To the beat of the drums
Stydia | Soft Scallison | College!Fic
Gli
occhi verdi di Lydia non sono mai stati grandi come in quell’istante, un foglio
fucsia sventolato come una bandiera di fronte al naso rotondo. Legge il fretta
le parole ‘pool party’ e ‘birra a fiumi’ e tutto questo basta per farle
arricciare il naso in maniera disgustata, un gesto che Stiles riconosce
immediatamente.
«Non
fare quel broncio, Martin», dice con tono aspro infilandosi il foglio nella
tasca posteriore dei jeans, lanciando a Scott un’occhiata d’intesa, «è la prima
festa al college di quest’anno, e non vogliamo stare rinchiusi in questa stanza
per un altro semestre!»
Ancora
una volta, Lydia storce le labbra stizzita, incrociando le braccia di fronte al
petto prosperoso malamente nascosto da una maglietta larga, chiedendosi come
fosse possibile che Stiles Stilinski – lo stesso Stiles Stilinski che ama
guardare Star Wars la sera, con la testa comodamente
appoggiata alle cosce di Lydia – possa desiderare una festa come serata ideale.
Non che Lydia abbia perso quel lato da reginetta che sempre l’ha
caratterizzata, la sera è semplicemente sommersa da felpe larghe, pantaloncini
arrotolati alla vita, libri alti quattro dita e…
Stiles Stilinski e Scott McCall. Dall’inizio del
college, eccetto per le notti di luna piena, la vita aveva preso una piega
normale – umana, azzardava di tanto in tanto Stiles – e i tre si erano
ritrovati con così tanti corsi in comune da abituarsi gli uni all’altra, e
Lydia si era rivelata una presenza gradita una volta dimenticati i vestiti
floreali, il trucco, i ragazzi palestrati – beh, questo per Scott, Stiles aveva
già scoperto la vera Lydia all’ultimo
anno di liceo.
Insieme,
Lydia e Stiles avevano portato Scott sulla linea dei film nerd, film d’autore e
de ‘Le pagine della nostra vita’ – che Lydia costringeva entrambi a vedere
almeno una volta al mese – e così era passato il primo anno di college.
Lydia,
quindi, si domanda come ora tutto questo possa essere nel passato e non nel
presente, soprattutto quando Scott scrolla le spalle, indifferente.
«Dopo
Allison non ho più avuto una ragazza, come uomo ho i
miei bisogni e da lupo sono tipo… Intensificati»,
spiega pacato, al suo fianco Stiles allarga le braccia dimostrando quanto la
cosa sia ovvia.
Lydia,
dal canto proprio, inizia a battere il piede sulla moquette, irritata.
«Volete
andare ad una festa solo per rimorchiare?»
Stiles
batte le mani, prendendola per le spalle. «Esatto! Ora capisci?!»
No,
Lydia non capisce perché Stiles debba volere un’altra ragazza quando al mondo è
palese che lei, proprio lei, abbia
una cotta per lui. Ed è palese, perché persino Isaac Lahey
ha notato tutto questo, fermandola un giorno al corso di matematica e facendole
notare come i suoi occhi seguissero assiduamente il profilo di Stiles – e come
i lupi potessero anche odorare l’eccitazione umana, al che Lydia gli aveva
mollato uno schiaffo, andandosene a testa alta e con i tacchi ticchettanti in
mezzo al corridoio.
Le
ci erano volute tre notti di tisane e quattro giorni di finta febbre per
comprendere che sì, quelle che percepiva – e percepisce tutt’ora – nello
stomaco alla presenza di Stiles Stilinski fossero, effettivamente, farfalle,
che con l’andare si erano palesemente trasformate in aquile.
«Siete
patetici. Tu», e Scotto solleva le spalle apprensivo nel momento esatto in cui
l’unghia smaltata d’azzurro di Lydia è ad un centimetro dal naso, minacciosa,
«non fingere che non ti manchi Allison, ti vedo in
classe osservare il suo numero e sento il tuo cervello girare, girare, girare,
e sai cosa sei, Scott? Pa-te-ti-co», e il dito è
contro il suo petto ora e ad ogni sillaba batte contro di esso, aumentando
l’imbarazzo sul viso di Scott.
È
Stiles ad intervenire, afferrandole la mano e stringendola, gli occhi marroni
annoiati.
