Disclaimer: i
personaggi citati appartengono ai legittimi proprietari. Io non ci
ricavo nulla, se non un po’ di divertimento.
Nota: in realtà
il genere di questa fic
è “lievemente demenziale e vagamente
ironico”, ma non c’era tra le opzioni. Non
è niente di serio, ultimamente non riesco a scrivere niente
di impegnato, uffa. Ho diviso la storia in due capitoli, solo
perché era parecchio lunga e non volevo distruggere
così gli occhi dei miei lettori, ma in realtà
sono due parti che si susseguono.
One-side,
forse.
Ringraziamenti: a Ely. È
passato un
secolo e non lo ricorderà, ma mi ha aiutato con questa fic
maledetta! XD E grazie ancora dello splendido pensiero di oggi, non so
che farei senza di te ç___ç
Dediche:
Stray, spero che leggerai e
che questa storia possa
farti fare un sorriso, risollevandoti dall’umore nero e dalla
pesantezza della tua splendida SABBIA.
Nimpha, prima o poi
scriverò qualcosa di
completamente demenziale, mi ci voglio impegnare XD anche se il mio
(nostro) progetto per questo anno è un altro…
^____^
Sisya, spero tanto che
questa fic non somigli troppo
al tuo ultimo capitolo di “Far away” (*O*). In caso
dimmelo e sistemo la faccenda, ok? ^^
Alla
simpaticissima Lely, alla dolcissima Fede
e alla “piccola” The Dark Side,
anche se non ho notizie di loro da un po’ (spero tutto a
posto ^^), alle mie due mascotte preferite Valy e Soxy,
Shirahime88 e alle altre gentili
ragazze che con
fiducia mi hanno inserito tra le loro autrici preferite.
A Kanchou, perché
ora mi
dedicherò al nostro progetto ^^
A dianatabo, per essere stata la
mia centesima
commentatrice di Work in Progress. Sperando che torni presto a farci
visita con qualche bella fic.
E a me stessa,
che oggi sono diventata dottoressa (scusate se sono
sdolcinata, ma oggi è così ^^”).
Addestramento speciale
Capitolo 1.
"Buonanotte,
Colonnello."
"Buonanotte,
Tenente."
Roy si
girò su un fianco, tirando le coperte del grande
letto matrimoniale fin sotto al mento.
Ma come erano
arrivati a quella situazione?
Percorse
nuovamente gli eventi con la mente.
Era nato tutto
qualche giorno prima, quando gli era stata affidata una
missione in una cittadina sperduta tra le montagne del Nord. Per
occuparsi di ordinaria amministrazione...
Ricordava come
i suoi cari subordinati avevano fatto a gara per
prendere il suo posto in quella missione. Perchè non si
addiceva ad un Colonnello, l’ordinaria amministrazione...
E ricordava
perfettamente come alla fine fosse stato scelto Havoc, a
seguito di un'estrazione, e come il Tenente Hawkeye avesse deciso di
seguirlo. Perchè serviva qualcuno per guardargli le
spalle...
E qui era
sorto il problema.
Seguendo il
suo istinto, aveva concesso ad Havoc di prendersi dei
giorni di ferie, che casualmente cadevano proprio
nella settimana della missione. E per precauzione aveva dato le ferie
anche agli altri tre. Meglio prevenire...
Così
la mattina della partenza era lì, davanti al
treno, valigia in mano e sorriso sul volto. Riza non si
mostrò neanche tanto sorpresa, prima di prendere la valigia
di lui e caricarla sul vagone.
Poi c'era
stato quel piccolissimo particolare che gli era sfuggito
durante la lettura del documento con le precisazioni al riguardo della
missione. Cioè il fatto che la suddetta cittadina fosse
sperduta in mezzo al nulla. E che proprio in quel periodo ci fosse la
fiera cittadina.
E infine,
quell'insignificante questione, per cui aveva dimenticato di
prenotare in anticipo l'albergo…
E qui si
ricollegava al presente, trovandosi a dividere un letto
matrimoniale con il suo Tenente, in una stanza logora di un motel
scadente.
Non era stato
possibile neanche dormire sul divano, perchè
non c'era, né per terra, per via del freddo.
Le coperte
erano pesanti, e il letto era grande. La cosa migliore era
dormire insieme, non sarebbe stata neanche la prima volta.
Roy si strinse
meglio nelle coperte. Il pensiero di Riza che dormiva
accanto a lui era qualcosa di... indecifrabile. Anche perchè
lei non era nel letto, si accorse.
Si
voltò dalla parte di lei, scoprendo che era seduta al
piccolo scrittoio della camera, intenta a pulire la sua arma. Era
così carina nel suo pigiama verde, con una giacca di lana
sulle spalle e i capelli sciolti. Era così civile,
fuori da quell’aura militaresca con cui era abituato a
vederla.
