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Autore: Demon Heart    13/08/2013    2 recensioni
Introduzione
{ questa storia partecipa al contest "{ changement } -- when your life change radically" indetto da b l a c k s t a r }
Un incontro, un destino, una tragica fine.
Due persone contrapposte ma allo stesso tempo legate da un destino sofferente.
L'uno una creatura oscura, l'altra una cacciatrice; uno immortale e l'altra mortale.
Come possono due persone così differenti ed in lotta tra di loro scoprire di essere legate dal filo rosso del destino? La certezza che brilla nel cuore di entrambi è che scorrerà del sangue e che, alla fine, uno dei due soffrirà molto più dell'altro.
Fidio Aldena è SOLO nominato; SOLO una volta.
Maki Sumeragi NON conoscerà MAI Hiroto; NON rovinerà la coppia.
Perfezionata il 16/08/2013
Genere: Drammatico, Sovrannaturale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Carry/Maki, Isabelle/Reina, Paolo Bianchi/Fideo Ardena, Xavier/Hiroto
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Introduzione

{ questa storia partecipa al contest "{ changement } -- when your life change radically" indetto da b l a c k s t a r }

Un incontro, un destino, una tragica fine.

Due persone contrapposte ma allo stesso tempo legate da un destino sofferente.

L'uno una creatura oscura, l'altra una cacciatrice; uno immortale e l'altra mortale.

Come possono due persone così differenti ed in lotta tra di loro scoprire di essere legate dal filo rosso del destino? La certezza che brilla nel cuore di entrambi è che scorrerà del sangue e che, alla fine, uno dei due soffrirà molto più dell'altro.







autore: Demon Heart

pacchetto: Zeus, coppia Het, esito Negativo.

personaggi: Hiroto Kiyama, Reina Yamagi, Fidio Aldena (solo nominato), Maki Sumeragi.



eventuale paring: Het

rating: Giallo

avvertimenti: AU

generi: Sovrannaturale, triste, drammatico

numero di parole: 2754 parole, 17436 caratteri (contando anche l'introduzione e lo specchietto)

desclaimer: Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà della Level 5; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.

possibili/eventuali note: Questa è la prima storia che pubblico al passato.

La trama è un po' particolare e se devo dire la verità, non mi convince tanto.

I cerchietti viola indicano il cambio-persona o cambio-luogo; gli Yen verdi indicano il passare dei giorni e le note musicali con la scritta Flash-Back...penso si sia capito *sorride*

Come avevo “previsto” ho modificatoil finale, spero di non essermi messa contro le fan di questa coppia (scelta a caso).







Era una fredda giornata d'inverno, il vento soffiava impetuoso e la neve continuava a cadere imperterrita sul suolo.

Per le stradine di Londra una ragazza dai lunghi capelli azzurri camminava a passo svelto verso una destinazione ignota.

La giovane, però, non si era ancora resa conto di essere seguita da qualcuno e, noncurante di tutto, continuava il suo percorso. Arrivata ad una grande villa, varcò la soglia senza guardarsi le spalle.


L'ambiente all'interno della struttura era ben illuminato, i mobili dovevano essere costosi e lucidi, senza un filo di polvere.

Dopo aver superato l'ingresso, Reina si sfilò in fretta e furia il cappotto di pelle per poi posarlo su un attaccapanni nel corridoio. Poco dopo, notò una strana ombra alla finestra e, lentamente, si incamminò verso la causa della sua curiosità ma, spostate le tende, notò che era solo il ramo di un albero...


° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° °



Un diciannovenne alto dai capelli rossi, gli occhi verde-acqua e la corporatura non troppo muscolosa osservava nascosto all'ombra, sul ramo di un'albero, una ragazza azzurrina di diciassette anni circa, alta e gracile, rinchiusa in un cappotto blu.

Non appena la giovane fu fuori dal suo campo visivo, decise di osservarla da una finestra e, quando stava per essere scoperto, scese abilmente dall'albero appiattendosi contro il muro della sfarzosa villa.


