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Autore: Anne Strimb    31/08/2013    1 recensioni
London calls me a stranger,
A traveller,
This is now my home,
My home.
Genere: Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ed Sheeran
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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The City

THE CITY


 

 

 

 The city never sleeps,
I hear the people walk by when it's late,
Sirens beat through my window cill,
I can't close my eyes,
Don't control what I'm into.

This town is alive,
With lights that blind keep me awake,
Put my hood up, unlace and tie,
The street fills my mind,
Don't control what I'm into

 

Era appena atterrato a Londra. Dopo quasi cinque mesi di assenza, era finalmente a casa. Anche se lui, per Londra, era più uno straniero, un viaggiatore. E, in effetti, a causa del suo lavoro erano più i mesi che passava in giro per il mondo, rispetto a quelli che trascorreva nella città. Prese posto nell’auto che era lì all’aeroporto ad aspettarlo e mise su le sue amate cuffie. Pur essendo parecchio tardi e nonostante la pioggia, dal suo finestrino di passeggero riusciva a scorgere all’esterno la botta di vita che animava la città. Già, perché Londra era da sempre la città  che non dormiva mai; persino a quell’ora le persone erano in giro a fare rumore. Quella città era così diversa da tutte quelle che aveva visitato in America: posti bellissimi, talvolta esotici, ma quella bellezza era nulla, nei confronti di quella della sua Londra.

Ripercorse mentalmente gli ultimi 200 giorni passati lontano da casa: concerti, feste, programmi tv, premiazioni.. Tipica vita da cantante emergente. Eppure lui avrebbe preferito trascorrere più tempo nella sua città, perché lo confortava, perché lo aiutava sempre quando ne aveva bisogno.

Velocemente fu scortato al suo piccolo appartamento.

Una volta rimasto solo all’interno di esso, si buttò sul letto senza neppure togliersi i vestiti.

 

London calls me a stranger,
A traveller,
This is now my home, My home,
Burning on the back street,
Stuck here, sitting in the back seat,
And I'm blazing on the street,

What I do isn't up to you,
And if the city never sleeps then that makes two

 

Era stanco, davvero tanto, ma gli risultava difficile prendere sonno con tutti i rumori provenienti dall’esterno: passi pesanti sui marciapiedi, macchine che passavano avanti e indietro lungo la strada, talvolta accompagnate dal rumore di clacson, come se fosse pieno giorno. Da qualche parte, non molto lontano da lì, si sentiva la musica pompata a tutto volume nelle casse di un qualche locale ancora aperto.

Riusciva persino a sentire i cori di qualche ragazzo ubriaco che ancora vagabondava in giro alla ricerca di casa.

Improvvisamente il rosso si alzò, afferrò la chitarra e le chiavi di casa e si fiondò fuori, in strada.

Se non poteva dormire, almeno si sarebbe messo a riflettere facendo ciò che più amava.

The pavement is my friend,
It'll take me where I need to go,
If I find it trips me up,
And puts me down,
This is not what I'm used to

 

Si alzò il cappuccio della sua enorme felpa sulla testa e iniziò a vagare per i vicoli poco illuminati che caratterizzavano la sua strada; era un po’ inquietante vagare così, al buio, a quell’ora di notte, ma in un certo senso era la forza dell’abitudine.

Arrivò alla sua meta, un piazzale vecchio illuminato da un solo lampione, circondato da case diroccate e inabitabili, dalla reliquia di quello che era stato il negozio in cui faceva rifornimento di caramelle da bambino e un decrepito e minuscolo discount che rimaneva in piedi per miracolo, ma era sempre aperto.

The shop across the road,
It fills my needs and keeps me company,
When I need it,
Voices beat through my walls,
I don't think I'm gonna make it,
Past to-mor-roow

 

Si diresse all’entrata pericolante di quest’ultimo, vagò tra gli scaffali alla ricerca di due bottiglie di birra, pagò velocemente e torno fuori, la chitarra appesa alla sua schiena.

Andò a sedersi proprio sotto a quell’unico lampione storto, sperando che non decidesse di crollare proprio quella notte.

Dopo aver aperto entrambe le bottiglie col fedele portachiavi, prese un sorso di birra e, mentre questa gli scorreva ancora amara lungo la gola, si portò la chitarra in grembo.

