Don't leave me tonight
Nothing’s fine I’m torn
I’m all out of faith
This is how I feel
I’m cold, I’m ashamed
lying broken on the floor
-Natalie Imbruglia: Torn-
-è
stato fantastico- disse entusiasta Zayn
-Già
forse il migliore concerto di questo tour- acconsentì Liam che stava alla guida.
Io
semplicemente guardavo fuori la pioggia che cadeva in quella fantastica città
con la nausea salirmi sempre di più
-Liam
ti puoi fermare- chiesi
-Come?-
-Fermati-
ordinai mentre tutti e quattro mi fissarono sorpresi
Forse
non dovevo comportarmi così, ma stavo male e non volevo che i ragazzi mi
vedessero in quelle condizioni.
-Lou-
cercò di parlare Liam fermandosi e una volta fermo scappai prima che qualcuno
potesse fare qualcosa.
Così iniziai a correre sotto la pioggia al primo bar che
trovai aperto. Lo trovai in qualche stradina sperduta. Era un piccolo pub con
l’insegna “Lost” quasi a terra se non
fosse per quelle viti al lato sinistro che tenevano ancora. Entrai e una
ventata di fumo e di alcoolici mi venne alle narici: la mia sensazione di
nausea divenne sempre più forte. Scossi la testa e mi sedetti al primo tavolo
disponibile: tutti i tavoli erano circolari ed erano sparsi per tutto il locale
che era abbellito con qualche pianta di salice, bonsai, e con un pianoforte
all’angolo destro suonato da un vero professionista. Alzai la testa e vidi una
ragazza dai capelli biondo ramato e due occhi azzurro tendenti al grigio
scrutarmi per poi sorridermi gentilmente. Ricambiai ritornando al menù, anche
se cercavo più o meno di guardarla senza essere notato. Ci riuscii in un certo
senso perché la ragazza era seduta a tavola con due persone anziane che
discutevano tra di loro. Lei era concentrata a scrivere qualcosa che la mia
mente non riusciva a decifrare.
-Posso
esserle utile?- chiese la cameriera con in mano un taccuino e una penna che
batteva nervosamente sulla pagina.
-Si,
la prego. Un gin tonico-
-Arriva
subito-
Annuii
semplicemente perché in quel momento volevo solo immergermi nell’alcool per
dimenticare. Dimenticare quella figlia di una buona donna della mia ex, anche
se era difficile, ma ci dovevo riuscire. Eppure una parte di me non voleva
dimenticarla perché con lei stavo bene, inoltre, era anche il mio amore quindi
sapevo che non ci riuscirei mai.
La
cameriera arrivò con il mio ordine e non solo quello: un piccolo bigliettino
color panna arrivò insieme ad esso. Lo presi e iniziai a girarmelo tra le dita
mentre la cameriera mi porgeva il drink davanti a me. Riuscii a percepire
subito l’alcool che invase le mie narici e nonostante la mia nausea forte, ne
presi un sorso provocandomi un bruciore dappertutto.
-Questo
è da parte di quella ragazza- mi sussurrò indicandomi la ragazza, che mi
sorrise prima, e andandosene. Lo presi per l’ennesima volta e dopo un altro
sorso lo aprii e iniziai a leggere:
“Ciao (:
Bel modo di iniziare una conversazione, non trovi?
In ogni caso mi chiamo Zoe”
Sorrisi
e alzai lo sguardo e la vidi con la testa appoggiata sul palmo della mano con
espressione annoiata alla conversazione di quelle due donne tra le quali una
faceva dei segni a me incomprensibili, mentre la bionda, o meglio Zoe, sbuffò.
