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Autore: C l o u d    31/07/2013    2 recensioni
La finestra della stanza di Syrup era aperta. Un colpo di freddo, proveniente dall’esterno, lo fece rabbrividire, di poco. Stropicciandosi gli occhi e sbadigliando, a malavoglia si alzò e si avviò verso di essa per chiuderla. I suoi occhi brillarono non appena vide quell’esile figura in riva al lago, ballare in solitudine; i capelli biondo pastello la circondavano ad ogni passo, che parvero anch’essi danzare; la veste notturna color canarino, lunga sino al ginocchio, con quel poco di pizzo che le sfiorava le ginocchia, si lasciava trasportare dal vento e dalle emozioni della fanciulla.
[UraraxSyrup][Scritta per la mia piccola cugina Sandra]
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Syrup/Shiro, Urara Kasugano/Cure Lemonade
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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星空の下で
Hoshizora no shita de
 

Sotto le stelle

 

 
Dopo una bella festa estiva, nella Natts House era calato un sonno profondo. Chi giaceva beato per terra, sdraiato su un morbido materasso, chi nelle sue camere.
Urara era sveglia. Alla sua destra e alla sua sinistra, rispettivamente, riposavano Nozomi e Karen, tranquille più che mai. Lei, invece, parve perdere il sonno da molto tempo e quel buio profondo le infondeva terrore. Facendo attenzione a non svegliare gli altri, si alzò per prendere una bella boccata d’aria all’aperto. A piccoli passi sordi, si avviò verso l’ingresso e uscì dalla boutique.
A contatto con l’aria gelida, un  brivido le percorse la schiena e la costrinse a stringersi in sé stessa. Sciolse le due lunghe code poste in entrambi i lati della testa, facendo ricadere i capelli leggermente ondulati lungo la schiena, dopodiché si sedette beatamente sull’erba fresca, che pareva bagnata al primo tocco.
Tutto era tranquillo. La brezza, a contatto con le foglie, eseguiva una melodia più che “naturale” e sembrava stesse invitando la piccola Urara a danzare insieme a lei.
Chissà come, si ritrovò a pensare ai suoi progetti da attrice, a ciò che avrebbe segnato il suo futuro. Da una settimana quel pensiero aveva preso possesso della sua mente.
Alzò gli occhi al cielo stellato, ammirando ogni parte di esso. Cercava una risposta, un segnale. Nessuno, in quel periodo, comprendeva i suoi sentimenti se non loro, se non quelle grandi pietre incandescenti chiamate stelle. «Chissà» si trovò a sussurrare, lasciandosi cullare dalla piacevole brezza di quella notte. Dal suo canto, sapeva che prima o poi qualcosa o qualcuno l’avrebbe aiutata.
Chiuse gli occhi, assaporando l’aroma fresco dell’erba e il suono piacevole dell’acqua che scorreva cauta e tranquilla dinnanzi a lei; il canto delle cicale, che aveva continuato ad udirsi sino ad allora, non le dette fastidio. Un sospiro pesante, proveniente dalle sue esili labbra, parve sperdersi nell’aria, come i suoi pensieri. Ne aveva tanti, ormai: Che cosa avrebbe fatto se nessuno l’avrebbe aiutata? Che cosa avrebbe fatto se fosse rimasta sola?
Cacciò via le lacrime che, appena due secondi prima, osarono scendere dai suoi occhi ambrati. Alzandosi da terra, si avvicinò al lago e grazie al chiarore della luna piena, che splendeva tra gli alberi, poté scambiare uno sguardo col suo riflesso; uno sguardo preoccupato e, al momento stesso, pieno di sogni. Una folata di vento mosse leggermente l’acqua, facendo scomparire l’immagine riflessa. Sospirò, un’altra volta. Spostò lo sguardo sugli alberi, dove le foglie non si stancavano di danzare così ininterrottamente. Un lieve sorriso si fece spazio tra le labbra rosee della ragazza, che cominciò a muoversi a ritmo di un lento. Sentiva l’aria farle da partner e accompagnarla in ogni movimento.