"Tenente? Non
vieni a dormire?"
"No, signore,
non c'è posto. Rimarrò sveglia
tutta la notte, non si preoccupi, lei torni pure a dormire."
A Roy si
gelò il cuore. Ma che significava? Era forse
impazzita del tutto?
"C-come?
Perchè dovresti rimanere sveglia tutta la notte?"
questa era la carta dell’ingenuità.
"Per
proteggerla!" rispose, come un dato di fatto.
"No, scusa...
Hawkeye? Stavolta non ti capisco proprio..." La carta
delle buone maniere.
"Che cosa non
capisce, signore?"
"Se rimani
sveglia, domani mattina non sarai lucida, e come facciamo se
vengo attaccato da qualcuno? Chi mi proteggerà?" questa era
la carta del dovere. Riza aveva sempre abboccato, era il suo punto
debole...
"Non si
preoccupi, ci ho già pensato. Ho svolto un
addestramento speciale in questi mesi, riesco a non dormire per due
giorni interi, riuscirò a proteggerla come sempre."
Roy
sgranò gli occhi. No, il suo Tenente aveva qualcosa che
non andava...
Decise di
giocare la sua ultima carta.
Il senso di
colpa.
"Tenente...
non riesco a dormire in un letto così grande da
solo, non è che potresti venire qui?"
"Colonnello,
mi scusi, ma anche a casa sua ha un letto matrimoniale" lo
contraddisse.
Roy
maledì la memoria perfetta di Riza.
"Sì,
ma... ma questo è diverso, e la camera
è diversa, e la città pure, e..." si
lagnò. "Puoi rimanere sveglia anche qui, no?" disse,
indicando il lato del letto che sarebbe appartenuto alla ragazza, "come
faccio se non riesco a dormire bene? Domani sarò stanco, e
quindi più vulnerabile. E se mi succedesse qualcosa-"
"D'accordo,
arrivo."
Roy sorrise
come un bamboccio, prima di coprirsi di nuovo con le
coperte.
Sentì
i passi di Riza avvicinarsi al letto, e poi un peso
che lo abbassava leggermente.
Era strana
come sensazione, dividere un letto con una sua subordinata.
Però era anche piacevole. Magari se avesse allungato
distrattamente le gambe avrebbe potuto toccarla...
Continuò
ad allungare il piede finché non
arrivò al limite del letto. Ma dove era finita?
Si
voltò, per controllare la situazione, e ciò
che vide non gli piacque affatto.
"Hawkeye! Che
stai facendo?"
"Pulisco la
pistola, signore."
"Questo lo
vedo!" gridò isterico. "Ma perchè
lì?"
"Sto facendo
quello che mi ha chiesto, sto sul letto"
spiegò, perplessa.
"Ti ho detto
di venire
nel
letto, non di stare sopra!
Per di più seduta in un angolo!"
"Signore, ma
che differenza fa?"
"Fa tanta,
tantissima differenza!"
"E va bene, ma
si calmi. Le fa male alla pressione urlare
così, di sera."
Roy
controllò una vena che sentiva pericolosamente pulsare
sopra il sopracciglio destro. E intanto Riza si era accomodata nel
letto, poggiata contro lo schienale, continuando a pulire quella sua
maledettissima arma, pensò Roy.
"Tenente..."
riprese, calmo.
"Mi dica,
signore."
"Devi per
forza pulire quella cosa adesso?"
"Altrimenti si
rovina... Ho fatto un addestramento speciale: ci metto
solo pochi minuti."
"Non puoi
farlo domani mattina?" chiese, sopra le righe.
"S-sì,
ma non vedo il mot-"
"L'odore
dell'olio non mi fa dormire!" inventò.
"Ah. Mi scusi,
non accadrà più."
"Bene!"
concluse, rigirandosi per l'ennesima volta tra le coperte.
Sentì
Riza che posizionava gli attrezzi per la pulizia
nell'apposito contenitore, mentre sistemava la sua arma a portata di
mano.
La
percepì scivolare sotto le coperte e... prendere qualcosa
da un cassetto che sentì aprire e chiudere,
dopodiché il nulla...
Nessun suono,
nessun movimento, e nessuna luce spenta soprattutto!
Che succedeva
stavolta? La situazione era più difficile del
previsto, dire che era testarda era un eufemismo.
Si
voltò, di nuovo, trovandola intenta nella lettura di un
libro. Un romanzo, a giudicare dalla copertina rosa.
"Hawkeye..."
sussurrò gelido.
"Mh? Qualcosa
non va?"
