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Autore: Britin_Kinney    20/08/2013    6 recensioni
"Perché te la prendi tanto?" chiese sospettoso il biondo.
"Perché anche se sono un servo, conservo il mio orgoglio e la mia dignità. Potreste anche prendermi qui, in questa grotta, fare del mio corpo ciò che vorrete ma, ricordatevi che la dignità non potrete togliermela, mai".
Artù gli prese il viso tra le mani, costringendolo con non poca difficoltà a guardarlo negli occhi e prestare la massima attenzione alle sue parole.
"Ascoltami io non volevo..." uno sguardo particolarmente significativo da parte del servo, gli bloccò le parole in gola.
Merlin accerchiò i suoi polsi con le mani e le tolse dal suo viso, facendole scivolare lentamente lungo i suoi tratti giovani.
"Torno a Camelot" annunciò con voce rotta il moro.
"Ma fuori piove ancora e... ed è pericoloso" fece Artù.
"Preferisco andare adesso, grazie per l'interessamento"
Genere: Erotico, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino, Principe Artù, Un po' tutti | Coppie: Merlino/Artù
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Il Mio Rifugio Sei Tu
Capitolo 18

Quando i due ragazzi entrarono nella sala del trono, Merlin lanciò uno sguardo sorpreso alla stanza piena di cavalieri.
Artù afferrò la sua mano e lo portò al centro della sala.
I cavalieri, il Re, Gaius, tutti si strinsero attorno a loro.
Artù si mise di fronte a Merlin e guardandolo negli occhi si inginocchiò.
Uther sorrise e la sua mano si tese, afferrata prontamente da quella di Gaius.
Merlin guardò le loro mani unite e sorrise, Uther gli fece l'occhiolino e a Gwen scappò un risolino felice ed emozionato. Morgana le accarezzò un braccio e sorrise anche lei.
“Avevo bisogno di rendere tutto ufficiale” cominciò Artù, sorridendo a Merlin e nella sala si diffuse un mormorio di approvazione.- “Merlin Emrys” pronunciò il principe “Vuoi farmi lo straordinario onore di diventare mio consorte?” chiese.
Merlin osservò un paio di volti, Morgana, Gwen, Gaius, Lancillotto, Galvano, Leon. Tutti sorridevano ed annuivano, perfino Uther.
“Io...” iniziò Merlin, commosso “Sì. Sì! Lo voglio!” rispose.
Quando Artù si alzò per stringerlo a sé e baciarlo, nella stanza esplose un fragoroso e gioioso applauso.
Morgana, con le lacrime agli occhi sorrideva felice.
Uther lasciò un bacio leggero sulle labbra di Gaius. Gwen fu avvicinata e baciata da Lancillotto, Morgana abbracciò Leon che la strinse forte, mentre Merlin ed Artù si stringevano sempre più forte con il cuore che batteva a mille.
 