Hiroto sentiva una strana curiosità crescere in lui. Possibile che quella ragazza centrasse col suo destino? No, era troppo orgoglioso per ammetterlo.

Lui è una creatura dell'oscurità; sarebbe come andare contro la sua stessa natura. Ma almeno, capiva di provare una certa curiosità per la Yamagi.


Kiyama, appena vide l'azzurrina allontanarsi, riprese il suo aspetto di pipistrello e cominciò a svolazzare per le strade oscure di una Londra addormentata, con la luna da testimone del suo segreto.


¥ ¥ ¥ ¥ ¥



«Reina! Sbrigati o faremo tardi!» urlò una ragazza alta con i capelli acquamarina raccolti in due strani “chignon” che ricordano vagamente delle eliche.


«Un secondo, Maki!» rispose Reina, intenta ad afferrare la tracolla con l'occorrente necessario allo svolgimento della missione.


«Finalmente! Dobbiamo solo catturare un vampiro! Non dobbiamo mica andare ad una festa in maschera?!» esclamò Maki non appena vide la figura della sua amica scendere con grazia le scale.


«Dovevo pur prendere i vari attrezzi. Vuoi affrontare un vampiro senza croci o aglio?» ribattè l'azzurra come a voler dimostrare di saperne molto più dell'amica.


«Questo è vero ma non cominciare a vantarti!» la ragazza dalla strana capigliatura scoccò un'occhiata quasi tempestiva alla sua “partner in affari”.


«Come preferisci.»

Detto questo, le due uscirono dalla villa di Yamagi e cominciarono ad incamminarsi verso l'Hyde Park, il più frequentato parco di Londra.


° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° °


Il sole era ormai calato ed i raggi lunari accarezzavano delicati la pelle lattea del giovane Kiyama.

Il ragazzo, accortosi di essere illuminato dalla sua “sorella nella notte” scese dalla trave alla quale stava riposando a testa in giù; tipico dei pipistrelli.


Hiroto cominciò a fissare le lancette del grande orologio del Big Ben.


Ogni ora, quel suono che produceva quando passavano i soliti sessanta minuti, rimbombava nelle orecchie del povero rosso.

Aveva pensato più volte di cambiare “tana” ma lì c'erano troppi ricordi.

I ricordi di uno sterminio; il Big Ben era l'unica cosa che ora lo legavano alla sua famiglia, oramai scomparsa da tempo.


Non poteva far riaffiorare quegli orribili ricordi; lui doveva essere forte. Doveva andare avanti e vendicarsi; vendicarsi degli sterminatori, di coloro che uccisero senza pietà tutte le persone a cui Kiyama era più legato.


Flash-Back

Il piccolo Hiroto era uscito per la sua solita passeggiata notturna in compagnia della sua amata famiglia; si stavano dirigendo alla famosa Tower of London.


I genitori del bambino gli raccontavano molte storie a riguardo; un tempo era la dimora del grande Conte Nightmare, il capostipite dei vampiri londinesi.

Invece, gli esseri umani, continuavano a tramandarsi la storia che prima era una prigione famosissima e di massima sicurezza; i mortali tendevano a nascondere ogni cosa lugubre e spaventosa.


Oltre ai “mostri”, solo un limitato numero di esseri umani sapeva della loro esistenza, quel gruppo si occupava proprio dello sterminio di queste povere creature. L'organizzazione era comandata dal “Supremo Yamagi”, il padre di Reina ed aveva deciso di chiamare questa “banda” Purity poichè riteneva il tutto Puro, credeva di purificare dai mali l'umanità.

Ma non sapeva quanto sbagliava.


Stavano passeggiando tranquillamente quando il padre del rosso intercettò qualche anomalia; con una scusa i familiari di Hiroto convinsero il bambino a raggiungere la loro casa, il Big Ben.


