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Autore: itslarryslove    22/08/2013    1 recensioni
«In quella stretta viuzza gli alberi spogli sui lati della strada gli trasmettevano inquietudine. Notava di come la morte fosse costantemente attorno a lui e lo richiamasse. La morte è sempre stata presente nelle sua vita, è sempre stata vicino a lui, tanto da sfiorarlo, ma mai da catturarlo.. mai fino ad ora. Non l'aveva mai notata prima, non ci aveva mai fatto davvero caso. Ora ne era dentro.»
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I survive because of you.

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(Ringrazio infinitamente quella santa di Purps che anche nel cuore della notte riesce a comprendere e soddisfare gli ambigui gusti grafici della qui presente. Ti amo.)
 
 

Louis Tomlinson è sempre stato forte, coraggioso e disposto a sacrificarsi pur di preservare il suo amato Harry Styles da un possibile dolore, da qualsiasi sofferenza. 

Forse proprio per questo il più piccolo non è mai stato abituato a farsi valere, c'era sempre Louis a combattere. 
Louis è sempre stato quello che si faceva valere e rispondeva ai limiti sempre più oppressivi dei management.
 
Ma in questa storia, Louis crolla.
Non riuscirà a mantenere la grinta necessaria per continuare. Harry dovrà salvarlo da sé stesso.
Dovrà dimostrare la forza di volontà che raramente ha dimostrato d'avere, dovrà sistemare la situazione per entrambi. Toccherà a lui, questa volta, essere la roccia su cui contare.
La vita di Louis cambierà e tutto insieme a lui.
Ce la farà Harry a mantenere in Louis una piccola traccia di speranza?

***


"Non potete sedervi vicini!" "Harry, allontanati da Louis!" "Louis! Non parlare con Harry!" "Giratevi! Non guardatevi negli occhi!" "Non parlatevi mentre fate interviste!" "Mantenete le distanze!" "Basta! Non dovete dare sospetti!" ecco quello che Louis Tomlinson e Harry Styles erano costretti a sentirsi dire ogni giorno della loro vita. Una battagli persa, insomma. Un insieme di divieti e ordini che gli impedivano ogni volta di vivere il loro amore come loro volevano.
Ormai era diventata abitudine, si sentivano dire queste cose e obbedivano agli ordini, ma allo stesso tempo il loro sorriso era sparito.

Avevano chiuso i loro cuori in delle gabbie strette, sempre pronte stringersi provocando fitte dolorosissime. "Sembrano diventati estranei" questo è quello che quasi tutto il fandom captava dai loro comportanti e i management erano soddisfatti, riuscivano a spegnere tutte quelle voci e le ragazze che appena si azzardavano a sostenere i Larry, così veniva chiamata la loro coppia, venivano attaccate in massa.


"Louis! Smettila di fissare Harry! Stop! Questa parte va tagliata!" a quest'ennesimo richiamo urlato con severità, Harry abbassò lo sguardo a terra e il sorriso che lo sguardo di Louis gli aveva provocato, sparì.

Era doloroso venire messi a tacere in questo modo, non essere più liberi di manifestare i propri sentimenti e fingere, fingere, fingere tutto il tempo.
Stava diventando davvero troppo pesante per entrambi.

"No! Non smetterò di guardarlo!" Louis riuscì a prendere forza e a rispondere.

"Forse non avete capito bene. Gli ordini li diamo noi. Basta fissarvi, pensate all'intervista." fu la risposta.

"E invece continuerò a fissarlo, proprio così. È bellissimo, è il mio ragazzo e posso fissarlo quanto voglio!"

"Quante volte devo ripetervi che non potete atteggiarvi come fidanzatini dichiarati davanti alle telecamere?! Non lo avete ancora capito? Tutto questo è per il bene della band! Potrebbe andare tutto a rotoli con la vostra storia, volete mettere tutto a rischio? No? Bene, allora basta imporvi. Pensate a lavorare."

Zayn, Niall e Liam non riuscivano mai a prendere una vera posizione in questi litigi, spostavano i loro sguardi, si fermavano a fissare il vuoto in silenzio. Quante volte avevano assistito a queste discussioni? Troppe.
E ogni volta pareva la peggiore. Erano sicuri che sarebbero arrivati alle mani, uno di questi giorni.

"Potete scordarvelo! Mi sono stancato di voi! Mi sono stancato di tutto questo!"

"Se preferisci che le cose vadano così, pubblicheremo l'intervista con voi che vi guardate, ma domani un appuntamento e una cena romantica con Eleanor non te la toglie nessuno!"

Harry a questa frase cominciò a piangere, sempre in silenzio. Appena Louis notò la sua reazione, si sentì in colpa e fu invaso dalla rabbia e dal dolore. Tanto da avvicinarsi minacciosamente al manager pronto a prenderlo a pugni, ma i suoi compagni lo fermarono, mentre Harry era lì, immobile, non riusciva a fare niente, non più ormai.

"Stronzi! Questa è una minaccia?! Sappiate che allora anche io arriverò alle minacce! Se non posso amare il mio ragazzo, anzi, devo peggiorare le cose.. allora questa è la fine!" si liberò dalla presa con violenza ed uscì sbattendo la porta degli studi.

Fine? A quale fine si riferiva? Alla fine con Harry? Alla sua fine nella band? No... Louis si riferiva ad una fine peggiore.

"State tranquilli, tornerà! Lui non è nessuno senza di noi!" l'ultima parte della frase fu urlata, tanto da voler farla sentire anche a Louis che si allontanava sempre di più.

Louis non aveva, però, in programma di tornare. Era un bel po' di tempo che pensava di farla finita, di mollare una volta per tutte. Più volte aveva pensato al dove, al come, al quando togliersi la vita.
Si faceva continuamente dei film mentali dove lui se ne andava per sempre. A come tutto, a suo avviso, potesse essere migliore senza la sua presenza.
Pensava di peggiorare le cose solo esistendo, di non far altro che lottare per il bene e provocare male a tutti. E lui non voleva questo, non l'aveva mai voluto, ma da tempo nella sua mente vagava questa convinzione. Si sentiva la persona capace di distruggere chiunque e si colpevolizzava appena veniva nominata Eleanor nelle vicinanze di Harry, le sue reazioni lo facevano sentire sempre peggio. Ormai aveva quasi deciso, si stava arrendendo.
Preferiva andarsene che vivere e far vivere gli altri in quel modo.
Aveva cominciato a camminare, senza una meta precisa, senza un limite di tempo.
Poteva quasi mettere il cervello in pausa, erano pur sempre le strade della sua vecchia Doncaster, le conosceva bene.

