Chiese, a disagio.

E poi eccola, la rabbia che aveva previsto di provare non appena aveva scorto Dean fra la coda. Anche se non era esattamente rabbia, era più quel senso di tradimento e nostalgia che lo aveva tormentato per diversi mesi, e che, a quanto pare, provava ancora.
Com'era stato? Davvero?
Castiel distolse lo sguardo per un attimo, mordendosi il labbro inferiore.
«Meglio. Ultimamente.» Non suonò nemmeno lontanamente freddo quanto aveva sperato.

L'altro annuì. Ultimamente. Che significava che era stato male almeno per mesi. Meraviglioso.
Aveva solo bisogno di uscire di lì. Restare lì in piedi con l'uomo che amava, che aveva perseguitato i suoi sogni ogni notte per un anno e mezzo, quando Dean era sicuro che non avrebbe mai più rivisto, era una tortura.

Castiel si strofinò nervosamente la bocca con la mano, e quando si rese conto di che cosa aveva fatto, imprecò mentalmente a voce molto alta. Dannazione, aveva preso quell'abitudine da Dean, avrebbe potuto sembrare più patetico?
«Beh, io...credo che andrò, ora.»
Poteva sentire chiaramente il conflitto nella sua mente urlare e gridare.
Lui, nonostante tutto, non voleva che Dean scomparisse di nuovo, -perché era chiaro, se Dean se ne fosse andato, non si sarebbe più fatto vedere-, ma allo stesso tempo desiderava il contrario. Voleva che lo lasciasse alla sua vita, a raccogliere quel poco che gli era rimasto di se stesso, ad andare avanti.
«Buona fortuna per...tutto.» Sorrise debolmente e si allontanò da lui, quasi lentamente, come se si aspettasse di essere chiamato. E per che cosa, poi? Per qualche altra conversazione imbarazzante? Sospirò, e si precipitò fuori dal caffè.
Poggiò la schiena al muro dell'edificio, non appena uscì, e fece un respiro profondo, come se lì dentro non fosse stato davvero in grado di respirare.
Merda. Era ancora lo stesso.
Lui era andato avanti, lui stava andando avanti.
Perchè diavolo era tornato? Quando qualcuno se ne va senza una spiegazione, o senza nemmeno avvisare che ha intenzione di andarsene, si suppone che sia per sempre.
Funzionava così, no?
   
 
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