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Autore: Clix_Clix    18/02/2008    6 recensioni
Doveva per forza aver sentito male.
Era stanca.
Aveva trascorso una giornata a dir poco intensa.
Ed era tardi, molto tardi.
Veronica Mars per quanto ci provasse non riusciva in nessun modo a prendere sonno e, nella penombra di quella tiepida notte di fine marzo, se ne stava stesa nel letto, supina, con i lunghi capelli biondi sparsi sul cuscino di lino bianco in una trama di ciocche ondulate.
[Una nuova casa, un nuovo mistero... un epico amore. Per riprendere da dove eravamo rimasti...]
Genere: Romantico, Drammatico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Prima di iniziare una breve presentazione… è la prima volta che mi cimento in una ff, quindi spero vivamente che risulti un tentativo riuscito... e che sarete clementi!! Ma soprattutto spero che potrete darmi tanti consigli per migliorarmi! E grazie alle ragazze che mi hanno già lasciato delle recensioni, sono un ottimo incoraggiamento! Mi auguro che vi piaccia anche questo primo capitolo, che serve per tirare un pò le somme di quanto accaduto prima dell'estate nel mondo di VM.
Specifico anche che le parti in corsivo rappresentano i pensieri di Veronica.




CAPITOLO UNO


Sei mesi prima…



Un uomo di mezza età percorreva il viale in bicicletta, sembrava stanco. Più avanti una donna dai capelli rossi leggeva una rivista di gossip seduta su una panchina del piccolo parco che rendeva quella zona di Neptune particolarmente ridente; teneva al guinzaglio un golden retriver visibilmente desideroso che la sua padrona lo lasciasse correre libero all’inseguimento di qualche farfalla. Sul quel finire di Settembre l’estate era già per molti un piacevole ricordo e con fatica gli abitanti della città riprendevano i loro ritmi quotidiani.
Se quella mattina uno di loro avesse sollevato lo sguardo verso il secondo piano di quella palazzina color ciliegia affacciata proprio sul parco, avrebbe potuto vedere attraverso i vetri chiusi il volto pensieroso di Veronica Mars che osservava lo scorrere delle loro vite.

Veronica Mars però non li vedeva davvero. Aveva dato due mandate alla serratura della porta della sua camera e si era seduta vicino al davanzale della sua finestra nel tentativo di sbollire il dispiacere per la discussione appena avuta al telefono con suo padre, il neo-sceriffo della contea di Balboa Keith Mars, eletto dalla maggioranza dei cittadini con uno scarto di una manciata di voti sul suo improbabile avversario. La ragazza non riusciva a spiegarsi l’ostinazione assunta dal padre nell’ultimo mese, perché prima di allora l’aveva sempre capita e appoggiata.
“Veronica, ciao sono papà. Senti bambina, so che vuoi essere indipendente, adulta, libera e tutto il resto, però ho pensato di provare ancora una volta a chiederti di ripensarci, di non lasciare la nostra suntuosa dimora! Se è per tutte le frustrate…”
“Papàààà, te l’ho detto… è una prova e io ne ho bis…”  tentò di ribattere la ragazza.
“Ma se hai portato via quasi tutte le tue cose!”, il suo tono di voce iniziava ad alzarsi. “Qui a casa sono rimasti solo i tuoi vecchi peluche e forse un paio di calze! Mi chiedo solo perché proprio adesso. Le cose sono sempre andate alla grande… e ora fai armi e bagagli e lasci la casa paterna così? Senza lacrime, insensibile alle suppliche del tuo povero vecchio...”
“E’ un mese che discutiamo solo di questo papà! Te lo ripeto, da quando sono tornata dalla Virginia la solita vita mi sta stretta, ho bisogno di provare qualcosa di nuovo e quando Mac ha deciso di lasciare il campus e cercarsi un alloggio esterno ho sentito la voglia irresistibile di seguirla, di provare questa esperienza, che ti ripeto, non cambia nulla tra noi! In fondo ho solo cambiato zona, non città!”
“Si ma credi di essere davvero pronta per questo passo? Poi insomma, io e te sappiamo quali sono i retroscena di questa città, sai quanti pericoli…” Keith tentò questa strada, ma era già stata battuta troppe volte e sua figlia, lo sapeva, era un osso duro.
“Eh no! Ora basta con i rischi! Tutti e due sappiamo qual’è il vero motivo delle tue paure! Ma per il momento puoi accantonarle perché nessun ragazzo verrà ad importunare le notti di tua figlia! Dopo che Piz mi ha mollata con una lettera non ha alcuna voglia di pensare ad un’altra storia e adesso scusami ma devo andare o farò tardi a lezione! Ciao papà, ti voglio bene”, riagganciò e lanciò il telefono nella borsa aperta sul letto.

