Serie TV > Grey's Anatomy
Ricorda la storia  |      
Autore: lulubellula    07/08/2013    8 recensioni
Da collocare all'interno dei primi episodi della nona serie.
Nella vita ci si trova sempre davanti ad un bivio.
Restare a terra o rialzarsi.
Piangersi addosso o reagire.
Mollare tutto o rimettere insieme i pezzi.
Toccherà ad Arizona prendere questa decisione.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Arizona Robbins
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nona stagione
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Dieci piccoli passi

 

Respira.
Lasci a terra le stampelle.

Uno.
Due.
Tre.

Respira.

Il pavimento è freddo anche se indossi le calze.
Lo senti con il piede destro, lo percepisci con il fantasma sinistro.
Il vento ti entra fin dentro le ossa, le finestre sono chiuse, il condizionatore spento.
Il vento è nelle tue ossa, nel tuo midollo, scorre nelle tue terminazioni nervose, anche in quelle che sono state recise.
Non puoi dire al tempo di smettere di girare, né al sangue di cessare di scorrere.

Sangue fantasma sgorga e zampilla in vene che non esistono più, irriga carni che non sono più tue, colora di roseo un piede che non toccherà terra né ora né mai.

Ti sei dovuta cambiare ancora una volta, le tue vesti erano fradice, bagnate, intrise di vergogna.
Non hai più gambe salde per camminare, né forza per rialzarti in piedi e ti senti sola e straniera nella tua stessa casa.

Il pavimento dove ha mosso i primi passi Sofia è lo stesso in cui sei inciampata tu poco fa.
E il frigorifero sul quale Callie affigge le calamite colorate, ti ricorda solo i cartoni del latte che hai rovesciato, tenendo in bilico le stampelle e cercando di instaurare una sorta di equilibrio precario per restare in piedi.

Tutto in questa casa ricorda i giorni passati, i giorni felici, ma tutto ti ricorda le notti in cui hai pianto, in cui credevi che saresti impazzita di dolore, in cui avresti solo voluto buttarti le lenzuola sopra gli occhi e nasconderti al mondo intero.

Ti sembra di vivere in un labirinto, di esserne al centro e che non ci sia una fine, non ci sia un filo.
Hai ali di cera e gambe di aria, hai cuore di piombo e occhi di sale.

Quattro.
Cinque.
Sei .

Respira.

Stai male.

Ti sembra di vivere un idillio spezzato, di tagliarti con i cocci di un sogno finito, di piangere sui resti del latte versato e spegnere le braci di un fuoco ormai estinto.

Senti le lacrime che ti inondano il viso, non provi nemmeno a nascondere nulla, quello che ti corrode dentro di te, adesso è manifesto anche all’esterno e non avrebbe senso fingere il contrario con gli altri.
Non fingi con Callie, ma lei finge con te, gioca alla famiglia perfetta, in fondo anche se per poco lo siete state.
Non fingi con te stessa, quello che ti riesce meglio ora è odiarti, biasimarti e piangerti addosso, a volte riesci a fare tutto ciò contemporaneamente senza nemmeno sentirti in  colpa.

Quasi.
Non del tutto almeno.
No.
Non è vero.
Ti senti in colpa anche tu.
Anzi senti che è proprio colpa tua.
E che non c’è via d’uscita.

Non c’è modo di sfuggire al tuo dolore se non evitare di pensarci.
Finchè il tuo sguardo si sofferma sulle tue gambe e non puoi far finta di nulla.

La gamba non c’è, ma tu ci sei.
Mark e Lexie se ne sono andati, ma hai ancora tua figlia e tua moglie.
Stai piangendo di fronte alla finestra e macchiando il tuo volto di lacrime, ma tua figlia si avvicina a te, ti sale in grembo e te le asciuga con le sue dita.

E anche se hai desiderato di essere morta più di una volta nelle ultime ventiquattro ore, negli ultimi quaranta giorni, in questo momento sei felice di essere viva.
Sei grata di essere seduta vicino alla finestra con tua figlia tra le braccia e il volto asciutto, un sorriso sulle labbra a dipingerti il viso.

Sette.
Otto.
Nove.
Dieci (passi).

Vivi.

   
 
Leggi le 8 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Grey's Anatomy / Vai alla pagina dell'autore: lulubellula