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Autore: Eternity_99    26/08/2013    4 recensioni
Dal primo capitolo:
Aveva gli occhi di un curioso azzurro e i capelli neri, un sorriso stampato sul volto e una voce calma, bassa e sicura.
Stavo facendo mente locale per capire chi era, quando l'eco delle sue parole si propagò nella mia testa:"... Nostri nuovi vicini?!..."
Lentamente il mio corpo mi abbandonò, cadendo a terra e la mia anima si dissolse, svenni e di quel dannato sabato mattina di un freddo dicembre non ricordo più nulla...
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Akihiko Usami, Misaki Takahashi, Nowaki Kusama, Suzuki-san, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Hate Saturdays

Il sole entrando dalle finestre svegliò il giovane che lentamente aprì gli occhi verdi e grandi per alzarsi dalla stanza dei balocchi dove era stato obbligato a passare un'altra notte, prendendo dei vestiti nuovi, ovvero dei semplici Jeans, una maglietta verde a maniche lunghe e una felpa marrone gigantesca per lui, andò a farsi una doccia bollente per rilassare i muscoli ancora addormentati, dopo essersi pettinato velocemente e corso in camera a prendere Suzuki-san sistemandoli il fiocco, che doveva cambiare ogni giorno, riuscì a fare una veloce colazione.

 

Era sabato e decise di passare la giornata sistemando e pulendo tutta la casa, fino agli angoli più remoti.

Mantenendo fede al suo progetto, armandosi di aspirapolvere e di stracci, sì mise a lavorare, aveva appena terminato di pulire la cucina quando un rumore si propagò nel grande attico.
“Drin...Drin..” il telefono prese improvvisamente a squillare, riempiendo di suoni il vasto appartamento che il giovane ragazzo condivideva già da tempo con un' infantile, problematico, psicopatico, maniacale e pervertito scrittore.
“Ehm... Pronto?” Rispose incerto l'adolescente dagli occhi verdi
“Misaki, abbiamo bisogno di te!” Strillo esasperata una voce stridula e femminile:” Vieni subito qui!”
Il ragazzo non ebbe il tempo di rispondere che la sua interlocutrice mise giù il telefono, fortunatamente aveva capito di chi era quella voce, apparteneva alla persona che quasi tutte le mattine entrava in casa buttando quasi giù la porta e urlando.
Sospirando Misaki si preparò ad uscire indossando il suo caldo cappotto, era dicembre e fuori nevicava praticamente sempre, escluso quando qualche piccolo raggio di luce riusciva a perforare il fitto cielo nuvoloso, aggiustando per un ultima volta il fiocco a Suzuki-San, il gigantesco orso seduto sul divano in salotto, uscì chiudendosi la porta alle spalle.
Si stava chiedendo che cosa poteva aver combinato Usagi-San questa volta e se si era fatto male? E se... Immerso nelle sue preoccupazioni, il ragazzo andò a sbattere contro a qualcosa di maledettamente duro con il naso, cadendo a terra :"Ahi..." strillò massaggiatori la parte lesa, alzo lo sguardo, pronto a chiedere scusa, ma appena identifico contro cosa aveva sbattuto sulla sua fronte appari un velo di sudore, il cuore prese a battere centoventi volte al minuto, il suo stomaco si attorcigliò e li mancò il respiro... Davanti a lui c'era un uomo, dagli occhi e capelli marroni con in mano uno scatolone chiuso, che lo guardava con un'aria incazzata, probabilmente se non avesse avuto in mano lo scatolone gli avrebbe già lanciato addosso qualcosa, insomma davanti a lui c'era la reincarnazione di Satana, oppure il più diretto discendente...
Hiroki Kamijo, questo era il nome del diavolo che stava in piedi davanti a lui...
"B-Buongiorno professor Kamijo..." balbettò Misaki:" Come mai lei qui?"
Hiroki stava per rispondere quando un ragazzo, sicuramente più grande di Misaki, ma più giovane del diavolo, interruppe il dialogo:"Hiro-san, non vorrai spaventare al primo giorno i nostri nuovi vicini, vero?"
Aveva gli occhi di un curioso azzurro e i capelli neri, un perenne sorriso da idiota stampato sul volto e una voce calma, bassa e sicura...
Stavo facendo mente locale per capire chi era, quando l'eco delle sue parole si propagò nella mia testa:"... Nostri nuovi vicini?!..."
Lentamente il mio corpo mi abbandonò, cadendo a terra e la mia anima si dissolse, svenni e di quel dannato sabato mattina di un freddo dicembre non ricordo più nulla...

Spazio per una persona psicologicamente non normale:
Eternity:
Allora, non so da cosa ho avuto l'idea di fare questa cosa, non ho mai scritto nulla, escluso all'interno della mia vita scolatisca, che superasse le 5 righe, quindi questo per me è già un buon traquardo e poi si tratta solo del primo capitolo...
Suzuki-San: Senti, lo sai che lo stai dicendo più a te stessa, vero?
Eternity: Nessuno ti ha chiesto niente, comuque vi prometto che il prossimo capitolo sarà più entusiasmante e più lungo, credo.
Suzuki-San: E in quanto tempo pensi di scrivelo? In sei mesi? Hai idea di quanto tempo hai...
Eternity lancia Suzuki-San dalla finestra...

Alla prossima!

  
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