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Autore: horjzon    22/08/2013    15 recensioni
E solo allora capii.
Lui aveva preso la mia innocenza ma il meglio di me era rimasto.
Genere: Dark, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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In questa notte piuttosto tranquilla il ticchettio dei miei tacchi, era l’unica cosa che sentivo di diverso dal debole suono della pioggia che cadeva leggermente sul marciapiede caldo, creando un odore che mi piaceva molto.
 
I miei capelli biondo cenere erano stati raccolti in un’alta coda, impedendogli di andare in tutte le direzioni per colpa del vento.
Iniziai a camminare più velocemente, aumentando il ritmo dei miei passi, desiderando di tornare a casa il prima possibile, togliere i tacchi che stavano perforando i miei piedi e di cambiarmi per indossare un paio di pantaloncini della tutta per poi affondare nel mio letto sperando di essere in grado di tenere gli occhi aperti abbastanza a lungo per vedere per un paio di minuti la televisione.
 
Un sorriso contenuto si formò sul mio viso quando aprii la mia porta di casa, sapendo che avrei finalmente ritrovato la felicità che mi serviva. Avendo appena iniziato un nuovo lavoro, in un giornale locale, m’ impegnavo al massimo cercando di dimostrate al mio capo e ai collaboratori il mio potenziale. E se questo voleva dire rimanere lì oltre l’orario di lavoro, modificare la trama di qualche articolo, anche se era stato composto da qualche barbone in cerca di attenzione, allora così sia.
 
Come aprii la porta, lasciai un guaito acuto nel vedere il mio ragazzo sdraiato sul mio divano con una sigaretta in mano.
 
«hey tesoro, non credevo che saresti arrivata così presto.» disse Zayn con calma, ignaro del mio spavento. Mi conosceva da tre anni e tutta via ancora non comprendeva le mie emozioni. Non aveva ancora preso la briga di ascoltare quello che avevo da dire.
 
Pensava sempre e solo a se stesso.
 
«allora, com’è stato il lavoro?» chiese distrattamente, sfogliando i canali del televisore e toccando il bordo della sua sigaretta, provocando la caduta della cenere sul pavimento. Inspirai profondamente, cercando di mantenere la calma. Era una cosa difficile da fare. Gli avevo detto tante volte che assolutamente odiavo quando fumava nel mio appartamento, ma aveva sempre ignorato i miei sottili suggerimenti.
 
«stressante. Non è giusto. Solo perché sono nuova pensano di poter camminare semplicemente sopra di me.» avevo iniziato a parlare ma fui subito interrotta dalla suoneria odiosamente forte del cellulare di Zayn che era posizionato sul tavolino di fianco a lui.
 
«sì, è molto interessante piccola, ma devo prendere questo.» si scusò e corse su per le scale con il suo telefono premuto saldamente al su orecchio destro. Sospirai lasciando cadere la borsa sul tavolino, crollando sul divano senza nemmeno preoccuparmi di togliere il cappotto. Feci una smorfia alla vista del portacenere sul tavolino di fronte a me e cercai di concentrarmi su qualcosa di positivo ma, in quel momento tutto quello a cui riuscivo a pensare era a com’ ero arrabbiata con Zayn.
 
Non sapevo perché ero ancora in qualche rapporto con lui. Era l’esatto contrario di quello che avrei voluto, per non parlare d’innamorarsi.
 
Ma l’avevo fatto. E non m' importava di quante volte aveva perso un altro dei suoi posti di lavoro o se aveva avuto gravi problemi con la legge, io ero lì per lui. Non avevo mai lasciato il suo fianco.
 
Era l’esatto contrario di ciò che desideravo. Una parte di me era convinta che non gliene fregava niente di me. Ogni volta che tornavo a casa con gli occhi rossi di pianto, a causa della stupida caffetteria in cui stavo lavorando, riusciva a malapena a notarlo. La maggior parte delle persone si sarebbe avvicinata a me e mi avrebbe dato un bacio sulla guancia, mi avrebbe stretta in un caloroso abbraccio e mi avrebbe detto «non devi preoccuparti per quelli stronzi.»
 
Fu allora che ci rinunciai. Avevo completamente finito i tentativi di ottenere da Zayn un po’ di attenzione come faceva il primo anno della nostra relazione. Era amorevole e premuroso. Mi avrebbe baciata così tante volte al giorno che avrei perso il conto. Sorrideva come un completo idiota quando mi vedeva e mi parlava per ore ed ore.
 
E poi un giorno si era fermato. Aveva smesso di mostrare alcun segno di affetto nei miei confronti e sorrideva raramente.
 
«Megan, vai a mettere qualcosa di bello, su. Stiamo andando fuori.» Zayn mi tirò fuori dal mio stato di trance mentre scendeva le scale con indosso una camicia nera aderente che aderiva perfettamente al suo addome mostrando le sue forme e in forma lui lo era davvero. Le sue maniche a tre quarti arrotolate leggermente rivelavano la sua mezza manica di tatuaggi.
 
