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Autore: Greenflares    22/08/2013    4 recensioni
A scuola gira voce che Stiles esce con Derek. Il ragazzo cerca in tutti i modi di convincere i propri amici che non è vero....
Genere: Comico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Danny Mahealani, Derek Hale, Scott McCall, Stiles Stilinski , Un po' tutti
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Through the Grapevine

Autore: Greenflares  http://www.fanfiction.net/u/3159999/Greenflares

Traduzione: Andy2412 

Parole: circa 6000

Disclaimer:  niente di quanto riportato qua sotto mi appartiene ecc. , stessa cosa per l'autrice della storia. 

Autorizzazione per tradurreI'm perfectly happy with you translating it and posting it, just so long as I'm credited as the original author, like you said.
If/when you post it, I'd love a link to it just so I can check it out!








Era un lunedì mattina. Stiles prese posto alla lezione di storia e fu immediatamente salutato da Danny, che avvicinandosi esclamò: " Amico, congratulazioni!".
 
Stiles si sfregò il naso con la penna e strizzò gli occhi: 
"Congratulazioni per cosa?", chiese, cercando di ricordare. Aveva fatto molte cose in vita sua degne di essere celebrate - il suo intero essere era degno di essere celebrato ,in realtà- ma niente che fosse accaduto di recente.
 
Danny lo guardò come se stesse dimenticando qualcosa di ovvio. Stiles strizzò di nuovo gli occhi, spremendosi il cervello.
 
"Congratulazioni per aver fatto centro." Danny lo disse piano, scegliendo con attenzione le parole. Guardò preoccupato Stiles, come se pensasse che fosse leggermente ritardato.
 
"Oh," esclamò Stiles, un po' sorpreso. "Grazie". Era passato qualche giorno da quando aveva segnato un goal durante l'allenamento di lacrosse, ma pensò che dovesse aver fatto colpo su Danny, che in quel momento era in porta.
 
Danny si guardò intorno come per controllare che non ci fosse nessuno in giro prima di avvicinare la sedia e dire, a voce bassa e discreta "Se vorrai mai parlarne, chiedere consiglio per qualcosa, sai dove trovarmi." rivolgendo a Stiles un sorriso caloroso.
 
"Certo!" disse Stiles con entusiasmo. Danny era uno dei migliori giocatori della squadra e Stiles supponeva che un portiere potesse avere degli ottimi consigli da dare su come segnare un goal. " Sarebbe fantastico, amico. Sì!"
 
Danny sorrise di nuovo, più cordiale del solito, dandogli una pacca sulla spalla, prima di tornare con la sedia al proprio banco.
 
Stiles sorrise tra se e se. Stava avendo decisamente una buona giornata.
 
 
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“Sai, Lydia, abbiamo un test di chimica la prossima settimana.” disse Stiles con forzata nonchalance, seguendo la ragazza che andava verso il suo armadietto, “ potremmo organizzarci per un po’ di studio. Sai, dobbiamo mantenere fresche tutte le informazioni. Rileggere cose,evidenziare-”
 
Lydia sbuffò divertita ma non fece commenti.
 
“ Niente, nessun input qui? No? Ok. Beh, stavo pensando che dovremmo formare un piccolo gruppo di studio. Io, te, qualche libro, un po’ di Jazz in sottofondo e un po’ di studio serio.“ Faticava a starle dietro mentre camminava svelta lungo il corridoio affollato e si ritrovò a corto di fiato quando le chiese “ Quindi cosa preferisci? Da te o da me?”
 
Lydia buttò indietro i capelli e concesse a Stiles un breve sguardo “ Okay, primo,”esclamò, con tono agrodolce “sappiamo entrambi che non sarebbe studiare ma dare ripetizioni. Ne so molto di più del professor Harris e ne so decisamente molto più di te.”
 
“Beh,” tentò Stiles “ Beh, si, ok, è corretto, ma comunque potrebbe essere istruttivo! “ Ammiccò in modo allusivo, ringraziando subito che lei non se ne fosse accorta. 
 
“E secondo..” continuò Lydia, guardando un attimo Stiles, per accertarsi che  stesse  prestando attenzione, “ Non sono così certa che Derek apprezzerebbe il nostro ‘studiare’  insieme.”
 
Stiles incespicò appena mentre la seguiva ed evitò per un pelo di scontrarsi con qualcuno che passava di lì. “Uhm, ” disse, “ solo-solo rinfrescami la memoria. Cosa c’entra Derek in tutto questo?” 
 
Lydia fece spallucce ed emise un dolce piccolo suono stridulo che per lei equivaleva a un sbuffo contrariato.
 
“No, seriamente,” continuò Stiles, un po’ più che disperato, “ Perché coinvolgere Derek in questo?”
 
Lydia lo fissò, assottigliando lo sguardo “ Non sono quel tipo di ragazza Stiles.”
 
“ Aspetta- cosa? Che tipo di ragazza?” Continuò a seguirla anche se gli sembrava di nuotare contro una forte corrente .”Non capisco.  Avremo un appuntamento di studio, o cosa?” 
 
“ Niente appuntamento di studio, Stiles.” rispose lydia, leggermente più scostante del solito. “vai a studiare con Derek piuttosto.”
Trotterellò via, i suoi tacchi che risuonavano chiaramente sul pavimento del corridoio.
 
“Derek non fa chimica!” le urlò dietro, lamentoso“ Non credo nemmeno che abbia finito le superiori!”
 
Rimase fermo in mezzo al corridoio a guardarla finchè la ragazza non scomparve. Si accigliò, più confuso di quanto non fosse stato da molto tempo, domandandosi                       cosa diavolo stesse succedendo.
 
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“Amico, Lydia si è appena comportata in modo stranissimo,” disse Stiles, lasciandosi cadere nel posto di fronte a Scott nella mensa, “Continuava a parlare di Derek senza motivo-” notò l’espressione di Scott- il suo volto tutto ombre e tristezza- e si bloccò, le parole gli morirono in gola. “ Scott? Stai bene?” 
 
