“Ricordo
con angoscia la prima volta
che ho fatto l'amore. Era notte, era buio, ero solo.”
Rodney
Dangerfield
Il
primo ragazzo con cui Louis ha
dormito non ha nome.
Non
è altro che una faccia ad una
festa, grande ciuffo, grandi muscoli, grande ego. Louis si sorprende a
fissarlo
più di quanto dovrebbe. Stan se ne accorge, ride sotto i
baffi e gli sussurra:
“Va e prenditelo, Tommo.”.
Così lui segue quel consiglio, anche se non l’ha
mai fatto, anche se non ha
idea di come riuscirci, anche se sta morendo di paura.
Al tipo non sembra importare.
Il suo sorriso è troppo largo e bianco, e la sua risata
è troppo pungente nelle
orecchie di Louis e quando finalmente raggiungono un letto - Dio solo
sa di chi
- le sue mani sono troppo rudi quando si impongono sulla pelle di
Louis. Anche
senza guardare, Louis sa che lo stanno marcando, lasciando segni rossi
che il
mattino dopo non vorrà vedere. Gli morde le labbra e non
dice niente.
Il ragazzo non se ne accorge. Il suo respiro è incollato
all’interno della coscia
di Louis, così come le sue parole, ma
ormai Louis non l’ascolta più. Era sicuro di
essersi preparato per questo: si
sbagliava.
Il tipo è enorme.
Louis scopre che non sempre il piacere supera il dolore.
È uno schifo, e Louis si sente uno schifo, ma non lo dice a
Stan quando gli
chiede com’è andata, le sillabe scivolano
l’una sopra l’altra, le parole
nuotano nell’alcohol. Fa spallucce, perchè quello
è Stan, quello che sa come
fare sesso coi ragazzi, mentre lui è Louis, che invece non
lo sa.
Evidentemente.
Nonostante tutto, si ritrova a pensare “Voglio provarlo
ancora”.
Non richiama il ragazzo.
*
Il secondo ragazzo con cui Louis ha dormito è Stan.
C’è dell’alcohol, troppo, versato sul
tappeto del soggiorno e Louis pensa che
qualcuno dovrà ripulire tutto. Ma non ha importanza,
perchè le labbra di Stan
sono incollate alle sue e Louis è intrappolato nella loro
disperazione.
Non è delicato, ma a Louis va bene lo stesso, e decide che
lì è va bene, tra il
salone e la camera da letto. Decide che non gli importa del troppo
armeggiare
mentre si spogliano, dei denti che si scontrano o delle promesse
sussurrate
sulla pelle arrossata.
“Non parlare.” dice Stan e Louis annuisce. Non gli
importa.
Stavolta c’è il fuoco, parte dal bruciore di ogni
spinta e diventa elettricità
nelle sue vene. Lo fa sentire vivo.
Il dolore non è poco, ma è allo stesso livello
del piacere, bruciano insieme e
consumano tutto ciò che incontrano.
Stan si addormenta subito dopo.
Una piccola parte di Louis vorrebbe svegliarlo, chiedergli se
è stato uno
schifo o no. Ma non vuole sentire la risposta. Non vuole rovinare
tutto, non
vuole sentirsi incasinato come quella stanza, vittima della foga di due
ubriachi.
Non sa come lui potrebbe rispondere.
Nell’assordante silenzio di un battito cardiaco, pensa:
“Ne voglio ancora.”
Non ne riparlano il giorno dopo.
*
Il
terzo ragazzo con cui Louis ha
dormito è Harry.
È diverso dalle altre volte, perchè Harry ha un
nome e non può dimenticarlo, e stavolta
non è uno sbaglio. Harry è un amico, anzi, il suo
miglior amico, e stavolta non
succede all’improvviso - almeno, non se paragonato alle altre
due volte.
Ci sono voluti mesi per arrivarci, è il culmine dei loro
baci timidi, dei loro
lunghi sguardi, dei loro abbracci. Per gli standard di Louis
è come se fosse
programmato.
Harry lascia che Louis faccia la prima mossa.
Harry non è ciuffo e muscoli, non è
forte e affrettato;
Harry è ricci scompigliati umidi di sudore, è
dolcezza, è una schiena che si
arcua, è chiedere continuamente scusa, è volere
di più, è arrossire, è
meravigliosa incertezza ad ogni mossa.
Harry parla poco, ma dice molto.
Geme come Louis non riteneva nessun essere umano capace, mugola,
miagola, e Louis
non sa cosa significa bene e cosa
significa basta, così si ferma ogni volta e sente Harry
trattenere il fiato e
ascolta i rapidi battiti del suo cuore dove la propria mano
è poggiata sul
petto di lui. Quando Harry si rilassa, lui ritrova la calma.
Harry piange, poi cerca di nasconderlo.
Louis gli asciuga le lacrime, chiedendosi se debba andarsene.
L’altro non glielo permette, così lui resta e
cerca di essere gentile, dolce,
attento, affettuoso e tutto ciò che la sua prima volta non
è stata. Perché
questa è la prima volta di Harry, è la loro
prima volta, e deve essere speciale. Louis non è
sicuro di meritarselo,
pensa che Harry sia troppo prezioso per lui, e una grande parte di lui
pensa
ancora di fare schifo.
Ma si ritrova comunque a pensare “Ne voglio ancora.”
E la parte più bella è quando scopre che anche
Harry pensa lo stesso.
Attenzione:
prima di rivolgere insulti/complimenti alla
sottoscritta, sappiate che la storia è quasi interamente di
una ragazza su
tumblr ( http://thehipsterandhishaircut.tumblr.com/
) e io l’ho solo tradotta (cambiando qualche particina)
perché nessuna se l’era
considerata e volevo diffonderla in qualche modo.
Seconda cosa: la traduzione non è solo mia; mi ha aiutato
tantissimo la
dolcissima Ir- delle talentuose Iraura.
Ultima cosa: fatemi sapere cosa ne pensate!