Louis camminava lentamente nelle vecchie stradine di quel quartiere, mentre tornavano nella sua mente una valanga di ricordi.
Si ricordava come correva felice da bambino per quelle vie, dirigendosi a quel parchetto qualche chilometro più avanti. Ora però non c'era quel bambino, c'era un uomo che camminava trattenendo il dolore, il quale sembrava pronto ad esplodere ogni secondo.
Camminava con estrema lentezza, facendo numerosissime pause e nascondendosi appena passava qualcuno.
Non rispondeva alle chiamate da qualche ora, chissà cosa stavano pensando i suoi cari, chissà come stava Harry. Una domanda che occupava la sua mente di continuo.
Ormai non sapeva più cosa stava facendo, chi era, perché le cose erano andate così. Aveva perso il controllo.
In quella stretta viuzza gli alberi spogli sui lati della strada gli trasmettevano inquietudine. Notava di come la morte fosse costantemente attorno a lui e lo richiamasse. La morte è sempre stata presente nelle sua vita, è sempre stata vicino a lui, tanto da sfiorarlo, ma mai da catturarlo.. mai fino ad ora. Non l'aveva mai notata prima, non ci aveva mai fatto davvero caso. Ora ne era dentro.
Quella sfilza di alberi lo attiravano, cominciava a fissarli senza distaccare lo sguardo e ad un certo punto i suoi occhi iniziarono a lacrimare.
Il gelido vento invernale lo fece rabbrividire e riuscì a riscuoterlo da quello stato di trance.
Quel leggero soffio di vento lo fece tremare e lui si rannicchiò il più possibile stretto nel suo cappotto. Eppure il caldo non tornava. Si sentiva freddo, dentro.
Forse essere stato così vicino al pensiero di morire, gli aveva spento qualcosa. Quella lotta senza fine lo aveva prosciugato sempre di più, fino a togliergli tutto, perfino il suo stesso sorriso. Tutto ciò che gli rimaneva era Harry e lo faceva soffrire. Era sicuro di essere la causa della rovina del suo amato, da sempre. Quando invece, lui era la forza che lo manteneva in vita.
Si sentiva in colpa, era un dolore atroce che lo avvolgeva di continuo. Era convinto che sparendo, tutto questo dolore sarebbe finito, prima o poi Harry avrebbe potuto trovare la persona giusta, quella che meritava davvero di stare al suo fianco e allora avrebbe potuto stare bene. Perché d'altronde era questo quello che Louis voleva: che Harry fosse felice. Solo, non sapeva più che l'unica persona che poteva farlo stare bene.. era proprio Louis.
Riuscì a riprendersi quanto bastava per riconoscere quel parchetto così importante per la sua infanzia. Si divertiva molto lì, rideva, giocava. Stavolta però, travolto dai suoi pensieri si sedette su una panchina, portò le mani sul volto tanto da coprirlo e cominciò a piangere, non riuscendo più a smettere.

Ormai era lì, che poteva fare, tirarsi indietro? Voleva davvero togliersi di mezzo, ma come? La sua mente era invasa da un numero esorbitanti di pensieri di diverso tipo e, impulsivamente, preso dalla confusione, ancora prima che ci avesse potuto porre la giusta attenzione, Louis decise di scrivere ad Harry. Anche se non riusciva più a formulare un pensiero di senso compiuto. Sembravano un ammasso di parole scritte senza formare un vero e proprio discorso, ad ogni modo, anche quelle parole piene di confusione e tristezza riuscivano a trasmettere il significato. Con le mani tremanti, il maggiore indirizzò il messaggio ad Harry e premette sul tasto invio.

'Io.. mi dispiace amore. Non volevo arrivare a questo.
Sono davvero.. sto male, scusa. Vedrai che tutto questo finirà.
Io ho deciso di scegliere. Io ho scelto di cambiare tutto,
cambierò la mia vita.
Spero di poterti incontrare un giorno, ancora da qualche parte.
Sono in lacrime, ma sorrido pensando a te.
Grazie per tutto quello che hai fatto.
Sei l'amore della mia vita.
Scusami per tutto. Ti amo, lo giuro.
Addio. Sempre tuo,

Louis x'

 

Una volta che il telefono di Louis comunicò il corretto compimento dell'invio, la sua mente fu invasa da così tante informazioni che lasciò cadere la testa all'indietro di peso, senza farci caso.

Harry avrebbe capito cosa intendeva Louis? Sarebbe stato male all'inizio? Come avrebbe reagito? Doveva scrivere a qualcun altro? Stava sbagliando qualcosa? Non sapeva più darsi una risposta nella quale credere fermamente. Agiva istintivamente. Tutto quel dolore gli faceva pulsare la testa e lo faceva reagire di conseguenza.
Pensava sempre più attentamente a come uccidersi, avrebbe potuto buttarsi sotto una macchina, avrebbe potuto prendere tutti gli anti-depressivi contenuti in una scatola nella tasca del suo cappotto, avrebbe potuto tagliarsi e morire dissanguato. Poteva fare davvero tante cose, ma sembrava paralizzato, forse era la paura, forse era ancora quel briciolo di speranza che gli era rimasta, forse qualcos'altro.
Seduto su quella gelida panchina, fermo, osservava ogni minimo dettagli attorno a lui e lasciava la mente vagare liberamente. Era passata un'eternità dall'ultima volta in cui se l'era permesso.



Mentre Louis camminava per le vie della sua città, Harry usava il telefono di Zayn per chiamarlo appena venivano concesse delle pause.