Scott incontrò il suo sguardo e disse, chiaro e semplice: “Perché non mi hai detto che esci con Derek?” 
 
Stiles sentì il proprio respiro spezzarsi come se avesse appena ricevuto un pugno nello stomaco.  “Cosa?“, riuscì a gracchiare .
 
“Ho dovuto venirlo a sapere da Jackson, ti rendi conto?” Scott continuò tristemente, “ Volevo solo- amico, è una cosa molto importante per te, sai? E tu non hai- non me l’hai nemmeno detto.” 
 
Stiles lo fissò, vedendo le emozioni danzare sul suo volto.
“Da quanto va avanti, comunque?” chiese Scott con un sospiro, “Mesi?” 
 
Stiles mosse le labbra tentando di parlare, “ Scott,” sbottò “ ma che diavolo…?” 
 
“ No, no, no,” rispose Scott inflessibile, “ non puoi arrabbiarti con me. Se qualcuno ha il diritto di essere arrabbiato, quello sono io! Non posso credere che tu non abbia nemmeno cercato di farmelo capire.” Scosse la testa per la frustrazione. “ Io ti dico tutto riguardo a me e Allison!”
 
“Scott, seriamente,” provò Stiles, ma Scott lo interruppe.
 
“Forse non me lo hai detto perché avevi paura di come avrei reagito. È così, Stiles? Eri preoccupato? Perché, seriamente, amico, avresti dovuto sapere che mi sta bene. Voglio dire, si, forse Derek non è la persona più dolce dell’universo, ma posso farmene una ragione. Non è così male, davvero. Si, è decisamente un pessimo alpha, ma non importa. È quel che è dentro che conta, no? È solo un po’ scontroso, sai?  Quello che voglio dire- certo che lo sai, sei tu quello che esce con lui”
 
“No!” strillò Stiles e questo sembrò fermare di colpo il monologo di Scott.
 
Scott lo fissò, sgranando gli occhi, confuso. “ Cosa?” 
 
“Amico, perché diavolo dovrei uscire con Derek?” domandò, alzando le braccia al cielo, “Conosci Derek? Lo hai visto? Nemmeno se fossimo gli ultimi due esseri viventi sul pianeta, io e lui potremmo mai essere, essere, quello.”. Scosse leggermente la testa, cercando di levarsi quel pensiero dalla testa. 
 
Scott sbattè velocemente le palpebre, un’espressione di puro stupore sul volto, “Quindi non state insieme?” chiese, con un disperato bisogno di sapere la verità.
 
“No!” Urlò Stiles, “Non sto con il dannatissimo Derek Hale! Non so nemmeno perché qualcuno dovrebbe pensare una cosa simile.”
 
Scott lo fissò “Sai, forse è tutta quella tensione sessuale che c’è tra di voi. Potrebbe dare a qualcuno l’impressione sbagliata.
 
Stiles era senza parole.
 
“ O forse è il continuo punzecchiare. Solo a vicenda , bada bene. C’è questa specie di strano gioco tra di voi. È quasi indecente. “
 
Stiles sentì il viso farsi allo stesso tempo gelido e bollente, i polmoni che lavoravano a ritmo accelerato mentre cercava di fare respiri profondi. “ Io- tu…devi-questo non è - stai scherzando, vero?” 
 
“ Sai”, continuò Scott in tono colloquiale “ Prima ero dispiaciuto perchè non mi hai detto che uscivi con lui, ma adesso che so che non è vero, credo di esserlo ancora di più.” Fissò Stiles a lungo, come se stesse cercando di spiegargli qualcosa di importante. “Quando realizzerete che siete ossessionati l’uno dall’altro? Non è ora che lo accettiate?”
 
“Scusa?” gracchiò Stiles. Agitandosi, urlò “ Non capisco cos’è successo qui!” 
 
Scott lo ignorò “ Quindi, se non state insieme, perché Jackson mi ha detto il contrario?” 
 
Gli occhi di Stiles si spalancarono non appena realizzò cosa era successo e balbettò “Oddio! Danny, Lydia, Scott…tutti pensano che io stia con Derek Hale!” 
 
“È un pettegolezzo bello grosso, amico.” Gli disse Scott con un filo di compassione.
 
“Devo far sparire queste voci prima che raggiungano mio padre.” Sussurrò Stiles sentendosi sbiancare. 
 
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Stiles aveva a malapena fatto due passi in casa, nemmeno il tempo di levarsi le scarpe, quando la voce di suo padre lo raggiunse dal salotto: “Stiles puoi venire qui, per favore?” chiese. Il ragazzo deglutì rumorosamente.
 
Si levò di dosso la giacca e le scarpe, per poi raggiungere esitante in punta di piedi il salotto, dove suo padre se ne stava in piedi davanti al caminetto, dandogli le spalle come una ridicola parodia di un cattivo di James Bond, ma Stiles aveva perso l’abilità di trovare qualcosa di divertente in quella situazione. 
 
“Sì?” chiese timidamente Stiles. Era già teso e pronto per quello che stava per succedere.
 
“Sai qual è l’età del consenso in California?” chiese suo padre, quasi come se fosse una cosa da nulla, e Stiles lasciò cadere le spalle abbandonando ogni speranza.
 
“Papà,” si lamentò, miseramente.
“E’ diciotto anni, Stiles.” disse suo padre, voltandosi per guardarlo. La sua espressione era fredda e imbarazzata, come se fosse sia furioso che a disagio nello stesso istante, “Ho controllato.”
 
Stiles sospirò,  “Chi te l’ha detto?”
 
“Non importa chi me l’ha detto!” rispose suo padre, lo sguardo infuocato dalla rabbia. Prese un profondo respiro per poi rilasciarlo con un sospiro di disapprovazione. “Non posso credere che tu mi abbia nascosto una cosa simile,” mormorò e Stiles percepì il dolore nella sua voce. 
“Non solo Hale ha più di vent’anni, ma è anche un criminale.”
 
“Non è mai stato condannato.” Stiles lo corresse debolmente. “ Solo….solo perché tu lo sappia.” Tentò un sorriso, ma gli morì sulle labbra a causa dello sguardo di suo padre.
 