Qualcosa non
va?! In tutta la sua vita non aveva mai impiegato
così tanto tempo e così tante forze per
convincere una donna a venire a letto con lui!
Certo, non era
proprio la stessa cosa, ma il
concetto era lo stesso. Voleva condividere un momento speciale, una
intimità diversa da quella che erano soliti provare, ma a
quanto pareva il suo Tenente non era dello stesso avviso!
Anzi,
probabilmente non se ne era neanche accorta, riusciva a pensare
soltanto al suo dovere anche in un momento del genere, in un posto
dimenticato da Dio e dagli uomini, e con un freddo che congelava il
sangue nelle vene!
Roy
sentì bollire qualcosa dentro di sé.
"Spegni quella
dannatissima luce" sussurrò a denti stretti.
"Se le dava
fastidio la luce poteva dirlo subito."
Se fosse stata
un'altra, una donna qualunque, Roy avrebbe giurato che
si stesse prendendo gioco di lui e che volesse distruggergli i nervi.
Sentì
il clic dell'abat-jour, e la
stanza venne avvolta dall'oscurità.
Possibile che
ci volesse così tanto per convincerla di
qualcosa? In fondo voleva soltanto che anche lei usufruisse di quel
letto caldo, invece di starsene al freddo. Poi se ci fosse scappato
qualcos'altro non lo avrebbe buttato via...
"Colonnello,
sta dormendo?"
"Lo vorrei
tanto."
"Mi
perdoni..." Roy si voltò verso di lei, avvicinandosi
quel poco che
bastava per sentire il suo calore, da sotto le coperte. "Non volevo
farla arrabbiare."
"Ma figurati,
non ce l'ho con te."
"Davvero?"
"Davvero."
Quando cadeva
la barriera, Riza tornava ad essere la bambina dolce che
aveva conosciuto durante la sua adolescenza. Ed era così
carina...
"Qui si sta
bene" lei lo interruppe dai suoi pensieri.
"Cosa?"
"Il letto
è così caldo. Invece fuori è
gelido. Nonostante gli addestramenti speciali dell’Accademia,
per sopportare il freddo, mi dà molto fastidio."
"Siamo al
Nord, è sempre così. Per questo
è almeno mezz'ora che ti dico di venire qui."
La ragazza
rise leggermente, sistemandosi meglio. Non potevano sapere
che, al
buio, i loro corpi erano a pochi centimetri l'uno dall'altra.
"E' solo che
adesso non so che fare..." riprese lei.
"Uhm,
dormire?" ironizzò.
"Ma io devo
protegg-"
"E' un ordine"
scherzò.
Era
così rilassante poter parlare liberi come erano stati un
tempo, e vicini come non mai.
"Buonanotte,
Colonnello."
"Buonanotte,
Tenente."
Si sorrisero,
nascosti dall'ombra.
Roy
ritrovò la posizione di prima, voltandosi dall'altro
lato.
Forse quello
era il suo momento, e doveva approfittarne. Forse,
ritrovarsi in quella assurda situazione era il volere del destino, e
lui avrebbe dovuto solo assecondarlo. In fondo Riza gli piaceva,
avrebbe volentieri cambiato la loro relazione in qualcosa di
più. C'era ancora quella stupida regola contro la
fraternizzazione, certo, ma lui aveva fiducia in se stesso, e in loro.
Era da un po' che aveva quel sentimento, e per lei Roy avrebbe smesso
con la sua vita sregolata, per sempre. Ora bisognava verificare che
anche lei ricambiasse, o sarebbe stato un problema.
Non poteva
girarsi e abbracciarla, gli avrebbe sparato senza pensarci
due volte con la pistola che il suo addestramento speciale le aveva
insegnato a nascondere sotto al cuscino, o come minimo lo avrebbe
buttato giù dal letto con un calcio.
Non poteva
neanche iniziare a parlarle, non era bravo a parole, non in
questo genere di cose. E poi che le avrebbe detto? "Senti, ti va di
stare insieme? In cambio ti offro una vita piena di
difficoltà perchè la nostra relazione sarebbe
vietata, senza contare il fatto che rovineremmo la nostra amicizia".
No. Non ce
l'avrebbe fatta.
Forse i tempi
non erano ancora maturi. Forse avrebbe dovuto aspettare.
Però
lei era lì, così
vicino…
Doveva
provarci, almeno, chissà se sarebbe mai capitata
un'altra occasione del genere!
Allungò
un piede dalla parte di lei, usando la tattica
precedente. Purtroppo si rese conto di essere scadente nella fase
"corteggiamento", di solito le donne gli cadevano ai piedi senza che
lui non facesse altro che sorridere. Chissà se esisteva un
addestramento speciale per questo genere di cose…
Ma stavolta
era diverso, doveva dare il tutto per tutto.
