Prompt: Abbraccio
Note: Ho approfittato nuovamente dei prompt forniti dalla mia Reicoffee e del gruppo Fanfiction Challenges per scrivere questa cosetta. Oggi era doppiamente un gran giorno, dovevo festeggiare entrambe le due cose in qualche modo.I fatti a cui mi riferisco sono una sorta di What if di Twins' War (io... la continuerò... sì *alza l'ascia di guerra*) giusto per essere pignoli. Là ci sta il Sorato, ma io sono sempre tentata con questi due XD Ok... ok... Spero vi piaccia, anche se in ritardo di qualche oretta ^^
Buona lettura, Babies!!

Memorial Days

Piemon guardava Yamato prepararsi in silenzio.
Lo vide indossare la camicia e i jeans con aria pensierosa.
Era sempre così, da un po’ di anni, quando arrivava quel giorno.
-Farete il solito giro?- gli chiese.
-Aha.- rispose lui, monocorde.
Il primo, il secondo e il terzo giorno d’agosto erano per i digiprescelti tre giorni molto speciali.
Il primo agosto ricorrevano il cambiamento, la scoperta, la gioia di un nuovo mondo e la speranza della rinascita.
Il due agosto era tempo di rammentare la confusione e l’affannosa ricerca. E i primi terribili lutti.
Il tre agosto era il giorno delle massacranti battaglie e dei pianti, delle sconfitte, delle vittorie, della morte di numerosi amici.
Erano tre giorni molto intensi e per i digiprescelti erano una ricorrenza quasi sacra, che affrontavano alla stregua di una cerimonia.
-Divertiti.- gli disse il digimon, sistemandosi i capelli. Yamato, sulla porta, lo fissò in silenzio, con aria quasi colpevole.
-Però… - iniziò -Per voi non è un problema?-
-Non è la nostra festa, è la vostra, che ci veniamo a fare noi? A ricordarvi i momenti peggiori delle vostre avventure?-
Il prescelto dell’Amicizia si leccò le labbra con la punta della lingua, tentando di trovare le parole giuste senza sembrare troppo infantile e troppo sentimentale.
-Però adesso è diverso.- disse solo.
-Vai.- ribatté Piemon facendogli un gesto con la mano -Anche noi abbiamo di che festeggiare. Ti ho mai raccontato di quando il castello si capovolse?-
-Un centinaio di volte.- rispose lui con un sorrisetto sconsolato, alzando gli occhi al cielo -E ricordo benissimo che si trattava di un giorno d’inverno.-
-Inverno, estate, è sempre occasione di festeggiare quando scampi da morte certa.- continuò il digimon con aria allegra, riguadagnando velocemente i metri che lo separavano dal ragazzo.
-Festeggiamo il quattro agosto, tutti insieme.- propose posandogli una mano sulla spalla. Yamato lo fissò per qualche secondo, valutando la proposta.
-Perché no?- disse sorridendo -Ma dovrei parlarne con i ragazzi.-
-Ovviamente.-
-E poi dovremmo trovare un modo per visitare tutti quei posti… - continuò riferendosi all’infinità di luoghi visitati quando, solo pochi anni prima, i digiprescelti e i Padroni delle Tenebre avevano stretto una forzata e sofferta alleanza contro nemici comuni. Avevano combattuto insieme in lungo e in largo, c’erano state incomprensioni, lotte intestine, ma alla fine, il legame che si era saldato fra i due gruppi era diventato insolubile.
Le morti degli amici erano ricordi tristi e spiacevoli, ma la guerra aveva portato alla creazione di nuovi legami, che le antiche sofferenze non avevano potuto recidere.
Era strano.
Era folle, forse anche irrazionale, ma erano amici.
Piemon e gli altri erano in qualche modo cambiati, anzi, sarebbe meglio dire che erano tornati a essere quello che erano: non stinchi di santo, ma creature con un cuore. Anche se a volte era difficile rapportarsi con loro.
-Quello non è un problema.- rispose il clown -Ma ci penserò io. Adesso vai, o farai tardi.-
Yamato gli regalò un piccolo sorriso di gratitudine.
-Ok.- disse -Ci vediamo.-
Il digimon spalancò un poco gli occhi, per lo stupore. Lo stava abbracciando! Non capitava spesso che proprio quel ragazzo si lasciasse andare a certe romanticherie.
Però quando lo faceva, era impossibile non ricambiare.
C’era voluto molto perché entrambi legassero.
Yamato lo odiava, all’inizio, perché lui aveva tentato di ucciderlo più di una volta. Si era dovuto fidare di lui per necessità e poi… poi pian piano si erano avvicinati. Si erano amati e si amavano tuttora.
Il digimon lo strinse a sé senza dire nulla, per non spezzare la dolcezza di quel momento. Attese che Yamato sciogliesse l’abbraccio di sua spontanea volontà e poi lo lasciò andare via.
Lo salutò quando fu oltre il varco, nel suo mondo, e gli sorrise, sperando che in quei giorni che stava via i brutti ricordi non offuscassero i buoni propositi di trascorrere insieme quella quarta giornata.
E si chiese anche se non si potesse dedicarne una quinta a loro due soltanto, ma da trascorrere senza nessun altro intorno.
Solo loro due.