Prese a suonare note casuali e scomposte, usando il suo primo plettro.

Mentre automaticamente le sue dita componevano una nuova melodia, gli venne improvvisamente in mente il giorno in cui si trasferì in quella magica città.

London calls me a stranger,
A traveller,
This is now my home, My home,
Burning on the back street,
Stuck here, sitting in the back seat,
And I'm blazing on the street,
What I do isn't up to you,
And if the city never sleeps then that makes two

Era poco più che un bambino, allora, con la purezza di chi ha trascorso la vita in campagna, tra vecchie cascine, animali e terreni agricoli.

Aveva preso piuttosto bene l’idea di trasferirsi a Londra; non aveva mai visitato la città.

Suo padre era stato assunto in fabbrica, visto che il lavoro nei campi non gli permetteva più di mantenere la famiglia; per Ed fu forse la notizia più bella dell’infanzia.

I primi giorni in città furono come un sogno: centri commerciali, pubs, cinema, teatri.. erano ovunque!

Ogni volta che vedeva qualcosa di nuovo doveva strofinarsi per bene gli occhi, per essere sicuro di essere sveglio e non avere le allucinazioni.

Quando poi ebbe preso l’abitudine a tutta quella grandezza e bellezza, però, si rese conto che non era tutto come in un sogno.

Aveva iniziato la scuola, com’era giusto che fosse, e non era riuscito a trovare nessuno con cui parlare.

I bambini cresciuti in città parlavano spesso di fumetti, cartoni animati visti di recente al cinema, biglie.. Lui s’intendeva di cavalli, era espertissimo riguardo la coltura del grano e sapeva benissimo come funzionava la riproduzione delle mucche, ma evidentemente non riusciva a trovare niente di cui parlare con gli altri.

Lui era considerato strano, diverso.

Era diverso il suo modo di vestirsi.

Parlava in modo diverso, ignorando il gergo in voga in città.

Persino la sua alimentazione era diversa.

A lui, in realtà, non importava molto di non riuscire a comunicare con gli altri bambini della sua età.

A volte, però, si sentiva solo.

Il suo primo regalo ricevuto in città, però, gli cambiò di nuovo la vita.

Suo padre era riuscito a comprargli una chitarra di seconda mano; non era messa benissimo, però era meglio di niente.

C’era voluto poco a Ed per imparare a suonarla, e quella immediatamente colmò la sua solitudine.

Lui parlava con la sua chitarra, con la sua musica, e ciò gli bastava.

Era riuscito a superare in fretta l’essere divenuto adulto in tenera età a causa dei genitori troppo impegnati col lavoro.

La sua musica era costantemente con lui: quando veniva preso in giro, quando si ritrovava in difficoltà davanti agli insegnanti, quando girava per strada e scorgeva sul terreno le siringhe ancora fresche e sporche di qualcuno che aveva deciso di rovinarsi la vita.

Era riuscito a superare e tutto e a trasformare le sue preoccupazioni in musica.

And my lungs hurt,
And my ears bled,
With the sounds of the city life,
Echoed in my head,
Do I need this, To keep me alive?
The traffic stops and starts but I,
Need to move alone.

 

In realtà doveva molto a quella città.

Nonostante il rapporto di amore-odio, era solo grazie a lei se si ritrovava a suonare. Era grazie a quella città se era riuscito a girare due continenti, esibendosi e vivendo grazie alla sua passione.

Continuò a suonare, quella notte era nata una nuova canzone.

Sentì i alcune gocce di pioggia fresca appoggiarglisi sul viso, mentre i polmoni gli bruciavano e le sue dita si muovevano imperterrite sulle sei corde.

Quella nuova canzone parlava di sé, parla di Londra.

Riflesse sul fatto che lui non sarebbe esistito senza la città, perché lui era la citta.

Continuava ad essere irrimediabilmente uno straniero, ma sapeva che in fondo era quella casa sua e il concetto veniva enfatizzato dal ritmo della pioggia e dai rumori della città, che sembrano accompagnarlo in quella nuova melodia.

 

London calls me a stranger,
A traveller,
This is now my home, My home,
Burning on the back street,
Stuck here, sitting in the back seat,
And I'm blazing on the street,
What I do isn't up to you,
And if the city never sleeps then that makes two

  
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