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Autore: M_Cullen    30/07/2013    0 recensioni
Da quel giorno, come ogni anno, mi ritiravo ordinariamente nei miei appartamenti, per soffocare quel terribile ricordo, e riflettere indisturbato, dimenticando tutto e tutti…
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Demetri, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Come ben sapete, sono una fan della coppia Demetri-Alec, ma ho voluto scrivere questa one-shot come dedica per un’occasione veramente speciale…
 
Ad una persona davvero importante… Buon Compleanno!!!

 
~

 

 
IL REGALO PIÙ BELLO

 
 
Chiusi alle mie spalle la porta di camera mia.
Volevo rimanere da solo, nella mia più completa solitudine.
Più tardi sarei andato a caccia per conto mio. Non avevo alcuna intenzione di condividere il pasto con gli altri, quella sera. Mi andava solamente di stare in tranquillità, alla larga da tutti.
La mia camera era l’unico luogo in cui avrei potuto dare libero sfogo alla mia mente intasata di innumerevoli pensieri negativi.
Non ricordavo minimamente nulla della mia vita da umano… dopo la mia trasformazione ebbi come la sensazione di essermi risvegliato da un sonno eterno, da un incubo che mi incendiava l’anima, portandola via tra le fiamme, e con sé anche i miei ricordi.
Da quel giorno, come ogni anno, mi ritiravo ordinariamente nei miei appartamenti, per soffocare quel terribile ricordo, e riflettere indisturbato, dimenticando tutto e tutti… beh, in verità non proprio tutti. Il pensiero di lui era fisso. Tornava costantemente nella mia mente, tormentandola.
Mi avviai verso il grande specchio attaccato alla parete rosso cremisi, in cui feci riflettere la mia figura. Lasciai scorrere una mano fra i miei capelli… la mia era indubbiamente un’immagine sublime, che il tempo non sarebbe riuscito ad intaccare, né ora, né mai… non una ruga, né un capello bianco, né un sintomo di stanchezza. Ma che senso ha vivere in eterno se non si ha accanto la persona che si ama? Non vi era alcun motivo per cui io avrei dovuto essere lieto di ricordare l’inizio della mia nuova vita.
In quell’istante, qualcuno bussò alla porta, interrompendo i miei pensieri.
Mi voltai di scatto. Quando vidi che sulla soglia di quella porta vi era Felix, per un attimo, fu come se avessi ripreso a respirare, nell’illudermi che, venendo da me, avrebbe esaudito il mio più profondo desiderio, ma le mie speranze svanirono all’istante. Era inutile continuare a sperare, quando sapevo esattamente come stavano le cose.
- Va tutto bene??? - mi chiese, con tono stranamente gentile. Lui, di solito, non lo era mai stato con me, per questo non avevo mai avuto il coraggio di riferirgli quello che provavo per lui. Avrei perso quel minimo di orgoglio che possedevo, per non parlare del rapporto che vi era fra di noi, se così poteva chiamarsi. Dal primo momento in cui ci eravamo conosciuti, mi aveva sempre evitato, o ancora peggio, ignorato, nonostante il mio inutile tentativo di avvicinamento. Si era sempre limitato al saluto, facendomi cenno col capo, ed io, codardo per quanto sono, mi ero sempre sottomesso a quello che sembrava il suo volere.
Distolsi lo sguardo da lui, per non fargli notare il mio disagio.
- Mai stato meglio… -
Avevo mentito, e sicuramente, dal mio tono freddo e distaccato, non ci avrebbe creduto nessuno, perché il significato della frase era totalmente in contrasto con l’intonazione.
Ero stato da sempre così… era nel mio carattere.
Quando avevo un problema, nasconderlo, era la cosa più difficile da fare, anzi, mi risultava quasi impossibile. E con lui, i miei problemi sembravano ampliarsi. Anzi, dato il suo comportamento negli ultimi settecento anni, il mio sforzo di spiegarglieli sarebbe stato a dir poco inutile e del tutto irrealizzabile.
