Anime & Manga > Inazuma Eleven
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Autore: LunaScarlatta98    19/08/2013    1 recensioni
Avete mai pensato a quello che in realtà succede nelle vite dei ragazzi di inazuma eleven?
E se Axel fosse il capo di un clan camorristico e tutti i personaggi dell'anime facessero parte di esso?
E se Nelly fosse una ragazza indecisa, innamorata e allo stesso tempo letale?
Guerra, sangue, amore...Questo e altro nella mia fanfiction, spero vi piaccia.
P.S. Per scrivere questa storia ho dovuto "cancellare" la serie Inazuma Eleven Go e quelle a essa successive, ma i personaggi hanno tutti un'età attorno ai 25 anni.
Genere: Azione, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Axel/Shuuya, Jude/Yuuto, Mark/Mamoru, Nelly/Natsumi, Silvia/Aki
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Triangolo
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Perché l'hai fatto? Chiese lei, le lacrime che scendevano lungo le gote rosee perché? Gridò. Mark era fermo li davanti a lei. La guardava impassibile quasi non provasse niente. Nelly l'aveva avvertito della reazione che avrebbe avuto Silvia, ma lui DOVEVA dirle la verità. Non poteva tacere ancora. E ora era li a rimpiangersi di averlo fatto. Anche se non lasciava trasparirlo, dentro stava male, si sentiva un mostro. E le lacrime di Silvia non facevano altro che allargare la ferita che già gli squartava il petto. Iniziò a piovere. Silvia rimase immobile davanti a lui, con le braccia lungo i fianchi. Mark la guardò poi le disse" scusami Silvia" gli scese una lacrima ma che si confuse con la pioggia" scusami" si asciugò il volto con il dorso della mano. Poi, dopo essersi voltato, andò via." Lo sa?" Disse Silvia" Axel, lo sa?" Mark si voltò ancora. La guardò e scosse la testa. Silvia rise isterica. " non lo sa...ma nn vi vergognate? Ci avete preso in giro., a tutti e due. Mark, sai meglio di me come reagirà Axel. Lo sai che deve saperlo anche lui. Ne ha il diritto" Mark lo sapeva ma non aveva avuto il coraggio di andare dall'amico e dirgli la verità " come faccio..." Sussurrò, la pioggia che scendeva sempre più forte" con quale faccia mi presentò li da lui, Silvia rispondimi!" Arrivò a gridare. Silvia lo guardava con uno sguardo che traspariva odio ma anche compassione "devi dirglielo. Ora sta a te decidere come fare." Detto così stavolta fu lei a voltarsi. Andò via lenta mentre ancora piangeva per quel ragazzo che mai l'avrebbe amata. Mentre camminava per tornare a casa. Mark pensava a Axel, al suo forse unico vero e sincero amico, l'unico che gli era sempre stato vicino, l'unico che provava il suo stesso amore per il calcio e a quanto pareva anche per la stessa donna. Svoltò l'angolo e se lo trovò davanti. Era fermo, con le braccia conserte e con la schiena appoggiata al muro. Il cappuccio della sua felpa arancione nascondeva i suoi capelli bianchi come la neve ma non i suoi occhi che invece erano neri e profondi. "Allora è così" disse continuando a guardare a terra "quindi davvero stanno così le cose" Mark sussultò: Axel doveva aver sentito tutto. "Axel, lascia almeno che ti spieghi..." Non ebbe il tempo di finire che Axel si staccò dal muro e lo colpi forte al volto con un pugno "non me lo aspettavo da te!" Gridò, un grido di dolore "come hai potuto farmi questo..." Si fermò e si lasciò scivolare con la schiena contro il muro. Si trovò seduto a terra, l'acqua che cadeva forte quasi volesse lavare via il dolore dall'anima di Mark, ma non sarebbe bastato... Mark era riverso a terra, steso con la schiena sul selciato. "La ami...?" Sussurrò Axel. Mark continuava a guardare il cielo, l'acqua che gli scorreva sul volto. Si voltò verso l'amico. Lo vide distrutto."Si Axel" disse "La amo". Axel rimase immobile, le gambe strette contro il petto, guardava un punto nel vuoto. Si sentiva solo il rumore della