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Autore: foschi    21/08/2013    1 recensioni
Si strinse maggiormente nel cappotto. Di chi era stata l'idea di mandarlo a fare la spesa con quel freddo? Va bene che a Mosca faceva sempre freddo, ma quel giorno era ancora più insopportabile...!
Fra le infinite luci colorate della città, un curioso codino turchino attirò la sua attenzione. Non aveva mai visto quel colore, lì a Mosca...
Si avvicinò seguendo quell'insolito - eppure stupendo - colore. Non avrebbe mai immaginato che appartenesse proprio a lui.
Cosa ci faceva lui in Russia? Che era venuto a fare...?
Genere: Demenziale, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Altri, Boris
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Gracias familia...!

 

 

 

Ave popolo! :D

Ebbene, sì. Eccomi di nuovo qui. Vi sono mancata? *No nd lettori*

Dunque dunque, stavolta sono tornata con una coppia che adoro. Volete sapere quale? Leggete e saprete!! XD

Ringrazio di cuore Confettina1995, Henya e Chichi Zaoldyek per aver seguito le mie precedenti creazioni! *^*

Ed ora vi auguro una buona lettura! :D

 

 

 

 

 

Il paesaggio scorreva monotono sotto i suoi occhi turchini. Alberi e campagna. Campagna ed alberi. Sembrava di trovarsi in una località dimenticata da Dio.

Il suo sguardo si perse nell'azzurro del cielo, almeno era una bella giornata...!

Sospirò e socchiuse gli occhi. Chissà se ora la sua famiglia si stava preoccupando per lui. Se ne era andato senza dire niente. Senza lasciare un biglietto. E perché? Per il motivo più banale che potesse esistere: gelosia.

Ma gelosia per chi? Per cosa? Aveva tutto quello che si poteva desiderare! Una famiglia illustre che aveva generato professionisti in vari campi dello sport.

Un fisico stupendo che lo faceva assomigliare ad un dio greco... Ma allora perché? Perché se ne era andato per un motivo così banale...?

 

 

 

 

Si strinse maggiormente nel cappotto. Di chi era stata l'idea di mandarlo a fare la spesa con quel freddo? Va bene che a Mosca faceva sempre freddo, ma quel giorno era ancora più insopportabile...!

Fra le infinite luci colorate della città, un curioso codino turchino attirò la sua attenzione. Non aveva mai visto quel colore, lì a Mosca...

Si avvicinò seguendo quell'insolito - eppure stupendo - colore. Non avrebbe mai immaginato che appartenesse proprio a lui.

Cosa ci faceva lui in Russia? Che era venuto a fare...?

Con un brivido, il Russo gli si avvicinò.

- Garland? - chiese

Il giovane interpellato si voltò. Squadrò il volto del platinato agrottando le sopracciglia azzurre. Aveva già visto quel volto, ma dove...?

Impiegò qualche secondo quando

- Boris! - esclamò

 

- Cosa ci fai qui? - Domandò il Russo seduto a tavolino davanti a lui ed a una tazza di fumante cioccolata calda.

Garland sorrise amaramente abbassando lo sguardo. I lunghi capelli turchini che ricadevano morbidi dietro le spalle, lungo la schiena. Chissà come devono essere morbidi, pensò Boris.

- Mpf, che importanza ha? Sono scappato e non intendo tornare indietro -

- Perché? - domandò il platinato sorseggiando la sua cioccolata.

- Motivi di famiglia - Garland fece spallucce. Si vergognava a morte a rivelare il motivo della sua fuga...

- Deve essere un motivo molto serio quello che ti ha spinto a scappare. Non può essere altrimenti -

Garland annuì arrossendo. Sì, molto serio, come no... Era davvero molto serio scappare di casa perché i tuoi genitori ti ignoravano da mattina a sera pensando solo ai tuoi fratelli ed alle tue sorelle. Era davvero molto serio scappare per gelosia nei confronti dei tuoi fratelli e tue sorelle. Meglio non dire niente, almeno avrebbe evitato di essere considerato un bambino viziato. Ma - diamine! - a lui dava un immenso fastidio...!

 

- Per quanto hai intenzione di rimanere? -

La voce di Boris lo riportò alla realtà. - Il tempo che basta per far preoccupare la mia famiglia - lo Svedese sogghignò mentre il Russo gli lanciava un'occhiata diffidente.

 

 

 

 

Era strano. Tutta quella situazione era strana. Come faceva ad ospitare in casa un ragazzo che qualche mese addietro l'aveva fatto finire all'ospedale? Avrebbe dovuto odiarlo, come minimo. O almeno questo era il parere di Yurij che non perdeva momento per rimproverarlo.

"Come fai a tenerlo qui dopo quello che ci ha fatto? Ti ricordo che ci ha fatti finire in ospedale per un bel po'!"

Ecco, questo era uno dei soliti sermoni di Yurij. Cosa diamine c'era di male? In fondo Garland si era scusato e poi lo incuriosiva... insomma, non tutti riuscivano a sconfiggere il suo Falborg...!