Scossi
la testa e prendendo una penna, che per qualche strana ragione avevo nella
tasca interna della giacca, risposi per poi chiamare la stessa cameriera che mi
aveva servito le dissi di darlo alla ragazza lasciandole una piccola mancia per
il disturbo. Lei appena arrivò il bigliettino sobbalzò spaventata. Scrutai ogni
suo movimento: lo prese e leggendo le poche righe che avevo scritto sorrise e alzando
lo sguardo incrociammo per la seconda volta in quella serata i nostri occhi.
Lei si alzò mimando uno scusa alle due e venendo da me. Si accomodò sulla sedia
davanti a me.
-Hai
fatto in fretta a quanto pare- esclamai con un sorriso ironico mentre lei alzò
le spalle.
-Mi
chiamo Louis- mi presentai allungandole la mano che ricambiò per poi prendere
un blocchetto dalla sua borsetta nera con qualche perline argentate alla
destra. Iniziò a scrivere qualcosa per poi passarmelo.
“So chi sei, non sono nata ieri
u.u”
Sorrisi
amaramente perché la speranza che non mi conoscesse mi passò per la mente.
-Già
scusami-
“Non fa nulla”
-Perché
non mi parli? Non ti mangio mica- dissi mentre lei si rattristò e scrisse
velocemente qualcosa per poi passandomelo e facendomi spalancare leggermente
gli occhi che si posarono subito sui suoi che mi fissavano triste.
-Io..
scusami.. non lo sapevo..-
“Sono sordo-muta da quando sono
nata. Non ti preoccupare.. ti posso capire.. forse è meglio se vada”
-No
rimani!- esclamai prendendole il polso
“Non voglio farti pena”
-Non
provo pena per te!- dissi scuotendo la testa
“Io avrei i miei dubbi u.u”
-Allora
non ti fidi di me-
“Dovrei?”
-Ovvio-
risi seguito da lei
“Sei ubriaco?”
-No-
risi scuotendo la testa. Lei mi fissava dubbiosa e indicò il mio gin che era
quasi vuoto.
-Reggo
davvero bene l’alcool quindi per farmi ubriacare ce ne vuole- spiegai mentre
lei mi sorrise.
Un sorriso sincero che vedevo dopo due settimane, tutti gli altri erano troppo
falsi per i miei gusti, ma questo potevo percepire la sua sincerità.
“Capito Tomlinson ;)
Perché stai bevendo?
Lo sai che non va bene per la voce u.u”
-Per
dimenticare-
“Qualche tua ex?”
-Si-
dissi girando il gin con la cannuccia mentre la ragazza sbuffò.
“Sei di molte parole mi dicono D:
Che ti ha fatto?”
-Lo
so me lo dicono tutti. Comunque mi ha tradito con il suo migliore amico-
risposi con un vero di amarezza.
“Che deficiente! -.-“ “
Risi
a quella frase mentre lei alzò le spalle divertita.
Mi
stava facendo svagare e divertire ed era la prima volta che mi sentivo felice,
sollevato senza un peso sullo stomaco, persino il senso di nausea se n’era
andato. Così la guardai e sentì qualcosa al cuore come se si stava ricuocendo
con ogni mossa di Zoe.
-Ti
va di andare a fare un giro?- chiesi su due piedi
Lei
annuì e prendendola per mano uscimmo da quello squallido bar sotto un unico
ombrello, considerando che ero vento a piedi quindi era il suo. Passeggiamo per
ore e ore per le vie deserte di Los Angeles e parlammo davvero tanto, nel senso
figurato per lei perché ogni volta che doveva rispondermi o lo faceva
gesticolando qualcosa con le mani, ma vedendo la mia espressione confusa e
divertita, si fermava e scriveva sul suo blocchetto.
“Finiscila di ridere D:”
Ero
piegato in due dalle risate, mi faceva male addirittura la pancia per quanto
stavo ridendo. Scossi la testa e mi ripulì gli occhi che erano con qualche
lacrima.
-Non
posso crederci che l’hai fatto seriamente- esclamai ancora incredulo mentre lei
alzò le spalle e vece un segno con la mano.