"Rispondi.. rispondi.." farfugliava Harry sottovoce non avvertendo una risposta dal suo ragazzo.

"Cazzo!" esclamava irritato appena partiva la segreteria telefonica per almeno la decima volta di fila.

"Harry, stai calmo.. forse non risponde perché vede il mio numero e vuole sentire solo te. Dov'è il tuo telefono?" gli chiese Zayn cercando di tranquillizzarlo.

"L'ho dimenticato a casa, Louis mi aveva ricordato di prenderlo, ma sono il solito distratto e l'ho lasciato sulla scrivania.." rispose Harry poggiando la mani sulle tempie.

Arrivò il manager e i ragazzi smisero di parlare, abbassando lo sguardo.

"Avete notizie di Tomlinson?" chiese indifferentemente.

Harry in un primo momento voltò lo sguardo, non aveva mai affrontato davvero i manager, ci pensava sempre Louis.

"Allora? Qualcuno sa dov'è?!" chiese innervosito, non tanto perché gli importasse dove fosse, ma più per il fatto che non avrebbero potuto terminare l'intervista senza.

Zayn, Niall e Liam temporeggiavano, volevano che fosse Harry a reagire.
Il ragazzo conficcò le dita nella poltrona sulla quale era seduto per poi alzarsi in piedi di scatto.

"No! Non sappiamo dove sia ed è solamente colpa vostra!" ringhiò finalmente Harry dando una spinta a quell'ometto dall'aria severa e di una freddezza micidiale posto davanti a lui.

"Ragazzino, pensa due volte prima di parlare e di fare cose per le quali ti potresti pentire! Siete voi il problema e se il tuo fidanzato non accetta la cosa, sono fatti suoi. Devo ricordarti che ci vanno di mezzo tutti?! Smettila di piagnucolare e fate qualcosa di produttivo" urlò minacciosamente.

"Non dovete nemmeno più permettervi! Lei e i suoi colleghi dovete rendervi conto del male che state facendo! Louis sta soffrendo! Non posso lasciare che voi gli facciate tutto quello che volete! Io mollo, non vi sopporto più! Per me siete tutti morti!" urlò Harry estremamente innervosito dalle parole del manager.

Senza pensarci due volte, uscì sbattendo la porta, proprio come aveva fatto Louis.
La rabbia lo condusse nella casa che condivideva ancora col suo amato di nascosto.
Era talmente irritato da quella faccenda che non riusciva nemmeno ad infilare le chiavi nella serratura, ma appena ci riuscì corse in casa. Rimase deluso non scorgendo Louis in nessuna stanza, allora si scagliò contro il suo telefono.
Prima che potesse ancora schiacciare il tasto delle chiamate rapide, appena sbloccò lo schermo, intravide la scritta 'Hai ricevuto un nuovo messaggio'. Osservò il mittente e il suo cuore si bloccò, era di Louis.
I suoi occhi morivano dalla voglia di leggere, ma la paura rallentò il tutto.
Lette quelle parole, Harry sentì delle fortissime fitte alla testa e la stanza gli parve cominciare a girare.
Il suo cuore sembrò aver perso un battito, dovette sedersi immediatamente sul bordo del letto per non finire a terra perdendo i sensi.
Delle lacrime in meno di un secondo cominciarono a rigare il suo volto. Voleva reagire, fare qualcosa, correre da qualche parte, cercarlo, chiamare aiuto. Voleva fare tante cose, ma talmente immerso in quel blocco, rimase seduto senza poter far nulla. Si ripeteva di alzarsi e fare qualcosa, qualsiasi cosa, ma non la faceva.
Ad un certo punto si rese conto di poter perdere Louis per davvero, stavolta per sempre.
Allora con le mani tremanti afferrò il telefono che era caduto sulla morbida moquette.
Sbagliando svariate volte a digitare a causa di quel tremore che sembrava intensificarsi sempre di più, dopo numerosi tentativi per calmarsi, chiamò Louis.
Nessuna risposta, di nuovo.
Il battito del riccio stava diventando davvero velocissimo, il suo respiro era diventato un affanno preoccupato, si mise la mano tra i capelli disperato, andando avanti e indietro per la stanza. Chiamando in continuazione Louis, il quale però non rispondeva mai.
Preso quasi dal panico, Harry volette gettarsi a terra per piangere, ma qualcosa lo fermò. Non poteva reagire ancora passivamente alle situazioni, doveva farsi forza e affrontare il tutto. Non si sarebbe perdonato che a causa di questi atteggiamenti, Louis avrebbe potuto andarsene. La sola idea gli trasmetteva una grandissima voglia di morire, di abbandonarsi. Senza Louis, nulla per lui aveva più senso. Sarebbe stato tutto spento.
Ancora una volta, Harry tentò di percepire disperatamente la voce di Louis al di là del telefono.
Ormai era quasi abituato alla delusione, tanto che si aspettò la fredda voce registrata della segreteria telefonica per almeno la trentesima volta.
Stavolta, invece, una debole voce rispose.

"Harry.." sussurrava.

"Louis! Amore della mia vita! Dio! Louis! Louis! Stai bene?! Dove sei?! Dimmelo, vengo subito da te! Amore! Non sai che spavento! Tesoro mio, pensavo di averti perso!" urlava Harry sfogando tutta la sua tensione.

"Harry non posso..." rispose Louis sempre più debolmente, travolto dalle lacrime.

"Dimmi dove sei, ti supplico! Come ti senti?! Che stai facendo?!" chiese Harry preoccupato.

"Voglio darmi una giusta punizione, Harry. Far soffrire l'amore della mia vita è la cosa peggiore del mondo. Non ti dirò dove.. dove sono. Non importa come sto, importa come stai tu..." affermò Louis.

"Cosa stai dicendo?! Non è vero che mi fai soffrire!" urlò sicuro Harry per risposta "Dimmi dove sei!" continuò il giovane, sempre più spaventato.

"Qui da piccolo.. ero sempre così allegro. Tu sei come questo posto per me. Venivo qui e stavo bene. Tu sei il mio posto speciale, ora che sono adulto. Non posso far del male al mio posto speciale.. addio." disse Louis in lacrime, chiudendo la telefonata.