Passavano le ore ma della famiglia Kiyama nessuna traccia; così il minore decise di ritornare al parco ma quallo fu un fatale errore: vide andar via il “Supremo Yamagi” in compagnia di altri uomini mentre si lasciavano alle spalle uno spettacolo assai raccapricciante.

Sull'arida terra che circondava la Tower of London giacevano i corpi senza vita della famiglia un tempo felice: la famiglia Kiyama.


Ognuno aveva incastonato nel petto un acuminata asse di legno, metodo semplice ma efficace contro i vampiri; i loro corpi erano ricoperti di sangue e questo fece salire in Hiroto una tremenda rabbia.

Stava per raggiungere il “presunto” assassino quando una mano lo fermò debolmente «H-Hiroto...» il piccolo, voltandosi, incontrò gli occhi verdini della madre.

«H-Hiroto...n-non fare pazzie....ti prego....metti alla prova le tue capacità....ricorda...ricorda cosa ti abbiamo insegnato...» la donna allungò la mano verso “la sua unica ragione di vita” e asciugò le lacrime che, silenziose, scivolavano lungo le sue gote paffute.

«M-mamma...» singhiozzò tristemente il piccolo.

«Va avanti...un giorno...riuscirai..nel tuo..intento... Ricorda che..ti vorrò sempre..sempre bene...» con questo la madre di Kiyama Junior baciò delicatamente la fronte del figlioletto prima di chiudere gli occhi, stavolta per sempre.


Flash-Back


Xene, come chiamavano affettuosamente i genitori Hiroto, si riprese dallo scorrere dei suoi tristi ricordi e, assunta la sua forma di pipistrello, volò verso l'Hyde Park.


° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° °


«Allora? Come ci dividiamo?» chiese Maki alla sua amica.

«Io controllo all'Hyde Park. Tu dirigiti alla Tower Bridge. Per qualsiasi cosa chiama.» rispose Reina, stranamente seria.

Le due, così, si divisero e l'azzurrina varcò il grande cancello aperto del parco.



° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° °


Stavo ispezionando l'Hyde Park quando una folata di vento cominciò a smuovere i miei capelli, capii subito che c'era qualcosa, o meglio, qualcuno.

Un vampiro, pensai. E, come mi capitava di continuo, le mie deduzioni erano corrette:

sull'altalena del parco, non molto lontano da me, era seduto un ragazzo alto e dai capelli ribelli rosso fuoco; indossava un mantello nero che gli compriva buona parte del corpo lasciando scoperte le gambe ed i piedi. Scorsi sul suo viso un'espressione pensierosa e nei suoi occhi verde-acqua vidi un'ombra di tristezza.


Mi ritrovai a riflettere: ma siamo sicuri che il vampiro sia proprio lui?

E' un bel ragazzo e a quanto pare sembra preoccupato per qualcosa.

Lui alzò lo sguardo, puntò i suoi bellissimi occhi nei miei azzurrini e non potei fare a meno di arrossire davanti al sorriso amorevole che mi rivolse.

«Ciao...» la sua voce era profonda e vi scorsi un velo di malinconia.

«Ciao...come mai sei tutto solo?» chiesi curiosa.

Lo vidi sorridere amaramente poi rispose alla mia domanda «Oramai sono rimasto solo...»

«Non dovresti dire così. Tutti hanno almeno una persona con cui stare, un familiare o l'anima gemella.» lo rimproverai io.

Lui mi guardò sorpreso; sorrise mostrando l'arcata superiore dei denti e notai con un accenno di orrore che aveva i canini parecchio appuntiti e mi venne spontaneo chiedergli «Sei un vampiro, vero?»

Il sorriso dal suo volto dai lineamenti quasi infantili scomparve e cominciò a fissarmi intensamente con un'espressione seria stampata in volto. «La cacciatrice Yamagi....»

