Anime & Manga > D.Gray Man
Ricorda la storia  |      
Autore: renachan    02/03/2008    6 recensioni
Non so se sento questo disagio perché non volevo che cascassero nei miei tranelli o perché hanno iniziato a giocare e, si sa, un gioco prima o poi finisce. [In fondo sono bravo ad ottenere quello che voglio]
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lenalee Lee | Coppie: Rabi/Allen, Rabi/Kanda
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Quand’è che ho iniziato? Quando è stato che l’incubo è iniziato?

Quando mi si è confuso così tanto il cervello?

Quando ho incominciato a non capire più perché sorridevo? Quando ho incominciato a non sapere cosa era spontaneo e cosa no?

Quando ho cominciato a perdere me stesso?

Quando ho iniziato a dubitare che quello che dicevo e facevo non era ipocrita?

È stata come una lenta anestesia, che mi ha spento, forse per poco forse per sempre, quei sentimenti fondamentali: rabbia, felicità, amore, odio. Quando ho cominciato a confondere l’amore alla passione?

Una piagnucolona ragazzina cinese, un effeminato – solo ad una prima e superficiale osservazione, però- giapponese e una mammoletta inglese dai capelli bianchi che sembra una ragazza.

È solo una parte della storia, no?

Pensavo…non so se quello che pensavo sia bugia o quello che penso adesso lo sia. Non so se quello che faccio è diventato ipocrita, o la bugia che ero prima che è diventata reale.

Rapporti poco chiari, confusi. Ambigui.

Chi siete per me? Non so cosa sono io per voi.

Deve essere Bookman e basta.

Una sorella minore. Una ragazza. Cosa sei? Ti preoccupi per me perché siamo compagni, ma non vedi che non sono l’unico?

Allora perché corri solo da lui?

Un compagno. Non ti piace nessuno e non sopporti neanche me. Dici che non puoi avere distrazione, che non ti interessa.

Allora perché lo proteggi?

Un amico. Sei gentile, con me come con tutti, ma perchè? Tu sei un mistero su tutti i fronti.

Allora perché quando ti si avvicina il cuore corre così veloce?

Quante ore abbiamo passato insieme? Quanti giorni?

Non mi sono affezionato a voi. Quando sono gentile è per tenervi buoni, quando cerco di esservi amico è per avere un alleato in più.

Quando rido è per…

Per cercare di pensare ad altro durante questa guerra.

Perché adesso quando mi sveglio, la mattina, penso a voi?

Forse ho confuso la passione all’amore. A forza di tenerli in cantina, ho confuso i sentimenti.

[vi voglio]

Ti voglio proteggere, ti voglio stare vicino, ti voglio conoscere, ti voglio amare.

[è solo passione, mi dico]

Io non amo nessuno, io sfrutto. Io mento per godere, non per imparare ad amare.

La sera ti svegli, sudato, ansimante, spossato. Hai sognato loro.

Non so cos’è, questo sentimento, non so esattamente cosa sto provando e infondo non ho tutta questa smania di capirlo, però so che la vedo e voglio abbracciarla, lo tocco e sento caldo, ci urtiamo e penso che vorrei rimanere un’intera notte così, stretti, uniti.

Insisto nel credere che sia solo un desiderio egoistico, che è solo per stare meglio io, mi ripeto che di loro come persone non mi interessa niente.

Come allievo Bookman ho imparato molte cose, sulla vita, sull’amore, sul sesso – come li vedono gli altri.

In questi anni ho imparato che ad abbindolare qualcuno ci vuole poco, per corteggiare ancora meno, per ammaliare solo un po’ di astuzia.

La guardi e sorridi. Uno di quei sorrisi da bello e dannato che hai imparato a fare. Giochi con la forchetta e, appoggiando la testa sul braccio che è appoggiato sul tavolo, guardandola dal basso verso l’alto, le fai un complimento. Non importa cosa dici, basta che sia qualcosa di carino e infatti eccola, che sorride e sposta lo sguardo da te al piatto e di nuovo a te con aria imbarazzata. Ti ringrazia e inizia a parlare, ma tu dietro quel sorriso dolce sei già depresso – non sai se perché speravi non ci cascasse o perché sai che ogni gesto, frase, pensiero è inutile; tutto finirà presto.