pioggia, il vento che soffiava forte e gli alberi che ballavano con lui. Axel si alzò e si allentanò. Mark si mise dritto sulla schiena e lo vide andare via. Avrebbe voluto fermarlo, dirgli che era successo tutto all'improvviso e che gli dispiaceva ma non fece nulla, rimase semplicemente fermo, a terra, incapace di muoversi... Nelly era sul divano quando Axel tornò a casa. Lo vide rientrare scuro in volto e togliersi il cappuccio. Era completamente fradicio ma i suoi capelli erano intatti, quei capelli che lei aveva amato tanto. Lui la guardò un istante e quello le bastò per capire. Lui le si avvicinò e le si sedette accanto. " Ho parlato con Mark" disse con una freddezza spietata "Sai bene di cosa" Nelly sussultò: si era accordata con Mark che ad Axel avrebbero parlato assieme, cosa sera successo da spingere Mark a dirglielo? " veramente lui non mi ha detto niente. Ho sentito mentre parlava con Silvia" Era vero. Anche Silvia ora sapeva tutto. "Axel avremmo voluto parlaretene assieme,ecco.." Axel la zittiì alzando la mano. Si alzò e si avvicinò alla finestra." C'è solo una cosa che vorrei sapere..." Si voltò verso di lei e la guardò dritta negli occhi: Nelly era l'unica delle persone che conosceva che era capace di sostenere il suo sguardo"...perché?" Nelly non sapeva come rispondere. Perché l'aveva tradito? Lei lo amava, o forse una volta da stato così. No. Lei ora amava Mark, era lui l'uomo che lei voleva per sempre. Lei lo aveva sempre amato, ma Per Axel provava un amore diverso: Più che amarlo lei lo stimava, lo voleva bene, era il più grande dei suoi amici, ma oltre a questo non provava niente altro, si disse per confortarsi. Invece quando vedeva Mark, quando lui la abbracciava, quando la baciava, tutto esplodeva dentro lei, voleva che il tempo di fermasse e avrebbe fatto di tutto per restare con lui. "Lo amo, Axel" decise di dirgli tutto nel modo più semplice "Lo amo. Questa è la verità, mi dispiace davvero ma è così e io non ci posso fare niente". Axel di voltò ancora. Aveva smesso di piovere ma adesso era lui che piangeva, piangeva di rabbia e di dolore, piangeva per delusione. Nelly se ne accorse e si alzò. Rimasero così: lui che tratteneva le lacrime e lei li impotente che avrebbe voluto abbracciarlo ma che non l'avrebbe fatto per molto tempo. "Meglio che vada via" disse lei "Sarebbe solo peggio se restassi". Axel sentiva le ante dell'armadio che si aprivano, la valigia che si chiudeva, il trolley che scivolava sul parquet. Si voltò a guardarla un'ultima volta. Era così bella che gli faceva quasi male guardarla indossare il cappotto e sapere che non l'avrebbe rivista più per tanto tempo. Stava per aprire la porta quando lui le afferrò la mano. Era stato quasi un istinto ma non l'avrebbe fermato. Si lasciò trasportare. Lei lo guardò dritto negli occhi. Lo amava ancora, lo sapeva, ma amava di più Mark e doveva accettatlo per il bene di tutti. Axel le scostò una ciocca di capelli dal volto. Quel gesto pareva così banale tante delle volte che lo aveva fatto, ma in quel momento gli parve qualcosa di prezioso, da custodire. La baciò, come aveva fatto spesso, la amava è non avrebbe smesso di farlo. Lei ricambiò quel bacio, sapeva che sarebbe stato l'ultimo, che quello era un addio definitivo, era un punto nella sua vita. Si cambiava pagina. Quando lui si staccò lei piangeva. Tirò il trolley con sè e andò via. Mark era tornato a casa. Era seduto sul divano a fissare un punto nel vuoto e a pensare a quello che era successo: in un solo giorno aveva perso un'amica e un fratello. Come aveva fatto? Poi, lo sguardo scivolò su una foto: la foto del FFI di quasi 10 anni prima. C'era lui e c'era Axel, erano li, l'uno stretto all'altro quasi in un abbraccio e adesso tutto era perduto... No. Axel se ne sarebbe fatto una ragione e sarebbe tutto tornato alla normalità, avrebbero di nuovo