«Avanti,
Lydia, anche se ci troviamo una ragazza troveremo comunque tempo per vedere
te,» Lydia sente l’aria dietro di sé, segno che Scott sta – saggiamente –
consigliando sventolando le mani al suo amico di tacere, «ora che sei diventata
praticamente una suora».
La
bocca di Lydia si apre e si richiude come un pesce per un numero indecifrato di
volte, Scott trattiene il fiato, sapendo che non può portare a nulla di buono
un insulto nei confronti di Lydia Martin, mentre Stiles sorride fiero della
propria uscita, non percependo il pericolo.
In
fondo, cosa può importare a lui? Ha speso dieci anni della sua vita ad amare
non ricambiato Lydia Martin, abituandosi all’idea di poter essere semplicemente
un amico per lei, e – come detto da Scott – un maschio ha i suoi bisogni. E una
strana voglia di coccole, per quanto lo riguardi, che sa terribilmente di
pesca, come il profumo dello shampoo di Lydia.
No,
Stiles, smetti di pensare a quanto sarebbe bello che fossero i capelli di Lydia
quelli appiccicati al tuo corpo la mattina, d’estate, a causa del sudore.
Concentrati sul vincere questa battaglia.
«Puoi
sempre guardarti Le pagine della nostra vita con la tua compagna di stanza»,
Stiles continua, mentre Scott si schiaffeggia palesemente la faccia, «Ma non puoi, perché è proprio Ashley ad
avermi invitato alla festa, sai?»
Lydia
sente un tic all’occhio e un prurito alle mani. Desidererebbe prendere la testa
di Stiles e batterla ripetutamente contro un marciapiedi, ma sa bene che Scott
– il dolce e tenero Scott – la fermerebbe, ricordandole che quello è pur sempre
il suo migliore amico – a cui lei stessa deve la vita per quelle due o tre volte
in passato.
Quindi,
con tutta la classe che si possa possedere in una maglietta di tre taglie più
grandi e pantaloncini arrotolati, Lydia afferra il colletto della camicia di
Stiles, portandoselo ad un millimetro dal viso.
«Ti
farò vedere chi è davvero Lydia Martin, Stilinski, e quando verrai nei
pantaloni vedendomi ballare ti rimangerai la parola ‘suora’ all’infinito».
E
con questo – ed una frustata di capelli biondo fragola contro la faccia
sconvolta di Stiles – Lydia se ne va, sbattendo la porta alle sue spalle e
pregando che i suoi vestiti non siano ammuffiti o, peggio, ristretti.
«Quella
ragazza sarà la tua morte», dice Scott con una mano che sa di conforto sulla
spalla di Stiles, chiedendosi come Lydia possa aver capito che Allison fosse ancora nei suoi pensieri.
Stiles,
dal canto suo, si limita a chiudere la bocca in una linea stretta. Ogni volta
che la prospettiva di andare oltre Lydia si fa largo nella sua testa, la
ragazza lo fa innamorare di sé ancora, e ancora, e ancora.
Ma
quel sabato no, avrebbe rimorchiato una ragazza più bella di Lydia e le avrebbe
dimostrato chi realmente fosse Stiles Stilinski.
*
Il
primo passo per raggiungere il suo scopo, pensa Lydia scartando un vestito di
un pallido blu notte, è non andare da sola a quella dannata festa.
Le
opzioni non sono molte, nonostante Caroline Forbes –
organizzatrice della festa – avesse felicemente approvato l’idea di ospiti
esterni al college, purché con un invito che Lydia si era premurata di
acquistare dieci minuti dopo aver sbattuto la porta della stanza di Stiles e
Scott.
In
un anno di college Lydia non aveva avuto che qualche flirt sfuggente, sempre
interrotto dall’irruenza di Stiles, dal pensiero di Stiles, da tutto ciò che
riguardasse Stiles, quindi niente era più lo stesso nella sua stessa vita.
Quando, un tempo, avrebbe semplicemente dovuto schioccare le dita per avere un
accompagnatore, ora deve scegliere attentamente il proprio partner. E non può
sicuramente essere uno dei campioni della squadra di nuoto, perché quelli in cambio
vogliono solamente una cosa, e Lydia è ben sicura di voler tenere le proprie
gambe chiuse per tutta la durata del party.
Isaac
è la sua seconda opzione, ma quando ricorda lo schiaffo, Lydia depenna il nome
nella propria testa e, scrutando con il naso arricciato un vestito argento,
sbuffa.
