Marcia dei Maiali
La città di Ebanopoli ha tradito Sandra. Mentre si industrializza, i Draghi volano in cerca di nuovi posti e lei è divisa. Seguirli o rimanere nella città in cui è nata, che cambia e le volta le spalle?
Dove c’era la sua palestra ora sorge una ciminiera. E’ denso e scuro il suo fumo. Vede Lance torcere il naso al suo fianco, mentre Sandra osserva impotente, immobile, lo scempio davanti ai suoi occhi.
Gli operai escono a frotte dalla fabbrica, sputano per terra, deridono Sandra e Lance che indossano ancora i loro mantelli. Il loro modo di vestire, legato alla tradizione, non ha più nulla a che vedere con la moda della città di Ebanopoli. La città che li ha traditi, la popolazione che ha avvelenato le loro fondamenta.
“Lance, dimmi che è un incubo.”
Per la prima volta il gelido Lance stringe a sé Sandra, l’ultima traccia rimasta della tradizione, l’ultima sua radice ancora sana. Ha paura di vederla appassire per il dolore tra le sue braccia. Versa tante lacrime, la fredda e incorruttibile Capopalestra, tanto che sembra doversi prosciugare.
Lance capisce che deve essere lui a decidere per la cugina. Comprende anche che è l’unica cosa preziosa rimastagli, l’unico legame con quella terra ormai devastata dagli interessi degli esseri umani. Sono gli Ultimi Domadraghi e non possono portare fieramente il loro titolo. Sono condannati a veder sfilare quei maiali davanti a sé, ricordando le glorie della loro stirpe ormai morta, respirando l’olezzo del marciume in cui si trovano.
Questa è la loro culla, la loro terra madre: nient’altro che una pattumiera.