«dove stiamo andando?» chiesi seduta sul divano disfandomi la coda, facendo cadere i capelli oltre le mie spalle.
 
«Business» solo con quella parola era riuscito a farmi venire la pelle d’oca. Il suo lavoro  non era un lavoro che mi era comodo. Si chinò a raccogliere il suo borsone nero, posto in fondo le scale, e cominciò a tirare fuori sacchetti pieni di polvere bianca.
 
«sai cosa fare.» disse, gettandomi circa sei sacchetti bianchi. Rabbrividii.
 
«no, non posso.» scossi la testa gettando i sacchetti verso di lui e scorsi le dita tra i capelli. Zayn diventò rosso in viso e, duramente, gettò i sacchetti di nuovo a me. Incrociai le braccia, lasciandoli cadere a terra  e lui strinse la mascella mostrando la vena gonfia sul collo.
«Vai al piano di sopra. Vai ad indossare qualcosa di bello. Raccogli questa cazzo di merce. E smettila di fare la puttana.» parlava in modo calmo ma i suoi occhi mostravano la rabbia.
 
«perché devo essere coinvolta in questo?» sussurrai a testa bassa, guardandomi i piedi pogiati su un pavimento a basso costo.
 
«perché lo dico io. Ho bisogni di te per essere sicuro di non rimanete intrappolato e per attirare i ragazzi. Vai a vestirti. Ora.» ordinò questa volta e, appena camminai più vicino a lui, il palmo della sua mano si posò sulla mia schiena mentre mi guidava su per le scale inviando un brivido per tutto il mio corpo appena lo sentii fare un collegamento fisico con me. Raramente mi toccava. Il massimo che faceva era mettermi il braccio intorno alle spalle e anche questo era raro.
 
Non so perché continuavo a stare con lui. Avevo pensato di lasciarlo molte volte ma qualcosa m’impediva di farlo. Qualcosa mi riportava sempre al suo fianco, come se fossi un boomerang personale. Un’altra parte di me si chiedeva che cosa avrebbe fatto Zayn se lo avessi lasciato. Ero quasi sicura che non se ne sarebbe nemmeno preso cura.
 
L’unica cosa che aveva reso Zayn felice era stato ottenere la sua strada. Niente altro. Aveva fatto solo ciò che era un bene per lui e quello non era neanche buono per chiunque altro.
 
Quando entrai nella mi stanza notai che Zayn aveva già scelto un vestito per me. Era un abito nero, corto, con una collana d’oro e un paio di tacchi neri.
 
Mi guardò torvo, quasi in modo provocatorio, questo era il mio corpo e dovetti sforzarmi di uscire dai miei abiti, dei pantaloni e una camicetta. Odiavo mettere in mostra il mio corpo. Non mi è mai piaciuto farlo.
 
Ho anche odiato come Zayn non ha avuto problemi nel farmi indossare un abito simile.
Mi piacerebbe pensare che la maggior parte dei ragazzi sono protettivi nei confronti delle loro fidanzate e che avrebbero odiato il fatto che mettessero in mostra tanta pelle agli occhi di perfetti sconosciuti.
 
Entrai nel materiale nero, facendolo scivolare oltre la mia vita fino a coprire il petto e consapevolmente cercai di tirarlo un po’ giù, sperando di coprire un po’ di più. Indossai subito la collana e infilai le scarpe.
 
Dovevo ammettere che Zayn sapeva come scegliere un abito.
 
L’abito metteva in mostra tutte le mie curve e completava il mio corpo in un modo che non avevo mai visto prima. Entrai nel bagno, che puzzava di colonia di Gucci di Zayn, e tirai fuori la mia borsa trucco.
 
«Megan, muoviti! Quanto tempo ci vuole per essere pronta!?» tuonò Zayn salendo su per le scale facendomi trasalire. Il mio rossetto era ormai sulla mia guancia.
 
«cristo.» lo maledico, arrotolando un pezzo di carta igienica e bagnandola, prima di cancellare il rossetto dalla mia faccia.
 
«Megan! Stiamo facendo ritardo. Andiamo.» Zayn era venuto su calpestando le scale e afferrando il mio polso con leggerezza mi trascinò dietro di lui.
 
«perché sei così teso? Non ti ho mai visto così teso prima di un lavoro.» chiesi una volta raggiunto il fondo delle scale. Lui raddrizzò la schiena.
 
«perché questa volta sarai da sola. Ho un po’ di altre cose di cui mi devo occupare. Quindi ho bisogno di fidarmi di te.» mi bloccai. Ero completamente immobilizzata. Il massimo che avevo fatto era vendere due o tre sacchetti e il resto lo faceva Zayn.
 