"Louis! Louis!" urlò Harry terrorizzato dall'ultima parola riferitogli.

Anche se tremante a causa dell'agitazione, pensandoci, Louis gli aveva parlato di quel suo posto speciale a Doncaster, un parco. Lo portò lì ad uno dei loro primi appuntamenti ufficiali. Appena gli venne in mente, corse a prendere la macchina per dirigersi sul luogo.
Guidava con estrema fretta, non aveva tempo, un secondo in più poteva essere fatale. Non sapeva cosa stava facendo Louis, in che condizioni era, come stava.
Harry sudava freddo, poche volte nella sua vita era stato così preoccupato.
Appena vide l'entrata del parco, parcheggiò, chiuse la macchina e corse come non mai verso l'entrata.
Una volta solcato quel cancellino, si guardò intorno impaziente, cercava Louis ovunque, ma non lo vide da nessuna parte. Tutto questo aumentava la sua tensione e la sua ansia. Sentiva i suoi battiti in qualsiasi parte del corpo dalla testa ai piedi, proprio come il suo respiro affaticato.
Il suo cuore sussultò quando intravide una figura accovacciata vicino alla panchina, era quasi invisibile, ma Harry aveva un buon occhio e corse subito da quella parte.
Trovò Louis devastato dalle lacrime, pallido come un cadavere, seduto davanti alla panchina mentre nascondeva il suo volto contro le ginocchia.

"Non ti farò del male..." ripeteva di continuo Louis fuori controllo.

"Louis! Louis mi senti?! Ascoltami, ti prego.." continuava a dirgli Harry, scuotendolo.

La situazione era diventata troppo grande anche per lui, decise quindi di chiamare l'ambulanza.
Louis stava davvero male e vederlo in quelle condizioni senza poter far niente, distruggeva Harry secondo dopo secondo.
Prese il telefono dalla tasca e compose il numero cercando aiuto.

"Salve, mi scusi?! Sono Harry Styles! Avrei bisogno immediatamente di qualcuno! La prego, sono qui con Louis Tomlinson! Sta davvero malissimo, è pallido, ha menzionato il suicidio, trema, piange e io non so.. non so più cosa fare! Ho provato a calmarlo, ma non riesco a parlarci! Siamo al Elmfield Park! Vi supplico, sbrigatevi!" cominciò ad urlare Harry preso dal panico.

"Arriviamo subito!" gli riferirono. Appena sentite quelle parole, un peso sullo stomaco di Harry si levò.

Non avendo ancora fatto niente di concreto, si piegò verso di Louis chiamandolo in continuazione per attirare la sua attenzione, ma il maggiore sembrava perso. Non era cosciente.

"Louis.. cerca di essere forte.." sussurrava Harry stringendosi al suo amato.

Dopo pochi minuti un'ambulanza accostò davanti all'ingresso e dei signori accorsero con una barella per prendere Louis. Lo sollevarono di peso e lo legarono stretto.

Quando salirono sull'ambulanza, pronti a chiudere le portiere, Harry li interruppe.

"Devo venire con voi!" urlò interrompendo il tutto.

"Se sei un amico devi recarti da solo all'ospedale!" rispose un signore preso dalla fretta.

"Semplice amico?! No! Sono il fidanzato!" aggiunse Harry, salendo.

Tutti i presenti si scambiarono sguardi scioccati e lo stesso Harry fu sorpreso dal coraggio col quale affermò quelle parole.

"Allora puoi venire.." detto questo, le portiere si chiusero e Louis fu portato in ospedale.

Appena dentro, senza che Harry poté seguirlo, Louis era sparito al di là di una porta.
Il riccio, allora, si sedette su quelle fredde sedie di plastica azzurre per aspettare qualche notizia.

Nessuno gli aveva ancora riferito niente e dopo una mezz'ora d'attesa, cominciò a camminare avanti e indietro. Quando all'improvviso arrivò una telefonata.

"Cosa c'è?!" rispose Harry scocciato.

"Harry.. sono Niall! Volevamo sapere dov'eri!" disse Niall perplesso.

"All'ospedale." continuò freddamente.

"Che ci fai lì?!" chiese Liam allarmato, intromettendosi.

"Louis ha pensato di uccidersi!" rispose Harry scoppiando in lacrime.

"Cosa cazzo?! Arriviamo subito!" urlò Zayn fortemente spaventato.


In poco tempo, i ragazzi raggiunsero Harry all'ospedale e gli andarono incontro.

"Cosa ci siamo persi?!" chiese Zayn ancora teso.

"Ho letto un messaggio dove mi diceva addio.. gli ho telefonato e dopo molto mi ha risposto rimanendo sul vago! Dalle sue.. parole ho capito dov'era e sono corso da lui!" disse Harry in lacrime fiondandosi tra le braccia di Malik per cercare conforto.

"Hey, stai tranquillo.." intervenne Liam, quando lui per primo non era calmo.

"Andrà.. andrà tutto bene, sai che Louis è forte!" aggiunse Niall ammiccandogli un sorriso forzato e palesemente finto.

"E' questo il punto. Lui è forte, lo è stato per troppo tempo, mentre io non ho fatto niente!" urlò singhiozzando Harry morso dai sensi di colpa.

Zayn, Niall e Liam si guardarono, ma non provarono nemmeno a contraddirlo, non ne sarebbero stati capaci. Effettivamente, quello che aveva detto era l'assoluta verità. Lo abbracciarono per dargli coraggio, ma il giovane sembrava solo più devastato.

 

Erano ormai passate un paio d'ore e le condizioni psicologiche di Harry andavano peggiorando, la parola 'distrutto' era quella che si abbinava di più alla sua espressione.
La situazione cambiò appena un'infermiera si avvicinò ai quattro.

"Siete gli amici di Louis Tomlinson?" chiese guardandoli.