Merlin e Artù si ritirarono nelle stanze di quest’ultimo. L’anello riluceva al dito di Merlin, mentre, con il cuore colmo di gioia, intrecciava le mani a quelle del futuro sposo.
Artù lo guardò. Con quello sguardo che solo quando guardava Merlin, si riusciva a scorgere sul viso del principe.
Il biondo si avvicinò piano al viso del compagno e, con dolcezza, lo baciò.
Merlin tremò e Artù poté sentirlo contro il suo corpo. Merlin tremava. Ma non di paura, di timore o per qualsiasi altra negativa motivazione. No. Tremava perché finalmente, i tasselli della sua vita erano stati rimessi al giusto posto. Certo, per permetterlo, aveva dovuto lottare, affrontare la qualunque e cercare di non crollare di fronte alle difficoltà. E, vedendo a che punto erano arrivati, lui ed Artù, il biondo che gli accarezzava i capelli, che era lì, che lasciava che il suo profumo entrasse nel cuore di Merlin, l’avrebbe rifatto mille volte. Tutto. Non si era mai sentito così coraggioso, così forte, così potente. Nemmeno quando Gaius gli diceva che lui, per tutti i maghi e le streghe era un idolo, quasi una divinità. Tutto l’immenso potere magico che scorreva nelle sue vene e che lo faceva sentire parte di qualcosa, impallidiva di fronte allo sguardo di Artù, o davanti alle dita vellutate del principe che accarezzavano il suo viso, facendogli abbassare le palpebre e facendogli battere il cuore all’impazzata.
Le labbra di Artù, ancora saldamente ancorate alle sue, si muovevano piano ma con decisione e passione. Merlin allacciò le braccia dietro la nuca di Artù e lascio che le mani del biondo accarezzassero la sua schiena. Era diventata quasi un abitudine. Ogni volta che erano vicini, o che si sfioravano o che si scambiavano un bacio, Artù lasciava scorrere le dita lungo la sua schiena, come se volesse sempre rassicurarlo. Però, stavolta, le dita scesero più in basso del solito e si ancorarono saldamente alle sue cosce. Piano, Artù, accompagnò le sue gambe snelle nell’intrecciarsi dietro la sua possente schiena.
Merlin gli si avvinghiò addosso e si lascio condurre fino al letto. Lì, Artù, mosse qualche passo verso l’angolo del giaciglio, fin quando la schiena di Merlin toccò uno dei quattro sostegni del baldacchino.
Artù lasciò le labbra dell’amante per scendere a baciargli la mascella, la gola e mordere piano lembi di pelle bollenti. Mentre Merlin inarcava leggermente la schiena. Artù lo sollevò un po’ e lo portò sulle coperte, adagiandolo su di esse come fosse il cristallo più prezioso che avesse mai avuto l’onore di proteggere. Per certi versi, ad Artù, Merlin sembrava un cristallo. Oppure, un fiore. Un delicato fiore da proteggere e alimentare con amorevoli cure e tante attenzioni. Merlin era il suo fiore. E, sì, l’avrebbe protetto, amato, reso completo. Perché questo, era lo scopo della sua vita. Per Artù, lo era sempre stato. Il loro legame affondava le sue profonde radici nelle viscere della notte dei tempi e oltre.
Gli occhi di Merlin erano lì. A guardarlo con amore e qualcosa di forte. Qualcosa munito di un aurea potente. Così potente che ad Artù, per un momento non venne da piangere, impossibilitato com’era a trovare le parole giuste.
Quando entrambi furono nudi, le parole divennero ancor più difficili da trovare. Merlin a cavalcioni su di lui, accarezzava il suo petto ampio con le dita che tremavano follemente. Per poi andare a cercare sostegno nelle mani di Artù.
Il cuore e la mente del futuro re, si capovolsero e il suo amore esplose in mille scintille dorate, quando Merlin lo accolse in sé. Così. Con il respiro tremolante e gli occhi serrati per controllare il dolore. Gli occhi di Artù si concentrarono su quell’atto sacro. Oddio, era qualcosa di magnifico.
Merlin non era il primo amante che conosceva, in ambito carnale. E, di tutte le sue esperienze, non ricordava nemmeno il contesto in cui si svolgevano. Non avevano nulla al confronto. Nulla. Quando Merlin l’aveva fatto sparire dentro il suo corpo, Artù si era sentito avvolgere da un’aurea magica. La sua pelle, per qualche istante, fu come se bruciasse, per poi raffreddarsi. Fu come se tutte le cellule del suo corpo si rigenerassero. Aveva sentito la forza del destino dentro sé, dentro quell’atto e in qualsiasi sguardo. Merlin, era il suo destino, non avrebbe mai smesso di pensarlo.
“È meraviglioso” soffiò incantato, lasciando che il suo sguardo si perdesse nei movimenti di Merlin, sopra di lui.
“Cosa?” domandò Merlin, la sua voce un ibrido tra un sospiro ed un gemito. Gli occhi sempre serrati, controllando il dolore.
“Amarti” rispose Artù e Merlin sorrise, emozionato. Alcune lacrime cominciarono a scendere dai suoi occhi.
Si muoveva piano, su di lui. E, Artù faticò a concretizzare che gli si stava concedendo, Merlin si stava concedendo a lui, dolcemente.
Quante notti aveva speso insonni, sognando quello stesso, magnifico scenario? E adesso, in carne ed ossa, lo vedeva realizzarsi dettaglio dopo dettaglio, sotto i suoi occhi meravigliati e attenti a ogni minimo sospiro di Merlin.
Quando Artù raggiunse l’apice, si concesse un sorriso grato. Aprì gli occhi e guardò Merlin. Dio… si chiese se esistesse qualcosa di più bello della sua ragione di esistenza, dopo aver fatto l’amore.
Dunque, era quello l’amore? Era quello l’amore di cui si riempivano la bocca cantori e dame.
Beh, doveva riconoscerlo. Avevano ragione. L’amore non ti lascia respirare, il battito aumenta, le gambe tremano. E, in quel momento, le gambe del principe, tremarono davvero.
Tremo solo per te, amore–pensò- il mondo intero trema solo per te.
E Merlin si chinò su di lui, respirando piano contro le sue labbra. Era successo. Si era davvero dato ad Artù, dopo aver assaggiato quella consapevolezza, i suoi ricordi volarono a quella grotta, in quella notte cupa e piovosa. E sorrise. Era finalmente parte di qualcosa. Era finalmente qualcuno.
Era finalmente e ufficialmente di Artù.
E intanto, l’anello, continuava a brillare alla sua mano sinistra…
  
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