“Stiles!” ringhiò.
 
“Suppongo non mi crederai se ti dico che è tutto solo un pettegolezzo?” Chiese Stiles, senza speranza. 
 
Le labbra di suo padre formarono una linea sottile. Con braccia incrociate al petto,  lo fissò.
 
Stiles sospirò. “Okay. Va bene. Non ci speravo.”
 
“Sei- sei in punizione,” decise suo padre, annuendo a se stesso in un piccolo, deciso, gesto di autorità.
“Già. In punizione.” 
 
“Evviva,” Stiles sbuffò e con il broncio salì le scale per poi buttarsi sul letto, pronto a farsi inghiottire da un buco nero. 
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Doveva essersi addormentato, perché si accorse che la sua stanza era buia e fredda. La luce della luna era l’unica cosa visibile dalla sua finestra. Si passò una mano sul viso e gemette contrariato, ricordandosi tutto quel che era successo nel corso della giornata. Il collo gli doleva per aver dormito in una posizione scomoda e stava morendo di fame. Suo padre non lo aveva svegliato per cena. 
 
Borbottando sotto voce, Stiles attraversò la stanza per chiudere la finestra ed in quel momento si accorse che qualcuno si stava arrampicando su per il muro. 
 
Emise uno strillo acuto e saltò indietro. 
 
“Scott!” sibilò, sapendo che poteva sentirlo, “avresti potuto semplicemente bussare.”
 
In quel momento Derek Hale saltò dentro la finestra della camera da letto di Stiles atterrando agilmente sul tappeto. Si rialzò senza fatica, come se avesse fatto quel genere di cose abbastanza volte da averlo perfezionato. 
 
“Oh,” Stiles disse piano. “Non sei Scott.”
 
“Ho immaginato che tuo padre non avrebbe approvato se avessi bussato e chiesto di vederti,” Derek disse in una sorta di spiegazione.
 
“Quindi ti sei arrampicato dalla finestra,” continuò Stiles, annuendo. “Ma certo. Ha perfettamente senso.” Rise forte, in maniera imbarazzata.
 
Derek era occupato a pulirsi i vestiti quando disse, “Spero tu possa spiegare il messaggio che mi ha lasciato Scott stamattina.” 
 
Il cuore di Stiles perse un colpo. 
 
“Ecco,” disse Derek, afferrando il proprio telefono per poi allungarlo a Stiles, “Ascolta.”
 
Stiles deglutì prima di allungare la mano e prenderlo, stando molto attento a non sfiorare con le dita il palmo di Derek. Si sforzò di respirare in modo regolare, terribilmente consapevole che l'Alpha era sicuramente assordato dal suono del suo cuore impazzito, poi avvicinò il cellulare all’orecchio.
 
“Avete… un…nuovo messaggio,” disse una voce registrata, e poi Scott cominciò. 
 
“Derek.” disse, sputando il suo nome come un’imprecazione, “Sono Scott. Jackson mi ha appena detto cosa sta succedendo e voglio solo avvertirti, amico, che ti terrò d’occhio d’ora in poi. Se torcerai anche un solo capello a Stiles, ti strapperò tutte le estremità per usarle come esche per i pesci. Tutte le tue estremità. Quindi. Solo. Ugh. Sai. Trattalo bene.” Ci fu una pausa mentre Scott prendeva fiato, e Stiles sbirciò verso Derek, che lo stava guardando a sua volta con un’espressione neutrale. 
“Inoltre,” continuò Scott, più calmo adesso, quasi divertito, “non azzardarti a rovinare tutto. Bene, ci vediamo - quando ci vediamo. Non osare far del male a quel prezioso ragazzo, capito?” Il messaggio terminò e la voce registrata tornò. “Per eliminare il messaggio, premere tre.”
 
Stiles gli restituì il telefono, ignorando il brivido di calore che lo pervase quando le dita di Derek sfiorarono delicatamente la sua mano.
 
“Okay,” disse, sospirando profondamente, “Forse è meglio se ti siedi.” 
 
Derek si accigliò. “Sto bene in piedi.”
 
“Come ti pare,” brontolò Stiles, “Ma non dire che non ti avevo avvertito.” 
Vagò verso il proprio letto e si sedette sul bordo, per poi fissarsi le mani, evitando lo sguardo di Derek, quando gli disse. “ Praticamente, in giro c’è un pettegolezzo. Riguardo - riguardo a noi.”
 
“E questo ha fatto si che Scott pensasse che ti avrei, cosa, ucciso? Strappato i capelli?”
 
Stiles avrebbe quasi potuto ridere alla battuta, ma era troppo nervoso per anche solo sorridere. “In qualche modo, tutti pensano che, tipo, stiamo insieme,” disse, e le parole rimasero sospese pesantemente tra di loro. Derek non disse nulla e Stiles non voleva guardarlo negli occhi per osservare la sua reazione, così continuò. “Ho detto a Scott che era una balla, ma deve averti lasciato quel messaggio prima che riuscissi a parlargli.” 
Scrollò le spalle imbarazzato passandosi le mani tra i capelli, “Qualcuno lo ha detto a mio padre, comunque,” aggiunse, “ Quindi è una buona cosa che tu sia entrato dalla finestra invece di- di essere normale.” Riuscì a sorridere per poi continuare “Probabilmente ti avrebbe cacciato via con la pistola, visto com’è adesso.”
Avrebbe voluto vederlo, suo padre che minacciava un licantropo con una pistola.
 
Ci fu un lungo momento di silenzio, interrotto solo dal mormorio di una risata registrata di qualunque show suo padre stesse guardando alla tv al piano di sotto. Stiles si mordicchiò il labbro, ansioso come non mai, e si sforzò di alzare gli occhi per guardare Derek in faccia. 
 
Derek sembrava pensieroso, se non altro. “Oh,” disse, totalmente disinvolto, “Scott era solo Scott allora.”
 
La fronte di Stiles si increspò appena. “Già,” disse piano, aspettandosi qualche tipo di esplosione. “Si, è un tantino … iperprotettivo.” 
 