giocato, avrebbero di nuovo sorriso, insieme. Fu il campanello a distoglierlo dai suoi pensieri. Quasi senza forza si avvicinò alla porta e la aprì. "Nelly..." disse. Lei gli gettò le braccia al collo e lo abbracciò. In quella giornata così nera solo lei poteva rallegrarlo. Solo che lei non eri li per quello. Dietro di lei, Mark scorse il suo trolley e capì le lacrime della ragazza. "Ti ha mandata via?" Sussurrò Mark. Lei scosse la testa e si staccò da lui: i suoi occhi rosa ora erano venati di rosso tanto aveva pianto. Si asciugò col dorso della mano e disse "Me ne sono andata io" Mark comprese la decisione della ragazza. Si spostò dalla porta, invitandola ad entrare. Lei prese il trolley e entrò. La casa di Mark l'aveva vista tante volte, ma mai l'aveva trovata tanto in ordine: il tavolo era sgombro d'ogni tipo di rivista come al solito, invece era coperto da una raffinata tovaglia ricamata ad uncinetto e sormontato da un vaso contente dei fiori che avevano un colore che andava dal blu al viola. Il divano era stato pulito e i vestiti che di solito lo coprono non c'erano. Mark intuì il suo stupore e si affrettò a spiegare "È venuta mia madre stamattina" sorrise "lo sai quanto é fissata con l'ordine" anche Nelly si concesse un sorriso. Rimasero lì in piedi per un po', poi Mark leggermente imbarazzato le si mise davanti "Senti,Nelly..." Lei capì subito lo sforzo che il ragazzo stava facendo per chiederglielo così glielo risparmiò. Disse sorridente "Se ti va bene, mi piacerebbe restare qui per un po'" Mark ammutolì poi scoppiò in una risata. La abbracciò. "Sono così prevedibile?" Lei lo baciò " Solo un po' " risero entrambi. Era una felicità a cui ambivano da tempo ma entrambi si sentivano in colpa per come l'avevano ottenuta. Nessuno dei due però osò rovinare quel momento così bello, quasi magico mentre erano abbracciati, sul divano, a non fare niente, solo a guardarsi e a gioire di un futuro che per loro iniziava oggi. Un futuro che avrebbero vissuto insieme.... Silvia era tornata a casa. La conversazione che aveva avuto con Mark poco prima l'aveva sconvolta. Ancora se lo vedeva davanti, quel unica lacrima che gli era scesa sul volto e quelle parole"scusami Silvia" nitide nella sua mente. Appena entrata, si gettò sul letto e cominciò a piangere. Si sentiva stupida, un'ingenua, ma capì che la colpa non era sua. No, e non era neanche di loro due: infondo cosa potevano fare se si erano innamorati? La colpa non era di nessuno. E lei piangeva. Suonò il cellulare. Non aveva voglia di parlare con nessuno, ma era da un po' che provava una strana sensazione, come se presto ci sarebbe stata una svolta nella sua vita... Mosse la mano svogliatamente alla ricerca del cellulare, che intanto continuava a suonare. Al terzo tentativo lo afferrò,lo portò all'orecchio e rispose. Era Bobby. Farfugliava qualcosa in maniera confusa "Silvia...aereo... Arrivato... Presto...aereo..." Poi cadde la linea. Silvia aveva capito che si trattava di qualcosa di serio per cui, anche se non ne aveva affatto voglia, si infilò il cappotto, prese l'ombrello e uscì. Il taxi arrivò in fretta e la portò all'aereoporto, cosí come lei aveva chiesto. Quando arrivò non vide da subito Bobby. Lo continuò a telefonare ma era sempre non raggiungibile. Vagò a lungo, credendo anche d'essere stata vittima di uno scherzo di poco gusto quando lo vide che agitava convulsamente le braccia verso di lei per indicarle la direzione. Silvia gli si avvicinò per chiedere spiegazioni quando lui la abbracciò, anche se quello più che un abbraccio era uno stritolamento vero e proprio. Silvia rimase inerte tra le braccia dall'amico che intanto aveva iniziato a piangere. "Silvia... È tornato" a quelle parole Silvia sussultò. Era tornato. Già ma chi? Il pensiero di Silvia volò lontano, dall'altra parte del mondo, nel luogo della sua infanzia, a quel bambino per