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Autore: FinnAndTera    18/08/2013    1 recensioni
«È meglio essere amati in modo anticonvenzionale o essere non amati in modo convenzionale?»
Maria si poneva domande del genere un giorno sì e l’altro pure e Renato, che da sempre era al suo fianco, si sentiva un po’ inutile non sapendo mai cosa risponderle.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dedicata a M. senza un motivo preciso.
 

Domande anticonvenzionali.

 

«È meglio essere amati in modo anticonvenzionale o essere non amati in modo convenzionale?»
Maria si poneva domande del genere un giorno sì e l’altro pure e Renato, che da sempre era al suo fianco, si sentiva un po’ inutile non sapendo mai cosa risponderle.
«Mettiamo il caso che io venga amata in modo anticonvenzionale, senza sbaciucchiamenti con otto metri di lingua, o letterine sdolcinate, o litigi in cui ci si rinfaccia tutto quello che si è fatto in precedenza l’uno per l’altro lanciandosi addosso i piatti del servizio buono della nonna. Ecco, diciamo che io venga amata in silenzio, mentre fisso negli occhi il mio amante forse anche un po’ stupido e certamente non perfetto, o mangiamo cibo spazzatura guardando un documentario sui dugonghi, per poi fare l’amore senza urlare quanto ci amiamo e quanto siamo bravi a farlo, ma solo mordendoci perché ci piace. Ecco, secondo te la gente cosa ne penserebbe?»
«Veramente io…» cercò di dire Renato, il panico negli occhi perché, diamine, andava sempre a finire così.
«Te lo dico io, te lo dico io cosa penserebbe la gente. Penserebbe che non sia il modo giusto di amarsi e che sarebbe meglio non essere amati che essere amati in un modo non normale. Sarebbe meglio che io vivessi il mio amore solitario guardando da lontano la mia unica ragione di vita crescere con un’altra donna, oppure confessandogli il mio imperituro amore solo in chiesa prima che lui si sposi con una scena degna dei libri della Pilcher, oppure donandogli il cuore quando avrà bisogno di un trapianto. Perché ovviamente  dovrò essere completamente dipendente da lui e mica il cuore glielo potrà donare la stronza – che non posso neanche chiamare stronza perché non sarebbe corretto ed educato – che se l’è preso al posto mio, no, devo essere io a donargli il mio cuore, perché sono io che ho sprecato la mia vita a essere non amata in modo normale». Il tono di Maria si era alzato man mano che il suo discorso filava e Renato si era rifugiato sempre di più nel suo silenzio imbarazzato.
«Tu invece che ne pensi?»
«Penso che sia meglio la prima. Insomma, essere amati è sempre meglio che non esserlo, no?»
Parole buttate lì a caso, venutegli in mente all’improvviso senza sapere neanche come, quando o perché, ma, ehi, sembravano aver funzionato visto che Maria stava sorridendo felice.
«Allora non penseresti male se fossi io la prima a baciarti in modo del tutto anticonvenzionale?»
 

 

   
 
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