In questi anni ho imparato a esaminare chi mi sta di fronte, a capire chi è e come si comporta e perché e come fa certe cose. Ho imparato a conoscere le diverse caratteristiche delle persone ed a manovrarle. Ho imparato a capire cosa vogliono sentirsi dire e come dirlo.

È appena tornato da una missione, è ferito e stanco e forse anche un po’ triste per tutti i morti, anche se non ha mai avuto tutta questa grande sensibilità, e tu vai subito da lui, saltellando e ripetendo quel nomignolo che tanto odia - che poi è il suo nome -

Sai che è chiuso, sai che non parla ed odia tutto, ma sai anche – si capisce, non è certo un diamante in mezzo al mare, come lui ce ne sono a migliaia - che tutto quello che vuole è qualcuno che lo disturbi. Certo, magari è vero che in parte detesta tutti per chissà quale trauma infantile, ma in fondo dentro di lui nasce un sorriso quando ti vede arrivare con quelle labbra così inarcate all’insù da sembrare beota. Ti picchia, si, ma con affetto.

Scocciato, si, ma ti fa entrare in camera quando ti annoi.

Indifferente, si, ma è soddisfatto quando lo guardi per minuti interi, con quel tuo occhio solitario, e gli dici che in fondo come ragazza sarebbe carina. E lo corteggeresti anche.

Grazie al vecchio panda ho imparato a manipolare le paure e le certezze delle persone, per ottenere quello che voglio. Ho imparato a capire quello che la gente desidera e sente piacere nel sentirsi dire, anche se sono solo mere bugie. Con disgusto, direi, ho imparato a fare di tutto per ottenere delle informazioni importanti. Anche vendermi.

Non vi siete conosciuti da molto, ma tra di voi parlare è spontaneo. Lui è troppo sincero, tu troppo falso. Gli opposti si attraggono, si sa. Ed hai capito – ti sono bastati pochi minuti – che tipo di persona è, che cosa vuole dalla vita, che cosa desidera. E sai che è ancora piccolo - diavolo quanto è piccolo ancora – ma sai anche che dentro è grande, più di molti adulti, sai che ha sofferto che continua a soffrire e che non vuole essere trattato come un bambino. Ma quando tu lo tratti come un adulto allora si spaventa. Dice che non capisce, che non sa, che…non sa neanche lui cosa vuole dire e quando tu vuoi fare lo sporco egoista allora vai da lui e lui - innocente, forse troppo innocente- fa quello che infondo vuoi tu.

Ancora non so se sento questo disagio dentro di me perché non volevo che cascassero nei miei tranelli, nel mio gioco sporco e viscido -forse volevo che resistessero- o perché hanno iniziato a giocare, anzi io ho iniziato a giocare con loro, e, si sa, un gioco prima o poi finisce.

Io non ho, possiedo. Io non amo, uso. Io non desidero, prendo. O forse è l’amore che ha posseduto me. Forse sono questi tre insignificanti ragazzi che hanno deciso di torturarmi e di diventare dipendenti da me, così che io non potessi più abbandonarli. E spesso penso che quello che faccio è immorale, è sbagliato, è lurido. A volte rifletto su come uso questi tre innocenti – bè, in certi momenti non sembrano molto innocenti, tutt’altro - su come mi sono abituato alla loro presenza. Ed a volte sento un senso di vuoto se penso che potrebbero essere loro un giorno a morire, ad andarsene. Se mi svegliassi un giorno e loro non volessero più continuare a sottostare a questo gioco? In fondo sono anime ribelli.

È per questo che li ami.

Arrivo davanti l’ingresso e loro sono lì, ad aspettarmi per partire. Sono lì da tanto, da poco, tristi, felici, entusiasti, ma adesso sono lì per me. Non importa come. Ed io sorrido, non so se per abitudine o per davvero, ma gli sorrido come sempre e ognuno di loro sa che mi sto rivolgendo a lui e questo li rende felici. Felici di stare con me.

In fondo sono bravo a ottenere quello che voglio.

§Fine§

P.S. non so dove volevo arrivare...oggettivamente è brutta però a me piace O.o l'unica cosa che si capisce è che Lavi ha in mano tutti XD

  
Leggi le 6 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > D.Gray Man / Vai alla pagina dell'autore: renachan