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Autore: Nori Namow    14/08/2013    5 recensioni
In fondo, le sue mani vorrebbero fermare tutto: le lacrime, l’acqua che scorre, le gocce di sangue che sbattono sulle mattonelle bianche.
Ma lei non fa nulla, perché è così che deve andare.
Chiude gli occhi, e ricorda perché lo fa.
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Pillole.
 
Graffi profondi sulla pelle.
 
Liquido rosso che scorre caldo sulla pelle ambrata di lei.
 
Occhi, marroni, velati di lacrime salate e amare. Occhi gonfi, occhi che si sono arresi.
 
Il rumore dell’acqua che riempie la vasca, con foga, come a volersi sbrigare.
 
Le mani di lei poggiate sul lavandino, mentre osserva il suo viso allo specchio.
 
Piccoli respiri, ansia, paura, rassegnazione. È tutto un vorticare di emozioni.
 
In fondo, le sue mani vorrebbero fermare tutto: le lacrime, l’acqua che scorre, le gocce di sangue che sbattono sulle mattonelle bianche.

Ma lei non fa nulla, perché è così che deve andare.
 
Chiude gli occhi, e ricorda perché lo fa.
 
Un paio di occhi simili ai suoi, marroni, solo molto più belli. Capelli di un castano chiaro, che profumavano.
 
E un sorriso, uno di quelli che ti riempiono il cuore e te lo svuotano nello stesso istante.
 
Un sorriso, che non era destinato a lei ma all’altra.
 
Un destino, un’unica strada che lei vede scritta, davanti a sé. E capisce che non può più farcela.
 
Che l’amore che tanti cantano e scrivono, per lei non esiste.
 
Riapre gli occhi, un’ultima lacrima ha il permesso di uscire.
 
Lei stringe i denti, i capelli lisci e un po’ disordinati che le accarezzano le spalle.
 
Con le braccia e le mani insanguinate, prende la boccetta di sonniferi che è accanto a lei.
 
Ne ingoia cinque, sei, sette, e le mani le tremano dalla paura.
 
Chiude il rubinetto della vasca, l’acqua tiepida ormai arrivata all’orlo.
 
Si siede lentamente e una grande quantità ne esce. Sente il cellulare squillare, capisce che è arrivato un messaggio.
 
Chiude gli occhi e si cala lentamente, mentre il sangue alle braccia comincia a fondersi con l’acqua.
 
Sta per finire tutto. Finisce tutto.
 
Respira, riempendo i suoi polmoni d’acqua. Il battito cardiaco accelera.
 
Il vuoto.
 
 
C'è un bagno, le mattonelle sporche di sangue, una boccetta di sonniferi mezza vuota, una lametta nuova e tinta di rosso,
 
una vasca da bagno piena d’acqua, e il corpo di una ragazza che si sentiva di troppo.
 
E poi c’è un cellulare, e un messaggio ricevuto.
 
“La vuoi la verità? La verità è che ti amo, e mi manchi.”
 
È troppo tardi.



 



vaaa bene. premetto che questo schifo mi è venuto in testa e l'ho scritto senza pensarci due volte.
non ho molto da dire, solo che persino io lo trovo terribilmente depresso.
oh be', è la vita.
o in questo caso, non vita.
   
 
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