Derek annuì. 
 
Stiles lo fissò. “Tu - questo è tutto quello che hai intenzione di fare?” chiese improvvisamente, avendo raggiunto il punto di rottura. “Solo - annuire e ‘oh’?”
 
“Cosa vuoi che faccia?” Chiese Derek con un ringhio, guardando Stiles come se fosse lui quello irrazionale.
 
“Non lo so!” urlò Stiles. “Dai di matto, o qualcosa!” 
 
Derek sembrò offeso. “Perché diavolo vorresti una cosa simile?” 
 
“E’ stata una giornata al limite del delirio,” sibilò Stiles, alzandosi in piedi, “Ma tu hai solo - solo - come se non fosse niente!” Si portò le mani ai capelli, disperato. “Perché non stai andando fuori di testa come me?” domandò.
 
Derek fece un’alzata di spalle e, prima che Stiles potesse farlo a pezzi per essere così indifferente, disse, “Non lo considero un grosso problema.”
 
Stiles sgranò ancora di più gli occhi e serrò i pugni lungo i fianchi. “E’ un grosso problema per me!” disse rabbioso, “Tutti quelli che conosco pensano che - che usciamo insieme! In modo romantico! Sono stato messo in punizione!” 
 
“Che vuoi che ci faccia io?” chiese Derek irritato. “Chiedere scusa per qualcosa a cui non ho preso parte?” 
 
Stiles digrignò i denti. Derek aveva ragione. Era inutile essere arrabbiati con lui quando non aveva fatto niente fin dall’inizio.
 
“Voglio che tu riconosca che questo è un grosso problema,” Stiles rispose invece di urlargli contro.
 
“Okay, è un grosso problema,” Derek disse senza la minima traccia di sincerità, “Scusa,” continuò, insofferente, quando Stiles lo guardò male, “Ma penso che tu stia facendo questa storia più grande di quanto dovrebbe essere.” 
 
“Ah sì?” sibilò Stiles. Quale parte di in punizione Derek non capiva?
 
Derek annuì brutalmente. “Sì! Se semplicemente te ne dimentichi sparirà. Facile.” 
 
Stiles si sforzò di fare respiri profondi e calmarsi. Rilassò le mani.
 
“Ma chi cavolo sei tu?” chiese dopo un po’, e guardò Derek con sospetto. “Non mi sarei mai aspettato una reazione del genere da parte tua.” 
 
Le labbra di Derek si incresparono nell’ombra di un sorriso. “Ho sentito voci peggiori di questa sul mio conto, Stiles,” rispose e Stiles sentì il proprio stomaco contrarsi. “Almeno questa volta non mi hanno dato dell’assassino.” 
 
“Beh, cosa dovrei dire alla gente quando me lo chiede?” Stiles chiese con un sospiro, arrendendosi. Supponeva che Derek sapesse una cosa o due riguardo a come far sparire i pettegolezzi- anche se il padre di Stiles continuava a considerarlo un criminale. 
 
Derek scrollò le spalle fiaccamente. “Lascia che pensino ciò che vogliono. Lascia che lo credano. Dì loro che è una bugia. Non m’importa.” Si avviò verso la finestra, facendo capire che stava per andarsene. “Prima o poi se ne dimenticheranno tutti. “ 
 
“Per te è facile dirlo, comunque,” gli fece notare Stiles, “ Non sei tu che devi averci a che fare.” 
 
“Dì a Scott di non rompere, ok?” pretese Derek, scavalcando la finestra e preparandosi alla discesa. 
“Non ho intenzione di decapitarti nel prossimo futuro.” 
 
Stiles si dondolò sul posto. “Non credo che stesse parlando di ferite fisiche” disse a bassa voce, ma Derek se n’era già andato. 
 
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Cominciò con Danny durante storia, alla prima ora.
 
“Senti,” disse ansioso, avvicinando il proprio banco a quello di Danny per poter parlare senza essere ascoltati, “Riguardo a tutta quella cosa dell’aver fatto centro.”
 
Danny si illuminò e annuì “Bel colpo amico,” disse “Derek è un figo!”
Stiles sospirò, “ Vedi, non avresti potuto dire qualcosa del genere ieri? Avrebbe aiutato.”
 
“Scusa?” disse Danny a disagio, continuando a studiare Stiles come se avesse un problema mentale.
 
“Comunque,” continuò Stiles, “Alla fine Derek e io? Si, non siamo coppia. Non lo siamo mai stati in realtà. E’ stata tutta una grossa incomprensione. Siamo solo conoscenti, davvero- beh, a volte siamo nemici e si, okay, a volte siamo amici. Ma non c’è niente di romantico- cioè assolutamente niente. Nada.” Alzò lo sguardo verso Danny che lo stava guardando inespressivo. “ Quindi non ci sarà bisogno di fare, sai, chiacchierate riguardo a certe cose. Non mi servono consigli.” 
 
Danny lo guardò con una faccia sconsolata. Si avvicinò per dargli una pacca di conforto sulla spalla, il che era un po' esagerato “Stiles,” disse piano, “Puoi ammetterlo, sai. Non è niente di cui vergognarsi.”
 
Stiles avrebbe voluto prendersi a randellate da solo. “No, sto dicendo la verità. E’ tutto un grosso pettegolezzo.” 
 
“Non cercare di nasconderlo.” gli rispose Danny. “Ti ho visto con lui, ricordi? Anche quando mi hai detto che era tuo cugino me ne ero comunque accorto.” 
 
“Danny,” si lamentò Stiles, “Seriamente, siamo solo amici.” 
 
Danny gli diede una pacca sulla spalla, “Poi migliora.” disse sincero “Tieni duro.” 
 
Stiles emise un lungo e profondo sospiro.
 
 
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Stiles trovò Lydia in biblioteca, la testa nascosta dietro un libro e una ciocca di capelli arrotolata attorno a un dito. Stava voltando una pagina quando il ragazzo scivolò nel posto di fronte a lei.
 
“Stiles” disse fredda, a mo’ di saluto “Stai cercando qualcosa?”
 
