Capitolo primo
Diario
Un quaderno
rosso e
blu,
un diario
segreto,
personale,
un regalo di
compleanno
Se
c’è
una sola cosa di cui Damon Salvatore è terribilmente
terrorizzato, è il perdere
Elena.
Elena è
come se fosse il suo specchio, la sua metà, la sua
–patetico dirlo, ma- anima
gemella, la metà di una mela avvelenata, perché
sì: Damon è cambiato, è
migliorato, è quasi rinato,
ma è pur
sempre il fratello egoista, quello cattivo.
Questo è stato l’argomento di tante liti fra i
due, perché la giovane Gilbert è
testarda almeno tanto quanto il grande Salvatore. Lei gli urlava che
lui è
perfetto, niente affatto malvagio o egoista; lui controbatteva dicendo
che è
lei che porta a galla quel lato di lui, perché
senza… senza lui è perso, vuoto,
inutile… egoista.
Adesso i
due si stringono la mano, intrecciano le loro dita e si guardano
attorno con
attenzione: dove sono?
Elena,
con le sopracciglia aggrottate, scruta attentamente il luogo dinanzi a
sé, così
simile… al Grill. Al Mystic Grill. Forse
perché…
“…è
il Mystic Grill.” Mormora Elena con un
filo di voce, quasi inudibile se non fosse per l’udito
particolarmente
amplificato dell’uomo al suo fianco. Lui annuisce seppure
piuttosto sorpreso. Quello il
Grill? E’ così diverso, così
mutato, così… moderno. In che anno sono? Quanto
in avanti nel tempo sono stati
catapultati? E un’ultima domanda sorge spontanea: da quanto
tempo mancano a
Mystic Falls?
“Nique
non ha precisato in che anno ci avrebbe teletrasportato?”
domanda Damon
confuso, mentre la coppia si avvicina all’ingresso del luogo
in cui, durante la
vita ed adolescenza di Elena, ne hanno passate davvero di tutti i
colori.
Incantesimi, una delle tante morte di Jeremy, l’incontro con
la madre biologica
di Elena, Isobel, le bevute con Alaric, Matt ferito numerose volte,
Connor, il
cacciatore di vampiri, e persino l’esibizione di Caroline
Forbes, altrimenti
nota come Barbie.
“No, non
l’ha detto, però” – Elena si
interrompe subito e gli rivolge un’occhiata truce.
–“ Nique? Sul
serio?” Gli lascia la
mano e porta le braccia conserte mentre il suo
uomo sospira per l’evidente gelosia della sua ragazza.
“Monique è un
nome troppo lungo, e decisamente troppo Francese. Ed
io odio il Francese.” Spiega sperando di convincerla subito
per avventurarsi
nella loro città natale. Lei distoglie lo sguardo da lui e
lo punta su un
albero alla sua sinistra, battendo ripetutamente il piede destro a
terra e
cercando di togliersi dalla mente una disgustosa immagine con Damon e
Monique
–quella stupida streghetta di New Orleans- mentre si
scambiano occhiate
maliziose. Un’immagine del tutto inventata, frutto della
gelosia, però.
“Elena,
sai di essere l’unica donna della mia vita. Io amo solo te.
Te. Non Monique, te.”
Sussurra lui, avvicinandosi
pericolosamente ad Elena, e spostando il suo volto disponendolo di
fronte al
suo. Faccia a faccia. Occhi negli occhi. Quegli occhi da cerbiatta
color
cioccolato di Elena, così profondi, così intensi
in quelli color ghiaccio di
Damon, così caldi, bollenti, limpidi.
“Entriamo.”
Deglutisce rumorosamente la donna, lasciando Damon lì,
impalato, mentre lei è
già entrata nel negozio. Dopo qualche secondo la raggiunge
sconsolato.
Quel posto
è occupato, ricorda con
un sorriso appena
accennato sulle labbra.
Il suo
ragazzo sta già sorseggiando del Bourbon, e la donna accanto
a sé ridacchia
divertita, cercando di non farsi notare. E’ pur sempre ancora
arrabbiata.
“Cosa
desidera, signorina?” le domanda un ragazzo
dall’altra parte del bancone.
“Prenderò
lo stesso di questo signore accanto a me.” Risponde indicando
Damon, che la
osserva di sottecchi, in tutta la sua bellezza. Lui osserva i capelli
mossi e
spettinati, dove la ciocca rosso fuoco è sparita da numerosi
anni, nonostante
lei sia ancora diciottenne; osserva la sua canotta bianca e le sue
lunghe gambe
racchiuse in una gonna bianca con delle strisce a zigzag nere, che
anteriormente
le arriva alle ginocchia e posteriormente fino ai piedi.
“Subito”
risponde il ragazzo, dileguandosi e dando una pacca amichevole ad un
suo
collega… Oppure datore di lavoro, visto che non indossa la
tipica maglietta blu
oltremare dei baristi del Grill.
Questo
allora si volta verso Elena, osservandola e sgranando gli occhi.