È
in quel momento esatto che il cellulare suona, rimbombando per l’armadio ormai
vuoto e facendola sobbalzare. Lydia corre, afferrando al volo l’iPhone dal letto e sorridendo verso il nome illuminato
sullo schermo.
«Allison, tesoro, stavo giusto pensando a te».
Una
pausa, prima che la risata squillante dell’altra faccia sorridere Lydia più
ampiamente, confortata dalla conosciuta voce dell’amica.
«A
cosa devo l’onore, Martin?»
«Mi
chiedevo,» e Lydia si arrotola una ciocca di capelli intorno all’indice, «hai
impegni per sabato sera?»
*
Stiles
non vorrebbe essere nervoso, ma non può fare a meno di continuare a
tamburellare con le dita contro la ringhiera. Ogni tanto qualche ragazza passa
accanto a loro, salutandoli o ammiccando, ma nemmeno Scott pare farci troppo
caso, occhieggiando di continuo la scala che porta alla piscina, da cui
continua a scendere gente – in costume o vestita.
«Dici
che verrà?» Domanda Scott per quella che pare essere la sesta volta in dieci
minuti, sorseggiando cautamente un po’ del punch – l’ultima volta era stato
avvelenato, in fondo, il dubbio nei suoi occhi è quasi giustificabile.
Stiles,
dal canto suo, scrolla le spalle. «Lydia è vendicativa, arriverà, mi mozzerà la
testa e se ne andrà tenendola gloriosamente tra le mani».
Lui
conosce Lydia meglio di chiunque altro, persino meglio di Allison.
Può capire dal modo in cui i capelli sono pettinati di che umore sia, cosa
pensi dal semplice arricciamento dalle labbra e scoprire se quello che dice sia
la verità o una bugia grazie ai suoi grandi espressivi occhi verdi.
Ha
passato così tanti anni ad amarla, a scoprirla, che ora non riesce nemmeno a
guardare con occhi sincero qualsiasi altra ragazza gli passi vicino. Le trova
carine, alcune potrebbero persino baciare bene, ma nessuna ha le labbra carnose
di Lydia, nessuna sa morderle come fa lei, nessuna può arricciarle in un
broncio e rimanere comunque sensuale. E pensando questo, Stiles beve l’intero
bicchiere di birra, proprio mentre una giovane dai capelli biondo fragola che
conosce meglio appare sulla scalinata.
E
la bocca si spalanca, perché Lydia Martin ha vinto.
«Quindi,
Scott ti ha chiesto di me?» Domanda Allison portando
una ciocca di capelli neri dietro l’orecchio. È così graziosa nel suo
prendisole azzurro che Lydia un po’ invidia le gambe lunghe dell’amica, prima
di sorridere dolcemente – poche persone hanno il potere di infondere dolcezza
nelle sue viscere acide, e Allison è una di queste.
«Scott
è irrimediabilmente ancora innamorato di te, è solo troppo stupido e pauroso
per dirtelo», dice Lydia sventolando una mano verso Caroline Forbes e ammiccando ad Elena Gilbert al suo fianco, sua
compagna nel corso di Calcolo. «E lo rende patetico l’essere ad una festa per rimorchiare».
Come
se fossero capaci di rimorchiare, pensa Lydia tra sé, aggrottando le
sopracciglia allo sguardo indeciso di Allison.
Lydia
sa per certo che Stiles non è più vergine, a causa di una vecchia chiacchierata
con Scott, una notte in cui entrambi erano ubriachi e Stiles obbligato in
camera a studiare. A Scott era sfuggito il nome di Courtney Barry, una ragazza
dai capelli così biondi da sembrare bianchi, e poco dopo era arrivata la
confessione della sua serata passata nella loro camera, costringendo così Scott
a chiedere asilo ai loro vicini.
A
quei tempi, Lydia non aveva percepito la stretta di gelosia allo stomaco, e nonostante
ora continui a ripetersi che tutto questo – il costume sensuale, il prendisole
corto e i tacchi alti – sia solo per dimostrare di essere la vecchia regina di Beacon Hills, sa con
sicurezza che l’altra parte di sé desidera solamente gli occhi di Stiles
addosso come un tempo. Con l’amore e l’adorazione che al liceo lei era stata
troppo impegnata ad ignorare.
«Scendiamo
le scale e facciamo questa cosa», dice Allison
prendendola per mano e Lydia la sente sudata, la rassicurazione che entrambe
abbiano così paura da sembrare due quindicenni vergini alla loro prima festa.