-Non
centra se eri piccola o no-
Zoe
sbuffò mentre io le misi un braccio intorno alla spalla
-Tu
sei pazza. Ecco perché mi piaci, ragazza-
“Ragazza? Chi ti dice che sono una
ragazza e non nasconda qualcosa?”
Sbattei
più volte le palpebre leggendo quelle cose. Alzai lo sguardo e vidi lei che si
tratteneva dal scoppiarmi a ridere in faccia per quanto fosse buffa la mia
faccia. Scossi la testa e mi avvicinai a lei.
-Magari
possiamo controllare- le sussurrai con un po’ di malizia mentre lei, stando al
gioco, si avvicinò ancora di più tanto che sentii il suo respiro sul mio collo.
Il cuore prese a battere velocemente e la voglia di baciarla mi prese
completamente, infatti se non fosse per lei che mi diede uno schiaffo sulla
nuca, l’avrei baciata e fatta diventare mia.
-Ahia,
sei manesca- dissi massaggiandomi la testa
“Succede Tomlinson u.u
In ogni caso io sarei arrivata
Grazie per avermi accompagnata :D”
-Di
nulla. Ci vediamo tanto il tuo numero ce l’ho. Mi faccio sentire appena posso-
sorrisi lasciandole un piccolo bacio sulla guancia. Lei ricambiò ed annuì per
poi scomparire nella sua villa beige. Iniziai a incamminare con il cappuccio
della felpa che mi parava dalla pioggia, quando sentii qualcuno prendermi il
polso. Mi girai di scatto e vidi Zoe che mimò uno scusa per poi posare le sue
labbra sulle mie. Ero sorpreso, ma ricambiai con piacere quel bacio
approfondendolo sempre di più mentre la pioggia ci cadeva addosso e il mio
cuore che stava scoppiando di felicità.
“Sei fradicio. Ti va di entrare?”
Mi
scrisse per messaggio. La guardai dubbiosa e di questo se ne accorse infatti
riprese il telefono per poi scrivermi.
“Non c’è nessuno!
I miei sono a Santa Monica e tornano tra due giorni;
La mia domestica è andata a
trovare suo marito.
Quindi siamo soli”
Sorrisi
per poi annuire e seguirla dentro casa sua che era davvero bella all’interno,
lei si tolse le scarpe e il copri abito che era bagnato, io, invece, la
guardavo ammagliato dalla sua bellezza anche facendo cose semplici e stupide.
Avevo una voglia matta di riavere quel contatto con le sue labbra soffici così
la presi, nonostante fossi ancora bagnato da capo a piedi, e la baciai con
amore e passione tanto che ci trasportò al divano. Iniziammo a toglierci i
vestiti.
-Forse
non dovremmo farlo- dissi tra i baci sentendola annuire
-Non
ci conosciamo neanche eppure mi sembra di conoscerti da una vita- continuai
togliendole la maglietta facendo scoprire il suo bellissimo corpo
-Ma
è comunque sbagliato forse sarebbe meglio finirla qui- sussurrai a pochi
centimetri di distanza mentre lei riprese a baciarmi con foga. Avevo capito la
sua risposta.
Quella
notte facemmo l’amore.
Ci
incontrammo anche altre volte, andavamo in giro per strade di L.A. il lontano
possibile dai giornalisti quindi andavamo quasi ogni sera in spiaggia:
camminavamo mano nella mano, ci baciavamo ogni tanto e fissavamo il cielo
coperto di stelle.
Era stata la settimana più bella della mia vita perché mi faceva stare bene,
come se toccassi il cielo con un dito.
#Cinque mesi dopo:
Erano
passati dall’incontro con Zoe, dalla nostra nottata, dalle nostre camminate
lungo la spiaggia ed ora eccomi qua per le strade di Boston a camminare insieme
ai ragazzi, che non sapevano nulla, senza proferire parola. Sapevo che mi
odiava, ma il giorno della mia partenza ero andato ad avvisarla e a salutarla,
ma la domestica mi disse che era partita con sua madre per San Francisco.
