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Autore: DiKey    20/08/2013    3 recensioni
La Saga "il leone, l'angelo ed il drago" riprende dopo vent'anni. Sono cambiate tante cose nel mondo, ormai ogni minaccia sembra essere sparita e la vecchia squadra SeeD che salvò il pianeta ormai vive di ricordi. O almeno, questo è quello che pare.
Questa storia ha una peculiarità: è interattiva. Ci saranno molti bivi, e saranno le vostre scelte a far si che la storia vada in un modo o in un altro.
Vi ho incuriosito almeno un po'?
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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FF 1 Marcus D. Lintres, un tempo conosciuto come Revenant, stava radendosi con cura davanti allo specchio utilizzando lo stesso rasoio a mano libera che aveva fin da ragazzo. Aveva anche tagliato gole con quello stesso rasoio con l'impugnatura in osso, ma da quando si era accasato (ed i Phalanx avevano cessato d'esistere) il rasoio era tornato ad essere utilizzato per il suo lavoro originale e niente di più.
Dal suo cinquantesimo compleanno aveva preso l'abitudine di radersi la testa: non riusciva a vedersi con i capelli grigi, per lui era un vero trauma. Si prendeva cura del suo corpo con fare maniacale, passando almeno 6 ore al giorno ad allenarsi in palestra, a correre, o tirare pugni al sacco.
Quistis si avvicinò a suo marito, sorridendo, divertita dal profondo stato di concentrazione in cui si calava Rev quando stava davanti allo specchio. Lo abbracciò, cingendogli le braccia intorno alla vita e poggiando il mento sulla sua spalla. L'ex phalanx si fermò, ammirando la donna con cui aveva scelto di passare la parte non violenta della sua vita.
Beh...non violenta per la maggior parte del tempo.
Quistis portava bene i suoi quar...anzi, quaranta più o meno (come la sfotteva, scherzando, Rev), solo qualche ciocca di capelli grigi rivelava la sua età.

"Ti stai facendo bello per la serata?"

Era una serata importante, oggi la loro figlia maggiore avrebbe portato a casa il suo ragazzo; per la prima volta avrebbe presentato ai genitori l'uomo con cui condivideva buona parte della sua vita. Non che non lo conoscessero, perchè Revenant aveva sfruttato le sue conoscenze ed aveva creato un intero dossier sul ragazzo, sui suoi genitori ed i suoi nonni. E se Quistis non l'avesse fermato, probabilmente l'avrebbe interrogato in stile Phalanx.
Ma questa sera ci sarebbero state le presentazioni ufficiali.
La ragazza aveva parlato, anzi negoziato, a lungo con il padre ("niente accenni ai Phalanx, niente riferimenti alla tua mira infallibile, non ti vantare di saper spezzare un collo con una mano sola, a nessuno interessa la tua collezione d'armi") che alla fine aveva ceduto.
Stasera sarebbero stati solo loro, tutti gli altri erano, per un motivo o per un altro, fuori città.
Marcus e Quistis avevano adottato tutti i bambini rimasti orfani dopo le grandi guerre che avevano vissuto e combattuto. Avevano ampliato il nuovo orfanotrofio di Edea e si erano occupati dei bambini come se fossero figli loro. Dopo era arrivata Clare, l'unica figlia biologica.
Marcus si pulì la testa con un asciugamano e ricambiò l'abbraccio di Quistis.
L'ex SeeD lo guardò negli occhi

"Ti ricordi le condizioni?"

"Si. Sarò bravo."

"Rev..." disse Quistis con tono di rimprovero

"Cosa?"

Quistis gli indicò i pantaloni, e l'ex Phalanx si mise subito sulla difensiva

"ehi, sono solo molto felice di vederti! Sei così sexy..."

"Rev.." disse Quistis con fare da insegnante "Conosco la differenza tra la tua felicità ed una .357 modificata."

Allungò la mano, rivolgendo il palmo a Revenant che, sbuffando, tirò fuori la pistola e gliela consegnò. L'ex Phalanx cercò di cambiare discorso, parlando con tono profondo e facendo l'occhiolino

"Comunque non l'avresti notata se non fossi stata così impegnata a guardarmi sotto.."

