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Autore: Dominil    09/08/2013    3 recensioni
[Of Mice & Men]
“Hai trovato un altro pennello?” chiese Phil, quando vide Tino entrare in salotto con un sorrisetto soddisfatto. Aveva volentieri accettato di aiutare il chitarrista a ridipingere le pareti di casa, erano da poco tornati da mesi di tour e non c'era niente di meglio che passare un po' di tempo insieme fuori dalla frenesia dei concerti e dagli inconvenienti della vita on the road.
Genere: Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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A Fed.


***


Blu e giallo

Phil e Tino




“Hai trovato un altro pennello?” chiese Phil, quando vide Tino entrare in salotto con un sorrisetto soddisfatto. Aveva volentieri accettato di aiutare il chitarrista a ridipingere le pareti di casa, erano da poco tornati da mesi di tour e non c'era niente di meglio che passare un po' di tempo insieme fuori dalla frenesia dei concerti e dagli inconvenienti della vita on the road.
“Sì, eccolo qui.” rispose, agitandolo, senza però intingerlo nella vernice.
Phil continuò il suo lavoro e tornò a volgere il suo sguardo verso la parete, per poi sussultare quando sentì le mani dell'altro ragazzo accarezzargli i fianchi e il petto aderire alla schiena. La sua mano venne totalmente coperta dal batterista che, d'altro canto, gli stava baciando il collo.
L'altro sospirò profondamente e chiuse istintivamente gli occhi, il pennello gli cadde di mano ma non se ne curò, era da troppo tempo che non sentiva il suo amante così vicino e aveva intenzione di godere di ogni singolo istante.
Tino gli aveva sfilato la maglietta con delicatezza, quasi come se il tessuto stesse accarezzando la pelle olivastra di Phil che aveva tenuto gli occhi chiusi continuando a fare affidamento sui movimenti dell'altro che lo guidavano con perfezione quasi maniacale; il batterista temeva che con un movimento troppo brusco quella carnagione tanto delicata si scheggiasse per poi frantumarsi e ridursi in tanti piccoli pezzi tra le sue dita quasi sempre fasciate.
Con la stessa leggerezza Tino lo aveva fatto stendere sul pavimento ricoperto da un foglio di plastica e poi si era voltato verso il bidone di vernice blu in cui era immerso il pennello. Avevano entrambi schizzi di colori sulle guance, Tino anche sulla barba, ma quello che sarebbe venuto dopo andava ben oltre un semplice gioco.
Si erano baciati tante, tantissime volte, solo in alcune situazioni però i baci sembravano essere reali: quando erano stretti nella cuccetta di Phil e a Tino faceva male il collo, quando tornavano da mesi di tour e si accarezzavano le mani al sushi bar.
Dopo aver preso il pennello e aver fatto gocciolare un po' di vernice vicino alle sue scarpe, avvicinò le setole alla pancia piatta di Phil e iniziò a tracciare un cerchio intorno all'ombelico per poi dividergli il petto con una lunga linea orizzontale. I suoi movimenti erano maledettamente lenti, le mani strette a pugno del chitarrista esprimevano tutta l'impazienza che gli faceva vibrare le costole mentre la sensazione di freddo del colore provocava una piacevole pelle d'oca; sentiva inoltre gli insistenti occhi di Tino scavarlo nel profondo, respirava velocemente traendo piacere da quel contrasto di tonalità. Aveva quasi voglia di abbassare il viso e mordergli i fianchi, poi però si disse che doveva saper aspettare, aveva atteso Phil per tanto tempo e non voleva che quel momento venisse rovinato da un po' di fretta.
Gli occhi dell'altro erano ancora chiusi, serrati, solo la bocca era lievemente dischiusa e a quel punto il batterista non poté evitare di accarezzargli il profilo delle labbra con la punta del naso che puntualmente Phil mordicchiò dolcemente. Tino sorrise e, come per vendicarsi, prese altra vernice ma questa volta la fece gocciolare dal pennello direttamente sulla pelle così che il suo amante iniziò a tremare fino ad aprire finalmente gli occhi. Si mise a sedere e, senza smettere di guardare le labbra di Tino, lo strinse fino a macchiargli la t-shirt che però venne sfilata quasi immediatamente e allontanata verso la parete.
Phil gli baciò prima le guance e poi il collo mentre il contatto con la sua pelle fredda per la vernice gli faceva venire i brividi.
Erano entrambi in ginocchio l'uno di fronte all'altro e il chitarrista arrossì timidamente quando l'altro ragazzo gli aprì la cintura dei jeans; poi però fece lo stesso, non voleva rimanere di nuovo indietro. Questa volta si impossessò lui del pennello ma lo intinse nel giallo, l'unico colore che avrebbe mai potuto appartenere a Tino Arteaga che con il suo sorriso avrebbe fatto inchinare popolazioni intere, se solo l'avesse voluto. Lui invece era il blu, un blu intenso che preferiva celare piuttosto che mostrare ma che, quando lo faceva, l'altro ragazzo sprofondava in un oceano sconfinato, approdava ad Atlantide, in mondi mai visti, sentiva l'odore della terra d'origine della famiglia di Phil anche se non gliene aveva mai parlato.
L'interno coscia del batterista si colorò di giallo e decine di minuscoli fremiti iniziarono a percorrerlo, a farlo vibrare mentre si mordeva il labbro inferiore e gli occhi sorridevano; Phil non aveva mai incontrato qualcuno a cui sorridevano gli occhi, ma era forse una delle prime cose che pensò quando si conobbero.
A quel punto Tino strinse una mano nella sua e costrinse l'altro a farlo distendere al suo fianco per poi cingergli il bacino con una gamba e stringerlo ancora più a sé.
Si guardarono intensamente fino a scoprire vicendevolmente le proprie figure in quelle iridi che spesso avevano desiderato esplorare e che mai erano state così vicine.
Si spogliarono, finalmente, erano completamente nudi e vicini, vicinissimi, i loro profumi si mescolavano così come il giallo e il blu che iniziava a diventare verde, facendoli sentire parte di qualcosa di importante che avrebbero perso, se non avessero continuato a dipingere.
Socchiusero entrambi gli occhi quando si baciarono; poi si toccarono, si strinsero, si amarono.


«And it's all how you mix the two
And it starts when the light exists
It's a feeling that you cannot miss
And it burns a hole through everyone that feels it.»

(Blue and Yellow - The Used)

   
 
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