Quindi forse dovrei essere io quello arrabbiato dato che non mi aveva detto
niente. Eppure neanche questo mi rallegrava. Mi mancava davvero tanto e non
riuscivo a credere che in una sola nottata mi ero innamorato perso di lei.
Scossi la testa cercando di essere il più di compagnia possibile.
-Si
certo come vuoi, tanto Louis da ragione a me. Non è vero Lou?- disse Harry
mettendomi una mano sulla spalla
-Su
cosa?- chiesi confuso mentre lui mi lanciò un occhiata di fuoco.
-Come
su cosa? Lou ci stavi ascoltando?- domandò Harry
Io
scossi la testa perché era vero.
-Lou
che ti prende?- chiese Zayn
-Nulla-
mentii come in tutti questi mesi.
Non
volevo che si preoccupassero per me, non volevo farli stare male solo perché lo
sono io.
-Senti
ora basta. Tu hai qualcosa!- esclamò il riccio
-Hazza..-
-Non
ci provare a dire che non hai niente perché è da cinque mesi che non sei più te
stesso. Ora pretendiamo spiegazioni- sbraitò a bassa voce considerando che
c’erano persone che a volte ci lanciarono degli sguardi.
-Sono
serio. Non ho nulla for..- non feci neanche in tempo a finire la frase che vidi
una ragazza uguale a Zoe su una macchina che si fermò a qualche metro da noi.
Ero paralizzato, il cuore mi batteva forte alla vista di quella ragazza che da
lontano sembrava davvero la mia bionda, ma non lo era perché sentivo la sua
voce fino a qui: chiedeva di aspettarla qualche minuto per poi iniziare a
camminare verso di noi. Io abbassai lo sguardo addolorato perché era convinto
davvero che fosse lei.
-Lou?
Ci sei?- chiese Liam sventolarmi la mano davanti agli occhi. Annuii alzando la
testa e facendo un sorriso il più credibile possibile.
-Scusate-
esclamò la ragazza di qualche istante fa
I
miei amici la guardavano compiaciuti mentre io la guardavo neutro.
-Sei
Louis Tomlinson?- mi chiese
-Si..
e mi dispiace se sei una fan non..-
-Non
sono vostra fan-
-Ah..
bene.. ora scusami, ma non sono in vena di parlare o di fare qualsiasi cosa-
dissi sorpassandola
-Sono
la sorella di Zoe- esclamò facendomi bloccare e spalancare gli occhi.
-Come?-
balbettai girandomi lentamente
-Sono
sua sorella Louis e mi ha parlato così tanto di te in questi ultimi mesi-
-Ne
sono contento- commentai amareggiato
-Senti..-
-No..
senti tu. Non so chi sei e sinceramente poco importa. In ogni caso vuoi che ti informi
cosa ho fatto io? Ecco qua sono stato cinque mesi di merda aspettandomi un
messaggio o una lettera.. insomma qualsiasi cosa che mi faceva capire che lei
tenesse a me come io tenevo a lei, ma mi sbagliavo. Sono stato cinque mesi
aspettandomi di tutto che non arrivava mai. Sai come ci si sente?- sbraitai con
le lacrime agli occhi e le persone che mi fissavano meravigliato soprattutto i
ragazzi che mi guardavano con occhi spalancati
-Di
merda ecco come ci si sente- continuai
-Ha
avuto una sua motivazione-
-Ossia?
Dai voglio sentire la cazzata che ti inventi ora- esclamai incrociando le
braccia al petto
-Tieni
questa- disse avvicinandosi con una busta bianca
-No
grazie. Sto soffrendo abbastanza..-
-Ti
spiega tutto..-
-No..
non può farmi questo.. e non lo permetterò..- dissi scuotendo la testa e
allontanandomi il più possibile da quella busta. Così cambiai strada e iniziai
a camminare il più velocemente possibile.