La finestra della stanza di Syrup era aperta. Un colpo di freddo, proveniente dall’esterno, lo fece rabbrividire, di poco. Stropicciandosi gli occhi e sbadigliando, a malavoglia si alzò e si avviò verso di essa per chiuderla. I suoi occhi brillarono non appena vide quell’esile figura in riva al lago, ballare in solitudine; i capelli biondo pastello la circondavano ad ogni passo, che parvero anch’essi danzare; la veste notturna color canarino, lunga sino al ginocchio, con quel poco di pizzo che le sfiorava le ginocchia, si lasciava trasportare dal vento e dalle emozioni della fanciulla.
Stette un attimo a scrutare ogni suo movimento e sentì le goti scaldarsi di poco, contrastando il vento notturno. Sarebbe rimasto ore e ore a guardarla, se fosse stato possibile. Scosse il capo e, dopo essersi assicurato di aver chiuso per bene, se ne tornò nel suo morbido letto.
La stanchezza era scomparsa e il materasso diventava sempre più caldo e fastidioso, costringendo il ragazzo ad alzarsi; si recò in cucina, dove si rinfrescò con un bicchiere di acqua fresca. Ripensò ad Urara e non poté far a meno di notare che il cuore batteva leggermente più forte. Lasciò perdere il bicchiere e, dopo aver preso una giacchetta leggera, si recò all’esterno per stare un po’ con lei.
La trovò distesa, ben comoda, sull’erba, ad ammirare la vasta volta celeste.
«Anche tu non riesci a prendere sonno?»
A quelle parole la bionda sobbalzò, spostando lo sguardo su colui che aveva parlato e sfoderando uno dei suoi sorrisi più belli. «Syrup! Già.»
Le si sdraiò accanto, distendendo le gambe e mettendo le braccia dietro la nuca; poi si voltò verso di lei. Accennò un sorriso, senza farsi notare. Negli occhi color ambra di Urara risplendevano quei piccoli puntini disegnati sull’infinito cielo blu.
Il silenzio era imbarazzante, molto più imbarazzante dell’abbuffarsi di Nozomi.
«Che belle le stelle, non trovi? - chiese tranquilla e con tono dolce la biondina, voltandosi verso il giovane disteso accanto a lei – Un giorno vorrei splendere come loro!»
Syrup riuscì a trarre sicurezza nelle sue parole, un desiderio di realizzare i suoi progetti, i suoi sogni.
«Ma, Urara, tu sei già una stella! Hai talento, la tua musica è apprezzata da chiunque e un giorno, sono sicuro che riuscirai a brillare come mille stelle messe insieme!» Si voltò verso di lei, aspettando una sua reazione.
Ella soffocò appena una risata, inspirando una gran quantità di aria. «Mi sembri Nozomi, sai?»
Aveva ragione: da quando Syrup si trovava insieme a loro, era cambiato molto. Nozomi, con la sua determinazione nell’affrontare ogni desiderio, aveva scosso in lui quella parte che desiderava tanto trovare, quella parte felice della sua vita. Sorrise, a quel pensiero. «Senza di lei e voi altre, non so dove sarei adesso.»
Continuarono a guardare le stelle, sino a quando un piccolo lamento della ragazza non arrivò alle orecchie del ragazzo e facendolo, così, voltare verso di lei. Vide Urara tremare leggermente e strofinarsi le braccia con le piccole e delicate mani. Egli tolse la giacca, porgendola all’altra che lo guardava stranita. «Resisterò.» le disse, convincendola a prenderla. «Come va con i tuoi provini?»
A sentire ciò, ella divenne immediatamente malinconica e sorrise, sornione. «L’ ultima volta sono stata rifiutata … tre volte.» Egli sgranò gli occhi e la fissò, incredulo.
«Già è da una settimana che rifletto. Non so se è proprio il caso di continuare.»
Prese per le spalle l’amica, scuotendola due o tre volte. Poi i suoi occhi cercarono quelli lucidi di lei; segno che stava sul punto di piangere. «Cosa stai dicendo? Se non sbaglio, sei stata tu a dirmi che volevi seguire le orme di tua madre, diventare una cantante e attrice di fama internazionale. Sei stata tu a dirmi di non mollare mai e di seguire la strada fino alla fine!» Era serio e stava sul punto di urlare, ma, quando vide la giovane scoppiare in lacrime, il suo cuore perse di un battito. D‘istinto la strinse a se, accarezzandole i capelli.
«Non devi mollare così, Urara, non devi farlo. Ci siamo noi a sostenerti, sappilo! Noi saremo sempre con te. Io sarò sempre con te.»
Asciugò coi pollici le lacrime che scorrevano nelle guance nivee della biondina.
Nel volto di Urara si stampò un bel sorriso, uno di quei sorrisi che ti riempiono il cuore di dolcezza. «Ti voglio bene, Syrup.»
Si limitò a sorriderle, l’altro, ma facendole capire che ricambiava; si distesero sull’erba e lì presero sonno.



«Ragazze, ragazzi, venite!» una Nozomi coi capelli in disordine e un pigiama a fiori si precipitò dagli amici, tutta agitata. «Mmh, Nozomi … - mugnò Rin – cosa vuoi?» La rosa costrinse gli altri a seguirla in giardino. «Adesso fate piano! Non vorrei che si guastasse la scena!» Sussurrò.
Rin, Komachi, Karen, Kokoda e Natts guardarono inteneriti e, allo stesso tempo, divertiti quel piccolo “quadro romantico”: Urara stava con la testa appoggiata sulla spalla di Syrup, mentre quest’ultimo le cingeva i fianchi. «Che carini!» esclamò Komachi, tutta sognante. Rin sorrise. «Hei Noz- no, non farlo!» Nozomi lanciò un secchio di acqua in faccia ai poveri ragazzi addormentati, scatenando la loro ira.

«Nozomi!!!»




 

Ore 22:58
E poi mi ritrovo mia cugina a chiedermi un qualcosa sulla sua coppia preferita, ceh.
Io sono Ayako - o Aya-chan o anche Aya -
L'ho finita appena cinque minuti fa e l'ho riletta circa due volte. Un parere da parte vostra? Recensite, ci tengo a sapere com' è scritta. Ah, Sandrina cara, spero sia di tuo gradimento!

Ayako

  
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