Ma non era solo questo ciò che lo attirava al bel svedese. Con il passare del tempo aveva incominciato a trovarlo interessante...! Si sentiva attratto da quell'aura di perfezione che emanava. Si sentiva attratto come una falena è attratta dalla luce...

 

 

- Yurij non vede l'ora che te ne vada - sogghignò

- Se per voi è un disturbo posso andarmene! Sono venuto in Russia solo perchè è il primo Paese che mi è venuto in mente! -

- Ma no! Rimani finché vuoi! Mi diverte vedere il vecchio Yurij arrabbiato! - sghignazzò

Garland lo guardò perplesso. Sembrava un bambino. Non sapeva perché ma si sentiva tranquillo accanto a lui.

L'aveva sempre immaginato come un freddo insensibile a causa della sua infanzia in quel terribile monastero. Non avrebbe mai pensato che nonostante quello che gli aveva fatto si sarebbe ritrovato ad essere amico del Russo anche se, in realtà, cominciava a considerarlo più di un amico...

- Boris... - il Russo lo guardò interrogativo - Grazie -

- Per cos... -

La domanda gli morì in gola, soffocata da un bacio casto. Un bacio casto che tuttavia si trasformò in un duello di lingue desiderose di congiungersi...

 

 

Si ritrovarono entrambi stesi sul letto. L'adrenalina scorreva troppo velocemente nel corpo dei due per permetterli di fermarsi.

Le labbra di Garland si muovevano dalle labbra di Boris al suo collo che baciavano e poi mordevano con energia, causando fremiti al platinato.

Le sue mani scorrevano lungo il corpo carezzandolo, seguite poi dalle labbra che indugiarono per un illimitato momento sui capezzoli turgidi del Russo. La lingua li inumidì ed i denti li tirararono mentre le labbra di Boris si schiudevano per lasciar uscire un gemito.

Baciando ogni centimetro della sua pelle ricoperto da bianche cicatrici - segni indelebili di quell'orribile passato -, giunse al suo pene, sempre più duro e gonfio. Lo sentì strisciare contro la stoffa ruvida, come se stesse gridando a gran voce di essere liberato.

Lo prese tra le mani ed iniziò a masturbarlo mentre Boris si lasciava sfuggire lunghi gemiti di dolore misto a piacere.
E quei gemiti crebbero quando lo Svedese lo imboccò, leccandolo, succhiandolo e solleticandolo avidamente. In poco tempo, Boris venne all'interno della sua bocca. Rosso in viso, il Russo vide il compagno di "giochi" asciugarsi un rivolo del suo sperma con il dorso della mano.

- Ti piace? - ansimò

- E me lo chiedi? -

Lo baciò con passione - Certo che mi piace -.

Inebriato da quel bacio, Boris si accorse troppo tardi del dolore acuto soppraggiunto nel momento in cui Garland aveva inserito il suo pene fra le sue natiche.

- E questo ti piace? - Garland lo guardò malizioso mentre continuava a spingere dentro di lui.

- Non sai quanto -

Le spinte si alternavano. Prima deboli e lente poi veloci e forti. Solo quando Garland sentì il suo organo indurirsi dentro Boris iniziò a dare spinte veloci e forti senza lasciare un attimo di respiro.

Solo quando il suo bacino aderì perfettamente a quello di un urlante Boris lo Svedese venne dentro di lui, lasciando il suo sperma nel corpo del compagno che l'avrebbe custodito gelosamente.

 

 

 

 

La suoneria del cellulare lo svegliò. A tentoni lo cercò sul comodino.

- Pronto? - rispose assonnato

- Garland! Per l'amor del cielo finalmente! Dove sei? Come ti è saltato in mente di scappare di casa? Stai bene? -

Garland sogghignò - Mamma, sto bene. Sono in Russia -

- In Russia? E che ci fai lì? -

Una mano strappò il telefono dall'orecchio del proprietario - Non si preoccupi, suo figlio è in buona compagnia - sogghignò

- Come? Chi sei? -

Senza dare risposta alla povera donna, Boris chiuse la chiamata gettando il telefono da qualche parte sul comodino.

- Niente scocciatori, intesi? -

Garland annuì sorridendo. Le sue labbra furono catturate da quelle del Russo. Alla fine doveva ringraziare la sua famiglia per quello che stava vivendo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo Autrice

 

Saaalve!! :D

.-. Dopo questa potrei anche ritirarmi a vita privata .-. Insomma, ho scritto qualcosa di assolutamente demenziale! D: *In effetti v.v nd Boris*

Vabbeh, bando all'autocommiserazione... spero che a voi poco poco sia piaciuta! XD

Spero che vi sia piaciuta anche la coppia! ^^

Dal punto di vista del contenuto ho immedesimato me stessa in Garland. So cosa vuol dire essere ignorati dai propri genitori ma a differenza mia luiè scappato di casa ed ha pure trovato l'amore! >.

Dal punto di vista stilistico quel "tu" che ho utilizzato per le riflessioni di Garland era un "tu" generale. Non va riferito a niente di specifico!

Bene, non credo di avere altro da dire...

Baci alla prossima! :D

 

   
 
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