“Riguardo all’ appuntamento di studio,” cominciò, guadagnandosi un grugnito da parte di Lydia, “La tua unica opposizione era perché io e Derek staremmo uscendo insieme? Perché è una schifosa bugia, davvero. Un’enorme incomprensione. ”
 
Lydia sbuffò e sollevò gli occhi dal libro. Li puntò su Stiles e lui la fissò. Lei lo fissò a sua volta, quasi come se lo stesse studiando, cercando qualche fatua imprecisione.
 
“Quindi che ne dici di quell’appuntamento di studio?” domandò dopo un po’, quando l’ispezione cominciava a farlo sentire a disagio.
 
“Quella non era la mia unica obiezione.” rispose, ritornando al suo libro.
 
“Ouch!” sibilò Stiles, portandosi una mano al petto come se gli avessero sparato, “Così mi ferisce, signorina.” 
 
Nonostante quella risposta alquanto negativa riguardo all’appuntamento di studio - al quale ancora non aveva rinunciato- Stiles non aveva perso le speranze. Lydia era un genio quindi, ovviamente, era in grado di capire quando Stiles era sincero.
 
Esitando, come se avesse quasi deciso di non dirlo, Lydia disse, “Stiles, sai, tutta questa cosa da cucciolo innamorato che hai per me? E’ adorabile e molto lusinghiero, ma non è reale. Lo sappiamo entrambi.” 
 
Stiles sentì il proprio sorriso svanire. Lydia lo aveva raramente notato, per non parlare dei suoi sentimenti, sentirla respingerli così apertamente fu come ricevere una secchiata d’acqua gelida.
 
“Ora, questa cosa che hai con Derek?” continuò e Stiles emise un forte sospiro, spostando lo sguardo dal piano del tavolo, alle proprie unghie, “E’ qualcosa di importante. Degno di essere inseguito. Non dovresti voltargli le spalle, non per me. Per nessuno.” 
 
“Veramente,” disse con una voce che veniva direttamente dal suo cuore, “Non stiamo insieme.” 
La guardò e gli fece male il cuore vedendo l’espressione comprensiva che aveva dipinta in volto.
“E’ solo un pettegolezzo. Non so nemmeno come sia cominciato.” 
 
“Tutti i pettegolezzi devono cominciare da qualcosa.” rispose Lydia gentilmente.
 
“Ma tu mi credi, vero?” chiese Stiles. “Mi credi quando dico che non esco con lui?” 
 
Lydia lo guardò di nuovo, gli occhi verdi che cercavano i suoi. “Per ora.” mormorò. 
 
“E questo cosa vorrebbe dire?” si lamentò, abbandonando la testa nelle mani e lasciando 
cadere le spalle.
 
“Devo andare.” rispose Lydia , mentre cominciava a raccogliere le proprie cose.
 “Ci vediamo a chimica.” 
 
Stiles sollevò la testa e la guardò allontanarsi. “Sei sicura di non voler studiare con me?
 Porto gli snack!” 
 
Lo guardò da sopra la spalla e Stiles fu quasi sicuro di averla vista sorridere.
 
 
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“Ne hai parlato con Derek?” Scott domandò a Stiles, mentre si allacciava le scarpe, il piede appoggiato alla panca dello spogliatoio.
 
“Sì,” borbottò Stiles, chiudendo l’armadietto e allungando le braccia verso l’altro. “E mi ha anche fatto sentire il messaggio che gli hai lasciato in segreteria.” 
 
“Non ho intenzione di scusarmi.” gli disse Scott sorridendo, “E’ mio dovere di migliore amico minacciare i tuoi interessi amorosi nel caso ti facessero del male.” 
 
“A parte il fatto che lui non è il mio interesse amoroso.”   Scattò. Decisamente non esaminò il modo in cui il suo stomaco si era contorto alla parola amoroso. No, non lo avrebbe nemmeno ammesso.
 
“In quel momento credevo lo fosse,” continuò Scott e strinse i lacci prima di alzarsi e stiracchiarsi. “Ma comunque, cosa ha risposto quando gliel’hai detto? Come l’ha presa?” 
 
“Mi ha detto che non è un gran problema. Sostiene che la gente se ne dimenticherà abbastanza presto.” Scosse la testa nervoso e riprese “Chiaramente, non ha contato che Danny fosse così determinato a crederci.”
 
“O metà della scuola, in realtà,” aggiunse Scott. Allo scatto improvviso di Stiles continuò con un tono di compassione “La gente continua a venir da me e chiedermi se è vero.” 
 
Stiles fece una smorfia. “Ovvio che lo fanno,” sospirò. “Sarà meglio che tu dica loro la verità, amico.” 
 
“Certo,” lo rassicurò Scott, un po’ ferito dal dubbio di Stiles. “Ma- sai- è difficile convincere la gente.” 
 
“Se trovo chi ha sparso queste voci gli stacco la testa!” promise Stiles, una nota di isteria nella voce,
“Gli staccherò al testa con una spada arrugginita. Non so bene dove troverò la spada, ma la troverò. Ricorda le mie parole. La farò arrugginire io stesso, se necessario.” 
 
Scott scoppiò a ridere. “Amico sei semplicemente-”
 
“Stilinski!”, esclamò Jackson, intromettendosi e posizionandosi di fronte a Stiles con un’espressione acida in volto. “Come ha fatto un ‘cinque’ come te a mettersi con un ‘otto’ come Derek?” domandò, come se fosse stato imbrogliato dal cassiere del supermercato. 
 
“ Ma che cazzo?” rantolò Stiles. “ Cosa vuol - di cosa diavolo stai parlando?” 
 
Jackson sogghignò.
 
“ Hey chi te lo ha detto prima che tu lo venissi a dire a me?” Chiese Scott a Jackson, ignorando il balbettio di Stiles.
 
Jackson fece un’alzata di spalle in modo sbrigativo “Erica.” Rispose, “Che t’importa?” 
 
“Erica,” Stiles sibilò, cominciando a vedere rosso. “E’ stata lei a cominciare tutto questo.” 
Strinse i pugni.
 