Ora si aspetta che io faccia tutto da sola.
 
«posso farmi male?»
 
«no, ma ti devi calmare.» sbuffò lui ma una sensazione di malessere si fece spazio nel profondo del mio stomaco.
 
Ancora una volta Zayn viene prima di tutto.
 

***

 
Arrivati al club, Zayn ha fatto in modo d’incastrarmi nel solito angolo per poi lasciarmi sola. Ero furiosa. Sapevo che a Zayn non importava ma non mi aspettavo che facesse questo.
 
Mi guardai intorno al club, osservando i diversi tipi di persone che erano venuti quella sera.
Ero già stata in questo posto molte volte differenti e quasi ogni volta avevo visto le stesse persone.
 
C’era un gruppo di uomini e donne che si sarebbero seduti al bar per la maggior parte del tempo, poi c’era un altro gruppo di sole ragazze che avrebbero ballato per tutta la notte. Avevano i sorrisi più falsi che avessi mai visto, e ballavano in giro, ingannando se stesse pensando che si stavano divertendo.
 
Mi ricordai che avrei dovuto farlo, che avrei dovuto sforzare un risata, che avrei dovuto soridere così tanto fino a quando le guance non mi avrebbero fatto male. Ma avevo faccia seria.
 
Sentivo che se Zayn non poteva vedere la mia tristezza nessun altro poteva.
 
«quanto per due sacchi?» un uomo più anziano mi si avvicinò, le mani ficcate in tesca e gli occhi di un rosso chiaro.
 
«120» risposi scavando nella borsa e tirando fuori i due sacchetti. L’ uomo sorrise e mi diede una grande mazzetta di denaro. Ricambiai il sorriso accettando i soldi e contando il tutto per assicurarmi che erano tutti, gli consegnai i sacchetti e se ne andò senza dire una parola.
 
Per tutta la notte, molte più persone mi si erano avvicinate chiedendomi una determinata quantità di polvere bianca. Più la notte avanzava, più infilavo soldi nella mia borsa dove i piccoli sacchetti erano quasi tutti scomparsi. L’adrenalina nelle vene era così alta, mi sentivo come se potessi fare qualsiasi cosa. un sorriso genuino apparve sul mio volto appena pensai a come sarebbe stato felice Zayn appena gli avrei mostrato quanti soldi avevo fatto.
 
E solo allora capii.
 
Lui aveva preso la mia innocenza ma il meglio di me era rimasto.
 
Avevo finalmente capito che non ero così innocente, come avrei voluto essere. Zayn mi aveva completamente spogliato della mia innocenza. Stavo vendendo droga ne retro di un club e amando ogni minuto di esso.
 
Ma ero ancora io. Ero ancora pronta a tutto quello che dovevo fare per Zayn
Poteva avere uno strano modo di mostrare il suo affetto ma io ero ancora lì, ad aiutarlo ogni qualvolta ne avesse avuto bisogno.
 
Volevo essere sempre li per lui, non m’importava quante volte mi faceva arrabbiare. Volevo rimanere al suo fianco, non importa quale.
 
«quanto hai fatto?» La voce di Zayn fermò i miei pensieri e la mia attenzione si rivolse a lui. Aprii la mia borsa per mostrargli il profitto e vidi lo stesso sorriso che gli avevo visto fare due anni fa diffondersi sul suo volto.
 
«questa è la mia ragazza.» lui sorrise e, per la prima volta dopo chi sa quanto tempo, mi abbracciò. Approfittai del complessivo della situazione, inebriandomi del suo profumo e ricambiai l’abbraccio tenendolo il stretto possibile a me.
 
E in quel momento non mi importava se il mio rapporto con Zayn non era ormai dei migliori.
Finché ero con lui, ero felice.
 
«dovresti farlo più spesso.» suggerì Zayn facendomi un cenno e dandomi un lieve bacio sulle labbra. Dire che ero sorpresa era un eufemismo. Mi beai di quel breve contatto delle nostre labbra.
 
«Già. Dovrei.»





Allora questa è la mia seconda OS. Spero di non aver deluso le vostre aspettative e spero che vi sia piaciuta. Mi raccomando recensite a fatemi sapere cosa ne pensate, è molto importante per me.
E' molto diversa dalla prima e visto che ci sono colgo l'occasione per rongraziare tutti quelli che l'hanno recensita, messa tra i preferiti, tra le seguite e le ricordate. Vi ringrazio tantissimo, con le vostre recensioni avete inserito la mia one shot tra le "storie più popolari" di EFP. Sono davvero molto felice e molto sopresa, davvero, grazie mille.
Ringrazio anche
 tutte quelle persone che mi hanno inserito tra gli "autori preferiti" mi ha fatto davvero molto piacere.

Nel caso a qualcuno interessasse questa è la prima one-shot

Bene, credo di aver finito con i ringraziamenti.
Alla prossima.

  
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