Dopo aver raccolto le idee nella tranquillità della sua camera, in quella nuova casa che già sentiva sua nonostante le numerose pile di scatoloni, Veronica Mars raccolse i suoi lunghi capelli in una pratica coda di cavallo, afferrò la borsa e le chiavi e decise di incamminarsi a piedi verso il campus che distava di pochi isolati, così da avere qualche altro minuto per prepararsi al rischio che ogni giorno alla Hearst portava con sé: incontrare il suo ex.

Dopo neanche aver messo piede nel campus, Veronica era già in fila per ricaricarsi con un doppio caffè, quando sentì due calde mani coprirle gli occhi e una voce familiare dirle “Indovina chi è!”
“Johnny Deep!!! Non ci posso credere!!!” esclamò divertita la ragazza voltandosi con una piroetta.
“Ah, non c’è più gusto con te Mars da quanto sei tornata dall’FBI! Mi hai scoperto subito!” – Wallace amava pavoneggiarsi! – “Era solo un saluto, scappo, a dopo!”
 “Wallace, perché invece di sprecare le tue giornate qui non vai a casa a svuotare tutti quegli scatoloni? E non voltarmi le spalle!” Veronica si divertiva come una pazza a punzecchiare l’amico e guardandolo confondersi tra la folla mattutina della mensa, pensò che da quando anche lui aveva deciso di unirsi a lei e Mac nella nuova “avventura”, come la chiamava lei, sentiva che si erano ancor più avvicinati. In realtà Wallace si era deciso a trasferirsi solo dopo aver saputo che il suo vecchio compagno di stanza aveva deciso di ritardare a Novembre il suo rientro dallo stage alla casa discografica… Veronica ci pensava spesso, o meglio, si tormentava spesso. Durante l’estate trascorsa in Virginia aveva pensato molto a quella storia e ancora oggi si sentiva combattuta tra la bruciatura per essere stata mollata da un fidanzato innamorato e premuroso e l’inevitabile convinzione di essere stata proprio lei a portarlo a quella decisione. Era mai stata davvero coinvolta con Piz? O cercava solo di mettere da parte la rottura con Logan Echolls?
Logan…
Come non sentirsi in colpa. C’era stata la notizia dello stage all’FBI… poi c’era stata quella rissa…
Quella rissa…