“Amico, ancora non lo sappiamo.” Esclamo Scott mettendo una mano sul petto di Stiles nel tentativo di trattenere il suo istinto omicida.
 
“Voi siete strani forti.” Mormorò Jackson, squadrandoli entrambi con disprezzo.
 
“Per quale motivo stavi parlando con Erica?” domandò Stiles perplesso.
 
“Parliamo ogni tanto” rispose Jackson, sulla difensiva. “Fammi causa.” 
 
“Che cosa ti ha detto? Esattamente?” chiese Scott con interesse. “Riguardo a Stiles e Derek, intendo.”
 
Jackson guardò oltre la propria spalla come se si fosse stancato della conversazione. Si voltò di nuovo verso Stiles e sogghignò. “Ha detto che hai passato la notte a casa Hale, questo fine settimana. Sei tornato a casa con gli stessi vestiti del giorno prima.” Si voltò per poi allontanarsi, concedendo loro un ultimo ghigno veloce prima di lasciare la stanza.
 
“E’ stato Isaac.” disse Stiles a denti stretti, allungando il collo per esaminare la stanza alla ricerca del ragazzo, “Isaac è l’unico che poteva saperlo.” 
 
“Aspetta,” disse Scott, stando in piedi immobile, mentre Stiles vagava per la stanza vuota come se fosse convinto di poter trovare Isaac nascosto sotto qualche salvietta abbandonata, “Mi stai dicendo che sei seriamente rimasto al loft di Derek?”
 
“Si ma non per quello”, rispose Stiles seccamente, irritato. “Mi sono addormentato sul suo divano. Un ragazzo non può fare un pisolino veloce sul divano di un altro, senza essere accusato di avere una relazione con lui? A cosa si è ridotto questo mondo?”
 
Scott non cedette. “Ma perché eri lì ,tanto per cominciare? Semplicemente…non ha senso.” 
 
Stiles alzò le mani al cielo, esasperato, per poi lasciarle ricadere con un sospiro, emettendo un suono strozzato.
 
Scott inclinò la testa di lato, “Quella era un scrollata di spalle? Che vuol dire?”
 
“Sono stato in biblioteca fino all’ora di chiusura, a cercare roba per lui, “ rispose Stiles, e si, okay, poteva sentire il calore farsi strada sul viso, ma non significava niente. “Quando sono andato da lui per dirgli quello che avevo scoperto, semplicemente, ero stanco, e lui ha un divano molto comodo. Mi sono solo addormentato.” scrollò le spalle sulla difensiva, ignorando il sorriso compiaciuto di Scott. “Quando mi sono svegliato, era mattina. E’ tutto.” 
 
“Sei sicuro che non  uscite insieme?” chiese Scott prendendolo in giro e Stiles lo guardò storto finché non fece finta di chiedersi la bocca con una cerniera.
 
“Andiamo,”  brontolò Stiles, “Il Coach ci spella vivi se non ci sbrighiamo.” 
 
Mentre la squadra correva intorno al campo e faceva i soliti esercizi di stretching, Stiles mantenne la propria attenzione concentrata su Isaac. Il ragazzo era totalmente ignaro, troppo impegnato a fare riscaldamento e correre per accorgersi che Stiles lo stava pugnalando con lo sguardo. Ci vollero quaranta minuti prima che Stiles riuscisse a trovarsi dietro ad Isaac in fila per i tiri di allenamento.
 
“Stiles, amico, congratu-” 
 
“Non dirlo nemmeno,” lo avvisò Stiles, scrutandolo in cagnesco con uno sguardo degno di Derek Hale. “Non - dirlo - nemmeno.” 
 
“Ohhhhhhkay,” rispose Isaac lentamente, a disagio ma, nonostante tutto, divertito. “C’è qualcosa che non va?” 
 
“Sono soltanto un tantino disturbato dal fatto che l’intera città pensi che io e Derek siamo una coppia, quando non lo siamo affatto,” sibilò Stiles e il sorriso di Isaac svanì.
 
“Oh,” disse debolmente. Sentiva il peso dello sguardo di Stiles su di sé, “Io, ehm, io non lo sapevo.” 
 
“Hai detto a Erica che stiamo insieme?” gli domandò immediatamente Stiles, sentendosi come un detective durante un interrogatorio.
 
“Amico, non direi mai ad Erica un segreto simile,” lo rassicurò Isaac, mimando una croce sul cuore come giuramento, “È la più grande pettegola da questa parte dell’equatore.”
 
“Allora…?” 
 
“L’ho solo detto a Boyd.” 
 
Gli occhi di Stiles si strinsero fino a formare due pericolose fessure. “E Boyd lo ha detto a lei, immagino.” Si spostò di lato e guardò avanti nella fila dove Boyd stava aspettando il suo turno per tirare. Avrebbe voluto lanciargli qualcosa. Boyd probabilmente stava ascoltando la loro conversazione, ridendo tra sé, quel bastardo.
 
“Non avevo realizzato che si sarebbe sparso così.” mormorò piano Isaac. Aveva la decenza di sembrare vergognarsene. Stiles decise che forse avrebbe lasciato la decapitazione con la spada arrugginita per un altro giorno.
 
“Si è decisamente sparso.” brontolò Stiles, “Adesso tutti ci credono.” 
Avrebbe volentieri incrociato le braccia e messo il broncio, ma aveva una reputazione da proteggere.
 
“Quindi mi stai dicendo che, seriamente, non sei il suo ragazzo?” chiese Isaac, con le sopracciglia sollevate per l’incredulità. Il cuore si Stiles sobbalzò un po’ alla parola ragazzo- gli sembrava così incredibilmente personale, molto più di quanto non lo sembrassero le parole uscire, coppia o relazione. 
 
Ebbe un’improvvisa, breve fantasia - vide Derek come suo ragazzo. Derek che gli teneva la mano, Derek che lo baciava, Derek che passava del tempo da solo con lui, Derek che gli parlava.
 