Arrivò
alla sua gamba. Che avrebbe dato per sentirla nuda
sotto il suo tocco!... Ma non era il momento per pensieri del genere!
Le
sfiorò il piede.
Nessun
movimento.
Prese ad
accarezzarlo piano, in cerca di un consenso, o un rifiuto. Ma
niente neanche stavolta.
Si
voltò, imbronciato. Ormai i suoi occhi si erano abituati
alla flebile luce della luna, che oltrepassava la finestra. Riza aveva
gli occhi chiusi, e un'espressione angelicata sul viso.
Dov'era finito
il Tenente che aveva fatto un addestramento speciale per
non dormire? Rise tra sé maliziosamente. Si
avvicinò un altro po’, spostandole una ciocca dal
viso.
Si era proprio
addormentata, da non credere… Altrimenti i
suoi istinti da cecchino l’avrebbero fatta reagire in mezzo
secondo.
Roy non sapeva
che pensare, se il suo Tenente fosse solamente stanca, o
se avesse eseguito davvero il suo ordine precedente. Con lei tutto era
possibile, si ritrovò a pensare, sorridendo. Ma non era
questo il problema, in fondo: averla così vicino a
sé, indifesa e addormentata non era poi tanto male.
Le
passò un braccio attorno alla vita, da sopra le coperte,
mentre l’altra mano le accarezzava una ciocca di capelli,
vicino al viso.
Avevano
dormito insieme molte altre volte, da giovani,
durante il suo apprendistato. Però adesso era diversa. Era
cambiata, e forse non era solo la naturale maturità che si
acquista con gli anni.
I suoi capelli
erano cresciuti. Era stupido soffermarsi su un
particolare così mutevole, si rese conto, però
Roy non poté fare a meno di pensare che le donavano, che le
davano raffinatezza.
E il viso era
diverso. Aveva perso la rotondità
dell’infanzia, ora era più sottile, più
elegante.
Il corpo era
sicuramente la cosa che era cambiata di più,
sì. Ora aveva molta più femminilità,
tanto che neanche la rigida divisa militare riusciva a nasconderla del
tutto. Aveva delle curve morbide, sulle quali Roy si era fermato
più volte a sognare.
E gli
occhi… erano il particolare che lo avevano colpito di
più, tanti anni prima, durante il loro primo incontro.
Eppure non erano cambiati molto. Rimanevano profondi, e sinceri, e
avrebbe giurato di ritrovare un frammento dell’antica
ingenuità, ogni tanto.
Vederla
così, semplicemente addormentata tra le sue braccia,
così tranquilla, così serena, era qualcosa di
impagabile.
Era
sicuramente cambiata, negli anni, come tutti, come anche lui
stesso. Riza era più donna, adesso. E gli piaceva. Tanto.
Forse non si
era mai soffermato troppo sui suoi sentimenti, o forse se
lo era sempre impedito. Un giorno, chissà…
Ma
l’importante era ora. Era talmente bella così
addormentata, chissà cosa stava sognando…
Chissà
se le favole si avveravano, nel mondo reale. E
chissà se la sua principessa si sarebbe svegliata, per il
bacio del principe.
Si
avvicinò ancora.
Quelle labbra
rosee, leggermente schiuse.
Quelle labbra
che gli impartivano ordini, e lo sgridavano.
Quelle labbra
che erano in grado di regalargli la pace, quando si
alzavano in un sorriso.
Quelle labbra,
che i suoi sogni desideravano per lui.
Erano
così… vicine.
Chiuse gli
occhi, percependo il suo profumo. Un balsamo di qualche
fiore.
Il freddo era
scomparso. Forse la temperatura si era alzata.
Magari stava
nevicando… Al Nord nevica spesso. E la neve
è… bianca, e fredda.
Ma aveva
spento il gas, in casa, prima di partire?
La sua
casa… quanto avrebbe voluto dividerla con qualcuno.
Con Riza…
E il suo
futuro sarebbe stato…
To be continued…
Note: non so, ma io mi sono divertita a scrivere questa fic. Spero traspaia qualcosa. Lasciatemi i vostri commenti e vedrò di aggiornare il prima possibile.
Ci vediamo nel prossimo capitolo, molto più demenziale e decisamente meno romantico di questo: il risveglio!
Ah,
Ho ricevuto talmente bei commenti e da persone che stimo molto che a momenti mi sono commossa. Per cui sono sicura che ho scritto qualcosa di decente. Se i commenti mancano il motivo è un altro… (lascio alla vostra immaginazione XD).
Comunque, se qualcuno fosse in ritardo per problemi vari è sempre in tempo ^^