«Senti, mi hanno incaricato di catturarti o ucciderti ma mi stai simpatico quindi ti faccio scegliere: vieni spontaneamente o contrattacchi?»

«Nessuna delle due. Sono solo a causa della tua famiglia ed ho intenzione di vendicarmi; non è ancora giunta la mia ora.» mi risponse con sicurezza.


° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° °

Dopo un'estenuante combattimento ero senza fiato; mi aveva lasciato libero nonostante tutto.

Non capivo perchè mi aveva lasciato andare, io ero un vampiro lei una cacciatrice. Durante lo scontro si fermò di colpo esclamando di non voler continuare.

Possibile che sia diversa dagli altri cacciatori' No. Impossibile. Lei è la figlia dell'assassino dei miei genitori. Non è diversa.



¥ ¥ ¥ ¥ ¥


Qualche sera dopo cercai di raggiungere casa Yamagi per chiedere spiegazioni a Reina ma davanti alla porta della villa mi bloccai. Non riuscivo a muovermi. Che mi fossi innamorato?

Mi decisi una volta per tutte e suonai il campanello; aperta la porta vidi una chioma azzurrina farsi strada ed il mio viso si imporporò a vista d'occhio. Questo non è il mio carattere!


Lei mi guardò dapprima sorpresa poi quasi...felice?

Mi invitò ad entrare e stavolta quello sorpreso ero io; una parte di me mi urlava di fuggire e rifiutare la richiesta, e l'altra, quella insensata, continuava a spingermi verso le fauci del lupo.



¥ ¥ ¥ ¥ ¥


Non sapevo cosa mi era preso; l'unica certezza che avevo era che quella ragazza dai lunghi capelli azzurrini mi interessava, eccome se mi interessava.

Erano passati quasi due mesi dal nostro primo incontro e continuavamo a frequentarci nonostante le differenze.



° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° °


Erano passate settimane da quando Hiroto venne a farmi visita a casa pur conoscendo le mie origini. Oramai avevamo chiarito tutto: mi aveva raccontato la sua storia e, quando disse che lo sterminatore della sua famiglia era mio padre non volevo crederci. Dalla sera che per me fù rivelatoria cominciai a trattare mio padre con freddezza e, quando mi chiedeva spiegazioni, lo liquidavo con una scusa e mi chiudevo a chiave in camera mia.


Non riuscivo ad accettarlo. Oramai amavo Xene e ogni torto che aveva subito o subiva, allo stesso tempo, soffrivo anche io per lui.

Perchè l'uomo che avevo sempre venerato voleva rovinare Hiroto? Cosa gli aveva fatto oltre ad essere felice con la sua famiglia? Questo non lo capivo.

Kiyama ammetteva i suoi errori e quelli della sua famiglia ma nessuno di loro aveva mai osato torcere un solo capello agli esseri umani.

Passavano i giorni ed i dubbi in me crescevano a dismisura; che la guerra tra creature e cacciatori sfosse nata solo per un capriccio di purezza? Non lo saprò mai.

La sera più tremenda e rovinosa di tutte arrivò, sfortunatamente.



Hiroto mi aveva chiesto di uscire ed avevamo deciso di passeggiare per l'Hyde Park, dove tutto è cominciato.

Eravamo seduti a chiacchierare su una panchina quando il mio compagno dai capelli rossi cominciò ad agitarsi a causa di alcune voci. I vampiri hanno un udito molto più fine di quello umano.


Dopo pochi minuti intravidi mio padre, accompagnato da svariati cacciatori strada furibondo «Reina! Cos'è questa storia?!»

«Solo che mi sono innamorata e un tuo capriccio non mi impedirà di essere felice!» urlai piuttosto innervosita. Hiroto, sorpreso dal mio comportamento, mi appoggiò una mano su una spalla ma gli uomini di mio padre stavano per sparargli contro.

«No!» Provai a fare da scudo a Xene ma lui era molto più veloce e subì tutti i proiettili.