-Dategli
questa. È davvero importante- disse la ragazza ai miei amici
-Va
bene- rispose Liam prendendola e iniziando a corrermi dietro.
Arrivai
all’hotel con il respiro affannato, salii in camera e lanciai un urlo che avevo
tenuto dentro fin troppo. Non poteva farmi stare male ancora. Mi sdraiai sul
pavimento con le mani sulla faccia.
-Louis-
urlarono i quattro
-Non
ho voglia di parlare- dissi cercando di reprimere i singhiozzi cosa che non ci
riuscii dato che iniziavano a farsi sempre più orecchiabili.
-Perché
non ti sfoghi?- chiese Liam avvicinandosi a me, ma io mi sottrai da qualsiasi
tocco.
-Vi
prego lasciatemi solo- esclamai mentre dentro speravo che non lo facessero
perché avevo bisogno di loro in quel momento e sapevo che se lo facessero,
farei qualche cavolata del quale me ne pentirei per sempre.
-Ma
sei impazzito o cosa? Noi non ti lasciamo in queste condizioni!- esclamò Harry
sedendosi accanto a me seguito da Zayn e Niall
-A
te serve qualcuno che ti aiuti a tirare fuori tutto questo dolore- disse Niall mettendo
la mano sulla mia spalla. Aveva centrato il punto, ma non volevo che mi
vedessero così: era come una questione di orgoglio. Così scossi la testa, in
quel momento l’orgoglio poteva anche scomparire. Così tirai Niall a me e
iniziai a piangere tra le sue braccia.
-Ho
bisogno di voi- ammisi
-Lo
sappiamo- esclamò Niall stringendomi di più e fissando i ragazzi dietro che di
sicuro mi guardavano preoccupati.
-Ti
va di dirci che è successo?- chiese gentilmente Harry
-L’amo.
Ecco cosa è successo- esclamai mentre lo sentii annuire.
Un’ora
la passavano facendo i turni: non mi lasciavano neanche un minuto da solo. Ero
in sala con tutti e quattro e stavamo vedendo la tv. Avevo lo sguardo spento e
improvvisamente mi venne in mente la lettera che mi scrisse Zoe. Mi girai verso
Liam, perché di sicuro l’aveva presa, e lo chiamai.
-Mi
dai la lettera per favore?- chiesi mentre tutti portarono di scatto lo sguardo
preoccupato su di me
-Sicuro?
C’è sei pronto?-
Annuii
poco convinto così Liam si alzò e l’andò a prendere per poi porgermela. La
guardavo titubante ed impaurito, non sapeva cosa avesse scritto e forse mi
spaventava anche.
Così
la presi e mi alzai.
-La
vado a leggere in camera-
-Va
bene- risposero timorosi tutti
Andai
in camera chiusi la porta e rigirarmela tra le mani decisi di aprirla.
“Caro Louis,
Non so proprio come iniziare.
Non sono mai stata brava a scrivere lettere, anche se scrivo molto a causa
della malattia, se si può definire così, ma lettere del genere non ci riesco
molto perché penso alla tua espressione durante la quale l’avrai.
Credo che sia la
decima che ho scritto, o l’undicesima, ma oramai ho perso il conto. Scrivevo
due righe e la stracciavo perché non mi piaceva. Eppure questa sembra la più
decente tra tutte queste.
Ancora non capisco il motivo per cui ti scrivo, insomma dovrei essere furiosa
con te per tutte quelle promesse che mi facevi eppure eccomi qua con carta e
penna pronta a dirti cosa succederà.
Da quando ti ho visto ho sentito qualcosa di forte, qualcosa di inspiegabile,
già forse pensi che è esagerato..”