"Ci stai provando sul serio?"

Il tono di Quistis non ammetteva repliche. Per amore della pace, Revenant tacque.

***

"Leonhart e Dincht. Perchè ogni volta che succede qualcosa spuntano sempre i vostri nomi?"

Shu, seduta alla sua scrivania, li stava rimproverando aspramente. La donna si era arresa all'età; non era mai stata avvezza al trucco (le SeeD sono autorizzate a truccarsi SOLO per occasioni ufficiali, e sempre con moderazione) e non faceva niente per nascondere i segni del tempo sul suo viso, sopratutto intorno agli occhi ed alla fronte, tutte rughe "d'espressione". I capelli erano ancora castani e lucidi, lasciati cadere sulle spalle.
Per molti però era ancora una bomba sexy, anche se si vociferava in giro che preferisse la compagnia femminile a quella maschile. Ma erano solo voci, che giravano perchè non Shu era l'unica SeeD a non aver mai avuto ufficialmente una relazione, mai sposata, ed a prestare fede alla voci del corridoio, l'unica a non aver mai fatto una capatina nel dormitorio maschile. Ma qualsiasi fossero le sue preferenze, né il Preside, né i membri della ormai leggendaria "Grande Squadra" sembravano preoccuparsene, così come il resto del garden. Era ancora la persona discreta ed efficiente che era sempre stata, e questa era l'unica cosa importante.
Da quando Quistis aveva lasciato il Garden era lei ad occuparsi degli studenti e dei richiami disciplinari, e non era la prima volta che questi due gli si sedevano davanti. Cercò nell'archivio (da quando un Hacker era riuscito ad entrare nel sistema i SeeD facevano una copia cartacea di tutto) i rapporti disciplinari su Leonarth e Dincht e li mostrò ai due.
Era un gran bel malloppo.
R. Leonhart e C. Dincht.

"Di norma non avviene, ma voi mi avete costretto" fece Shu "devo convocare i vostri genitori"

La ragazza saltò in piedi, implorando la pietà di Shu. D'altra parte aveva 17 anni, era una SeeD di provata esperienza (secondo la sua e solo la sua opinione), certo non era il caso di convocare i genitori. Peccato che il padre fosse anche il preside, nonchè il comandante, ed il regolamento prevedeva che andasse messo a conoscenza dei fatti.
Aveva gli occhi di Squall, e dal padre aveva preso anche il modo di muoversi. Ma il modo in cui reggeva lo sguardo, il tono con cui rispondeva, ed il modo con cui riusciva a convincere gli altri irritandoli fino al punto di prenderli per sfinimento erano tutte cose che aveva preso dalla madre, da cui aveva ereditato anche il naso e la forma del volto.
Portava capelli neri tagliati corti sul davanti e leggeremente più lunghi sui lati. Non indossava mai la divisa SeeD, ma una tenuta da combattimento molto leggera consistente in un corpetto in kevlar nascosto sotto una maglietta rossa (o bianca quando quella rossa era in lavatrice) e pantaloni neri aderenti da combattimento, la versione femminile di quelli che portava Squall all'epoca. Non portava reggiseno, e questo era il motivo per cui il centro addestramento tendeva ad affollarsi quando c'era lei. Ma non le importava, perchè per combattere bisogna sentirsi comodi nei propri vestiti e perchè quei ragazzetti allupati le facevano più pena che altro

"Shu...ti preeeeego! Tipregotipregotipregotipregotipregotiprego!"

prese fiato per il gran finale, un acuto strappalacrime

"ti preeeeeeego!"