Il cuore di Stiles perse un colpo e si schiarì la gola, scartando quei pensieri per quello che erano - pensieri.
 
“Non esco con lui, lo giuro. Croce sul cuore e che io possa morire.” disse piano, ed entrambi cercarono di ignorare il rossore che gli colorò il volto.
 
Avanzarono, avvicinandosi alla testa della fila.
 
“Amico, vi ho visti tutti e due addormentati su quel dannato divano.” disse Isaac in un basso sussurro. “La tua testa era sulla sua spalla, Stiles.”
 
“Mi piace accoccolarmi contro le persone.” urlò. “E’ diventato un crimine?” 
 
Isaac scoppiò a ridere, un sorriso a trentadue denti. “Mi dispiace, amico,” gli disse.
Raggiunsero i primi posti della fila e ora era il turno di Isaac di tirare.
“Ma, hey, solo perché tu lo sappia,” mormorò avvicinandosi, “Ho visto il modo in cui ti guarda.” 
Si infilò il casco con un ultimo sorriso e scattò in avanti per tirare.
 
Stiles dondolò sul posto instabile, all’improvviso non più così sicuro di sé.
 
 
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“Non sarei così arrabbiato se solo me lo avessi detto prima.” disse suo padre durante la cena e Stiles  alzò gli occhi al cielo.
 
“Non c’è niente da dire,” continuò imperterrito. “Quante volte dovrò ripeterlo prima 
che tu mi creda?” 
 
Suo padre prese un lungo sorso dal proprio bicchiere.
 
 
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“Te lo giuro, Danny, non esco con lui.” lo implorò stiles , in un basso sussurro durante storia.
 
“S, si.” mormorò Danny e sogghignò. 
 
“Stilinski, Mahealani, c’è qualcosa che volete condividere con la classe?” Chiese il signor Harrigan dal fondo della stanza. Tutte le teste si voltarono a fissarli.
 
“Solo che non esco con Derek Hale, e qualunque cosa abbiate sentito al riguardo è falsa.” annunciò Stiles.
 
Il signor Harrigan sbatté le palpebre esterrefatto. Nella stanza esplose un chiacchiericcio sommesso.
 
“Come ti pare.” disse Danny e Stiles emise un lamento soffocato. 
 
 
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Stiles osservò il suo pranzo con una smorfia, a disagio, e lasciò andare un sospiro. “Perché tutti trovano così difficile credere che non esco con quel dannato Derek Hale?” chiese triste.
 
“Forse dovresti seriamente pensarci.” Suggerì Allison con voce gentile.
 
Stiles la ignorò.
 
 
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Era un sabato quando Stiles realizzò che stava impazzendo. Non aveva visto i suoi amici fuori dalla scuola per un’intera settimana e se avesse studiato un secondo di più gli sarebbe esploso il cervello. Suo padre, che avrebbe lavorato nel weekend, aveva fatto l’impensabile e gli aveva staccato internet prima di andarsene quella mattina, privando così la vita di Stiles di qualunque significato.
 
Non si era mai annoiato così tanto. Tutto quello che gli era rimasto da fare era pensare.
 
Si sentiva come se avesse speso la parte migliore della settimana stando in piedi sull’orlo di un’enorme precipizio. Poteva sentire il terreno sgretolarsi sotto ai piedi, il corpo teso per la caduta. Era inevitabile.
 
Deglutì, sperando che i nodi alla gola e allo stomaco si allentassero per poi scomparire. Gli arti erano tesi e non riusciva a smettere di mordicchiarsi il labbro inferiore. Si mise a fissare il soffitto e, completamente indesiderato, gli tornò alla mente il pensiero di Derek che entrava dalla sua finestra. Ricordò il calore di Derek accanto a lui sul divano, ricordò il modo in cui Derek a volte lo fissava, il modo in cui lo faceva sentire.
 
“Cazzo,” sussurrò rotolando giù dal letto e afferrando le chiavi sul comodino. 
“Cazzo, che sto facendo?” 
 
Gli tremavano le mani mentre infilava la chiave e faceva partire la Jeep, il suo cuore batteva impazzito mentre usciva dal vialetto. Fu solo quando si ritrovò a metà strada per attraversare la città che si ricordò di essere in punizione, ma a quel punto non riusciva a preoccuparsene.
 
Quando arrivò al loft di Derek era sia nervoso che arrabbiato e non era sicuro del perché.
Prese brevi e bruschi respiri mentre si avvicinava alla porta e non ebbe nemmeno il tempo di allungare la mano e bussare che la stessa si spalancò con un forte cigolio.
 
“Ti ho sentito arrivare.” disse Derek. Guardò Stiles, circospetto ma curioso, come se fosse allo stesso tempo preoccupato ed eccitato che fosse comparso. 
“Entra,” disse, facendo segno a Stiles di avanzare e chiudendo la porta dietro di sé.
 
Stiles si guardò attorno, come se fosse la prima volta. Il loft era spoglio e con un design industriale e gli era sempre sembrato un po’ troppo freddo. Il ragazzo si chiese cosa avesse Derek contro le case calde e accoglienti. Sarebbe stato così terribile per lui vivere in un quartiere residenziale come la gente normale?
 
Derek se ne stava da una parte e Stiles sapeva che lo stava osservando. Aveva la sensazione che il licantropo lo stesse aspettando – che lo aspettasse da tanto tempo e che avrebbe aspettato anche di più, se fosse stato necessario.
 
“La gente pensa ancora che stiamo insieme.” disse Stiles, sedendosi sul bracciolo del divano di Derek, “Non mi credono quando dico loro la verità.” 
 
Derek si avvicinò lentamente. La sua testa era leggermente piegata verso sinistra quando guardò Stiles e chiese, “Perché non ti credono?” 
 
Stiles stava per scrollare le spalle, ma si bloccò.
 
Sbatté le palpebre, si umettò le labbra e disse, “Forse perché litighiamo tutto il tempo.” 
 
“Davvero?” domandò Derek.
 
“Qualche volta,” rispose Stiles. “E poi c’è sempre questa- questa tensione tra di noi.” 
E poté sentirla crepitare tra di loro anche in quel momento, come un cavo dell’alta tensione che manda scintille nel freddo. 
 