-No non lo è- sussurrai con occhi che mi
pizzicavano
“.. ma non è così
perché sapevo che eri diverso, nonostante tutti i pettegolezzi che dicono su di
te, eri diverso in ogni senso e la voglia di conoscerti mi prendeva sempre di
più.
Quando mi hai sorriso sentivo il cuore esplodermi..
Cosa mi hai fatto Lou quella notte?
Mi hai fatta cadere ai tuoi piedi con un semplice sorriso.
Quando me ne stavo
rientrando, mi voltai l’ultima volta vedendoti andare via e una sensazione di
tristezza inizio a prendermi così ti baciai. E poi.. beh il resto è stato
meraviglioso.. è stata la notte più bella della mia vita.. ogni giorno con te è
stato il più bello e non mi pento per nulla..”
Sorrisi
istintivamente perché anche per me lo è stata.
“..Eppure le cose non vanno come
pianifichi te! Qualche giorno dopo arrivò mia madre con i risultati delle
analisi..
Ti ho sempre mentito quando mi chiedevi se stavo bene..
Io non stavo affatto bene e quelle maledettissime analisi lo confermarono:
avevo un tumore..”
Spalancai
gli occhi che iniziavano a lacrimare, avevo persino smesso di respirare. Avevo
davvero paura di andare avanti a leggere, ma dovevo farlo.
“..un tumore che secondo i medici
era impossibile da curare. La mia famiglia ed io avevamo la speranza così
iniziai a fare la chemio, ma fu del tutto inutile perché nel giro di un mese
peggiorai sempre di più. Così quando lessi le analisi, mia mamma mi disse cosa
volevo fare ed io.. non volevo, anzi non potevo farmi vedere in queste
condizioni da te.
Così decisi di andarmene in un posto
che non mi cercheresti mai: San Diego. Carmen mi disse che tu eri andato là e
io rimasi in mobile perché non sapevo che tenessi tanto a me.. Questo mi fece
rallegrare tanche che mia sorella iniziò a torturarmi con le domande e parlarle
di te mi faceva stare bene.
Dovresti odiarmi per tutto quello
che ti ho fatto passare..”
-Io
non ti odio- sussurrai in lacrime scuotendo la testa
“..e come darti torto.. odiavo me
stessa per questo..
Scusami ho promesso a me stessa di essere forte, ma non riesco.. Ho paura Lou,
ho paura di tutto, ma ho paura soprattutto di perderti, ma forse è troppo
tardi..
Vorrei finire con un sorriso, vorrei
finire dicendo che sono felice e sto bene invece sto finendo con delle stupide
lacrime che scendono senza sosta. Ma forse posso ancora finirla come voglio: TI
AMO LOUIS.. amo ogni singola cosa di te, amo il tuoi occhi che mi diffondevano
tanta tranquillità, devo ammetterlo anche il tuo fondoschiena è davvero
imperdibile..”
Risi.
“..Amo il tuo senso dell’umorismo
che mi ha fatto divertire tantissimo, amo il tuo carattere, amo il vero Louis
che cerchi di nascondere con falsi atteggiamenti, ma soprattutto amo il tuo
sorriso perché vivevo e vivo ancora per quello.
Quindi qualunque cosa succeda, ti
prego non smettere mai di sorridere perché io vivrò per sempre in quello.
TI AMO
JE T’AIME
TE QUIERO
I LOVE YOU
ti amo in ogni singola lingua del mondo.
Addio,
la tua
Zoe xx”
L’appoggiai
sul letto e con la testa tra le mani piangevo silenziosamente.
-Ti
amo anch’io- sussurrai infine tra le lacrime.
Eccomi qua con una nuova OS :)
Questa volta un po' diversa dalle altre ed è su Louis **
In ogni caso spero con tutto il cuore che vi sia piaciuta u.u
Questa è abbastanza importante e sapere cosa ne pensate mi farebbe molto piacere, quindi:
FATEMELO SAPERE: accetto di tutto :)
Ciau
x