Ma Shu non volle sentire ragioni, non cedette; d'altra parte aveva avuto più di vent'anni per abituarsi a Rinoa, quindi era sufficientemente temprata per poter tener testa alla figlia. E poi aveva già mandato un messaggio a Squall. Allora Rain Leonhart si appoggiò allo schienale della sedia, incrociando le braccia sul petto e mormorando qualcosa

"Come hai detto?" fece Shu, che aveva sentito benissimo

"Niente, niente!" disse Cid Dincht, agitando le mani davanti a Shu come se stesse scacciando uno stormo di mosconi

Alto quasi uno e novanta,capelli biondi legati in una storta coda di cavallo (per il dispiacere del povero Zell a cui quella pettinatura ricordava troppo Irvine), sguardo impertinente, per molti lui non era il figlio, ma un clone di Zell (migliore dell'originale), tanta era la somiglianza. A distinguerli però c'era l'odio che Cid aveva per i tatuaggi, le cicatrici sul labbro inferiore e sullo zigomo destro ed il naso, rotto così tante volte che ormai aveva perso la forma originale. Inoltre Cid era un tipo riflessivo, che preferiva pensare a lungo e valutare le varie opzioni prima di agire, l'esatto opposto di Zell. Portava sempre una specie di gilet blu con dei coprispalle in acciaio e dei jeans fino al ginocchio, pieni di strappi (ma non per colpa della moda, quanto del suo stile di combattimento quasi esclusivamente basato sui calci).
I due leggendari SeeD arrivarono poco dopo e si sedettero accanto ai figli. Un estraneo, guardandoli, avrebbe pensato che portavano bene i loro 50 e rotti anni, il che sarebbe stato un complimento se i due non fossero stati ancora nella prima metà dei 40.
Zell portava una folta barba adesso, ed aveva smesso di portare abiti ordinari in favore dei suoi completi da maestro di arti marziali, simile alla divisa SeeD, ma di tessuto più leggero, più resistente e sopratutto più aderente all'altezza dei polsi e delle caviglie, garantendo alle articolazioni la maggiore libertà di movimento possibile. Portava anche un haramaki (motivo per cui Irvine lo sfotteva chiamandolo "Pancera-Zell", non potendo più chiamarlo gallinaccio) rafforzato all'interno con sottili fili metallici che in caso di urto formavano una barriera e, come il figlio, portava dei coprispalle. Tutto questo , insieme alla barba ed ai capelli precocemente grigi, gli dava un aspetto che Zell definiva "superfichissimo gran maestro di kung fu". Su Squall il tempo era stato molto più clemente, e portava sempre più spesso abiti ordinari (camicia e pantaloni) o la divisa SeeD. Erano anni che non andava sul campo.
Shu iniziò il discorso

"Vi ho chiamato qui perchè la condotta di questi SeeD non è più accettabile ed urge trovare una soluzione.."

"Immaginavo che questo momento sarebbe arrivato." disse Zell con voce profonda ed incrociando le braccia sul petto per darsi un'aria solenne "Urge matrimonio riparatore."

Successero allora diverse cose: Shu rimase con la bocca aperta in un'espressione di incredulità, incapace di capire se Zell stesse o meno scherzando, mentre Cid nascose il volto tra le mani e si fece quanto più piccolo possibile nella speranza che la terra lo inghiottisse, Squall e figlia corrugarono entrambi la fronte, girandosi verso Zell e guardandolo come se avesse appena detto che la Luna è fatta di formaggio.
Il tutto in un perfetto silenzio che rese il tutto ancora più imbarazzante.
E forse fu questo silenzio a far capire a Zell che aveva detto qualcosa di sbagliato

"...non siamo qui per un caso di condotta promiscua?"

"PAPA'!!"

"Zell, perchè mai dovremmo essere qui per..." disse Squall che si interruppe e guardò la figlia negli occhi, che sentendosi indagata iniziò a fare no-no con la testa, allarmata.

Shu interruppe il teatrino

"In realtà il problema è che i due hanno letteralmente fatto saltare in aria un palazzo nel tentativo di disinnescare una bomba.."

Squall si lasciò scappare un sospiro di sollievo, ma Zell sembrò deluso

"può questa giornata diventare più umiliante?" chiese sottovoce un tormentato Cid al cielo

"ovviamente" proseguì Shu "il tutto è registrato, secondo la nuova regola per cui ogni azione SeeD va documentata con microcamere indossate dai partecipanti alla missione"

"...ecco, lo sapevo.." fece, sconfitto, Cid.