Harry ebbe l'impulso di correggerla dicendo "Sono il fidanzato", ma prima che aprisse bocca, si rese conto di quale sensazione era costretto a sopportare Louis giorno dopo giorno. Ogni qual volta era costretto a tacere e a sentirsi rinnegato continuamente. Come riusciva a sentirsi screditato così nel suo ruolo, ma a far finta di niente?
Liam, Zayn e Niall annuirono, Harry era troppo assorto nei suoi pensieri e nelle sue considerazioni. Si stava davvero rendendo conto pian piano di cosa provava Louis.

"Bene.. è stato soggetto ad una crisi depressiva piuttosto importante. Ora la situazione sembra essersi stabilizzata, ma avendo dimostrato questo comportamento anche potenzialmente suicida.." sospirò voltando lo sguardo "..non penso che le cose potranno essere le stesse per lui, d'ora in avanti." terminò.

"Cosa intende?" chiese Liam preoccupato da quelle parole.

"Avendo avuto una crisi del genere è come se avesse sfogato tutto e avesse mostrato il suo disagio psicologico. Non nego però che quando ne avviene una, si possano ripresentare di nuovo, con frequenza sempre maggiore. È difficile che la cosa si concluda qui. Potrebbe aver bisogno di farmaci, aver bisogno di molte più attenzioni e capiterà anche che in alcune ricadute non saprete nemmeno riconoscerlo: sia emotivamente, sia caratterialmente. Si comporterà anche in maniera strana e affermerà o negherà cose, quando in realtà lo farà solo per confusione.. non perché lo intenda davvero. Sarà abbastanza difficile ragazzi, voglio essere onesta." disse l'infermiera con tutta sincerità.

Harry a quelle parole sentiva il suo cuore cedere, ma non sapeva come reagire.

"E' grave come cosa..?" chiese Niall per aver conferma.

"Direi di sì. Poteva andare peggio, ma di sicuro sarà un fatto che lo segnerà molto e segnerà molto anche voi. Mi raccomando, siate coraggiosi.." rispose.

"Possiamo vederlo?" domandò Zayn.

"Certo. Vi avviso che sarà piuttosto turbato e non prendetevela se non parlerà subito, è normale. Non andate in troppi, o almeno, cercate di restare calmi e non confonderlo. Per il resto sì, ora è nella stanza 37 del secondo piano." disse terminando la frase con un leggero sorriso indicando l'ascensore poco distante.

"Grazie.." fu l'unica cosa che riuscì a balbettare Harry alzandosi.

L'infermiera sorrise ancora una volta e scomparve.

"Andate prima voi." affermò Harry con una sicurezza comparsa improvvisamente.

"Sicuro?" chiese Zayn.

"Sì, devo pensare. Non sarei capace adesso.." rispose portando la mano sulla bocca e voltando le spalle agli amici.

"E' comprensibile.." aggiunse Liam.

"Va bene, allora entriamo prima noi.." affermò Niall avvicinandosi all'ascensore.

Premettero sul tasto del secondo piano e Harry ancora non era del tutto cosciente di quello che stava avvenendo.

Appena le porte dell'ascensore si aprirono un lungo corridoio bianco apparve alla loro vista.

Partivano dalla camera 20, perciò osservarono i numerini su ogni porta cercando quel '37' che una parte di loro non avrebbe mai voluto trovare.

"Eccolo!" esclamò Zayn in piedi davanti alla porta.

"Ok..." sospirò pesantemente Niall, entrando.

Harry rimase fuori e cercò di non sentire la voce di Louis per paura di mettersi a piangere, quindi si allontanò di qualche passò, mentre i tre entrarono sforzando un sorriso per infondere sicurezza.

"Hey Louis!" disse Liam con voce quasi felice e tranquilla.

Tomlinson era disteso su quel lettino d'ospedale bianco, la schiena poggiata al cuscino e il suo sguardo fisso verso un solo punto. In una stanza totalmente bianca, fissava il muro senza proferir parola. Senza nemmeno voltarsi per vedere in faccia i suoi compagni di band.

"Sai, ci hai fatto spaventare.." azzardò Zayn avvicinandosi.

"Ora come ti senti..?" continuò Niall.

Erano tutti e tre molto agitati, l'unico calmo pareva essere Louis e non mostrava nessun sentimento, nessuna emozione o interesse. Niente.

"Quel camice azzurro ti dona!" disse Zayn cercando di farlo ridere.

Liam e Niall accennarono un sorriso, Louis sospirò. Non si era ancora voltato.

"Per favore Lou, puoi almeno guardarci?" chiese Niall cercando di attirare l'attenzione.

"Pensi di stare meglio?" chiese Liam ancora.

Passarono dieci minuti in questo modo, mentre Niall, Liam e Zayn cercavano di attirare la sua attenzione con domande, Louis non faceva altro che starsene in silenzio, senza degnarli di uno sguardo.

"Ragazzi, credo sia meglio uscire.. non penso abbia voglia di parlare con noi." disse Zayn avvicinandosi all'uscita.

"Ciao Louis.." lo salutarono in coro chiudendo la porta alle loro spalle.

Sospirarono uno dopo l'altro e cercarono Harry che si era allontanato.

"Com'è andata? Come sta?!" chiese preso dalla curiosità.

"Non è.." stava per rispondere Niall, ma venne interrotto da Liam.

"Devi scoprirlo da solo!" corresse il biondo con un sorriso per non scoraggiare Harry.

"Ok.. allora vado.." balbettò avvicinandosi.

Una volta entrato nella stanza, ebbe quasi paura a riaprire gli occhi. Voltò lo sguardo e vide Louis sul lettino.

"Amore!" esclamò senza potersi contenere.

Differentemente da come fatto coi ragazzi, Louis si voltò.

"Harry.." gli occhi di Louis si stavano per riempire di nuovo di lacrime.

"No, non piangere. Va tutto bene. Tu come ti senti?" chiese Harry premurosamente accarezzando il suo volto e sedendosi di fianco al lettino.

"Io.. non lo so. Non so cos'è successo. Non riesco a capire come mi sento, ho paura Harry!" urlò agitato Louis guardandosi intorno.

"Hey, hey, tranquillo. Cerca di respirare profondamente e non pensarci." sussurrò Harry accarezzandogli la mano.