- Cosa sei venuto a fare??? A disturbarmi forse?? – sbottai, aumentando il volume della voce, ma me ne pentii subito dopo. Ero arrabbiato, deluso, ma soprattutto confuso… perché proprio io? Cosa avevo di male per meritarmi la sua più assoluta indifferenza? E perché, nonostante ciò, ero perdutamente innamorato di lui?
- Buon settecentocinquantesimo compleanno, Demetri… -
Non potevo credere alle mie orecchie… lui, che non mi aveva mai calcolato, era venuto da me appositamente per ricordarmi quella dannatissima data. Come aveva fatto a ricordarsi di un simile, insignificante, avvenimento? Io, che non ero mai stato nessuno per lui. Nessuno sarebbe stato in grado di comprendere il mio stato d’animo. Era un misto tra rabbia e confusione, difficile da poter illustrare.
- Bene, adesso tieni anche il conto… e da quando? – continuavo a dargli le spalle, senza distogliere lo sguardo dalla finestra.
- Dal momento in cui mettesti piede qui dentro; da allora non ho mai smesso di farlo… -
Sentii come una fitta al mio interno, voltandomi di scatto verso di lui per incrociare il suo sguardo. Quelle parole sembravano vere… ma se così era, quale era il motivo della sua indifferenza?
Continuò, bloccando i miei pensieri – Non ho con me un dono da darti, ma spero proprio che con questo che sto per dirti, potrò rimediare… -  Ascoltavo con molta ansia ogni sua singola parola, sperando di non illudermi. - So di essere stato un vigliacco per tutto questo tempo… non merito la tua amicizia, ma tenterò lo stesso di spiegarti quello che ho provato negli ultimi settecentocinquanta anni… fin dal momento in cui ti vidi per la prima volta, mi innamorai di te… del tuo viso, del tuo sguardo, della tua voce… tutto di te mi attirava, e a causa della paura che avevo di perderti, non ho mai avuto il coraggio di confessarti tutto… mi risultava impossibile che uno come me, potesse provare dei sentimenti… -
Con un movimento impercettibile all’occhio umano, si avvicinò a pochi centimetri dal mio volto… se avessi avuto un cuore, di sicuro in quell’istante sarebbe scoppiato. - Odiavo vederti soffrire a causa della mia indifferenza, e ogni volta che incrociavo il tuo sguardo, non avevo il coraggio di guardarti dritto negli occhi, per dirti quanto ti amo… - sentivo il suo respiro sfiorarmi le labbra, e la voglia che avevo di lui, cresceva vertiginosamente… non mi importava il passato.
- Allora… è questo il motivo… - riuscii a pronunciare con estrema difficoltà, inghiottendo sonoramente tra una parola e l’altra.
- Spero che tu possa perdonarmi… e se non vorrai, ti capisco perfettamente. Adesso posso anche andare. Trascorri una buona giornata… -
Stava per aprire la porta quando lo fermai, afferrandolo per un braccio.
- Oggi mi hai fatto il regalo più bello che potessi immaginare… - mi guardò stranito, e dopo un millesimo di secondo, le mie labbra erano già sulle sue, impegnate in un bacio che non mi ero mai sognato di dare. Intenso, pieno di passione, di vero amore. 
Non era necessario aggiungere altro… quel bacio significava tutto per entrambi.
- Non andare… resta con me, sta notte… - dissi, staccandomi appena, con la voce spezzata dall’eccessiva eccitazione per quello che mi era appena capitato.
- Ti regalerò il compleanno più bello della tua vita… promesso… - mi sussurrò, riattaccando nuovamente le sue labbra alle mie, trascinandomi verso il letto.
Finalmente, dopo settecentocinquant’anni, la mia vita aveva preso una svolta positiva, e Felix aveva trasformato quella giornata infernale, in quella migliore di tutta la mia esistenza, dando un senso a quello che ero diventato.
Amandomi, mi aveva donato il regalo più bello, e non vi era nient’altro al mondo, che io potessi desiderare.

 



La camera di Demetri:
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