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Autore: reby    04/09/2013    5 recensioni
- Credo che gli angeli non siano attrezzati per provare interesse. Anche perché poi, quando lo provano, vanno in mille pezzi -.
Dean lasciò cadere l’ultima frase con un tono dimesso, lontano.
Bruciavano in gola quelle parole. Bruciavano di un fuoco che non poteva spegnere.

Rivisitazione in chiave Destiel della puntata "7x21 - Reading is fundamental" (che urla Destiel! di suo).
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Settima stagione
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Eccoci qua, alla fine mi sono decisa a pubblicare qualcosa in questa sezione.
Da tempo ci navigo, ma amo talmente tanto Dean e Castiel che non ho mai osato scriverci niente sopra.
Questa è una…ehm, cosetta che ho scritto dopo aver rivisto la puntata 7x21 – Leggere è fondamentale, a mio parere così piena di Destiel da scoppiare.
E’ la mia versione più che altro dei pensieri del nostro caro Dean con qualche aggiunta che non fa mai male.
Ovviamente le recensioni sono ben gradite, chiudo augurandovi una buona lettura ^^
Ps. Ho ripreso qualche battuta direttamente dalla puntata, credo ve ne accorgerete da soli.
Sabrina






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- Credo che gli angeli non siano attrezzati per provare interesse. Anche perché poi, quando lo provano, vanno in mille pezzi -.
Dean lasciò cadere l’ultima frase con un tono dimesso, lontano.
Bruciavano in gola quelle parole. Bruciavano di un fuoco che non poteva spegnere.
Si allontanò da quel ragazzino, il nuovo profeta, e risalì sopra dagli altri.
Da lui.

Rivederlo vivo era stato un colpo molto più grande di quanto in realtà avesse fatto intendere. Ovviamente Sammy non ci era cascato, ogni tanto lo sorprendeva a fissarlo sornione, quando si lasciava andare a qualche sorriso che, da ormai molto tempo a quella parte, non facevano più parte del suo viso.
Da quando l’avevano lasciato in quell’ospedale, non faceva altro che pensare a lui e a quel suo dannato trenchcoat.
Che aveva conservato con tanta cura dentro il bagagliaio, che, quando Sam dormiva, ripescava e poggiava accanto a sé mentre si scolava una birra poggiato sulla fiancata della sua bambina.
Così, quando quella mattina Meg gli aveva chiamati per avvisarli che si era svegliato, aveva schiacciato il piede sull’acceleratore fino a farsi male, con suo fratello che non diceva una parola perché semplicemente non servivano.

Meg e Sam stavano discutendo su come tenere lontani gli angeli ed intanto Castiel si guardava intorno con quel sorriso beato che non era chiaramente suo.
Afferrò una birra dal frigo e uscì fuori, sbattendo la porta dietro di lui.
Sentì Meg richiamarlo ma poi si zittì subito, sicuramente ripresa da Sam.

Quando aveva visto Castiel seduto da solo al tavolo della mensa, il suo primo pensiero era stato quello di stringergli le spalle e poi abbracciarlo.
Non l’avrebbe più lasciato andare, non…
Sospirò, prendendo un primo sorso della bionda ghiacciata.
Non poteva, ovviamente.
“Conservi qualche ricordo?”
Glielo chiese con un tono talmente disperato che stupì persino se stesso.
Doveva crederci, doveva sperarci.
Castiel lo osservò per un lungo istante e in quei secondi Dean rivide il suo angelo del giovedì, quello la cui fiera impronta ora adornava la sua spalla come il migliore dei marchi.
Ma poi si allungò verso uno stupido gioco da tavola e Dean sbuffò, arrabbiato più con sé stesso.
“Giochiamo?” si sentì chiedere.
Stava per rispondergli a tono, troppo stanco per continuare a parlargli in quel modo da imbecille, quando alzò lo sguardo sulla scatola che Castiel teneva dritta davanti a lui.
Il gioco si chiamava Sorry.
Una frase riecheggiò nella sua mente, Castiel davanti ad un buco nella parete che si gira un’ultima volta verso di lui e mormora “Scusami, Dean”.
Una coincidenza? Dean rimase incantato per un attimo, spostando lo sguardo dalla scritta a quegli occhi fottutamente blu che lo guardavano ora colmi di qualcosa che non riusciva a capire.
“Vuoi iniziare per primo?” gli chiese poi, e ovviamente Dean lo assecondò, perché  non riusciva a fare altrimenti.

Continuava a bere sentendo il peso che aveva costantemente sul petto farsi insopportabile ma pensò che non poteva lasciarsi andare –ancora- a momenti di debolezza.
Non ora.
Non quella sera.

Fare i conti con se stesso non era stato facile, all’inizio.
Da sempre sentiva qualcosa di strano nei confronti del piumato, ma ammettere che lo scombussolava era un altro paio di maniche.
Che cazzo, lui era Dean Winchester!
C’erano voluti i Leviatani per fargli capire che non erano solo strane sensazioni… provava davvero qualcosa per il suo Cass. Qualcosa alla base dello stomaco ogni volta che i suoi occhi incrociavano i suoi fottutamente blu – e non succedeva di rado, no. Erano capaci di intrattenere intere, mute conversazioni solo con gli occhi.
E si capivano alla perfezione.

Un altro sorso di birra.
Un sospiro agitato.
Si permise di soffermarsi solo per qualche minuto su un pomeriggio di parecchio tempo prima -un dannato, unico pomeriggio- in cui era cambiato tutto. E non era più tornato come prima.
Quel pomeriggio in cui Castiel, con la testa leggermente spostata di lato, aveva allungato una mano verso di lui, percorrendo tutta la guancia fino a lasciarla sul collo.
Dean l’aveva guardato, non riuscendo a muoversi, incapace anche di deglutire.
Lo vide avvicinarsi al suo viso ma non pensò di chiudere gli occhi nemmeno per un secondo.
Castiel congiunse le loro labbra in un modo che poteva essere soltanto il suo: inesperto e disarmante.
Con l’altra mano ricalcò perfettamente l’impronta che gli aveva lasciato sulla spalla e solo quel gesto fece riscuotere Dean, che gli afferrò il colletto del trench come si era visto fare in troppi sogni, e approfondì il bacio.
Dean era affamato di Castiel.
Lo era sempre stato. Ma quello che non aveva immaginato era la passione che l’angelo gli stava donando con la stessa intensità.
Finì solo perché sentirono Sam urlare i loro nomi – erano nel bel mezzo di una caccia- e corsero in suo aiuto senza nemmeno guardarsi più negli occhi.
Nessuno dei due fece cenno all’accaduto nei giorni seguenti.
Qualche tempo dopo, Castiel era il loro nuovo Dio e quel bacio disperato e inatteso era sembrato al maggiore dei Winchester soltanto l’ennesimo sogno.

Rivederlo adesso con quell’aria così persa, così diversa forse era anche peggio.
Averlo di fronte e non averlo realmente.
Si ricordava del passato? Faceva solo finta?
Finendo la sua birra, Dean pensò che qualsiasi fosse la verità, non avrebbe più permesso a nessuno di separarlo da Castiel.
















   
 
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