"Non posso non pensarci, è una cosa che occupa i miei pensieri da tantissimo tempo.." rispose Louis portando le mani sul volto.

"Perché non me ne hai parlato?" chiese Harry quasi innervosito.

"Non potevi affrontare anche questa cosa.. tu.. soffrivi a causa mia." rispose Louis trattenendo il pianto a stento.

"Me l'hai detto anche al telefono, ma cosa intendi? Tu non mi hai fatto nulla.." rispose Harry confuso.

"Io ti provoco del male, del dolore. Io non voglio questo. Rischi troppo standomi vicino. Per favore, dovete lasciarmi andare. Dovete lasciare che io mi levi di mezzo, solo così le cose andranno meglio. Vi supplico." rispose Louis scuotendo la testa.

"Non dirlo nemmeno per scherzo! Non potrei stare senza di te!" urlò per risposta Harry

"Devi essere forte!" urlò altrettanto Louis.

"Non sono forte se non sono con te.." rispose poi il più piccolo voltando lo sguardo.

"Devi essere forte, Harry. Meriti di essere felice e ricevere l'amore che io non ti so dare." balbettò poi il maggiore cominciando a piangere silenziosamente.

"Smettila Louis! Come posso essere felice?! Come posso stare bene e non mollare, se tu stai crollando per entrambi?! Non te lo permetto! Cadi tu, cado io. Non c'è niente che possa farmi reagire in altri modi. Tu mi dai tutto l'amore di cui ho bisogno, mi dai tutto te stesso, mi dai più di quanto io abbia mai potuto sognare. Ti sei lasciato andare con me e io ho fatto lo stesso. Abbiamo dato tutto, l'uno per l'altro..." disse Harry cominciando a piangere e stringendo la mano di Tomlinson "Ricordi?! Io e te siamo una cosa sola. La mia felicità sei tu, è dentro di te. Hai il mio cuore dentro al tuo e non lo rivoglio indietro, è destino che sia così, ha il tuo nome sopra e io non voglio perderti, perderei me stesso!" il giovane rispose spostando lo sguardo di scatto a quelle parole. Cominciò a piangere con forza non riuscendo più a trattenersi.

Non era mai riuscito a tenere le proprie emozioni sotto controllo, si lasciava prendere.

"Non vedi cosa ti sto facendo?! Harry! Vederti piangere mi fa venir voglia di morire! È colpa mia se piangi! È solo colpa mia se stai male!" Louis gridò quelle parole con un misto di dolore e rabbia. Prese Harry per i polsi e li strinse. "E' colpa mia!" urlò ancora.

Harry avrebbe dovuto chiamare qualcuno, Louis stava perdendo il controllo. Già, Harry avrebbe dovuto fare tante cose, ma non le faceva.

"Louis, se vuoi che questa sia la tua fine, sappi che sarà anche la mia. Devi scegliere per entrambi e qualsiasi sia la tua scelta, io prenderò la stessa e ti seguirò. Non c'è niente che mi farà cambiare idea. In qualche modo riuscirei a seguirti." rispose il più piccolo lasciandosi trascinare da questo disastrosa ipotesi.

"Io devo starti lontano! Ti faccio del male!" Louis grondava di lacrime e queste parole erano state dette in un modo tale da mettere quasi paura a chi le udisse. Non era più in sé.

"Amore..." Harry cercava di accarezzargli la spalla, ma Louis si allontanò di scatto. Come se al solo tocco, Harry potesse farsi male.

"Amore.. guardami un momento negli occhi, per favore." ripeteva di continuo Harry, finché Louis non si girò. I loro due sguardi pieni di lacrime, pieni di dolore si incrociarono.

Il freddo che Louis continuava ad avvertire fino a due secondi prima, sparì. Fu invaso da un calore piacevole. Accennò un sorriso, riusciva a vedere l'amore negli occhi di Harry, era lì, era così visibile.

"Devi capire una cosa: Io non ti lascerò mai solo. Tu non sei la mia rovina, tu non mi fai del male, tu mi fai sentire vivo. Tu sei la mia stessa vita, lo giuro. Tu sei la mia salvezza. Sei ogni cosa che mi serve per andare avanti con un sorriso. Perché se ho te al mio fianco so che le cose andranno bene, in qualche modo. Tu non hai nessuna colpa nei miei confronti, devi credermi. Le uniche colpe sono mie. Tu hai sempre fatto tutto, non devi rimproverarti niente, non mi hai fatto mancare nulla." disse con fermezza il riccio, terminando con un sorriso.

Tomlinson si sentì devastato da queste sensazioni. Come poteva quel ragazzo fargli sentire un buco nello stomaco in costante espansione? Come faceva a far sparire il freddo? Come riusciva con un solo sguardo a riempirgli la vita d'amore? Non c'erano spiegazioni, non c'erano risposte.
Louis scosse la testa fortemente confuso e provato.

"No, Harry. Tu non puoi avere delle colpe. Tu sei stato costretto a subire ogni volta. Sei tu quello che soffriva ogni giorno perché uscivo con Eleanor, tu sei quello che ha pianto fino a perdere i sensi, sei la stessa persona che ha il cuore più grande del mondo e non saprebbe mai dare la colpa a qualcun'altro, ma stavolta.. è successo tutto a causa mia. Ho accettato di andare incontro a tutto questo per una stupida paura, non avrei mai immaginato che sarebbe diventato così difficile. All'inizio sembrava un gioco da ragazzi e forse per me lo era, ma non per te, sei così.. sensibile, devi essere protetto e io ti sto distruggendo." Louis era improvvisamente tornato calmo, ma queste parole erano dette con così tanta serietà, quasi consapevolezza, che il cuore di Harry tornò a piangere con più forza. E non sembrava volesse smettere tanto presto. Era sbiancato all'improvviso.

"Tu davvero non riesci a capire." disse il riccio scuotendo il capo e facendo cadere lacrime sempre più rumorose e pesanti.