È
mentre scende che Lydia individua Stiles sul lato destro della piscina, con una
camicia quasi completamente sbottonata – sicuramente un consiglio per sms di
Danny – e un drink in mano. E gli occhi piantati sulla sua figura, la bocca
aperta in un’espressione di meraviglia.
«Ho
trovato Scott», sussurra Allison al suo orecchio, e
Lydia sa per certo cosa verrà dopo. «Andiamo a salutarlo?»
«Oddio,
stanno venendo qui», Stiles saltella da un piede all’altro agitato, osservando
l’espressione pietrificata di Scott alla vista di Allison
– un punto per Lydia Martin.
Stiles,
d’altra parte, è letteralmente abbagliato. Vedendo Lydia in un prendisole
dannatamente corto, tacchi vertiginosamente alti e il suo fottuto – dio, quanto gli era mancato – rossetto
rosso ha provato un ammollimento delle ginocchia, ragion per cui la statua alla
sinistra sembra quasi un’amica quando gli si appoggia, ostentando nonchalance
nel momento in cui le due ragazze compaiono con un sorriso di fronte a loro –
beh, quello di Allison era un sorriso, per lo meno.
«Ehi,
ragazzi», Stiles osserva Scott deglutire prima che sorrida, un sorriso che
solamente Allison può creare.
Lydia,
dal canto proprio, ammicca ad un ragazzo in bermuda poco lontano. È in
quell’istante che Stiles ricorda la loro ‘scommessa’ e, schiarendosi la voce,
la guarda dritta negli occhi verdi.
«Vedo
che hai lasciato in camera la maglietta grigia e i calzettoni», Lydia sorride
al misero attentato di Stiles di farla arrabbiare.
Guardandosi
le unghie, scuote le spalle. «Vedo che la tua idea di rimorchio non ha
funzionato, mentre la suora… Oh», Lydia stende le labbra in un sorriso maligno, sbattendo poi le
ciglia ad un biondo ossigenato, «io invece andrò a farmi un bagno in piscina
con Andrew».
«Non
lo conosci nem – »
Ma
è costretto a bloccarsi. Il prendisole cade morbidamente lungo le gambe di
Lydia, rivelando le forme che da troppo Stiles aveva desiderato poter rivedere.
Adora il nuovo stile di Lydia, sentirla libera di essere se stessa, ma ora è
così sensuale da sentire i propri bermuda divenire terribilmente stretti.
Il
top del costume fascia perfettamente i suoi seni sodi, Stiles deglutisce
quando, ancheggiando, lo sorpassa ammiccando.
«Accidenti»,
sussurra, mentre Scott e Allison scompaiono nel
nulla, lasciandolo solo al bordo di una piscina in cui Lydia Martin si tuffa e
– maledizionemaledizionemaledizione – si bagna, il
corpo lucido a causa delle gocce d’acqua. Tutto ciò, pensa Stiles, è
completamente ingiusto. Una decina di ragazze in bikini hanno un fisico più
bello di Lydia, ma i suoi occhi non possono che starla a guardare ridere in
acqua, i capelli completamente bagnati e l’aria così spensierata che la rende
ancora più bella.
Lydia
sente gli occhi di Stiles su di sé, sente il suo sguardo, e deve lottare,
stringere i pugni e mordersi le labbra per non voltarsi e chiederli di unirsi,
che con lui si divertirebbe di più, e non temerebbe le mani sotto l’acqua che,
come tenaglie, si aggrappano fermamente intorno alla sua vita morbida.
Sorride
a Andrew, compagno del corso, e tutto ciò le ricorda terribilmente i tempi del
liceo, quando Stiles era solo parte della cornice della scuola e lei, Lydia
Martin, non era altri che un desiderio per ogni quindicenne con ormoni
sballati. Ora tutto è diverso, Stiles non è una cornice ma parte della foto,
per questo Lydia si divincola dalla presa di Andrew e nuota a bordo della
piscina verso Stiles, sorridendo maligna – nascondendo il battito accelerato
del proprio cuore che rimbomba nel petto ed è così assordante da risultare
fastidioso.
«L’acqua
è fantastica», urla scostandosi una ciocca di capelli biondo fragola dal viso,
sentendo le gocce caderle lungo il collo. Gli occhi di Stiles le seguono
ipnotizzati, prima di deglutire rumorosamente – così rumorosamente che Lydia
riesce quasi a sentirlo oltre il martellare della musica – e sorseggiando un
po’ di birra.