Veronica tornò con la mente all’inizio dell’estate…

…a quel giorno nella mensa in cui Logan si era sollevato come una furia per difenderla. Era lì che Veronica aveva fatto il vero sbaglio: lo aveva guardato negli occhi, in fondo a quegli occhi castani…
Quegli occhi…
Quegli occhi accesi di un bagliore unico, di tutto il suo carattere, di tutta la sua determinazione, accesi di sfida, quegli occhi inconfondibilmente ardenti di passione per lei, a qualsiasi costo… e quel sorriso, un sorriso che lei non era riuscita a non ricambiare, sorprendendosi al punto che nei giorni successivi non aveva potuto fare a meno di impedire alla sua mente di rivivere senza sosta quella scena, fino a diventare un libro aperto per la persona che in quel momento aveva accanto.
“Lo vedo che c’è qualcosa di diverso in te, che credi?” le aveva detto Piz un paio di giorni dopo quell’episodio. Il ragazzo si era sforzato di far finta di nulla e di mostrarsi con ancora più impegno il “fidanzato perfetto”, ma non poteva più ignorare l’assenza della sua ragazza, non poteva ignorare che ogni volta che incontrava il suo sguardo in esso non vedeva lui, ma qualcun altro… “che lui fosse ancora innamorato di te l’ho sempre saputo, ma tu… in fondo sei stata tu a lasciarlo! Sei stata tu a ricambiare il mio bacio a quella festa, cavolo! E allora perché non riesci palesemente a smettere di pensare a lui?”
“Non ti nascondo che io ci pensi, Piz… ma è perchè ha agito stupidamente e potrebbe correre dei rischi seri…”
“Se è solo questo perché allora non sei qui con me?” 
Piz era un ragazzo sveglio – “Dov’è Veronica? Veronica tu sei ancora in quella mensa e io non so davvero come portarti via di là!”.
Che le cose non andavano affatto bene Veronica Mars lo aveva capito benissimo, eppure quella busta bianca che il giorno seguente trovò infilata sotto la porta di casa sua veramente non se l’aspettava…

- Non posso restare tutta l’estate ad aspettare il ritorno di una ragazza che ha negli occhi gli occhi di un altro ragazzo. Seguirò anche io la mia strada, per adesso. Ma non rinuncerò così facilmente a una persona speciale come te, Veronica Mars e spero che questi mesi ti aiutino a capire ciò che io so essere giusto, perché io tornerò presto. Love xxx, Piz. -


… soprattutto non si aspettava che la sua prima reazione a quel gesto fosse quella di precipitarsi fuori di casa quasi in trance e di sfrecciare con la sua auto a 50 miglia all’ora per le strade di Neptune in direzione del Neptune Grand… un percorso che avrebbe potuto coprire anche bendata.

“E ora che sono qui? Diavolo, perché non mi sono fermata a pensare almeno un secondo?”
Veronica Mars era in piedi nel corridoio di quel lussuoso hotel e mordendosi un labbro fissava la porta socchiusa della camera di Logan. Strano. Una musica di cattivo gusto proveniva dall’interno.
“Potrei bussare ugualmente…”
Ma la sua innata curiosità ebbe il sopravvento e senza farsi troppi problemi Veronica varcò la soglia, entrando decisa nella camera.
“Cosa stai cercando Veronica?”
La sua attenzione fu subito catturata dalla grande sacca da viaggio pronta sul divano, accanto ad una grande e colorata tavola da surf e subito dopo capì che la fonte di quella musica era la stanza chiusa di Dick, dalla quale giungevano anche dei veri e propri schiamazzi. Veronica riusciva a distinguere i risolini di almeno due ragazze! “Meglio non indagare” si disse tra sè e sè scuotendo i lunghi capelli dorati.
“Non si bussa più? Non che la discrezione sia mai stata una delle tue virtù…”
Logan Echolls si affacciò dalla sua stanza in accappatoio, impegnato a sferzarsi con un asciugamano i capelli bagnati, mentre ancora erano visibili alcune gocce scorrergli lungo il collo… Veronica si ritrovò con suo stesso stupore a fissare il cammino di una di loro, seguendola fino al petto, ma prima che la situazione assumesse un risvolto a dir poco imbarazzante, riuscì a riprendersi con disinvoltura: “Stai partendo a quanto vedo. Il Messico chiama a gran voce?”.
“Australia”. Logan annunciò la sua meta con una decisione tale che a Veronica quasi sembrò una sentenza di colpevolezza. E l’imputato era lei.
“Ti senti colpevole Veronica? E ben ti sta!”  
“Più lontano di così…” disse Veronica sforzandosi di sorridere, ma i secondi di silenzio che seguirono le sembrarono i più lunghi e sofferti della sua vita. Non aveva chiaro neanche lei qual’era lo scopo di quella visita, perché avesse deciso di andare da Logan anche senza sapere esattamente cosa dirgli. Ma sapeva che doveva vederlo, sapeva che l’anno non poteva chiudersi così in sospeso, sapeva che c’era tanto da dire… ma non trovava il modo di tradurlo in parole, finché non finì per essere banale e si odiò per questo: “La ferita sul labbro sta bene…”.
“Avanti Veronica Mars, non penserai che io creda che sei venuta per assicurarti che io stia bene dopo averti cavallerescamente difeso! E’ veramente questo che ti preoccupa?”, quel suo sguardo, quel suo sorriso “alla Logan” rendevano impossibile alla ragazza mantenere qualunque tipo di maschera, lui gliel’avrebbe fatta cadere.
“Si, Logan, che tu ci creda o no il tuo bene mi sta a cuore! Ma hai ragione. Non è per questo che sono venuta…”, finalmente Veronica Mars riuscì a trovare il coraggio di fissarlo negli occhi, ma adesso era Logan che sembrava non riuscire a reggere il suo sguardo e di colpo lo vide assumere quell’aria seria che ben conosceva e che in quel momento non le faceva presagire nulla di buono.
“Perché ti senti così Veronica? Cos’è questa paralisi? Lui è Logan. Perché semplicemente non corri da lui?”
Ma fu Logan a muoversi verso di lei. In tre passi le fu di fronte. Veronica teneva gli occhi fissi sulla moquet. “Tu non sai perché sei venuta, vero Veronica?”.
Silenzio.
“Ascoltami”. Logan le prese la testa tra le mani e le sollevò il viso fino a incontrarle gli occhi. “Quello che provo non è cambiato e che Dio mi maledica non credo che cambierà mai. Ma per me… sarebbe troppo rischioso abbandonarmi di nuovo all’amore per te finché vedrò anche un solo dubbio nei tuoi occhi… e per quanto io ami il rischio…” – sorrise e si staccò da lei voltandole le spalle – “…non posso permettermi di perdere di nuovo il controllo come mi succede dopo ogni nostra rottura.” Logan lanciò l’asciugamano sul letto che lei conosceva così bene.  “Quindi Veronica Mars, fai quello che sai fare meglio: indaga e cerca di capire quello che davvero vuoi una volta per tutte!”.

Quando Logan tornò a voltarsi la stanza era vuota.

Mentre le porte dell’ascensore del Neptune Grand si chiudevano alle sue spalle, Veronica Mars cercava di non lasciarsi sopraffare dalle lacrime… sarebbe stato un dejà vu*.

“Pronto? pianeta Mars?”, proprio mentre Veronica si trovava a pensare che tutti gli uomini della sua vita - Logan, Piz, suo padre - volevano che lei capisse qualcosa, Mac la chiamò catapultandola di colpo avanti di quattro mesi. “Ok siamo a settembre, nella mensa dell’Hearst… e sto facendo tardi a lezione!”, “Ciao coinquilina!”, la salutò Veronica, raccogliendo le sue cose dal tavolo.
“Ho interrotto qualcosa?”, Mac alludeva all’aria distratta che l’amica aveva anche quella mattina.
“Sei tu Veronica Mars?” le due amiche si voltarono in direzione della voce, verso quella figura che tutto sembrava fuorché una studentessa di college: sarà stata alta si e no 1 metro e 50 e il suo volto, incorniciato da due lunghe trecce nere, era quasi interamente coperto da un enorme paio di occhiali da vista, dalla montatura color verde pistacchio.
“La mia fama mi precede!”
“Mi hanno detto che per 100 dollari scopri delle cose”.
“Veramente la mia tariffa è salita a 150 dollari!” Veronica strizzò l’occhio a Mac e furtivamente le sussurrò “Con tutte quelle bollette da pagare!”
La giovane detective diede appuntamento alla potenziale cliente quello stesso pomeriggio nella biblioteca del campus, e si avviò a grandi passi verso la sua aula passando per il cortile assolato.

Il sole alto di mezzogiorno la accecava mentre correva.

Forse per questo non si accorse che Logan Echolls la stava guardando da sotto l'ombra di un grande albero.



NOTE:
* episodio 2x20

  
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