"Ti stai dando la colpa solo perché questa situazione è sfuggita dalle nostre mani. Solo che non hai ancora capito una cosa.. la colpa è di tutti, meno che tua. E se proprio credi di essere parte del problema, sappi che lo siamo entrambi in egual modo. Tu uscivi con Eleanor e io piangevo, piangevo come un coglione tutte le volte, hai ragione! Soffrivo tanto da voler sparire, è vero, non lo nego! Ma mi rendo conto di quanto tu mi amassi. Quale persona avrebbe fatto lo stesso? Pur di difendermi, di curarmi, di preservarmi, di non farmi del male rivelando a tutto il mondo chi eravamo, allora hai preferito prenderti un incarico che pochi sarebbero riusciti a portare. Tu non hai la parte più facile, tu, Louis, stai soffrendo per entrambi. Tu sei stato costretto a fingere d'amare e non c'è cosa peggiore. Sei stato costretto non solo a mettere da parte i tuoi sentimenti, ma addirittura a crearne altri falsi! Non riesci a vederlo?! Io sento il tuo cuore che si spezza tutte le notti! È un rumore che mi tormenta. La colpa è stata di entrambi, ma siamo innocenti. Non sapevamo a cosa andavamo incontro, ci siamo lasciati abbindolare, abbiamo.. sbagliato. Eravamo deboli e col tempo rischiamo di diventarlo sempre di più. Tu mi hai sempre protetto, ti sei messo davanti a me come uno scudo ogni volta. Sono stato troppo fragile, ho lasciato che tu prendessi i colpi per entrambi ed è colpa mia perché quando mi dicevi dolorante "Hey, va tutto bene!" in realtà mentivi e io ti credevo! O forse volevo soltanto fingere di crederti! L'egoista sono io, quello che ha rovinato tutto.. sono stato io. Ho portato entrambi a tutto questo!" urlò Harry con rabbia verso se stesso.

"No! Non puoi darti queste colpe. Io darei la mia stessa vita per te, ciò che ho fatto, era con uno scopo unicamente positivo nei tuoi confronti. È giusto che io ti abbia voluto proteggere. Sei una persona meravigliosa e hai un cuore grande quanto sensibile, non avresti potuto portare avanti tutto questo dolore. Preferisco soffrire per entrambi, piuttosto che vedere star male te." rispose Louis abbassando lo sguardo.

"Ma non vedi?! Dicendomi che mi fai del male, vorrei solo morire, non mi rimarrebbe altro! Non posso sentirti dire queste cose. È colpa mia, avrei dovuto prendere forza e combattere! Ho lasciato soltanto te sul campo per troppo tempo.. e ho paura che sia troppo tardi! Non voglio amare, se non si parla di te." aggiunse Harry alzando lo sguardo di Louis e lasciando che due occhi verdi e due occhi azzurri s'incontrassero di nuovo.

"Harry, tutto quello che ho fatto, lo facevo per difenderti, ma ho peggiorato le cose! Hai sofferto per me, io ho fatto tutto per il tuo bene, per il nostro bene e ho fallito. È colpa mia, solo mia. Non mi permetto di rovinare ancora la tua vita. Senza di me, per te sarà tutto migliore..." continuò Louis, spostando il proprio viso.

"Io so cos'è giusto per me! Smettila di dire queste cose! Non sono vere e sento il mio cuore cedere ogni volta che le dici, basta! Non puoi dirle! Non puoi pensarlo davvero! Io ti amo! Ti amo e lo farò per sempre, proprio come farai tu! È questo il nostro destino! Abbiamo voluto prendere la via più semplice.. che si è rivelata quella più difficile. È un nostro errore, ma non puoi dirmi questo.. io ti amo, ho bisogno di te e le cose non cambieranno, perché sei tutto ciò che voglio. Sono stanco, Louis. Ovunque andrai ti seguirò. Se solo in questo modo potremo stare bene insieme, allora arrendiamoci." disse Harry perdendo le forze e rannicchiandosi su quella sedia, portando le mani contro il volto.

"Non puoi arrenderti Harry! Devi fare tante cose positive nella tua vita, devi regalare felicità e sorrisi a tantissime persone. Non puoi privarle di questo. Meriti tanto dalla vita, non puoi nemmeno pensare di farti una cosa del genere, privarti di tutto, non è giusto!" gli ripeté Louis.

"E invece si! Sono un'egoista, come ti ho detto! Ho permesso che tu soffrissi per me, ho lasciato che le cose andassero avanti ignorando che il vaso si stava riempiendo fino a traboccare, ho sempre fatto finta che tutto potesse finire, potesse sistemarsi. Ho fatto soffrire te, ma è l'ultima volta. Questa è una battaglia per entrambi e dovremo proteggerci a vicenda! Vuoi arrenderti? Sappi che mi arrenderò anche io. Devo fare ancora tante cose nella mia vita, ma se non posso farle con te al mio fianco, allora meglio rinunciare, meglio mettere la parola fine.. rimanendo insieme. È quella l'unica mia certezza per stare bene." rispose immediatamente il più piccolo estremamente convinto.

Louis era rimasto in silenzio, le parole di Harry lo stavano lasciando senza fiato.
Lo amava così tanto che l'avrebbe seguito anche morendo? Come poteva una persona amarlo così tanto? Lui si riteneva solo una rovina per Harry. Optò per la rabbia, stava perdendo nuovamente il controllo. I suoi occhi fissavano il vuoto e volette farsi odiare da Harry, così da potersi allontanare da lui senza farsi seguire.

Prima però di pensare ad un piano che potesse funzionare, la sua attenzione venne catturata da cosa realmente stava succedendo, la verità gli si sbatté in faccia molto violentemente e senza censure. Come erano arrivati fin lì? Perdendo il controllo, scoppiò a piangere. Non riusciva nemmeno più a seguire un pensiero, era sovrastato dalle emozioni.

"Perché mi ami?! non potevi scegliere qualcun altro? Hai così tanta scelta, io non ne valgo la pena!" urlava Tomlinson debolmente, cercando di alzarsi dal lettino d'ospedale.