Derek lo guardò con gli occhi scuri, interessato.
 
Lo stomaco di Stiles fece le capriole e ripensò al terreno che si sgretolava sotto i suoi piedi, alla caduta inevitabile.
 
“E forse perché mi guardi in quel modo.” disse ingenuamente, mentre si sforzava di guardare Derek negli occhi, sfidandolo. 
 
“E…?” chiese Derek, avvicinandosi di un altro passo, gli occhi che bruciavano con la stessa intensità, trapassandolo.
 
“E- e io ti guardo così- e forse perché noi- questo è quello che facciamo.” 
 
Derek adesso era abbastanza vicino da poter essere toccato. Stiles ancora seduto sul bracciolo, doveva allungare il collo per incrociare il suo sguardo, Derek invece lo fissava dall’alto. I suoi occhi erano scuri, e il petto di Stiles sobbalzò. La sensazione nel suo stomaco raggiunse il massimo. 
 
Stiles si alzò in piedi, sentendosi sorprendentemente stabile. Guardò Derek direttamente negli occhi e lui lo fissò a sua volta. Era talmente vicino da essere tutto ciò che Stiles riusciva a vedere. 
Tutto quello a cui Stiles riusciva a pensare. 
 
“Forse hanno ragione.” Esalò Derek. 
 
“Dio, spero di sì.” Sussurrò, e poi incontrò la bocca di Derek con la propria.
 
Le labbra di Derek erano soffici e calde e la sua barba corta sfregava contro la pelle di Stiles che gemette. Il ragazzo portò una mano appena sotto la mascella di Stiles, che si spinse il più possibile contro il corpo dell’altro. Derek schiuse le labbra , approfondendo il bacio, emettendo un gemito roco e profondo. Dei brividi rotolarono giù per la schiena di Stiles.
 
Si allontanarono a corto di respiro. Stiles aveva il volto bollente e poteva sentire il proprio sangue scorrere nelle orecchie come un tuono. Sapeva che poteva sentirlo anche Derek.
 
“Stiles,” mormorò Derek, così vicino da sfiorare le labbra dell’altro con le proprie. Sembrava voler dire qualcosa, ma le parole non arrivarono.
 
Stiles posò le mani sul petto di Derek, elettrizzato nel realizzare che poteva, che gli era permesso toccarlo. Sentì il battito di Derek accelerare sotto i propri palmi, nascondendo un sorriso nell’incavo della sua mascella.
 
Derek portò un braccio dietro la sua schiena, unendo i loro corpi, e Stiles piegò indietro la testa per poterlo guardare negli occhi.
 
“ Questo è - noi- ?”  si zittì, non volendo completare la frase.
 
Poté distinguere tutte le singole ciglia, quando Derek sbatté le palpebre e disse, “ Se lo vuoi.” 
 
“ Lo voglio!”  rispose immediatamente Stiles. Si mantenne impossibilmente vicino a lui, assorbendo il calore che emanava e crogiolandosi nella sensazione di quanto fosse forte, di quanto potesse spingersi addosso a lui e rimbalzare indietro. Premette le loro fronti insieme, “Lo voglio, lo voglio, lo voglio.” 
 
Derek rise piano, Stiles sentì la risata riverberarsi tra di loro e soffiare contro le proprie labbra. 
 
“Non ho mai avuto un ragazzo prima d’ora,” mormorò ad occhi chiusi, volendo assicurarsi che Derek sapesse in cosa si stava cacciando. “Nemmeno una ragazza, in realtà.” 
 
“Io ho avuto una ragazza, una volta,” Derek gli disse piano e Stiles sapeva di chi stava parlando e cosa intendesse. Portò una mano sulla guancia di Derek per poi far scorrere dolcemente il pollice sul suo zigomo. Sperava che quel piccolo gesto dicesse tutto quello che non riusciva a esprimere a parole.  Derek sospirò e i loro nasi si sfiorarono. 
 
Stiles si avvicinò e lo baciò, questa volta fu più profondo, più semplice e più divertente. Tenne la mano sulla guancia di Derek e quando lui fece scontrare le loro lingue , Stiles rabbrividì. 
 
Si staccarono e Derek fece scorrere una mano lungo il braccio del ragazzino, semplicemente toccandolo.
 
“Non so se te ne sei accorto,” mormorò Derek , una punta di imbarazzo nascosta nella voce, ”Ma ho voluto toccarti così, fina dal primo momento che ci siamo visti e tu hai iniziato a parlare.” 
 
Stiles arrossì e schiuse le labbra a corto di fiato. “Avresti dovuto muoverti prima, allora.” 
 
“E’ quello che sto realizzando solo adesso.” sussurrò Derek e Stiles sorrise contro la sua pelle. 
 
 
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Qualche ora più tardi con Isaac che incombeva su di lui , dal lato del divano su cui era accoccolato.
 
“Bene, bene, bene,” disse Isaac allegramente, “Che cosa abbiamo qui?” 
 
Stiles emise un lamento, nascondendo il viso sul petto di Derek che russava. 
 
“Lascerò che sia tu a dare la notizia questa volta.” disse Isaac mentre si allontanava e Stiles gli concesse un sorriso assonnato. 








N.d.T :   Hola gente! XD Ultimamente sono fissata con Teen Wolf  e ovviamente con lo Sterek. Chi non adora Stiles e quel grumpywolf di Derek?
Tradurre questa fic è stato un po' complicato, primo perchè faceva un caldo assurdo e secondo per la quantità di discorso diretto e modi di dire presenti nella storia. Se trovate frasi senza senso , o non capite alcune espressioni ditemelo e vedrò di sistemarle. 

Un ringraziamento speciale va a TheCatUnderTheSofa  che ha betato tutte e quante le 6000+ parole, e ha sopportato tutti  i miei scleri su come tradurre o meno certe espressioni XD 

Spero che la storia vi piaccia, probabilmente , molto presto ne posterò altre due. 

Baci -A.
  
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