«Sarebbe
un invito a raggiungerti, Lydia? Perché sai – »
Lydia
solleva una mano, roteando gli occhi. «Lo so, lo so, sei qui per rimorchiare e se stai con me ti
rovinerai ogni possibilità, afferrato Stilinski», borbotta sguazzando lontano
dal bordo, mentre un ghigno si apre sul viso di Stiles, che lascia cadere a
terra la camicia e toglie le scarpe, abbandonandole vicino al prendisole di
Lydia.
Con
una rincorsa si tuffa in acqua, e riappare in superficie proprio al suo fianco,
le gocce d’acqua tra i capelli bagnati – e Lydia si chiede come sarebbe passarci
le dita – e lungo il naso a punta – sarebbe stato piacevole sentirlo contro il
proprio, durante un bacio?
«Veramente,
Lydia», e Stiles nuota più vicina a lei, e per un secondo pare indeciso se
afferrarla per la vita oppure continuare a muovere le braccia, «volevo
semplicemente assicurarmi di non rovinarti la piazza».
Lydia
cerca in tutti modi di non sorride, di mantenere quell’aria arrabbiata, ma
tutto cade, sbriciolandosi, e scoppia in una risata melodiosa, contagiando
Stiles di fronte a sé e bagnandolo con uno schizzo d’acqua, prima di nuotare
verso di lui e lasciare le gambe a sfiorarsi.
«Quale
piazza? Sono una suora, Stiles», ghigna Lydia, allungando un dito e scostando
un ciuffo di capelli dalla fronte del ragazzo.
Stiles
lo capisce in quel momento, l’amore per Lydia è ancora lì, nel suo cuore, che
martella così rumorosamente da sembrare una batteria, e non ha paura che lei
possa sentirlo, perché ora non desidera altro che baciarla.
«Oh,
Lydia», sussurra roco, «con una maglia larga o un bikini succinto rimani sempre
la cosa più bella nella mia vita».
Stiles
sa di aver detto la cosa giusta quando Lydia prende il suo viso tra le mani e
lo abbassa verso di sé, baciandolo con tale passione da farlo sentire ubriaco.
Allison si inumidisce le
labbra, guardando Scott di sottecchi al suo fianco, mentre la gente intorno a
loro balla a ritmo della musica, urlando e ridendo. Tra loro, l’imbarazzante
silenzio che Scott cerca in ogni modo di spezzare.
«Quindi,
rimani per un po’?» Chiede asciugandosi le mani nei bermuda rosso mattone,
scalciando un bicchiere vuoto a terra e perdendo così una delle due infradito.
Allison ridacchia,
coprendosi la bocca, scrollando le spalle. «Papà mi ha consigliato di valutare
i corsi, ora che siamo tornati a Beacon Hills», spiega pacata, arricciando una
ciocca di capelli neri intorno all’indice, sorridendo poi. «Forse l’anno
prossimo riusciremo a vederci più spesso, Lydia ha cacciato un urlo quando l’ho
– »
«Torneresti
qui?»
C’è
emozione nella voce di Scott. Un’emozione così grande che Allison
sente gli occhi inumidirsi, ci vuole tutto l’autocontrollo imparato negli anni
per impedirle di piangere. Allunga una mano afferrando quella di Scott,
annuendo, un groppo in gola.
«Lo
vorrei tanto».
Lydia
ha baciato un sacco di ragazzi nella sua vita, ma nessuno l’ha mai stretta al
proprio corpo come Stiles, tenendola così vicina a sé da soffocarla, e lei
soffocherebbe volentieri.
Anni
prima avrebbe riso in faccia a chiunque avrebbe osato dirle che lei, proprio
lei, si sarebbe baciata in piscina con Stiles Stilinski. Ora, invece, vuole
semplicemente allacciare le gambe intorno alla sua vita e sentire le mani
stringersi intorno ai glutei e farsi baciare, baciare fino a sentire le labbra
secche.
«Lydia,
credo che non potrò uscire dall’acqua per un po’», sussurra Stiles, dandole un
bacio leggero contro la gota, contro il mento, contro la giugulare, e ad ogni
bacio Lydia sente il respiro incresparsi, un singulto le sfugge, poi un altro,
e desidera così tanto baciarlo ancora che il petto le esplode.
«Lo
so, sei appiccicato a me, Stiles, sento anche quello», sussurra prendendogli il labbro inferiore tra i denti, un
morso leggero e il ragazzo sente lo stomaco contorcersi, perché sta baciando
Lydia Martin in una piscina, in bikini, e con l’eccitazione a mille, porca miseria.
«Però»,
continua Lydia, il naso che scende lungo il collo magro di Stiles e le labbra
che tracciano una scia incandescente di baci, «potremmo sgattaiolare fino alla
tua camera, ora che Scott è qui».
In
quel momento Stiles si blocca. Mette le mani sulle spalle magre di Lydia,
allontanandola quanto basta per poterla osservare nei grandi occhi verdi, così
luminosi, una domanda sul viso.
«Sei
sicura?»
Lydia
si alza sulle punte, facendo sì che le mani di Stiles cadano lungo le braccia
in una carezza imprevista, che la fa rabbrividire anche all’interno. Sbatte le
ciglia, è ancora bassa rispetto a lui, il naso non tocca altro che il suo
mento.
«Stilinski,
pensi davvero che ti bacerei senza un motivo? Smettila di pensare di essere
l’unico ad avere le palpitazioni, tra i due».
A
Stiles questo basta per cercare una salvietta e stringersela in vita – sotto la
risata di Lydia – e correre bagnato verso il proprio dormitorio, fermarsi ad
ogni corridoio per poter baciare le labbra rosse di Lydia, altrettanto
gocciolante, e cercare la chiave della propria stanza senza guardare, perché
non può staccarsi da lei, dalla sua vita, dai suoi occhi aperti, dal suo
sorriso.
E
quando entrano cadono irrimediabilmente per terra, il top di Lydia volato via
da qualche parte e il cuore a mille.
*
Lydia
rotola sul letto, finendo a pancia in giù accanto a Stiles. Allacciando le
gambe l’uno all’altra, mentre la ragazza arriccia le labbra stizzita e Stiles
osserva di sottecchi le cosce lasciate nude dalla sua maglietta di X-Men – dio, quanto adora vederla indossare le sue
magliette da nerd.
«Cynthia da’ una festa questa sera, a tema western», mugugna
indecisa, mordicchiando un’unghia curata e guardandolo indecisa, mentre la mano
di Stiles le accarezza la schiena con delicatezza.
Lydia
ignora il fatto che quella mano sia troppo in basso per sembrare innocente, trattenendo
un sorriso.
«Pensavo
di rotolarmi un po’ tra queste lenzuola, stasera», dice Stiles con
indifferenza, lasciando che le dita cadano oltre l’orlo della maglietta, sui
glutei sodi e nudi, mentre Lydia rotola a pancia insù.
Lo
guarda dal basso, piegando le labbra in un sorriso.
«Potremmo
vedere Django», propone Lydia, sentendo le dita
accarezzarle le cosce.
«O»,
Stiles sorride malizioso, seguendo il calore delle sue gambe sotto i polpastrelli,
«potremmo chiudere la porta chiave e io potrei mostrarti il mio Wolverine».
Lydia
apre e richiude la bocca due volte, inarcando le sopracciglia perplessa, prima
di schiaffeggiare la spalla di Stiles con forza.
«Oh
mio Dio! Hai chiamato Wolverine il tuo p – »
«Ehi,
è un nome azzeccato, è duro come il – »
«Stilinski,
non dire un’altra parola o ti – »
«Te
l’ho mai detto che sei bellissima quando ti arrabbi?»
Lydia
rotea gli occhi, mordicchiandosi le labbra. Adocchia la porta, prima di
cacciare un sospiro e salire a cavalcioni sulla vita di Stiles, costringendo i
polsi del ragazzo vicino alla testa.
«Allora
facciamo incontrare Wolverine e Mystica».
«Mystica? Ma loro non – »
«Stiles,
usa quella bocca per occupazioni più proficue».
«Sissignora».
Dopotutto,
anche una donna ha i suoi bisogni.
N/a: pare che il mio
cervello adori formare idee stupide per fic stupide
su questi due stup – ah no, loro sono l’amore. (L)
BTW, mi sono divertita a scrivere questa cosuccia, e sì, inizio ad adorare
l’ambientazione al college. Amo il fatto che Teen Wolf,
come telefilm sul soprannaturale, sia originale, ma portare un po’ di normalità
in loro non può che fare bene.
SPOILER3x09:
Lydia, tesoro, solo tu potevi essere qualcosa di così splendidamente splendido.