Anime & Manga > Dragon Ball
Ricorda la storia  |      
Autore: Luu    21/08/2013    4 recensioni
Una sera Vegeta si ferma ad osservare la Luna e mille ricordi affiorano alla mente...
In questa one shot, scritta in prima persona, il principe dei saiyan ci riassume brevemente una vita triste, piena di rabbia e dolore, fino ad arrivare al primo incontro/scontro con Goku. Forse un po' OOC, ma spero vi piaccia :)
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Vegeta
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
RICORDI.

Mi capita spesso di fermarmi ad osservare la Luna…

Mi è sempre piaciuto pensare che si trovi lassù per farmi ricordare chi sono e da dove vengo. Resto ad ammirarla per ore ed innumerevoli rimembranze affollano la mia mente: ripenso a quando ero bambino, al mio pianeta dal cielo vermiglio, ai giorni passati ad allenarmi sulle montagne innevate, alla mia stanza in cima al castello dalla quale potevo ammirare tutta la città e poi... rivedo per un istante il viso di mia madre. A dire la verità non so se quest'ultima immagine sia reale o meno, quello che so è che non voglio dimenticarla, poiché è l'ultimo ricordo che mi rimane di lei. Ho scordato anche la sua voce, ma non quella di mio padre quando mi disse che se n’era andata per sempre, che una brutta malattia aveva privato un bambino della propria madre ed un popolo di una grande regina. Provai dolore, un dolore molto più profondo e devastante di quello fisico. Lo stesso dolore che mi accompagnò il giorno in cui salii per la prima volta sulla navicella di Freezer, quando venni a conoscenza del tradimento di mio padre. Visto come merce di scambio, mi aveva venduto ad un despota senza scrupoli, mettendo la parola fine alla mia libertà e cambiando per sempre la mia esistenza...

I giorni passavano e, fra torture e missioni impossibili, venni a conoscenza della morte di mio padre a seguito di una rivolta contro Freezer e la successiva esplosione del mio pianeta. Ci dissero che era stato un meteorite a distruggerlo, ma io conoscevo la verità. L'avevo letta negli occhi di quella lucertola ripugnante, quando mi diede personalmente la notizia. Uscii da quella stanza senza dire una parola, cercando di reprimere al meglio le mie emozioni. Da quel giorno tutto il dolore, la rabbia e la frustrazione che soffocavo e celavo dietro granitiche apparenze, divennero un'arma invincibile contro quei popoli alieni che avevo il compito di sottomettere. Divenni uno dei più potenti mercenari al servizio di Freezer e, senza rendermene conto, ero cambiato.

Ricordo bene gli anni sotto il comando di quel mostro... Un allarme assordante svegliava l'esercito ogni mattina all'alba e dovevamo metterci in riga nel giro di pochi secondi. Zarbon e Dodoria ci assegnavano delle missioni suicide in pianeti sperduti il cui ritorno non era mai assicurato. Quando io, Nappa e Radish tornavamo alla base estremamente provati nel fisico e nella mente, Freezer non era mai soddisfatto del nostro lavoro e ci umiliava, spedendoci nella stanza delle torture. Ricordo bene quel luogo in cui solo l’oscurità regnava sovrana. Le pareti ed il pavimento erano impregnati di sangue, l'aria era irrespirabile e le urla strazianti degli altri soldati creavano un'atmosfera davvero inquietante. Nonostante cercassi in ogni modo di reagire, non potevo fare altro che stringere i denti ed imprecare contro quei colossi che si divertivano ad arrecare ferite indelebili sulle schiene di validi soldati ingiustamente puniti... Non so da dove venissero quegli alieni dalla forza bruta che spesso partecipavano alle missioni più ardue. So solo che, dopo essere stato martoriato per ore, tendando invano di reagire, con le ossa rotte ed il corpo marchiato da profonde lesioni, mi ridestavo nella mia cella senza avere la benché minima idea di chi mi ci avesse portato. L'allarme dell'alba intanto suonava e a nessuno importava se non riuscivamo a muoverci, o anche soltanto a parlare, dovevamo metterci in riga entro pochi secondi, altrimenti ci avrebbero trascinati con la forza dinanzi a Freezer. E a quel punto la stanza delle torture sarebbe sembrata il paradiso.