“Elena?”
domanda boccheggiando.
“…Sì?”
risponde la doppelgänger cercando di celare la paura che la
invade. E se fosse
un cacciatore di vampiri? Se la volesse uccidere? Stiamo pur parlando
di Mystic
Falls, città che pullula di creature soprannaturali e di
umani che vogliono
eliminarle.
“Sono
Matt, Elena. Ti ricordi di me?” La donna allora ricollega
tutto: i capelli
biondicci quasi bianchi, gli occhi azzurri, il Grill. Semplice, Matt
è
diventato il gestore del Grill dopo anni di duro lavoro, è
visibilmente
invecchiato e le rughe sulla fronte, i capelli quasi bianchi e la pelle
non più
chiara e liscia ne sono la prova evidente.
“Mattie…”
sorride Elena, colma di una felicità molto
amplificata a cui lei non è ancora abituata.
Lui la
raggiunge dall’altro lato e l’abbraccia
calorosamente, perdendosi nella folta
chioma castana, così simile a quella Katherine ormai da lui
dimenticata.
“Tu sei…
Oh mio Dio, Matt! Ti voglio bene” afferma la giovane Gilbert
con un sorriso
splendente, gettando le braccia attorno al collo del suo amico barra ex
barra
migliore amico di sempre.
Damon
accenna un sorriso ed alza gli occhi al cielo, terminando in un solo
sorso il
contenuto del bicchiere.
“Da
quanto tempo non ci vediamo?” chiede Matt sorridendo in quel
modo che solo lui
sa fare, alzando particolarmente l’angolo sinistro della
bocca e assottigliando
gli occhi.
“Da…
molti, troppi lunghi anni!” risponde Elena con tono dolce,
prima di fiondarsi
nuovamente fra le braccia del migliore amico.
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“E
ha
detto di essere sposato ed addirittura nonno! Già
m’immagino i suoi piccoli
nipotini biondi, tutti con gli occhi azzurri…”
immagina Elena con gli occhi
lucidi, seduta su di una panchina, con la sola luce della luna dopo
qualche ora
dall’incontro con Matthew Donovan.
“…E
futuri quarterback. Lo so, Elena, c’ero anche io.”
Sorride sarcastico Damon,
spegnendo in un attimo il sorriso della sua ragazza. Grazie ad un Matt
ormai
sessantottenne, hanno capito di essere stati catapultati circa
cinquant’anni
dopo il diploma, in una Mystic Falls decisamente troppo
futura.
“Secondo
me si tinge i capelli. E’ impensabile che sia ancora
così biondo!” ride Damon,
scatenando anche una breve risata da parte di Elena, che adesso lo
guarda
attentamente, ma soprattutto con… amore.
“Scusa,
per stamattina.” Mormora Elena qualche secondo dopo.
“Non volevo sembrare una
di quelle fidanzate gelose e attaccate in modo morboso al loro
compagno.”
Continua lei arrossendo lievemente.
“E’ solo
che quella Monique… mi ha dato fastidio, tu le hai dato un
soprannome, suonava
così intimo, e…” spiega ormai tutta
rossa la ragazza, ma viene interrotta da
Damon. “Io amo solo te. Amo te, Elena. Senza te non
sono… niente, è te che
voglio per il resto della mia esistenza. Non dovresti
dubitarne.”
“Lo so.”
Lo guarda profondamente, soffermandosi in modo particolare sulle labbra
carnose
ed invitanti.
Damon
allora sospira e le sorride, per poi lasciarle un umido bacio sulla
fronte. Si
alza e le prende la mano, proprio come quella stessa mattina, e
passeggiano per
un po’.
Ed ecco
che sulla destra appare la casa di Bonnie, più avanti
l’abitazione di Caroline
e Liz, ormai vuota, dopo il trasferimento della prima con il suo grande
amore e
la morte tragica della seconda; i
due si
fermano di fronte alla casa Gilbert, o, perlomeno, a ciò che
ne è rimasto. Al
posto di quella villa che si ergeva a più piani, adesso si
trova uno spazio
vuoto, con erbacce da estirpare, cenere e qualche oggetto rovinato e in
stato
di degrado –oggetto è un eufemismo- prima
utilizzato come portafoto,
soprammobile o semplicemente cianfrusaglie.
La
doppelgänger sorride intenerita e nostalgica a quella visione.
Si fa largo tra
i cumuli di cenere che un tempo erano legna, mattoni, letti,
cassettoni,
banconi, la loro casa. La sua, quella di Grayson, Miranda, Jeremy,
Alaric,
Jenna e persino John.
Si siede
per terra, accovacciando le gambe e rovistando fra la confusione di
oggetti non
distrutti. E ce n’è uno, in particolare, che
spicca fra tutti: è impossibile
non notare un quaderno rosso con una fascia color blu cobalto, integro,
nuovo. Elena, allora, sgrana gli
occhi e
lo afferra.