***

Il presidente emerito di Esthar stava seduto davanti ad una telecamera, nella sua nuova casa sulle colline di Winhill. Si era tirato fuori dalla politica definitivamente 10 anni prima, per un po' era vissuto con Ellione, poi con Squall, ma alla fine era tornato nel posto dove aveva lasciato il suo cuore tanti anni prima. Ogni giorno andava a trovare Raine e Storm nel luogo in cui riposavano e gli raccontava la sua giornata, cercando consiglio in sua moglie e suo figlio, una volta a settimana prendeva il treno ed andava a trovare Kiros a Galbadia, ma sopratutto suo nipote Tempest, che aveva lasciato il Garden e frequentava con successo l'università di Capital City (ex Deling City). Quando poteva andare a trovare Squall, Rin e sua nipote Rain, che aveva ereditato parte del nome della nonna.
Era ancora pieno di impegni politici, ma li disertava spesso e volentieri: voleva solo fare il nonno. Ward era morto qualche anno prima, quando il suo cuore si era fermato, pagando in un'unica soluzione in prezzo di una vita di scontri, sacrifici, e troppo bacon a colazione. Kiros aveva una moglie (si era sposato tardi, ma si conservava molto, molto bene) ed un figlio a cui badare.
Laguna si sentiva solo. Non l'avrebbe mai ammesso, perchè si vergognava di questo sentimento egoistico, si vergognava al solo pensiero di chiedere a suo figlio se poteva trasferirsi al garden di Balamb e così imporgli la sua costante presenza, si vergognava a prendere l'appartamento vicino Kiros perchè il suo vecchio amico aveva una famiglia a cui dar conto e non poteva certo occuparsi a tempo pieno di Laguna.
Così negli ultimi tempi aveva iniziato a fare ricerche, a studiare la compressione temporale, le streghe, persino le ricerche di Odine su cui era riuscito a mettere le mani. Pensava di aver trovato qualcosa di interessante sui paradossi temporali, pensava di scriverci su un libro, magari fantasy o fantascienza.
Si erano fatte le 19, ora del suo spuntino serale. Come sempre si alzò, aprì il frigo e tirò fuori l'occorrente per farsi un panino, mettendoci dentro ogni condimento concepibile da mente umana. E, come sempre, si piazzò in veranda per guardare le prime stelle della sera. Aveva scelto una casa in campagna, lontana dall'edilizia selvaggia che aveva devastato Winhill, proprio per godersi il cielo e le colline.
Diede il primo morso, assaporando lentamente il formaggio trabiano, le olive bianche e nere ed il salamino piccante con la salsa di erbe shumi. Il secondo morso fu avido, quasi feroce, e la salsa gli schizzò addosso, macchiando la camicia celeste di verde acido

"Ma porc...." fece, e si chinò per prendere un tovagliolo.

In quel momento sentì il rumore del vetro che si rompeva, che andava in frantumi. Qualcosa aveva colpito la sua finestra.
Balzò dentro casa, ma sentì una fitta lancinante al piede sinistro, e cadde disteso per lungo. Strisciò fino all'interruttore e spense le luci, così da non rivelare la sua attuale posizione ad eventuali osservatori. Si rifugiò nella stanza in cui dormiva, chiuse la porta e zoppicando riuscì a barricarla con dei piccoli mobili.
Si lasciò cadere per terra, infilò una mano sotto il letto e tirò fuori un fucile mitragliatore, che teneva sempre per i casi d'emergenza.
Il suo piede sinistro era stato passato da parte a parte da un proiettile, poteva vedere le ossa quasi "galleggiare" nel sangue, ed il dolore era fortissimo. Si mise in posizione seduta ed afferrò il telefono.

"911, qual è l'emergenza?" chiese l'operatore

"Mi stanno sparando addosso a casa mia! Mandate polizia, squadre speciali, SeeD, Phalanx, Cavalleria, carri armati, i caccia bombardieri, la marina!"

"Signore si calmi, qual è l'indirizzo?"

"Ma non l'avete un sistema di registrazione? Colline di Winhill East, 3 km dall'uscita per Winport, un villino con il tetto rosso!"

"Bene, le squadre sono già in movimento, stia calmo."

"Facile a dirsi quando non hai un cecchino che ti spara addosso."