Nonostante tutto non si arrese e indirizzò uno sguardo glaciale all'uomo che credevo provasse affetto e amore per me.

«Non mi arrenderò. Non lascerò Reina soffrire inutilmente.»

A queste dure parole, mio padre non seppe che rispondere; Hiroto mi prese in braccio e scomparì nella notte abbandonando quel crudele “Supremo” a crogiolarsi nelle sue colpe.

¥ ¥ ¥ ¥ ¥

I giorni passavano e Reina si prendeva cura di Hiroto; oramai aveva abbandonato una volta per tutte la vita di cacciatrice ed era diventata anche lei una vampiressa.

Lo aveva fatto per impedire a Xene di morire e perchè voleva rimanere con lui, per sempre.


I due passeggiavano tranquilli sotto la splendente luce lunare, erano alle rive di un lago, in Italia: il Lago di Garda.

L'amico del rosso Fidio Aldena, anche lui creatura della notte, li ospitava nella sua dimora abbandonata.



«E' bellissimo...» esclamò Reina osservando il riflesso della luna nell'acqua.

«Mai quanto te.» rispose di rimando Hiroto che, non appena la ragazza si voltò a guardarlo imbarazzata, le prese il volto tra le mani e la baciò teneramente.

«Ti amo, Xene..» cercò di dire l'azzurrina tra un bacio e l'altro.

«Non sai quanto, Reina.» rispose Hiroto baciando passionalmente la sua amata stringendola a sé.


Così, i due continuarono a vivere la loro felice ed eterna vita, cambiando di tanto in tanto Paese per sfuggire ai cacciatori e poter dare il via al loro infinito amore.



¥ ¥ ¥ ¥ ¥


Pensavano davvero che fosse finita? Illusi. Il “felici e contenti” era scontato ed il “Supremo Yamagi” non avrebbe mai accettato la decisione della sua unica figlia.

Continuò a dare la caccia agli innamorati, uccidendo chiunque, umano o creatura notturna che fosse, finchè non riuscì a raggiungere Hiroto e Reina.


I due, stavolta, erano in Francia, a notte fonda, sotto la Tour Eiffel.

Mentre Xene abbracciava teneramente la sua amata, uno degli uomini del padre della ragazza lo colpì con un'asse di legno al cuore.

L'incontro con Reina era stato un fatale errore, uno scherzo del destino che non aveva fatto altro che portare dolore e sofferenza.


Hiroto cominciò a sanguinare e dalle labbra dell'azzurrina “emersero” delle grida disperate.

L'ex cacciatrice provò a fermare il padre ma senza sosta colpiva il vampiro dai capelli rossi senza pietà.


Lacrime cristalline rigavano le guance delle neo-vampiressa e quando si accorse che l'unica persona che l'aveva amata per quello che era aveva perso ingiustamente la vita scoppiò letteralmente in un pianto disperato.


¥ ¥ ¥ ¥ ¥


Erano passati ben tre anni da quando il “Supremo Yamagi” aveva ucciso Hiroto Kiyama nonostante la presenza della figlia.

Reina aveva oramai perso la voglia di viverere, l'incontro con quel ragazzo l'aveva fatta soffrire, la sua vita era una continua sofferanza. Non poteva “suicidarsi” poichè il padre la teneva lontana dalle armi contro i vampiri e, tutti lo sapevano, loro non perdevano la vita con una semplice pallottola.

Era cresciuta, maturata; aveva 21 anni e si era rinchiusa nella sua camera senza uscirne.

Era da giorni che non beveva sangue né umano, né animale ma aveva preso la sua decisione: la sua vita non aveva alcun senso.


Le forze cominciavano a mancarle, l'effetto della mancanza di linfa cominciava a farsi sentire prepotentemente; non poteva tornare indietro, non voleva.

L'ultimo pensiero che le attraversò la mente fu “Hiroto, sto arrivando”.



  
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