Come fa a
non essersi bruciato, disintegrato? Oppure rubato, invecchiato? Sono
passati
anni, decenni!, dall’ultima volta che lo ha visto.
“E’…è
quello che penso che sia?” domanda Damon sorpreso ed
enigmatico, avvicinandosi
alla sua ragazza e reggendosi sulle ginocchia. “Suppongo di
sì.” Mormora Elena
esterrefatta, con il diario in mano mentre lo spolvera facendo
rinvenire i
colori con un solo movimento rapido della mano.
“E’ il
mio diario. Il tuo
regalo.” Elena
sorride alle sue stesse parole, ricordando il momento in cui, il giorno
successivo al suo diciottesimo compleanno, Damon aveva ritagliato un
attimo
nella sua giornata per darle il suo vero
regalo di compleanno. Un diario, un nuovo diario.
Nuovo diario,
nuova vita!, le aveva
allegramente ricordato
con un sorriso sghembo stampato sul viso.
“Non
posso crederci! Per anni ho creduto di averlo
perduto…” afferma Elena.
“…Credevi
d’averlo fatto fuori nel tuo periodo da neovampira senza
emozioni?” rimbecca
Damon divertito e in un certo senso… sollevato.
Sì, sollevato, perché quel
regalo è tornato, in qualche modo.
I diari
sono sempre stati importanti per Elena e suo fratello, e averne
ritrovato uno
così pieno di significato, in qualche modo, rallegra Damon e
fa sorridere
Elena. Quest’ultima, poi, è particolarmente felice
di aver, di nuovo, un diario
su cui annotare ogni suo pensiero come faceva in passato; se poi si
calcola che
il regalo le è stato donato dal suo attuale ragazzo e amore, allora il tutto è
ancora più gradevole e inaspettato.
“Wow.”
Mormora la doppelgänger con un sopracciglio alzato per lo
stupore.
“Già…
wow.” Ripete Damon con un flebile sorriso sulle labbra.
“Però…
una cosa non mi quadra.” Afferma la giovane Gilbert ad un
tratto. “Anzi, molte.
E’ tecnicamente impossibile che per più di
cinquant’anni questo diario non si
sia rovinato, decomposto, bruciato: non credi ci sia qualcosa
sotto?” domanda
allora, sempre più convinta dei suoi dubbi.
“Beh…
potrebbe essere fortuna. Oppure un caso, una coincidenza!”
risponde il suo
ragazzo non pensandoci più di tanto.
“Perché ti suona così
impossibile?” chiede
confuso.
“Riflettici
un secondo, Damon. E’ straordinario, certo! Ma impossibile
per una città ormai
senza creature sovrannaturali! Né vampiri, né
licantropi, né ibridi, né
streghe...” pronuncia la ragazza interrompendosi e
schioccando le dita,
affermando rapidamente: “Ho trovato!”
“E se
fosse stata Monique? Se centrasse in qualche modo con il viaggio nel
tempo? Ci
ha inviati a Mystic Falls, non in qualsiasi altro paese del mondo! Magari… che so,
ci ha inviati dove c’era un
nostro ricordo vivo, capisci? Come se il diario sia stato
l’appiglio che le ha
permesso di farci viaggiare!” ipotizza lei tutta eccitata.
“Be’, può
essere, certo…” balbetta il Salvatore.
“E’ così!
Dev’essere
così!” sussurra Elena più
a sé stessa che all’uomo che ha di fronte.
Quest’ultimo,
allora, si alza e porge una mano alla sua ragazza, che afferra con
vigore.
I due,
poi, si incamminano su un percorso non segnato, dettato dai loro
sentimenti,
sino alla mezzanotte. Quando rintocca quell’ora, i due
scompaiono
misteriosamente, proprio come sono apparsi.
E tutto
ritorna come prima.
Dove
saranno stati magicamente trasportati i due?
***
Ed ecco
il primo capitolo! Lo ammetto, non è lungo né
notevolmente interessante. E’
solo un inizio, un capitolo di transizione: il prologo era un accenno
alla
vicenda, mentre questo è piuttosto confusionario, in quanto
deriva dalla
confusione dei due; certo, sono stati teletrasportati da Monique,
strega di New
Orleans, città dove i due si trovavano prima di tutto
ciò, ma non sapevano dove
sarebbero ‘atterrati’,né quando,
né in che condizioni.
Abbiamo
Matt, storico umano e quasi inutile personaggio ricorrente del
telefilm, un
diario ritrovato, e il ricordo di Alaric seppure non nominato (ditemi
che
qualcuno l’ha notato, con il ‘Questo posto
è occupato’ aka ‘This seat is
taken’).
Il
prossimo capitolo, invece, sarà ambientato nel passato (non
vi dico quando), e
cercherò di inserire qualche dato su Monique ed il
perché i due si trovavano a
New Orleans e in che modo hanno trovato la strega.
Grazie
per le recensioni, spero che il capitolo vi piaccia!
Se
è
così, non fatevi scrupoli a farmelo sapere!
Un bacio
This seat is taken: