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Autore: _Trixie_    11/08/2013    6 recensioni
[Lexie/Mark] Vissero felici e contenti e a lungo, prima di incontrarsi.
E vissero felici e contenti un po’ meno a lungo, quando poi si incontrarono.
Perché nessun amore reale è come quello delle fiabe, con il loro lieto fine. La vita continua anche quando il racconto si conclude. O un amore arriva al capolinea.
Genere: Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lexie Grey, Mark Sloan, Meredith Grey
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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Personaggi: Lexie Grey, Mark Sloan, Meredith Grey
Pairing: Lexie/Mark
Tipo di coppia: Het
PoV: Meredith Grey
Raiting: Giallo
Generi: Malinconico, triste
Lunghezza storia: 510 parole, Flash
Contesto: Nel futuro
Note: -
Avvertimenti: -
NdA: Lo scopo erascrivere una drabble da 300 parole esatte che cominci con la frase "Vissero felici e contenti" e finisca con la frase "c'era una volta" e naturalmente io ho sforato nel numero di parole, ma non saprei proprio cosa eliminare di questa flash, perciò così è stata scritta e così rimane :D
L’idea di come strutturare la storia non è mia, ma l’ho trovata chissà dove e come tempo fa. Non ho la  più pallida idea di chi sia il merito, ma se qualcuno dovesse saperlo, mi farebbe piacere saperlo, così da segnalarlo.
Buona lettura, Trixie.
 

 A K., senza bisogno di un perchè. 

 
 

Erano destinati ad essere
 e così furono
 

 
Vissero felici e contenti e a lungo, prima di incontrarsi.
E vissero felici e contenti un po’ meno a lungo, quando poi si incontrarono.
Perché nessun amore reale è come quello delle fiabe, con il loro lieto fine. La vita continua anche quando il racconto si conclude. O un amore arriva al capolinea.
Perciò, ecco, un amore non ha un fine.
Un amore, per essere tale, dura, continua, prosegue, attraverso i casi della vita, e della morte, non risparmiando sofferenze e dolori.
E il loro era un legame autentico, di quelli che il destino stringe nel giorno della nostra nascita, a nostra insaputa, e che scopriamo con uno sguardo negli occhi della persona amata. Da quel momento in poi non ti è più possibile pensare a te stessa, senza l’altra persona.
Non puoi essere tu, puoi solo essere voi. Non siete legati da congiunzioni o vincoli, siete legati dall’anima.
 
 
«Come tu e papà?» mi interruppe Zola, timidamente. Aveva da poco compiuto quattordici anni ed era la più bella giovane ragazza che avessi mai visto. Ma forse, dipendeva dal fatto che fosse mia figlia.
«Sì, come io e papà».
Sorrisi. Non avrei dovuto acconsentire a rispondere alle sue domande, non su un argomento così doloroso e delicato. Era solo una bambina.
Ma ormai avevo iniziato a darle quella risposta che lei tanto cercava.
“Perché zio Mark non ha lottato con tutte le sue forze per Sofia? Era un chirurgo, sapeva che le persone possono rimanere in coma per anni e poi svegliarsi. Perché ha deciso di lasciarsi morire, dopo un mese? Forse, proprio oggi, si sarebbe svegliato.”
 
 
Quando zia Lexie morì, in quel bosco, la sua anima – la loro anima – si spezzò e noi tutti udimmo quel rumore, quel ramo spezzato, quella foglia calpestata, quel soffio di vento tra le chiome, ma non capimmo quel che era appena accaduto.
Lo loro anima era divisa, in parte imprigionata in questo mondo, in parte… chissà, in Paradiso, nell’aldilà o dovunque si vada dopo la morte. Perché da qualche parte si deve pur andare.
Sapevo che anche Mark sarebbe morto: in quel bosco o in ospedale non ci sarebbe stata alcuna differenza. La sua anima era lacerata, a brandelli e incompleta.
Vivere sarebbe stato morire ogni giorno, vivere sarebbe stato un vivere a metà, vivere sarebbe stato una tortura.
Quando chiuse gli occhi, quando smise di respirare e il suo cuore, lentamente, si fermò, vi fu un altro rumore: l’interruttore della luce che scattò nella stanza a fianco, il tac dell’orologio, il singhiozzo soffocato di Callie.
E l’anima di Lexie e Mark ritornò integra e unita come doveva essere, nell’ordine naturale delle cose.
Erano destinati ad essere, e così furono. E così sono.
Credo che le persone non se vadano mai completamente, credo che non possano farlo, perché in vita hanno dato qualcosa a coloro che li hanno conosciuti: affetto, odio, rancore, gioia, orgoglio o semplicemente ricordi. Soprattutto ricordi.
Credo che ci sia ancora qualcosa di loro, qui con me, con noi.
O, se non c’è più, almeno, la loro anima, c’era una volta. 
   
 
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