Note
dell’autrice #1: e dopo l’esperienza della prima mini long
sui Beatles, eccomi qua con un’altra idea. Questa è davvero una raccolta. L’idea
mi è venuta in mente al supermercato, quando mia sorella ha comprato la scatola
con i 5 Magnum kiss. 5 tipi di bacio… insomma, cosa c’è
di più fluff? E io sguazzo nel fluff. XD E allora è nata questa cosa.
Ho aggiunto le canzoni di Elvis perché dopotutto era una
delle cose che accomunava John e Paul. J
Questa in particolare non è di Elvis, ma ho trovato in diversi siti che l’ha
fatta come cover, quindi…
Beh, vi auguro buona lettura e ci leggiamo dopo.
Choose
your favourite kiss
Capitolo 1: “A sinner kissed an angel”
First
kiss
La camera era immersa nel buio.
Solo la luce della luna piena entrava dalla finestra,
illuminando con il suo argenteo chiarore i corpi dei due ragazzi sdraiati sul
piccolo letto. La delicata brezza di una sera d’estate si faceva strada
soffiando attraverso le leggere tende di lino e rinfrescando l’ambiente.
Dal giradischi proveniva la voce di Elvis, suadente,
calda, e sopra la sua, si muoveva armoniosa quella di Paul, dolce e udibile
solo da John.
Egli lo guardava, sorridendo, pensando, ad ogni verso,
che aveva fatto dannatamente bene a prenderlo nella sua band.
“Yes,
miracles can happen”
Era stato davvero come un piccolo miracolo, John che
aveva deciso di condividere la leadership della band con Paul, John così geloso
di tutto ciò che aveva, di quel suo piccolo gruppo che era la sua unica valvola
di sfogo, l’unica occasione di aprire le ali e volare, volare lontano da
Liverpool per vedere il mondo.
Sapeva di essere pronto per spiccare il volo; glielo sussurrava
la sua mente durante il giorno, glielo urlava il suo cuore durante la notte.
Solo che gli mancava qualcosa, qualcosa di importante,
qualcosa che aveva solo Paul.
Prendere Paul con lui era stato difficile, una scelta
combattuta, sì, ma si era rivelata anche la scelta migliore.
Perché in fondo Paul aveva quel qualcosa.
Paul aveva le ali per far volare John.
“I know ‘cause I saw what happened”
John ne era davvero convinto.
Tutta la sua vita fino ad allora era stata un susseguirsi
di caotici eventi che avevano scombussolato il suo essere. Un essere umano con
un tale livello di confusione cadeva facilmente nella tentazione, la tentazione
che portava a deviare, a fare cose inopportune, a… come dicevano i puritani… a
peccare.
E John peccava e gli piaceva peccare, andare contro le
regole, contro tutti, fare quello che voleva lui e lui soltanto. Sapeva, però, che
in questo modo tutto ciò che avrebbe fatto, avrebbe solo rispecchiato se stesso.
Tutto ciò che sarebbe stato, sarebbe stato solo John, un piccolo ragazzino di
Liverpool, con tanti sogni, tanti difetti e neanche una possibilità di essere,
diventare qualcuno, qualcosa di migliore.
Non voleva essere solo
John per il resto della sua vita. E non poteva permettere che il suo
gruppo, la sua vita, fossero in totale balia di quella tempesta che inquietava
il suo animo, senza la speranza di una via d’uscita.
Per questo motivo qualcuno, qualcuno che doveva provare davvero
gran compassione per lui, gli aveva mandato Paul.
Gli aveva mandato ordine, gli aveva mandato uno spiraglio
di luce in quella nebbia confusa che lo circondava.
Gli aveva mandato le ali per volare.
Gli aveva mandato un angelo.
“That night a sinner kissed an angel”
Paul non era un angelo, ovviamente, non lo era affatto,
per carità. La sola idea era ridicola.
Eppure lo era e lo era per John.
Era l’angelo che la notte cantava dolcemente solo per lui
e allontanava i pensieri cattivi per poter addormentarsi.
Era l’angelo che rideva con gli occhi quando John faceva
una battuta che nessuno capiva. Ma Paul capiva sempre.
Perché Paul capiva sempre John.
“That was the night I fell in love”
C’era solo una cosa che Paul non capiva.
Non capiva che lui l’amava.
Non capiva la cosa più importante di John.
John lo amava dalla prima volta che l’aveva sentito
cantare e non aveva potuto fare a meno di innamorarsi di lui e di tutto ciò che
rappresentava per se stesso.
Non c’era davvero niente al mondo che desiderasse di più,
più di Paul che si innamorasse di lui.
Paul che lo sfiorava, Paul che lo baciava, Paul tutto
intorno a lui.
Paul, Paul, Paul, solo Paul.
Ma un angelo come lui avrebbe mai potuto amare un
peccatore come John?
“A questo punto, di solito, stai già dormendo.”
Le ultime note della canzone erano svanite, sostituite
dalle parole di Paul, che gli stava sorridendo.
John annuì, incapace di distogliere il suo sguardo da
Paul. Come poteva dormire quando aveva proprio lui a portata di mano? Come poteva dormire quando sapeva che
un’atmosfera del genere non si sarebbe ripresentata tanto presto? Come poteva
dormire quando un peccatore come lui non avrebbe perso altro tempo e avrebbe
baciato il suo angelo?
“Sì, è solo che prima devo fare una cosa.”
La risposta era semplice: non poteva.
E ora avrebbe approfittato dannatamente bene di quella
situazione. E non importava come avrebbe reagito Paul, o forse importava, ma
solo in parte, perché John doveva farlo e doveva farlo ora.
“Cosa?”
Doveva baciarlo.
La realizzazione del gesto che stava per compiere lo fece
diventare tutto un fremito. Ogni singola fibra fremeva inquieta, eccitata,
felice. Si sentì improvvisamente come un piccolo uccellino pronto a tuffarsi
nel suo primo volo e John sapeva di non avere paura di tuffarsi, perché ci
sarebbe stato Paul ad aiutarlo.
Sapeva anche che se si era mosso, era stato a causa degli
intensi brividi che scuotevano il suo corpo. Sapeva che si era avvicinato a
Paul e che le sue labbra si erano appoggiate sulle sue. Sapeva che Paul era
rimasto immobile come una statua di granito mentre lui lo baciava, sapeva che lui
l’aveva guardato con occhi spalancati.
Sapeva tante cose di quel loro primo bacio.
Non sapeva, però, che dopo Paul avrebbe ridacchiato, nonostante
i tentativi di trattenersi. E che lui gli avrebbe detto: “Non mi era mai
capitato che qualcuno ridesse dopo essere stato baciato da me.”
“Cosa pretendi? Non avevo mai baciato un ragazzo.”
Paul gli fece l’occhiolino e John per tutta risposta sorrise
di un sorriso sfacciato.
“C’è una prima volta per tutto, sai? – esclamò,
avvolgendo un braccio intorno alla vita di Paul e attirandolo a sé - Io non
avevo mai baciato un angelo.”
“Ma io, certamente, non sono un angelo. Non lo sono
affatto.”
“Lo so, ma lo sei per me e mi piaci.”
Paul rise ancora e lasciò che il suo braccio scivolasse
sul collo di John con un movimento ancora incerto, ma comunque desideroso di
quel contatto.
“Dovremmo smetterla di ascoltare Elvis.” disse poi, quasi
con un sussurro.
E John, nonostante la fioca luce che li illuminava dalla
finestra, poté dire con certezza che Paul era arrossito.
“Perché? Non sei contento che Elvis sia in grado di far
emergere il mio lato romantico?”
“Ehm, no, penso proprio di no, grazie. Lo trovo piuttosto
inquietante.”
John scoppiò a ridere: “Hai ragione. Ti ho mai raccontato
della prima volta che ho ascoltato Blue moon?”
“No, cos’è successo?”
“Ho detto a Mimi ti
voglio bene.”
Note
dell’autrice #2: ecco qua. Innanzitutto ringrazio kiki che ha corretto come sempre e che come sempre mi dà
fiducia.
Ci sentiamo al prossimo capitolo, il Loving
kiss. La struttura della storia sarà un po’
particolare. Sarà sempre la stessa scena, con lo stesso incipit e cambierà
tutto il resto. Spero possa piacere.
Alla prossima
Kia85