Zaino
in spalla. La strada è libera. Il primo giorno in questa
scuola ormai è alle
porte. Mi sono trasferita a Tokio, la mia città natale solo
ieri e oggi
ricomincio la scuola dal secondo quadrimestre. Papà voleva
andassi con una
delle sue macchine accompagnata dall’autista. Ma che senso
avrebbe allora
andare alla scuola pubblica? L’ho pregato per mandarmi qui.
Mi hanno schifata
tutte quelle scuole private con i figli di papà e i con i
prof privati non
potrei mai conoscere nessuno per il mio carattere. Rimarrei da sola. Di
nuovo.
Mi
sa di essermi avviata un po’ troppo presto... non
c’è ancora nessuno. Ne approfitto
per sentire un po’ per ascoltare l’I-pod. Pian
piano il cortile della scuola
iniziò a riempirsi. Tanti ragazzi e ragazze in divisa che si
divertono a
scherzare tra loro. Le scuole che ho frequentato fino ad ora
sembrerebbero
prigioni in confronto a questa. Perché mi guardano queste?
È sempre così. In ogni
dannatissima scuola che frequento mi devono guardare come un extra
terrestre,
solo perché mi piace stare da sola. Ecco Neji! Il mio
cuginetto fa sempre colpo
eh? Guarda quante lo guardano. Mi sorride, ricambio no? Sarebbe troppo
infantile per lui venire qua a salutarmi. Uffa! Perché mi
guardano così? Colpa mia
se ho un cugino carino e mi sorride?
Finalmente
la campanella suona. Come al solito devo andare a parlare con la
preside. Mi sono
quasi memorizzata tutto ciò che devo dire. Finalmente sono
entrati tutti. Tra dieci
minuti entro anch’io. Tanto devo comunque entrare alla
seconda ora, non occorre
affrontare da capo tutti quei ragazzi. Ora mi tocca superare quella
soglia che
mi terrà qui dentro per qualche mese. Tutta colpa del lavoro
di papà.
E lui chi è? Come corre! Mi passa accanto e mi sorride? Mi sento bruciare in viso. Però cavolo quanto è bello! Capelli color sole e occhi color cielo, come mi piacerebbe perdermi dentro essi.. Ma che vado pensando! Hyuga svegliati, non lo conosci nemmeno! Poi devi dimostrare a tuo padre che riesci ad andar bene a scuola, anche se è pubblica. Dovrò avere i voti migliori. Quindi niente distrazioni. Però...
Marianna