cui si era presa una cotta, quel bambino che le aveva promesso di sposarla un giorno. Tutto era bellissimo finché quel bambino non aveva avuto un incidente sotto i suoi occhi e lei non aveva potuto fare niente per salvarlo. No. Quel bambino era morto tanti anni fa. Non poteva essere lui. Poi si sentì stringere la vita da due braccia, proprio sotto al seno, due braccia possenti che la strinsero e poi un bacio sulla guancia. Un bacio di un individuo che la aveva catturata. Una lacrima scese sulla guancia di Silvia. Lei si girò e lo vide. Non era cambiato di una virgola, era solo più alto ma i suoi occhi neri erano rimasti lucidi e profondi come un tempo. Indossava una felpa bianca e un paio di jeans . Ai piedi un paio di scarpe bianche da ginnastica. Era rimasto il tipo sportivo di sempre. "Silvia..." Anche la sua voce era la stessa, sempre dolce ma un po' più profonda, colpa dell'età che ormai aveva. 15 anni che non lo vedeva e ora era li, davanti a lei e tutto quello che era capace di fare era piangere, come una bambina che dopo tanto tempo ritrova il suo amato peluche. Quando si rese conto di quello che stava succedendo non ci pensò un istante. Gli si gettò al collo e lo abbracciò. Lui la strinse a se. Era tutto così impossibile, così surreale. Piangeva. Affogò il volto sulla sua spalla "Eric..." Non avrebbe mai credito di poter pronunciare ancora quel nome e invece lo stava facendo. Lui la staccò è la guardò dritta negli occhi. "Sei sempre bellissima,Silvia. Sempre di più." Lei avrebbe voluto andare oltre quel abbraccio, avrebbe voluto soddisfare quel desiderio che per tutti quegli anni l'aveva fatta soffrire ma non sapeva se lui dopo tutto quel tempo era rimasto davvero quello di tanto tempo fa. Fu lui invece che prese l'iniziativa. Le si avvicinò e la baciò, un bacio dolce e pieno di amore che dopo tanto tempo ancora provava per lei. Silvia fu felice di vedere che c'era ancora qualcuno che l'amava. Le fece male pensare a Mark in quel momento. Pianse. Non voleva rovinare un istante così fantastico ma non riuscì a reprimere le lacrime. Erik se ne accorse e si staccò lentamente da lei. "C'è qualcosa che non va?" Lei lo guardò per un lungo istante, poi si gettò tra le sue braccia e lo strinse forte "Promettimi" disse tra un singhiozzo e l'altro "Che non mi lascerai mai più" lui sorrise e la strinse forte "Te lo prometto". Nel frattempo, Bobby assisteva impotente alla situazione. Lui amava Silvia, l'amava da sempre e anche se si sentiva in colpa a pensarlo, da quando Erik non c'era più credeva di potersi avvicinare senza problemi a Silvia. Ma ea arrivato Mark e lei se ne era innamorata. Così per la seconda volta dovette farsi da parte per vederla felice. Ora invece la vedeva li, abbracciata al suo eterno amore. E Mark? Perché stava baciando Erik nonostante fosse fidanzata con lui?Si avvicinò e tossì avvicinando il pugno alla bocca. Silvia e Erik si voltarono verso di lui è sorrisero. Silvia si avvicinò a lui "Scusa, ti abbiamo escluso. Ragazzi mi sembra che anche voi due dobbiate salutarvi" Bobby fece per chiedere spiegazioni a Silvia quando Erik lo accolse in una stretta potente. Non poté fare altro che abbracciarlo a sua volta e stringerlo: era il suo acerrimo rivale in amore ma era anche il suo migliore amico. Erik e Silvia si presero per mano. "Mi sa" disse lui "Che noi andiamo" Silvia annuì "andiamo" Bobby si penti di averlo fatto ma li fermò e disse" Silvia, ma tu non dovresti andare a casa da Mark?" Fu la cosa peggiore che fece in vita sua. Lei si volto di scatto e lo fulminò con uno sguardo. Erik invece si voltò verso di lei "Mark?" Disse lui "Mark Evans?" Lei si voltò, sciogliendo le loro mani e si strinse nelle spalle. "Bobby non sa come stanno le cose" Erik continuava a non capire e ora anche Bobby era confuso. Silvia guardò Bobby e sospiro quasi si stesse facendo forza "Mark mi ha lasciato" Bobby si sentì un verme. Erik restava confuso ma almeno ora aveva capito cosa era successo mentre lui non c'era. "Perché l'ha fatto?" Silvia continuò a respirare sempre più profondamente. Stava trattenendo le lacrime "Ha detto che non mi ama. Che ama Nelly. E che non vuole farmi soffrire" Bobby fece un passo indietro ed abbasso il capo. Si scusò immediatamente con Silvia, che intanto aveva iniziato a piangere ed era stretta a Erik, che nel frattempo aveva lanciato a Bobby un'occhiataccia. Bobby si scusò nuovamente, poi corse via lasciando l'Americano e Silvia abbracciati in quell' aeroporto, stretti l'uno all'altra. Quando Silvia fu più calma, tornarono a casa. Quella casa ne aveva viste tante: il primo bacio di Silvia e Mark, quella sera, quello che seguì, quel così immenso amore... Era tutto finito? Erik la strinse forte. No, non era finito, anzi, tutto era solo al principio. Era da troppo che non si vedevano, che non sentivano le loro voci, che non si toccavano, che non si baciavano... Erik però non avrebbe mai approfittato della sua debolezza quella sera, della sua sofferenza. Dormirono assieme abbracciati, semplicemente abbracciati, ma felici come mai erano stati prima.... "Ahahahahah tu sei pazzo" Nelly si era appena svegliata. Appena aperti gli occhi aveva trovato Mark, ora poteva dirlo, il suo Mark, all'impiedi davanti al letto con un vassoio in mano. "Ho una principessa ospite a casa mia, mi permetta di comportarmi in modo decente". Fecero colazione assieme, seduti su quel letto che li aveva visti poche ore prima stretti l'uno all'altra, come fossero una cosa sola. "Lo sai che ti amo?" Disse Nelly dopo averlo baciato. "Mark sorrise. Quel suo modo di sorridere così infantile, quel suo modo di accarezzarla, anche solo il suo modo di osservarla. Le piaceva tutto di lui, lo amava dalla cima dei capelli alla punta dei piedi. Ma si senti colpevole nel constatare che ogni tanto, in quei momenti, le veniva in mente Axel... Stamattina però c'era qualcosa in lui che non andava. Lei gli passò la mano nei capelli e glieli guastò tutti. "Cos'hai Mark?" Lui sorrise "Scusa, Nelly". Lei capì subito, perché anche lei si sentiva come lui, colpevole. Lo abbracciò forte e lui fece lo stesso, quando bussarono alla porta. Lei si mise la vestaglia e la legò "Vado io". Lo baciò sulla fronte. Nel momento in cui i loro sguardi si incrociarono Nelly comprese la quantità di tristezza che vagava nei suoi occhi. Corse al piano inferiore e aprì la porta. Davanti a lei, c'era un uomo completamente vestito di nero, senza che un solo lineamento potesse essere osservato. Portava anche un cappuccio che gli copriva il volto. "Nelly Raimon, suppongo" Lei annuì, stringendosi il busto con le braccia. "Bene" il tipo sorrise sotto il cappuccio. Solo allora Nelly notò l'auto scura parcheggiata proprio davanti casa. Ne uscirono due uomini abbigliati come il primo e si avvicinarono. Aveva assistito spesso a scene simili, ma era sempre stata lei a stare nell'auto scura. Iniziò ad indietreggiare. L'uomo incappucciato la afferrò per il braccio. Fu allora che comiciò a gridare "Mark! Mark aiuto!". Al piano di sopra, Mark pensava a quello che stavano facendo "Non è giusto..." Pensava. Poi sentì delle urla. Nelly, chiedeva aiuto. Si precipitò giù per le scale e la vide mentre un uomo completamente vestito di nero la teneva in braccio e la portava via, lei completamente inerte. Probabilmente l'avevano stordita. "Nelly!" Mark corse più forte che poté ma appena mise piede fuori casa gli spararono contro. Senti un forte dolore alla spalla, barcollò in avanti, la mano tesa verso l'auto "Nelly... Aspett...ate!" La misero in auto e partirono. L'ultima cosa che senti fu una voce che gridava il suo nome e il dolore di una lacrima che scendeva sulla guancia...
  
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