Harry notò che Louis stava avendo una ricaduta e cercò di farlo riprendere. Tornò consapevole dei problemi che dovevano affrontare. Non poteva nemmeno accennare la morte, se Louis era in quelle condizioni. Poteva solo ricordargli quanto l'amava.

"Louis, sei l'amore della mia vita. Ogni cosa che mi da un senso. Non puoi chiedermi perché ti amo, io semplicemente non lo so. Ti amo e basta, ti vedo e mi sento morire. Sento le gambe tremare, perché dopo tutto questo tempo io credo che tu sia la cosa più perfetta del mondo. Nel mio stomaco succede un disastro quando sorridi, le farfalle impazziscono, mi sento sprofondare. E' la cosa più piacevole che io abbia mai provato, provo un leggero dolore, ma allo stesso tempo so che la persona che guardo, è mia. Di nessun altro. Sono io il tuo ragazzo e tu sei il mio. Lo saremo sempre, insieme o meno. Ti vedo e... sento qualcosa più forte di ogni dolore, dentro di me, che mi urla dal primo secondo che ho visto il tuo viso, incrociato il tuo sguardo, percepito la tua voce rivolgermi parola.. 'è lui quello giusto'." dichiarava Harry prendendo per mano Louis e cercando di calmarlo.

"Harry, basta! Smetti d'amarmi, ti fa del male! Non voglio che tu stia male! Non me lo permetto!" gridava Louis abbandonandosi su quel sottile materasso, mentre delle lacrime cominciavano a scivolare nuovamente sulle sue guance ancora leggermente bagnate.

"Chiedermi di smettere d'amarti sarebbe come chiedermi di smettere di respirare. Posso provarci, ma dopo poco tempo sono costretto a respirare per sopravvivere. Morirei senza. Tu sei l'aria che respiro. La causa per la quale lotto ogni giorno senza arrendermi. Dai ancora un perché alla mia esistenza. Io sorrido per te, tu sei il mio sorriso, sei tu, sei tu e basta. Smettere d'amarti sarebbe togliermi l'energia, ciò che mi porta avanti. Non puoi chiedermi questo, tutto, ma non questo. Perché io ti amo Louis e sarà la cosa che farò fino al mio ultimo respiro su questo mondo." Harry accarezzava gentilmente il volto del maggiore, cercando di rilassarlo il più possibile. Non gli avrebbe permesso di arrendersi. Non poteva. Pensandoci, nemmeno Harry poteva arrendersi. Stavolta toccava a lui farcela, avrebbe dimostrato di non essere debole, ma di riuscire a sistemare la situazione che le sue continue insicurezze avevano provocato. Sarebbe riuscito, in qualche modo, a riequilibrare il tutto, doveva.

Calò il silenzio, si sentivano solo i respiri dei due, ancora affaticati per la lunga discussione e per i pianti.

"Io ti amo, Harry..." dopo un silenzio che parve durare secoli, Louis sussurrò queste semplici parole, le stesse che disse prima che si fidanzassero.

"Louis, non hai la minima idea di quanto ti ami. È un'emozione immensa, posso giurartelo." rispose Harry sorpreso che a quell'affermazione non ci fosse un "ma".

"Io non... non so più niente. Cosa mi succederà?" chiese il maggiore.

"Ti fidi di me?" Louis annuì subito.

"Bene." Harry gli strinse ancora la mano. "Io e te sistemeremo tutto, insieme. Starai meglio, te lo prometto. Non dovrai più sopportare niente. Il dolore che provi se ne andrà, Louis, potremo vivere insieme e potremo gridare il nostro amore a tutto il mondo. Ora l'ho capito. Non contano niente i soldi o la fama se rischio di perderti. Non pensavo potessimo arrivare a tutto ciò, ho sbagliato. Tutto cambierà e noi saremo sempre vicini." gli sussurrò Harry con amore.

"Potremo amarci liberamente?" chiese Louis con tono speranzoso. Sembrava un bambino, una luce gli si accese negli occhi.

"Sì amore mio, io e te abbiamo chiuso con tutto questo nasconderci. Tu però devi promettermi una cosa..."

"Cosa...?" chiese timidamente.

"Devi essere forte con me. Solo unendo le forze possiamo alzarci. Non è più uno scherzo tutto questo, è una cosa seria. Il problema è che lo scherzo, quelli davvero ridicoli... siamo diventati noi. Tanto presi da questa paura, abbiamo finito col rovinarci la vita, col rovinare noi stessi, col rovinare tutto. Abbiamo lasciato che gli altri ci segnassero a loro piacimento, ogni volta. Ora basta." rispose Harry ispirato.

"Hai ragione... noi possiamo. Noi possiamo farcela." continuò Louis cominciando a convincersi.

"Esatto, non perdere la speranza Louis, ora le cose che cambieranno! Ti va se faccio entrare di nuovo anche i ragazzi?" chiese felice.
"Umh... va bene, mi sono mancati! Falli entrare." rispose con un po' di indecisione.

Poco prima che Harry aprisse la porta "Aspetta, Harry...?" Louis richiamò la sua attenzione.
"Sì?" chiese subito il più piccolo, girandosi.

"Io sopravvivo per te." rispose Tomlinson accennando un leggero sorriso.

Harry sentì il suo cuore sciogliersi, quelle parole suonavano così vere. Non c'era nessuna nebbia di bugie intorno, erano parole dette con amore e sincerità. Le migliori che avesse mai sentito nella sua vita.

Harry e Louis avrebbero cominciato una nuova vita, avevano capito che quello che conta più di tutto è la persona che si ama e non la si può mettere in pericolo. Hanno fatto tanti errori nel passato, da inesperti, ma tutto ciò che in quel preciso istante sapevano... è che si amavano, si amavano davvero, nonostante tutto.
E tutto sarebbe cambiato.

 

Angolo autrice
Salve mondo! Sono tornata con questo "lavoruccio"
che avevo in programma da fin troppo tempo.
Dovevo terminarlo, questione di principio.
Uno stupido blocco dello scrittore mi ha distrutta.
Ora credo/spero di tornare.
Mi auguro sia uscita bene, lasciatemi un parere, graazie.
Adieu. x


 

  
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