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Autore: angiebear_chan    10/08/2013    0 recensioni
"Avrei voluto in tutti i modi darti un pezzo di quella serata. Beh, sono riuscito a regalarti il cielo"
Cosa farebbero i membri dell'Akatsuki se vivessero ai nostri giorni? Chi sarebbero i loro amici? In quanti guai potrebbero cacciarsi?... senza dubbio in moltissimi... una fantasia in cui i nostri eroi si muovono nella Grande Mela facendo ridere, creando pasticci e, si spera, facendo anche sognare ed emozionare un po'.
Dopo anni di silenzio torna la storia dell'Akatsuki a New York con una versione 2.0 di un capitolo che mi sta particolarmente a cuore: la proposta di matrimonio di Hidan.
Genere: Comico, Demenziale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akatsuki
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Svegliandosi Angel si ritrovò a casa sua. Le ci volle un po' per ricordare gli avvenimenti della giornata prima: in fretta e furia erano saliti sull'aereo privato che Madara aveva gentilmente messo a loro disposizione. Alice aveva tentato fino all'ultimo di convincere Tobi a rimanere con suo padre, arrivando addirittura a prenderlo a calci per buttarlo giù dalla scaletta, ma Madara aveva fatto valere il suo enorme fascino e l'effetto che quest'ultimo aveva sulla giovane ragazza perversa e l'aveva convinta, non si sa come, a portarsi dietro il povero ragazzo-temperino. Sull'aereo Kakuzu aveva rapinato il minibar dal momento che non avrebbe avuto altre occasioni di farlo gratuitamente. Hidan aveva passato tutto il tempo a farle le moine dal momento che lei era ancora arrabbiata per i commenti sconci che lui aveva fatto sul loro capo e una volta arrivati Deidara, Alice, Konan e Pain si erano autoinvitati a casa di Angel, naturalmente assieme ad Hidan, dove avevano dato fondo alla sua scorta di alcolici dal momento che nessuno di loro aveva voglia di andare al Dio Denaro a farsi spennare da Kakuzu. Il resto della serata era vago e nebuloso nella mente della ragazza la quale ricordava solo che ad un certo punto i ragazzi si erano radunati in un angolo e avevano cominciato a confabulare lanciando ogni tanto delle occhiate cospiratorie alle loro ragazze che, nel frattempo, avevano improvvisato un pigiama party e si erano messe a parlottare dei rispettivi problemi di coppia e non.

Voltandosi nel letto la ragazza sentì una sagoma morbida e calda accanto a sé e, pensando che fosse Hidan, la abbracciò. Improvvisamente però sentì un sottile lamento provenire dalla persona che aveva abbracciato anche se più che un lamento sembrava proprio un miagolio:

-Miao-

aggrottò la fronte confusa. Aveva già sentito quel suono

-Miao-

dove era stato?

-Miao-

-Alice! Si può sapere che diavolo ci fai nel mio letto???- esclamò ricordandosi improvvisamente che l'amica aveva il vizio di miagolare mentre dormiva, oltre a quello di rubare le coperte beninteso.

-Scusa. Non lo so, ero ubriaca. Quando sono ubriaca veno attratta dalle cose morbide e calde-

-Dov'è Hidan?-

-Che vuoi che ne sappia io? È il tuo uomo, mica il mio-

improvvisamente si sentì un grugnito provenire dal pavimento dal lato del letto occupato da Alice. Sporgendosi Angel vide che lì c'era proprio Hidan che stava dormendo per terra; evidentemente prima di entrare nel letto Alice aveva spinto fuori il precedente ospite e, con la delicatezza che la contraddistingueva, lo aveva buttato a terra.

-Alice ma insomma ti sembra una cosa da fare?- chiese Angel passandosi stancamente una mano sul viso -poteva anche rompersi il naso e sporcarmi il tappeto di sangue. Sai quant'è difficile mandare via quel genere di macchie? Avrei dovuto mandarlo in lavanderia e dio solo sa quanto ti fanno pagare quegli strozzini!-

-Angel mi stai preoccupando- mormorò l'amica guardandola con gli occhi spalancati

-Perché? Non credevi che avrei trattato così il mio Hidan? Effettivamente mi ha fatto girare un po' i cabbasisi con quella storia di tsunade- borbottò Angel fra sé e sé

-No. Come fai a sapere che si fa fatica a togliere le macchie di sangue dal tappeto? Quante altre occasioni hai avuto di farlo? Cabbasisi?-

-Ultimamente mi sto dedicando alla lettura di Montalbano e allora? E comunque non posso dirtelo. Dopo dovrei ucciderti e mi toccherebbe togliere dal tappeto anche le macchie del tuo sangue- ribattè Angel terribilmente seria

-Ehi. Che diavolo ci faccio io sul pavimento? Alice! Che ci fai nel mio letto?- esclamò Hidan mettendosi seduto e afferrando la moretta per un braccio per trascinarla giù dal letto

-Non è il tuo letto accattone che non sei altro! È il letto della mia carissima amica Angel, vero tesoro?- mormorò poggiando la testa sulla spalla dell'amica

-Alice calmati ho la pelle d'oca!- mormorò quest'ultima ritraendosi

-Si effettivamente è venuta pure a me. Scusa volevo farlo arrabbiare-

-Piuttosto come mai non sei con Deidara? Dov'è lui?- chiese Hidan alzandosi e passandosi una mano sul ventre sodo e muscoloso

-Non lo so. Penso in salotto-

-Cosa? Spero non mi stia sbavando sul tappeto o sui cuscini del divano perché sennò lo ammazzo sappilo!- sbottò Angel alzandosi di scatto e dirigendosi verso la stanza incriminata. Una volta aperta la porta si trovò davanti uno scenario post-apocalittico: il pavimento era pieno di bottiglie di alcolici vuote e rovesciate. Nell'angolo in cui i ragazzi avevano cominciato a giocare a poker (in la compagnia di Alice) c'erano carte da gioco e fiches sparse su tutto il pavimento. Qualcuno aveva rovesciato del vino rosso sul suo magnifico tappeto persiano bianco e azzurro sul quale giacevano i corpi addormentati di Pain e Konan che dormivano stretti in un profondo abbraccio e di Deidara e Tobi nella stessa identica posizione.

-Ma Tobi quand'è che si è imbucato?- chiese Hidan confuso mentre Alice diventava prima pallidissima e poi rossissima; la ragazza si diresse verso una bottiglia di vino e la spaccò intenzionata ad usare i frammenti per ferire assai gravemente il povero bello addormentato nel bosc... ehm no, sul tappeto.

-Tobi dannat...!- venne però colpita alla testa da una scarpa col tacco che la prese in pieno alla tempia destra. Voltandosi vide Angel che la guardava imbestialita

-RAZZA DI CAPRA IDIOTA CHE NON SEI ALTRO! QUELLA BOTTIGLIA ERA PRATICAMENTE PIENA! MI HAI SPORCATO TUTTO IL TAPPETO BRUTTA IMBECILLE! ME LO HAI PURE RIEMPITO DI SCHEGGE DI VETRO! E HAI SPRECATO UNA BOTTIGLIA DI OTTIMO VINO!!! ORA SAI CHE FAI??? EH? EH? PULISCI TUTTO CON LA LINGUA! SCHEGGE COMPRESE!-

   
 
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