C'erano poche cose di cui Laguna Loire aveva paura, dopo quello che aveva passato: ma tra questi c'erano i cecchini. L'idea di un tizio all'altro lato della città, nascosto, invisibile, capace di farti saltare la testa in aria con un movimento dell'indice gli gelava il sangue.
Non potevi difenderti, non puoi reagire. Se sei fortunato puoi solo nasconderti.

***
Zell accompagnava Cid al suo appartamento, scuotendo ogni tanto la testa in segno di disapprovazione, con fare estremamente teatrale che irritava non poco il figlio.

"Ma dico io, hai una così bella ragazza vicino e neanche ci provi?"

Ah, era quello il problema?
Cid si sforzò di ignorare la domanda. Fin da quando erano piccoli suo padre lo spingeva a stare sempre vicino Rain in ogni momento possibile, come se far mettere insieme suo figlio e la figlia di Squall fosse diventata per lui una ragione di vita.
Sua madre una volta aveva detto che Zell aveva già pronti gli inviti al matrimonio. Aveva riso all'epoca, ma più il tempo passavo più si era convinto che quella non era una battuta.
Sua madre...ormai la ricordava sempre meno.
Zell gli mise una mano sulla spalla, riconoscendo in suo figlio lo sguardo che aveva quando pensava alla madre che non vedeva più da anni, da quando era scappata via da Balamb in fretta e furia durante la grande caccia ai Phalanx.

"Dai, ti offro un gelato".

In quel momento però, passò Kaine.
Kaine era l'ultimo Phalanx della Prima Squadra rimasto in attività e, con l'abbandono del garden di Winhill, era stato rintracciato e protetto da quello di Balamb, in cui lavorava come professore. Non era invecchiato di un giorno, ma il suo volto era stato comunque deturpato da una lunga cicatrice che andava dalla guancia destra alla sinistra, passando per il naso, ed una grave ustione sul collo e sulla parte destra del mento.
Afferrò Zell per l'avambraccio.

"Dincht, una parola."

Kaine non era mai stato un tipo molto comunicativo.

"ora sono con mio figlio.."

"Potrebbe riguardare la Prox."

Aveva detto la parola magica. Zell si pietrificò e guardò Kaine negli occhi, a metà tra lo spaventato e lo speranzoso.
Kaine aveva un altro compito all'interno del Garden: rintracciare e recuperare tutti i Phalanx che erano stati costretti a nascondersi. La compagna di Zell, la Prox, era nella lista.
Cid si fermò all'udire quel cognome, ma Zell non gli permise di restare. Gli intimò di andare in camera sua, con un tono tale che Cid nemmeno provò a replicare.
Entrò, ma vide che Zell adesso era impegnato in una vivace discussione con Kaine e non gli prestava più attenzione.
Se avesse tenuto la porta socchiusa ed avesse fatto attenzione, avrebbe potuto sentire quello che i due si stavano dicendo...

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Dopo tanto tempo, ritorno alle "origini", continuando la saga "Il leone, l'angelo ed il drago" del fantastico mondo di Final Fantasy VIII. Sono passati 18 anni dall'ultima storia della saga, ed i personaggi sono cambiati. Ho scelto di chiamare Cid il figlio di Zell per continuare la tradizione per cui c'è un Cid in ogni final fantasy.
Rain Leonhart non è un errore: il nome è proprio Rain (Pioggia) così da mantenere la tradizione Leonhart di usare nomi "meteorologici" (Squall, Tempest, Storm, Rain)
Ed ora, ecco la peculiarità della storia.

Ogni capitolo (tranne alcuni, in caso di necessità) si concluderà con un bivio, in cui uno dei personaggi dovrà fare una scelta. Tale scelta influirà sulla storia, cambiando l'esito degli eventi
Il bivio di oggi:
Cid ascolterà la conversazione tra Zell e Kaine?
Si o no?

Può sembrare insignificante, ma fidatevi se vi dico che c'è più di quanto non sembri. Potete dirmi quale strade preferite nei commenti o via messaggio privato.
Aspetto recensioni, sia positive che negative, statemi bene!
   
 
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