Ogni giorno, per vent'anni, mi sono sottoposto a simili trattamenti e non c'era attimo in cui non meditassi vendetta contro quell'essere, che aveva fatto del principe dei saiyan, un suo schiavo! Divenni sempre più cinico e spietato, iniziando ad odiare ogni essere vivente presente nell'universo e colpevole solo di aver avuto una vita migliore della mia.

Un giorno, su un pianeta lontano, rivolsi lo sguardo al cielo e vidi la luna, quasi piena, illuminare il massacro che avevo appena compiuto... quel giorno mi chiesi se la vita mi riservasse un lieto fine, se dopo tutta la sofferenza e la rabbia provate, meritassi anch'io un po' di pace. Se un giorno, finalmente, sarei stato di nuovo libero.
All'improvviso un grido mi riportò alla realtà: Nappa aveva ucciso l'ultimo alieno e aveva iniziato ad accendere il fuoco per arrostirne la carne. Avremmo sostato un altro giorno su quel pianeta, un po' per accertarci di non aver lasciato superstiti, un po' per tardare il più possibile il ritorno alla base. Il mattino seguente udimmo, tramite i rilevatori, il resoconto della missione di Radish, che era giunto sul pianeta Terra per riportare indietro suo fratello e non era più tornato. In poche parole, toccava a noi due dare una lezione a quel traditore di terza classe, che tanto ignorava le sue origini.

Arrivati a destinazione mi resi subito conto di che meraviglioso pianeta fosse la Terra e di quanto deboli fossero i suoi abitanti. Ci trovammo davanti sei incapaci che probabilmente si erano stancati di vivere, ma non nego che apprezzai il loro coraggio. Ne morirono quattro e finalmente Kakaroth si fece vivo! Nappa venne umiliato e decisi di dargli personalmente il colpo di grazia, deluso dalla sua disfatta. D'altronde ero abituato ad uccidere senza provare rimorso...
Con un ghigno sadico ancora stampato sul volto, seguii Kakaroth in un luogo deserto e demmo inizio allo scontro che cambiò per sempre la mia vita.

Nonostante la mia forza fosse superiore alla sua, fui sconfitto. Il mio orgoglio venne fatto a pezzi come le mie ossa ed ancora mi chiedo come avessi fatto a non accorgermi di quel vigliacco armato di spada che si era nascosto dietro le rocce più alte per il terrore di fare la stessa fine dei suoi amici!
Un odio profondo ormai mi aveva legato a Kakaroth, non solo perché era riuscito a tenermi testa, ma perché aveva osato risparmiarmi la vita. Quella vita alla quale non volevo più essere legato.

Oggi ripenso a quel gesto e mi rendo conto di quanto, a malincuore, debba ringraziare Kakaroth... Senza quel gesto non sarei andato su Namecc e non sarei stato resuscitato con le sfere del drago. Senza quel gesto non sarei potuto tornare sulla Terra e non avrei conosciuto Bulma. Senza quel gesto, Trunks non sarebbe nato e la mia esistenza non avrebbe avuto un senso. Senza quel gesto non starei vivendo il lieto fine che tanto avevo desiderato guardando la luna quel giorno. Finalmente, dopo anni trascorsi in un’oscura prigione fatta di odio e rancore una luce mi ha indicato la via verso la libertà. Quella luce ora è accanto a me, riflessa negli occhi di un angelo dai capelli azzurri e di un bambino di cui sarò sempre orgoglioso... tutto grazie a quel gesto...
Ma questo Kakaroth non dovrà mai saperlo.


FINE.
                                                                                                                                    

Salve a tutti!! Spero che la ff vi sia piaciuta! :) Ricordo che è la prima storia che pubblico, quindi siate clementi! ^^’ eheh                                                                                                                                              
Un Bacio, Luu.
  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Dragon Ball / Vai alla pagina dell'autore: Luu